Col campionato finito, l’Italia fuori dai Mondiali, nel pentolone di analisi sul fallimento si fa un gran parlare di giovani. Qui su l’Ultimo Uomo, qualche settimana fa, Daniele Morrone scriveva un articolo impietoso, non solo nelle conclusioni ma sopratutto nei numeri: in Serie A i giovani non giocano, o comunque giocano molto meno che negli altri campionati.
Per questo le eccezioni hanno forse un valore più alto. Una posizione di campo particolarmente fertile per i giovani talenti, quest’anno, è stata quella davanti alla difesa dell’Empoli. Lì nella prima parte dell’anno si è affermato il gioco quasi catalano di Samuele Ricci, un regista pulito tecnicamente, tutto tocchi essenziali e gestione del possesso. Un grande manipolatore dei tempi di gioco. Quando Samuele Ricci è stato ceduto al Torino a gennaio l’urgenza dell’operazione pareva incomprensibile da fuori. Se l’Empoli è sembrato volersene liberare col cuore leggero non era solo per questioni economiche, ma anche perché sapeva che al suo posto c’era un giovane altrettanto talentuoso.
Dopo una ventina di partite, quasi tutte nel girone di ritorno, Asllani è vicino a trasferirsi all’Inter. Non è chiaro ancora se poi andrà in prestito o rimarrà a disposizione di Inzaghi. Sono bastate quindi questa ventina di partite tra i professionisti per convincere un club di prima fascia a investire su di lui. All’Inter, a San Siro, Asllani ha segnato il primo gol tra i professionisti. Verso la fine del primo tempo ha avuto la furbizia di correre alle spalle di Stefan de Vrij; Fiammozzi lo ha lanciato da dietro con un pallone tanto preciso quanto complicato da rendere utile. Asllani ha de Vrij incollato alle spalle e Skriniar che lo sta rimontando al lato. Asllani però ha un gran controllo: ammortizza il pallone con l’interno sinistro, leggermente in salto, così da avere la palla direttamente sulla corsa per il tiro di destro, sotto le gambe di Handanovic.
Una giocata tecnica complicata senza la tecnica di Asllani. In quella partita gioca trequartista, corre per tredici chilometri mostrando la sua attitudine da mediano, o comunque il desiderio di influenzare il più possibile il gioco, con e senza la palla. Secondo Andreazzoli può giocare in qualsiasi ruolo del centrocampo, ma per la maggior parte del tempo Asllani ha giocato mediano davanti alla difesa, prendendo il posto che dopo la cessione di Ricci doveva essere del più esperto Leo Stulac. È per le sue prestazioni davanti alla difesa che l’Inter ha deciso di comprarlo, per avere cioè un vice-Brozovic che per lo meno non snaturi le caratteristiche della squadra.
Non c’è stato nessun giocatore più insostituibile non solo nell’Inter, ma nell’intero campionato di Serie A. Qualche numero che lo dimostri: secondo giocatore in Serie A per passaggi completati (dopo Milenkovic), primo centrocampista per passaggi progressivi, fra i migliori anche per corse progressive. Senza di lui l’Inter ha una media punti sensibilmente più bassa e durante la crisi di primavera della squadra si è discusso a lungo di come re-immaginare i nerazzurri senza il regista croato. Al punto che Inzaghi ad aprile ha rassicurato tutti dicendo che la squadra avrebbe comprato un vice-Brozovic, considerando che in rosa non esiste nessun centrocampista dal profilo simile.
Asllani è un profilo che nel futuro può essere interessante per ricoprire quel ruolo con caratteristiche simile. Asllani ha il baricentro basso, si muove con grande elasticità e ha un grande primo controllo. Tutte caratteristiche che lo rendono rapido e preciso nella gestione dell’uscita dal basso del pallone. Ha però due caratteristiche che più di tutte lo accomunano a Brozovic, per interpretazione: il desiderio di influenzare il gioco della squadra e il dinamismo quasi a tutto campo. È il tipo di centrocampista che - proprio come Brozovic - passa la partita con le braccia allargate a reclamare il pallone sui piedi.
I suoi smarcamenti senza palla sono già di alto livello, per creare superiorità numerica a varie altezze di campo. Il suo dinamismo si esprime bene anche in inserimento, come abbiamo visto nel gol all’Inter, oppure in questa rifinitura contro la Salernitana, in cui ha letto molto rapidamente l’azione per farsi trovare smarcarsi dietro le linee avversarie. A 19 anni, Asllani legge il gioco già in modo eccellente.
Per queste caratteristiche può naturalmente giocare bene in ogni ruolo del centrocampo, mediano, mezzala o trequartista. Nel gioco lungo può sfruttare una sensibilità balistica ottima col destro ma buona anche col sinistro, il piede teoricamente debole, che usa bene sia in conduzione che nel gioco di passaggi.
Per capire la sua mentalità c’è questo aneddoto: la società voleva mettergli sul contratto un premio per i minuti giocati, lui ha preferito quello per le presenze da titolare, nonostante fosse più complicato da raggiungere. Ha una sicurezza nei suoi mezzi che a volte supera il limite, quando prova giocate rischiose in zone sensibili. A 18 anni però sono letture che si migliorano facilmente, trovando la misura a un coraggio nel giocare sotto pressione che è una risorsa fondamentale nel calcio contemporaneo.
Sul piano difensivo gioca con grande intensità e ha buone letture sui passaggi (con 2.26 intercetti per 90 minuti è nell'86esimo percentile in Serie A), anche se ovviamente per conformazione fisica non riesce a proteggere la sua zona sui duelli aerei, e non è sempre pronto sulle seconde palle.
Finora è stato molto attento a una crescita graduale. È considerato un talento già da quando era ragazzino. A sei o sette anni era ricercato da diverse squadre e si è rivolto a Francesco Pratali - ex Empoli - per avere un consiglio su dove trasferirsi dalla Butese, la squadra in cui è cresciuto. Le cifre di cui si parla sono di 14 milioni tra parte fissa e bonus: pochi o tanti a seconda di come la si voglia vedere. Per una squadra che ha una rosa di giocatori già affermati, e che sembra ne stia puntando altri, un profilo giovane come quello di Asllani è importante anche per dare profondità e suggerire un'idea di futuro.