Massimiliano Allegri ha predicato spesso, a volte persino infastidito, che: «il calcio è semplice», soprattutto quando il suo interlocutore ha fatto riferimento a risvolti tattici ritenuti barocchi dall’allenatore toscano o ha citato evidenze statistiche per analizzare il gioco della sua squadra.
Nella conferenza stampa che ha preceduto Empoli - Juventus, Allegri ha dato l’impressione di aver fatto ricorso alle statistiche avanzate per descrivere il momento che l’attacco della sua squadra sta vivendo. Forse ricorderemo lo scorso weekend come il momento nel quale Allegri ha scoperto un’improvvisa passione per i numeri, perché nel post-partita ha anche detto: «L’Empoli è una squadra che, numeri alla mano, è imprecisa sotto porta ma crea occasioni». Allegri è un allenatore estremamente attento ad ogni elemento che caratterizza il calcio di oggi, e sicuramente il suo interesse non è recente né improvviso. Ha solo voluto dare un accento più forte su altre componenti, come l’integrazione delle qualità dei campioni a disposizione, disciplina nella quale è maestro.
Tornando alle dichiarazioni di venerdì e all’attacco della Juventus, a una domanda su come i compagni stavano assistendo Cristiano Ronaldo, Allegri ha risposto: «Non è solo la palla su Cristiano, è la palla in generale. Nell’ultimo passaggio bisogna essere più lucidi e più precisi per chiudere l’azione e chiudere le partite. Perché rispetto a quello che la squadra produce facciamo pochi gol».
Quanto segna la Juve?
I gol fatti (a sinistra) e i gol attesi (a destra) nel confronto tra le ultime tre stagioni.
L’ultima parte della frase di Allegri può essere velocemente verificata mediante gli Expected Goals. La Juventus finora ha in effetti segnato meno gol delle attese statistiche: con il volume e la qualità delle conclusioni effettuate, i bianconeri avrebbero dovuto segnare seguendo una media di 2,31 gol a partita, che è superiore ai 2 gol a partita realmente segnati fin qui.
Per la qualità dei giocatori che ha, ci si aspetta che la Juventus batta regolarmente il riferimento, l’asticella piazzata dalla statistica. Cosa che nelle due precedenti stagioni i bianconeri sono stati in grado di fare, la scorsa stagione in maniera addirittura clamorosa. Questo tipo di statistiche, che si dicono predittive, segnalano appunto una tendenza di là a realizzarsi. Probabilmente quello che sta vivendo la Juventus è un momento transitorio, che finirà quando i bianconeri riusciranno a concretizzare le proprie occasioni, persino creando meno di quanto fanno oggi (in parole povere: gli xG si abbasseranno di un po’ e i gol al contrario si alzeranno, come accade tutti gli anni a quasi tutte le squadre).
Il confronto tra le stagioni per i gol, i tiri nello specchio e i tiri fuori dallo specchio o ribattuti.
Esplodendo i numeri in dettaglio, diventa evidente quanto sia peggiorata la percentuale realizzativa della Juventus, ora al 9%, che è solo la nona tra le squadre del campionato. I bianconeri hanno aumentato di molto il volume delle conclusioni, passato da 14,4 a 20,8 a partita, arrivando al tiro più spesso da tutte le zone del campo. L’aumento dei volumi di tiri, ed eventualmente il peggioramento della precisione, non è quindi dovuto solo ai tiri dalla distanza, difficili da convertire.
Un effetto Ronaldo, sul volume delle conclusioni, esiste: il portoghese viaggia con una media che sfiora gli 8 tiri a partita (di gran lunga il primo in Europa, precede Dzeko, Piatek e Aguero). Lo scorso anno Higuain ha tirato con una media che a fine campionato era di quasi 3 tiri a partita. Con Ronaldo, Bernardeschi è l’altro juventino che ha aumentato le conclusioni verso la porta, le ha quasi raddoppiate da un anno all’altro, e insieme stanno compensando il calo di Paulo Dybala, che è crollato nei volumi e nella percentuale realizzativa rispetto allo scorso anno. Dybala segnò 19 reti, il 16,7% delle conclusioni verso la porta escludendo i rigori; quest’anno delle 19 conclusioni tentate una sola è andata a segno (5,6%).
Come arriva al tiro?
Il confronto stagionale per, da sinistra, passaggi riusciti nella trequarti avversaria, tocchi palla nella area avversaria e passaggi chiave.
Cosa intende invece Allegri quando chiede ai suoi di essere più precisi nell’ultimo passaggio? In realtà la Juventus è migliorata in quasi tutte le statistiche offensive, soprattutto quelle quantitative. Rispetto allo scorso anno sono aumentati sia i passaggi riusciti nella trequarti avversaria (+32%), sia i tocchi palla nell’area avversaria, vero tallone d’Achille della scorsa stagione (+60%). Sono cresciuti anche i passaggi chiave, i passaggi che portano un compagno al tiro (+50%).
Allegri però fa uno specifico riferimento alla qualità della rifinitura, ed è un aspetto cruciale. Pur con un’occupazione maggiore della metà campo avversaria – ha il più alto possesso palla e il baricentro medio più alto della Serie A – la Juventus in questo momento sta producendo la stessa quantità di grosse occasioni da gol (le cosiddette “big chances”, dato Opta via Sky Sport) dello scorso anno, in media 2,6 a partita.
Il tipo di azione che ha portato uno juventino al tiro nelle ultime due stagioni a confronto.
La Juventus da un anno all’altro ha cambiato il modo con cui cerca di arrivare alla rete. Sono aumentati in proporzione sia i tiri provenienti da cross, sia quelli scaturiti da azione personale. In questo momento la Juventus non riesce a rompere il blocco che gli avversari pongono al centro del campo – da una stagione all’altra i dribbling riusciti sono crollati da 13,7 a partita a 8,6 – e provano ad aggirarlo crossando palloni in mezzo all’area o lasciandosi tentare da soluzioni individuali, come ad esempio il tiro dalla distanza.
In definitiva, la Juventus non ha un vero e proprio problema nella sua fase offensiva, ma ci sono alcuni punti di miglioramento. Ad esempio non abbiamo ancora visto il miglior Douglas Costa, che è stato il secondo miglior giocatore dello scorso campionato per dribbling riusciti dopo Felipe Anderson, e il secondo migliore anche per assist alle spalle di un altro laziale, Luis Alberto. I bianconeri dovrebbero ritrovare a breve Mario Mandzukic, che non sarà la prima punta ideale per abbassare le difese e creare spazi tra le linee per i trequartisti, ma quanto meno aumenta decisamente la fisicità in area di rigore.
Insomma, nonostante 9 vittorie in 10 partite di campionato, la Juventus pare ancora lontana dal massimo del proprio potenziale.