Se si escludono le incomprensioni con Rafa Benítez e Zinédine Zidane, gli atteggiamenti poco professionali, il difficile collocamento tattico in una squadra con un tridente offensivo pressoché intoccabile (Bale, Benzema e Cristiano Ronaldo, ovviamente), le tre stagioni di James Rodríguez al Real Madrid non possono essere descritte come un fallimento. Almeno dal punto di vista statistico: in ognunodi questi3 anni James ha contribuito a circa un gol ogni 90 minuti (sommando la media di gol e assist); in due stagioni su tre ha raggiunto la doppia cifra nel numero di gol e assist e nell’ultima, nonostante il ruolo sempre più marginale, ha creato occasioni con una frequenza superiore a qualsiasi altro giocatore del Madrid nella Liga (se si esclude Mariano, in campo per appena 115 minuti): 3,4 passaggi chiave e 0,5 assist per 90 minuti.
La scarsa considerazione di Zidane e le presenze sempre più sporadiche – appena 13 da titolare nell’ultima Liga – non sembrano aver offuscato né il talento né l’aura da star mondiale di James, almeno a giudicare dall’accoglienza che gli è stata riservata dal Bayern Monaco e dal mondo della Bundesliga in generale, i cui siti e i cui canali social sono stati dominati da post e notizie sul colombiano. “Kalle” Rummenigge, l’amministratore delegato del Bayern, lo ha descritto con parole piene di ammirazione: «È un giocatore versatile: segna, crea per i compagni ed è forte nei calci piazzati. Non ci sono dubbi che abbiamo aggiunto qualità alla squadra». Considerate le condizioni particolarmente vantaggiose (un prestito di due anni con opzione d’acquisto), il trasferimento di James è senza dubbio uno dei più interessanti e ricchi di potenziale dell’estate.
Tornare influente
Il colombiano ritrova Carlo Ancelotti, che lo aveva già allenato a Madrid e lo ha voluto di nuovo con sé. Dopo due anni di panchine e rapporti a dir poco complicati con Benítez e Zidane, James non dovrebbe avere problemi a conquistare la fiducia dell’allenatore e a giocare con continuità in un sistema che esalti il suo talento. Scavando infatti sotto la superficie delle medie eccezionali mantenute nelle tre stagioni in maglia bianca, James non è mai riuscito a trasferire a Madrid il tipo di leadership tecnica e caratteriale che mette in mostra in Nazionale e che lo aveva contraddistinto anche nelle sue esperienze al Porto e al Monaco.
La sua influenza nel sistema del Madrid non ha mai raggiunto quella dei giocatori chiave e anzi la sua presenza in campo ha spesso causato squilibri. James non ha nemmeno saputo sfruttare le opportunità create dalle assenze dei titolari, come invece ha fatto Isco, entrato in squadra al posto di Bale e diventato uno dei giocatori più importanti nel finale della scorsa stagione a suon di prestazioni straordinarie.
Al Bayern il colombiano prende, almeno numericamente, il posto di Douglas Costa, ceduto alla Juventus. Un’associazione scontata, vista la vicinanza temporale dei due trasferimenti. Ma le caratteristiche dei due sudamericani sono così diverse da far pensare non solo a un inevitabile cambiamento nel modo di giocare del Bayern, ma anche a un cambio di strategia per risolvere il problema da cui dipenderà il futuro tecnico e tattico dei bavaresi: la sostituzione di Arjen Robben e Franck Ribéry. La rinuncia a Douglas Costa, una delle migliori alternative possibili per proseguire nel solco tracciato in questi anni, potrebbe celare la volontà di riportare il gioco al centro e orientarlo, appunto, su James.
Cosa fare con James
Le alternative a disposizione di Ancelotti, specie dal centrocampo in su, sono comunque numerose e di altissimo livello. Lo stesso James può essere utilizzato in diversi ruoli (esterno a destra o a sinistra, dietro la punta da numero 10 vero e proprio, persino come mezzala) e potenzialmente può entrare in competizione con tutti i giocatori offensivi del Bayern. Probabilmente nemmeno Ancelotti, in questo momento, ha ben chiaro il sistema più adatto a esprimere il massimo potenziale dall’esagerata quantità di talento a disposizione ed è possibile che procederà per tentativi, con l’obiettivo di trovare la soluzione che garantisca il controllo della partita col pallone (la scorsa stagione il Bayern ha dominato le statistiche sul possesso palla sia in Champions League che nei cinque principali campionati europei), esaltando allo stesso tempo il talento individuale di ogni suo giocatore.
L’ipotesi più scontata è che James si giochi il posto che aveva Thiago Alcántara come trequartista nel 4-2-3-1 scelto da Ancelotti lo scorso anno, dopo vari esperimenti, come sistema base del Bayern. Il ritiro di Xabi Alonso potrebbe contribuire ad un arretramento di Thiago, calciatore capace di ripulire il possesso e moltiplicare le connessioni con i compagni, per questo utilizzabile anche più indietro per costruire l’azione. Così il compito di raccordare centrocampo e attacco spetterebbe a James, abituato pure lui a fornire costantemente un’opzione al portatore di palla e a ricevere a tutto campo (allargandosi sulle fasce oppure alle spalle o davanti al centrocampo avversario).
James Rodriguez sarebbe ovviamente un trequartista più puro rispetto a Thiago, meno presente nella manovra e meno portato a orientarne lo sviluppo, ma più abile a definirla e soprattutto più portato ad attaccare la porta. Non farebbe solo la felicità di Lewandowski con i suoi assist, ma potrebbe sfruttare gli spazi aperti dal polacco per restare quanto meno sulla media di circa 10 gol a stagione mantenuta da quando è in Europa.
Prima si abbassa per dare continuità alla circolazione, poi prende il posto di Morata in mezzo all’area, girando in porta il cross di Vázquez. È il penultimo gol con la maglia del Madrid.
In alternativa, James potrebbe prendere il posto di uno tra Robben e Ribery. Le cessioni di Douglas Costa e Serge Gnabry - girato in prestito all’Hoffenheim poche settimane dopo essere stato acquistato dal Werder Brema - assottigliano le alternative di Ancelotti nel ruolo di esterno d’attacco e rafforzano l’impressione che il Bayern voglia distribuire in altre zone del campo l’impatto tecnico e tattico di Robben e Ribery. L’ingresso in squadra di James al posto di uno dei due non è uno scenario così remoto, vista la frequenza con cui tendono a infortunarsi e la necessità di gestire le forze nell’arco della stagione.
In particolare, se dovesse sostituire Robben, l’inserimento di James farebbe del Bayern una squadra ancor meno diretta e sempre più portata a controllare la palla e a risalire pazientemente il campo, oltre a ridurre lo spettro di soluzioni individuali per rifinire o finalizzare la manovra – la rinuncia all’iconica mossa dell’olandese, il rientro da destra e il tiro a giro, dovrebbe essere bilanciata da maggiori interazioni nella trequarti avversaria. È forse lo scenario più interessante, che potrebbe convincere Ancelotti a recuperare due sistemi a cui ha legato la propria immagine: il 4-3-1-2 e il 4-3-2-1 - il famoso “albero di Natale”.
Oppure, ancora, James potrebbe essere utilizzato da mezzala, un ruolo già sperimentato al Real Madrid. Da lì il colombiano potrebbe sia alzarsi alle spalle del centrocampo avversario e preoccuparsi principalmente della definizione della manovra che abbassarsi per facilitare l’uscita della palla dalla trequarti difensiva. È un compito che svolge soprattutto in Nazionale, nella quale sostanzialmente si occupa di gestire tutti i palloni in uscita dalla difesa per poi verticalizzare sugli esterni o sul movimento in profondità del centravanti.
La qualità media dei centrocampisti del Bayern è ovviamente superiore a quelli della Colombia e James non dovrebbe preoccuparsi di “lavorare” ogni palla in uscita dalla difesa. Ma la qualità delle sue verticalizzazioni potrebbe tornare utile per recuperare almeno in parte quanto perso col ritiro di Xabi Alonso.
Magari non sarà ai livelli di Xabi, ma anche James sa come lanciare.
L’inserimento di James al posto di Douglas Costa aggiunge alla rosa del Bayern un giocatore adattabile a diversi contesti – il colombiano può fare la differenza sia in modelli di gioco fondati sul possesso che in quelli più verticali e orientati alle transizioni – e la cui versatilità facilita il compito di Ancelotti nella ricerca di un nuovo equilibrio. Il Bayern ha perso giocatori chiave come Xabi Alonso e Lahm, deve far fronte all’invecchiamento di Ribery e Robben, ma ha inserito la quantità di talento necessaria a gestire questo delicato momento di transizione.
James è l’ultimo tassello del mosaico, ma potrebbe rappresentare una parte fondamentale in questa trasformazione: dopo due anni sostanzialmente sprecati è arrivata l’ora di tornare a dimostrare di essere uno dei migliori giocatori al mondo.