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Perché Kylian Mbappé deve vincere il Pallone d'Oro
30 nov 2018
Le ragioni per cui il Pallone d’Oro dovrebbe andare all'attaccante del PSG.
(articolo)
5 min
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Illustrazione di Emma Verdet
(copertina) Illustrazione di Emma Verdet
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Kylian Mbappé non era ancora nato quando nel 1997 Ronaldo vinse il suo primo Pallone d’Oro, a 21 anni e 3 mesi. Il “Fenomeno” brasiliano è il più giovane vincitore nella storia del premio, e a togliergli questo primato potrebbe essere proprio Mbappé, dando ancora più forza ai paragoni già frequenti tra i due.

Se è vero che sono soprattutto i grandi tornei a decidere chi vince il Pallone d’Oro, allora la candidatura di Mbappé è tra le più forti in assoluto. La stella del Paris Saint-Germain è stato tra i giocatori più decisivi del Mondiale, magari non il più importante nella Francia campione del mondo (Griezmann e Pogba hanno avuto un’influenza maggiore sul gioco, Kanté e Matuidi sono stati due equilibratori fondamentali, il talento individuale di Varane ha coperto le lacune difensive della squadra), di sicuro, però, il più elettrizzante e divertente da guardare.

La sua partita nell’ottavo di finale contro l’Argentina, quando ha segnato una doppietta e conquistato un rigore con un’azione personale incredibile, resta una delle prestazioni individuali più stupefacenti del 2018. Dopo quella partita Daniele Manusia ha scritto che Mbappé anticipa il calcio del futuro, per il modo unico con cui sintetizza velocità e tecnica e la facilità con cui mantiene il controllo pur giocando a ritmi irraggiungibili per quasi tutti gli altri.

È impossibile restare indifferenti davanti al Mondiale giocato da Mbappé e, dopo l’impatto avuto a 19 anni e mezzo sulla competizione più prestigiosa per un calciatore, non ci dovrebbero essere ormai più dubbi sul fatto che sia uno dei più seri candidati a dominare l’era post Ronaldo e Messi. Mbappé non è soltanto uno dei migliori talenti del pianeta, ma un giocatore già decisivo ai massimi livelli, con una precocità rara nella storia dei Mondiali. Dopo Pelé, la stella del PSG è il più giovane marcatore di sempre in una finale e il più giovane ad aver segnato due gol in una partita di un Mondiale, nel già citato ottavo di finale contro l’Argentina.

Tornato al PSG da campione del mondo, il livello delle prestazioni di Mbappé si è alzato fino a ridefinire gli equilibri interni alla squadra. L’anno scorso la centralità di Neymar, la sua influenza nel gioco e il suo ruolo di giocatore immagine del club, non è mai stata in discussione. L’ex Monaco si era accontentato di una parte più marginale, rappresentata plasticamente dalla sua posizione in campo, larga a destra a rifinire l’azione, spesso in isolamento dopo che la manovra si sviluppava sulla fascia opposta, quella in cui si muoveva Neymar.

Oggi i rapporti tra i due sono più sfumati, pur nella differenza dei loro stili di gioco. Neymar continua a incidere di più sulla manovra, con la sua tendenza ad abbassarsi per intervenire nell’azione fin dalle prime fasi, Mbappé è più diretto e concentra le sue qualità negli ultimi metri. Il salto fatto in questa prima parte della stagione riguarda soprattutto la facilità con cui riesce a essere decisivo. Il numero 7 del PSG ha segnato o fornito un assist in 11 delle 14 partite giocate, restando a secco soltanto in tre occasioni: all’andata contro il Napoli, al ritorno contro il Liverpool in Champions League, e contro il Monaco in campionato, gara in cui ha però conquistato il rigore del 4-0, trasformato da Neymar.

La sua stagione è già ricca di giocate spettacolari e schiaccianti momenti di superiorità, come quando ha segnato 4 gol in 13 minuti al Lione, nella vittoria per 5-0 del PSG. Al Lille ha segnato con un tiro a giro da 20 metri, coordinandosi in un attimo dopo aver cambiato direzione in corsa per assecondare la traiettoria del pallone, deviato da Fonte. Al Guingamp ha segnato in pallonetto fondendo il suo senso per gli smarcamenti con l’assurda velocità sul breve, un mix che lo rende un incubo per ogni difensore che prova a marcarlo. Nella gara di ritorno contro il Napoli, Mbappé ha mandato in crisi anche un centrale esperto come Albiol con un gran movimento in profondità che gli ha permesso di arrivare sul fondo e di costruire l’assist per Bernat. Contro il Nimes ha invece segnato probabilmente il suo gol più bello finora (al minuto 1.08 del video qui sotto), controllando con una dolcezza irreale il lancio lungo di Kimpembe e calciando quindi al volo sotto la traversa.

Le maggiori responsabilità hanno però iniziato a renderlo più nervoso. Sempre contro il Nimes è stato espulso negli ultimi minuti per una reazione dopo un brutto fallo subito a centrocampo. Contro l’Olympique Marsiglia è invece finito in panchina per essere arrivato tardi, insieme a Rabiot, a una riunione di squadra, una punizione che, secondoLe Parisien, lo ha infastidito molto, per il timore che potesse compromettere le sue possibilità di vincere il Pallone d’Oro. Mbappé è poi entrato in campo e ci ha messo tre minuti a segnare il gol che ha aperto la vittoria per 2-0 del PSG.

In questo momento è insomma difficile trovare un giocatore più in forma di Mbappé in Europa. Nelle cinque principali leghe europee nessuno ha segnato quanto lui in campionato: 11 gol, a pari merito con Emiliano Sala del Nantes. È vero però che la sua candidatura come possibile vincitore del Pallone d’Oro è tutta costruita sulle sue prestazioni al Mondiale, e che durante l’anno solare ci sono stati giocatori più continui di lui. In Champions League si è fermato presto, agli ottavi contro il Real Madrid, e le sue statistiche in campionato sono ovviamente agevolate dal dominio praticamente incontrastato che il PSG ha costruito in Francia.

Se però, come sembra, sia Messi che Cristiano Ronaldo resteranno fuori dal podio dopo essersi spartiti le ultime dieci edizioni del Pallone d’Oro, la scelta di premiare Mbappé sarebbe sicuramente quella più forte per comunicare l’inizio di una nuova era.

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