C'è un'azione particolarmente significativa dello spirito con cui l'Arsenal ha saputo ribaltare il risultato nel derby di Londra, dall’1-2 al 4-2 finale.
Sono gli ultimi secondi del primo tempo e i Gunners sono sotto di un gol, dopo il contestato rigore di Kane. Lloris rinvia dal fondo e, dopo uno scontro aereo tra Mustafi e Kane, la palla arriva sui piedi di Dele Alli che si guarda intorno e la porta verso la bandierina, con l'intento di congelare il possesso. Ma c'è Torreira a seguirlo a vista, è la sua ennesima copertura in fascia.
Dele Alli è convinto di mantenere il possesso, ma porta palla con troppa sufficienza: Torreira, fiutata una minima esitazione, allunga la gamba destra come un mezzomarinaio per uncinare il pallone, ma vicino c'è Eriksen che, vista la situazione, prova a lanciarsi sulla palla vagante. Torreira non ha neanche il tempo di alzare la testa, dopo essere scivolato, che nota subito l'arrivo del danese, allora si butta in spaccata per coprire la palla con la gamba destra, per proteggerlo: una specie di tackle usato come arma di difesa, e non come mezzo di recupero.
A questo punto la situazione diventa un incubo logistico per Torreira. Con la palla sotto la coscia prova a rialzarsi, ma ecco che da dietro ritorna Alli a contendere nuovamente il possesso, stavolta con la suola del destro; Torreira riesce ancora a resistere e prima che l'avversario possa togliergli il pallone mette di nuovo la gamba destra davanti alla sfera. Alli a quel punto, frustrato dalla sua resistenza, lo colpisce sulla schiena con una gomitata e lo manda a terra: ora Torreira è con la pancia sull'erba, anche se cadendo è riuscito ancora a coprire il pallone, stavolta con gli stinchi.
Dele Alli toglie il pallone dai piedi di Torreira, ma per sua fortuna arriva Xhaka (che insieme a Bellerin aveva assistito lì vicino immobile alla prova di coraggio del compagno) e trova l'ardore di andare a contrastare Alli. A quel punto il possesso è di nuovo in discussione, la palla è contesa da Eriksen e dal sinistro di Torreira, che però è inginocchiato sul destro. Ancora una volta l'uruguaiano usa il sinistro come un uncino: la sua gamba da terra ha più forza di quella di Eriksen in piedi. Torreira sposta il pallone, se lo fa rimbalzare sul polpaccio e contemporaneamente si alza. A quel punto ha già coperto il pallone col busto e con la gamba destra, per prevenire l'intervento da dietro di Alli. Finalmente ha il pallone e gli basta un tocco di interno destro per allontanarlo dai due avversari.
Mentre conduce va corpo a corpo con Eriksen ed è imbarazzante la facilità con cui il danese va a terra dopo il contrasto: la dimostrazione finale di una forza di gambe inversamente proporzionale all'altezza di Torreira.
Il piano di Emery, l'attitudine di Torreira
L’azione, oltre che sul temperamento dei Gunners, ci dice molto però anche sul modo con cui l'Arsenal ha voluto impostare questo derby. Emery ha puntato tutto sull'intensità, sfidando Pochettino sul campo probabilmente a lui più congeniale, confidando forse in una condizione atletica migliore, visti anche gli impegni in Champions League degli Spurs.
L'Arsenal ha pressato subito il Tottenham, soffocando con il suo 3-4-2-1 il sistema di gioco avversario: mentre gli esterni (Bellerin e Kolasinac) si sono alzati sui terzini avversari, al centro i due mediani, i due trequartisti e la punta hanno oscillato da un lato all'altro, cambiando uomo da controllare in base alla posizione della palla. In questo contesto, Torreira si è adattato senza problemi alle richieste del suo allenatore e alla necessità di capire quale zona occupare e di quale uomo occuparsi.
Ad esempio, in fase di pressione alta se si gioca sul suo lato, il destro, lui deve alzarsi nella zona di Eriksen per non concedere ricezioni comode al danese. L'aggressività sua, e degli altri uomini dal lato palla (Bellerin su Davies e Mkhitaryan su Vertonghen), unite alle scalate dei compagni dal lato opposto, ha l'obiettivo di recuperare palla per giocare in transizione o comunque di spingere i difensori a lanciare in avanti, dove i centrali possono aggredito le punte.
Se invece l'azione si svolge sul lato opposto, Torreira ha il compito di stringere e di scegliere posizione e uomo da marcare anche in base al movimento dell'altro mediano, Xhaka. Se lo svizzero si alza in pressione, spesso Torreira deve letteralmente coprirgli le spalle per controllare lo spazio dietro di lui ed evitare di dilatare troppo le distanze con la difesa: un buon modo, peraltro, di schermare le ricezioni di Dele Alli, che già dopo cinque minuti ha capito quanto sia difficile giocare contro Torreira.
Sto parlando di un'azione (quella qui sotto) nata da una palla riconquistata da Serge Aurier quasi sulla linea di fondo, aggredito subito dal gegenpressing dell'Arsenal: l'ivoriano non ha sbocchi perché Iwobi e Kolasinac impediscono di servire Sissoko e, poco più avanti, Xhaka si è alzato su Dier. Contemporaneamente, Aubameyang chiude il centrale più vicino e Mkhitaryan stringe su Eriksen.
Dele Alli quindi decide di abbassarsi per offrire una linea di passaggio verticale al compagno. Torreira, che era posizionato dietro Xhaka, vede il movimento dell'inglese e si fionda subito su di lui. Alli copre bene il pallone e lo porta sulla linea laterale, Torreira invece prova a togliergli il possesso falciandolo con la destra: l'arbitro concede il fallo, ma è un buon biglietto da visita della partita dell'uruguaiano.
A tratti è quasi incredibile la qualità con cui Torreira interpreta la fase difensiva, soprattutto considerando la quantità di compiti cui assolve. Nel campionato più muscolare del mondo gli bastano bastano la forza del busto e l'intelligenza nelle letture per dominare in mezzo a colossi come Dier e Sissoko.
L'Arsenal in fase di non possesso si è adattato all'intensità infernale tipica della Premier, ma lo ha fatto senza distrazioni, senza scollarsi, evitando così di trasformare la partita in un flipper: ma se le distanze non si sono dilatate, gran parte del merito va al senso della posizione di Torreira che ha permesso ai compagni di giocare una pressing più aggressivo, forti della sua presenza alle spalle e sui fianchi.
Torreira, oltre agli spazi analizza benissimo anche i movimenti degli avversari. Se uno degli esterni dell'Arsenal si alzava in pressione e un giocatore del Tottenham provava ad infilarsi nello spazio alle sue spalle, lui ne leggeva in anticipo le intenzioni e ne assorbiva l'inserimento.
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Scegliere il tempo
Anche nelle poche fasi di difesa posizionale la lucidità di Torreira fa la differenza: sa sempre quando è meglio coprire il centro e quando, invece, conviene spostarsi verso l'esterno, magari per schermare il movimento ad allargarsi di Alli o di una delle punte. Fa tutto parte di una serie di scelte che l'ex giocatore di Pescara e Sampdoria deve compiere per mantenere in piedi la struttura difensiva di Emery.
Gli anni con Giampaolo probabilmente hanno il loro peso: nella Samp, Torreira aveva il compito di guidare il pressing dal centrocampo, in modo da accorciare le distanze e intervenire più facilmente sulle linee di passaggio. In base alle letture, Torreira doveva decidere che tipo di taglio dare al pressing blucerchiato, una qualità decisionale che è tornata a splendere nel match dell'Emirates.
Non solo coperture preventive, ma anche scelte di pressing rischiose, con pochissimo margine d'errore. Con l'analisi degli spazi e il posizionamento Torreira si mette in condizione di effettuare la scelta migliore. Può decidere di quale avversario preoccuparsi, può valutare se è meglio aspettare nella propria zona per non concedere il fianco agli avversari o se conviene alzarsi per intensificare il pressing: molte occasioni dell'Arsenal partono proprio dal recupero palla aggressivo, che coglie impreparata la difesa degli Spurs. Su dieci intercetti dei Gunners, cinque nascono nella metà campo avversaria.
Nelle immagini sotto, ad esempio, Sissoko toglie palla a Kolasinac vicino alla propria area, con Dele Alli ed Eriksen non lontani. L'Arsenal prova a recuperare immediatamente palla con Mkhitaryan, che stringe sul francese, e Xhaka, pronto a sporcare il passaggio in verticale su Alli. Il posizionamento preventivo di Torreira è perfetto e lo mette nelle condizioni di scelta migliori possibili. È alle spalle di Xhaka, in uno spazio a metà tra Alli ed Eriksen: se Sissoko gioca su Alli e Xhaka non riesce a intercettare il passaggio, allora può spostarsi alla sua sinistra per contrastare l'inglese e tentare il contrasto; se invece la palla arriva ad Eriksen, lui può provare ad aggredirlo in avanti, forte della ricezione spalle alla porta dell'avversario.
Il rischio però è quello di liberare, a un passatore eccellente come il danese, la traccia su un giocatore abile in transizione come Alli, che a quel punto potrebbe puntare la difesa in campo aperto. Sissoko serve Eriksen e Torreira, con tempismo chirurgico, il solo ammesso, si fionda a piedi uniti sulla linea di passaggio, prima che l'avversario possa controllare il pallone. L'intercetto si trasforma in un passaggio per Mkhitaryan che appoggia subito a Iwobi: il nigeriano entra in area ma calcia addosso a un difensore.
Insomma, anche in un sistema con distanze più lunghe rispetto a quello della Samp, Torreira non fatica ad imporre il proprio talento difensivo. L'intensità nei contrasti e la velocità con cui si fionda sul portatore di palla incutono timore nel Tottenham, come se il fallo iniziale su Alli rappresentasse un precedente pericoloso. Torreira è dappertutto e col proprio dinamismo aiuta sempre i compagni, soprattutto al centro, dove il rombo di Pochettino voleva costruire le proprie fortune. Se non è Torreira a recuperare direttamente il pallone, i suoi raddoppi comunque sono una seria minaccia per gli avversari, ne annebbia la capacità decisionale, li costringe a lanciare o peggio a perdere il possesso.
Sarebbe interessante guardare una statistica sui palloni recuperati dall'Arsenal grazie al contributo indiretto dei raddoppi di Torreira.
Torreira migliore in campo al primo derby
L'Arsenal ha vinto la partita grazie a un'intensità che ha impedito al Tottenham di costruire palla a terra e che ha creato in continuazione transizioni offensive pericolose. Torreira ha interpretato meglio di tutti i dettami del suo allenatore proprio perché è il migliore dei Gunners a difendere in avanti e a cercare i contrasti. A livello collettivo, la sua presenza ha agevolato l'interpretazione dei compagni e, in un certo senso, col suo dinamismo e la sua attitudine al pressing Torreira ha mostrato la via al resto della squadra.
In Italia avevamo apprezzato Torreira soprattutto per il talento nei passaggi e per la capacità di ordinare la squadra in fase di possesso palla. Contro il Tottenham, però, Torreira non ha giocato da regista, anche perché a Emery non interessa controllare per troppo tempo il pallone, né giocarlo al centro, nella comfort zone dell'uruguaiano. Giusto una settimana prima, il Chelsea di Sarri aveva sofferto l'atletismo del Tottenham in quella zona di campo, prestando il fianco a transizioni pericolosissime; forse penando a quella partita Emery ha invitato i suoi a coinvolgere il più possibile i due esterni, per colpire i difetti strutturali del rombo di centrocampo.
Una volta in possesso, Bellerin e Kolasinac dovevano cercare subito in verticale il taglio delle punte, che attaccano la profondità provando a prendere in contro tempo la difesa. Torreira, in fase di possesso, ha avuto soprattutto il compito di smistare il pallone lateralmente, senza provare a creare gioco interno. Per dire, Bellerin ha finito per giocare più palloni di lui (54 a 49).
Il gol sul finale è la ricompensa per una prestazione da MVP. Anche qui la differenza l’ha fatta la lettura degli spazi. Con l'ingresso di Guendouzi per Mustafi nel secondo tempo Emery è passato a un centrocampo a tre, con Ramsey più avanti libero di svariare da un lato all'altro. Torreira a quel punto è diventato mezzala destra e avanza il suo raggio d'azione. Quando Aubameyang taglia verso il centro palla al piede lui si è trovato in linea con la difesa del Tottenham, passata a tre centrali con l'abbassamento di Dier. Torreira ha notato un'evidente smagliatura tra il centrale di sinistra e Dier, perciò si è infilato in quel buco e detta il filtrante. Dier a quel punto prova - piuttosto goffamente - a intervenire in scivolata, ma sbaglia del tutto il tempo e, così, Torreira firma il suo primo gol a Londra.
Sul talento di Torreira non ci sono mai stati dubbi. A vent'anni era il miglior regista della Serie B e due anni dopo era uno dei centrocampisti più forti e completi della Serie A. Quest'estate ci potevano essere perplessità sul suo adattamento alla Premier. Per un centrocampista di neanche un metro e settanta può essere difficile giocare in un campionato così atletico. Torreira è però in breve diventato fondamentale per Emery non solo per via di quelle peculiarità, le letture e i tempi di gioco, speciali a prescindere dal contesto, ma anche perché le sue caratteristiche hanno finito per adattarsi alla perfezione Premier.
Durante il derby ha imposto un dinamismo e una ruvidità nei contrasti capaci di intimorire anche una squadra iperintensa e muscolare come il Tottenham. Se Wenger dopo la cessione di Vieira non era mai riuscito a trovare un centrocampista solido in fase difensiva, Emery sembra aver trovato l'uomo giusto su cui provare a costruire il suo ciclo.