Juventus-Siviglia sembrava poter regalare una partita aperta e divertente. Le aspettative sono però state deluse e le scelte dei due allenatori hanno avuto un grosso peso nel generare una partita diversa da quella attesa. Ha inciso per esempio la scelta degli undici iniziali dei due allenatori. Nel suo 3-5-2 Allegri ha mandato in panchina Alex Sandro e Pjanic, inserendo Evra come esterno sinistro e Asamoah come mezzala sinistra.
Sampaoli ha invece rinunciato a tanti dei suoi trequartisti e attaccanti: il Siviglia si è schierato con il 4-3-3 con Kranevitter mediano, N'Zonzi e Iborra mezzali, Vázquez in posizione di centravanti con Sarabia a sinistra e Vitolo a destra.
Il Siviglia che non ti aspetti
Le sorprese di Sampaoli non si sono esaurite con le scelte di formazione. In misura ancora maggiore hanno interessato l'atteggiamento della squadra in fase di possesso palla.
In controtendenza con le sue idee, Sampaoli ha progettato una circolazione del pallone prudente, riducendo l'elevato numero di giocatori sopra la linea del pallone, cautelandosi così dai pericoli generati dalla perdita del possesso.
Nella circolazione bassa del pallone, il Siviglia non ha pertanto alzato profondamente i terzini, ma li ha tenuti in posizione molto più bassa, supportando il giro palla dei due centrali. Con il contributo attivo di uno tra Kranevitter e N'Zonzi, i giocatori del Siviglia che partecipavano alla costruzione in zona arretrata erano mediamente 5, contro i 3 abituali. Oltre a questi, almeno un altro centrocampista rimaneva in posizione di raccordo tra la zona arretrata e i giocatori schierati nella linea offensiva. Sergio Rico, quando coinvolto, non ha esitato a lanciare lungo, cedendo per ben 18 volte il possesso del pallone agli avversari.
Il cauto possesso palla del Siviglia. I terzini rimangono bassi per fornire un appoggio sicuro alla circolazione del pallone. In mezzo, due giocatori sono pronti a muoversi in soccorso del portatore di palla senza posizionarsi aldilà della linea mediana avversaria
La mossa di Sampaoli non ha interamente eliminato uno dei più grossi problemi del Siviglia: le palle perse a seguito delle verticalizzazione dalla linea difensiva. La prima occasione della Juventus, capitata sui piedi di Khedira, è proprio una ripartenza veloce della Juventus nata da una palla persa in mezzo al campo dagli spagnoli.
Il Siviglia perde palla, la Juve giunge in area di rigore avversaria.
Se l'atteggiamento più prudente in fase di possesso ha parzialmente risolto i problemi in transizione difensiva, non ha certo aiutato la pericolosità offensiva degli andalusi. Al termine della partita il Siviglia ha collezionato solo 3 tiri, di cui 1 su calcio piazzato e 2 fuori, per un misero 0.1 di expected goals. Vázquez ha interpretato il ruolo di centravanti secondo le sue caratteristiche, venendo incontro alla palla e non attaccando la profondità, mentre i due esterni sono rimasti larghi e piuttosto lontani dall'ex giocatore del Palermo. In queste condizioni è stato davvero troppo semplice per la difesa della Juventus controllare gli attacchi del Siviglia e minimizzare i rischi.
Il consueto pressing di Sampaoli e le difficoltà della Juventus
Per il Siviglia le cose sono andate molto meglio in fase di pressing. Come sempre i giocatori di Sampaoli hanno orientato la propria posizione su quella degli avversari, provando a soffocare la costruzione della manovra bianconera. Il Siviglia non ha concesso superiorità numerica in zona arretrata alla Juventus, pressando i tre difensori di Allegri con le tre punte e inibendo la possibile ricezione di Lemina con la schermatura di Iborra.
Con palla a Buffon, i tre attaccanti del Siviglia, negano la ricezione ai tre difensori della Juventus. Lemina e Khedira vengono marcati stretti da N’Zonzi e Iborra.
Con il Siviglia che copriva il centro del campo, la manovra della Juventus è stata quindi costretta a girare esternamente, dove per il Siviglia è stato semplice chiudere ogni linea di passaggio utile, complice anche la timidezza di Lemina nel fungere da scarico centrale e la poca abilità nel fare circolare efficacemente la palla sotto pressione.
Un errore in fase di costruzione di Lemina.
Quando la Juventus è riuscita a consolidare il possesso palla e a occupare la metà campo del Siviglia, la squadra di Sampaoli ha negato gli spazi interni per la manovra, compattandosi e riducendo le distanze tra le linee.
Il Siviglia difende basso, arretrando i due esterni sulla linea dei terzini.
Sampaoli cambia, la Juve ne approfitta
Al rientro dagli spogliatoi Sampaoli ha cambiato tatticamente il suo Siviglia rendendolo, se possibile, ancora più prudente. Gli andalusi si sono schierati con un 3-4-2-1, stringendo Mercado al fianco di Dani Pareja e Rami in difesa, spostando Sarabia sulla fascia destra, con Escudero su quella opposta ed alzando Iborra al fianco di Vázquez, con Vitolo centravanti.
Il 3-4-1-2 del Siviglia in fase di non possesso.
La mossa di Sampaoli e la progressiva stanchezza dei giocatori del Siviglia, autori di una partita particolarmente dispendiosa, hanno agevolato lo sviluppo dell’azione della Juventus.
In fase di pressing la nuova struttura posizionale scelta dall’allenatore argentino ha liberato un giocatore bianconero nella costruzione bassa. La nuova idea di Sampaoli è stata quella di pressare il rombo di costruzione della Juventus ponendo i tre giocatori offensivi sulle linee di passaggio tra Bonucci e gli altri componenti del quadrilatero, schermando Lemina e chiudendo sul lato forte quando la palla giungeva a uno tra Barzagli e Chiellini.
La nuova struttura da cui muove il pressing il Siviglia nel secondo tempo.
La mossa di Sampaoli ha avuto però la controindicazione di liberare un uomo in fase di circolazione bassa e la Juventus ne ha approfittato. I bianconeri hanno avuto maggiore facilità nel consolidare il possesso palla che, nel secondo tempo, è aumentato di 20 punti percentuali, passando dal 45.9% del primo tempo al 65.3% della ripresa.
Pur abbassandosi, il Siviglia ha continuato a proteggere il centro del campo, lasciando alla Juventus la possibilità di attaccare sull’esterno. Nonostante la protezione interna sia stata una scelta di Sampaoli, lo schieramento a 3 dietro e la presenza di un solo giocatore per fascia, ha agevolato il lavoro della Juventus, che è arrivata spesso con pericolosità al cross. La squadra di Allegri ha effettuato 26 cross, di cui circa l’80% nel secondo tempo; Dani Alves è stato il giocatore che ne ha effettuati di più, ben 10, tutti nella seconda parte di gara.
Il Siviglia protegge il centro.
Pjanic e Alex Sandro
A metà della ripresa Allegri ha richiamato in panchina la coppia di sinistra Evra-Asamoah, mandando in campo Alex Sandro e Pjanic. La manovra della Juventus ha beneficiato delle sostituzioni: Alex Sandro ha attaccato con continuità sulla fascia sinistra, aprendo un altro fronte d’attacco oltre a quello sulla fascia destra, mentre Pjanic, giocando in posizione più centrale di Asamoah, è riuscito meglio a connettere la zona mediana con quella più avanzata e a generare un po’ di gioco interno tra le maglie strette del Siviglia.
Anche in fase di finalizzazione, Pjanic e Alex Sandro si sono rivelati maggiormente incisivi, attaccando con profitto l’area sui tanti cross provenienti dalla fascia destra.
Pjanic e Alex Sandro attaccano l’area sui tanti cross da destra della Juventus
Nonostante la pressione del secondo tempo, la Juventus non è riuscita a segnare e ha chiuso il primo impegno del girone con uno 0-0 casalingo che non può certo lasciarla soddisfatta.
Alla fine la Juventus avrebbe anche meritato di vincere la partita. La produzione offensiva del Siviglia è stata davvero misera.
Un bilancio
Alla fine si può dire che la prudenza di Sampaoli ha pagato. La squadra, generalmente molto lunga, è riuscita a mantenersi particolarmente compatta (lunghezza media 22 m, davvero corta) e, in netta controtendenza con le abitudini, ha assunto un baricentro molto basso (45.1m). Pur non risolvendo integralmente il problema della transizione difensiva, il Siviglia ha eliminato gran parte degli squilibri mostrati in questa prima parte della stagione. Specie nel primo tempo, quando è stato portato in parità numerica contro i difensori della Juventus, il pressing è riuscito a disturbare la costruzione della manovra bianconera. Pur non recuperando tanti palloni nella metà campo avversaria (9, la metà di quelli recuperati dalla Juventus), il Siviglia ha costretto la Juventus a dirottare il pallone sugli esterni, con grosse difficoltà successive a riportarlo verso il centro del campo.
Il pressing del Siviglia in azione.
Il rinnovato equilibrio è stato però pagato in termini di produzione offensiva, quasi del tutto inesistente, con una squadra che è sembrata incapace di rendersi pericolosa adottando una strategia di possesso palla mai utilizzata in questa stagione.
In ogni caso la Juventus ha trovato grandi difficoltà, tanto a eludere la pressione andalusa, quanto a scardinare la difesa posizionale della squadra di Sampaoli. I pericoli per la porta del Siviglia sono arrivati, all’inizio del match, grazie a veloci ripartenze e, nel secondo tempo, tramite i cross dalla destra di Dani Alves. Le difficoltà a penetrare il centro e a tagliare fuori la pressione avversaria hanno ridotto le possibilità della Juventus di giocare il pallone nel cuore dello schieramento avversario, destabilizzandolo e rendendosi pericolosi.
Il laser pass di Bonucci taglia la linea di pressione avversaria, il talento di Dybala manda in porta Khedira. Sarebbero servite più azioni interne alla Juventus.
Oltre all’abilità del Siviglia nel sabotare il possesso palla della Juventus, non possono non essere analizzate le scelte di formazione e, quindi tattiche, di Allegri. Come ammesso dallo stesso tecnico bianconero nel post-partita, la scelta di schierare Evra come titolare ha influenzato quella di inserire Asamoah al posto di Pjanic nell’undici iniziale. Le minori capacità di spinta del terzino francese rispetto ad Alex Sandro, richiedevano, secondo Allegri, una mezzala sinistra in grado di inserirsi in profondità e di attaccare l’ampiezza, facendo pertanto ricadere la scelta sul centrocampista ghanese. Inoltre, la coppia Evra-Asamoah garantiva, secondo il tecnico livornese, un maggiore equilibrio alla squadra, dopo la partita contro il Sassuolo che “doveva finire 9-3” e che evidentemente non era piaciuta all’allenatore bianconero per le troppe occasioni concesse ai nero-verdi.
I principali flussi di gioco e le posizione medie della Juventus. I bianconeri vanno per vie laterali.
Dai flussi di gioco è chiaro che Paulo Dybala, giocando nella sua consueta posizione sul centro-destra, ha dialogato quasi esclusivamente con Dani Alves e Khedira e, più avanti, con Higuaín. Non c’è stata alcuna connessione tra l’argentino e Lemina e Asamoah: i due centrocampisti sono gli unici due giocatori della Juventus a non avere passato nemmeno un pallone a Paulo Dybala e sono quelli a cui il numero 21 bianconero ha passato meno il pallone (1 passaggio verso Asamoah e 2 verso Lemina). Come è ovvio, la mancata connessione tra Dybala e il centrocampo juventino si è tradotta in un eccessivo peso strategico nell’azione manovrata per il giovane argentino, cui talvolta sembrano deputate quasi tutte le responsabilità della creazione di gioco nell’ultimo terzo di campo.
Nei soli 26 minuti giocati Pjanic è riuscito a servire tre volte Dybala, costruendo una connessione tattica preziosa per il gioco offensivo della Juventus.
La partita e gli avversari sono diversi, ma non si possono non notare le connessioni di Dybala con Pjanic e la distribuzione, anche spaziale, delle responsabilità tra l’argentino e il bosniaco alle spalle di Gonzalo Higuaín.
La partita con il Sassuolo, l’unica giocata da Pjanic prima del match contro il Siviglia, aveva invece visto Pjanic e Dybala dividersi spazi e responsabilità nell’ultimo terzo di campo ed entrare in frequente connessione tecnica e spaziale, lasciando ad Alex Sandro l’ampiezza del gioco sulla fascia sinistra.
La presenza di Pjanic, oltre a innalzare il tasso tecnico e la capacità di circolazione del pallone della squadra - forse troppo ridotti dalla contemporanea presenza in campo di Lemina, Asamoah ed Evra - sembra essere importante per il contributo tattico che il bosniaco è in grado di fornire. La capacità di trovare gli spazi di Pjanic può bilanciare sul centro sinistra il ruolo svolto da Dybala sul centro-destra, equilibrando il gioco, distribuendo le capacità creative della squadra e dando la possibilità alla Juventus di avere un gioco interno di maggiore quantità e qualità.
Allegri ha lasciato intendere che la squadra non è ancora sufficientemente bilanciata in presenza di Pjanic e Alex Sandro: la sfida che il tecnico bianconero dovrà affrontare sarà quindi quella di trovare l’equilibrio in campo senza per forza dover rinunciare alla qualità.