L’11 dicembre deve essere stata una pessima serata per il Café Rossetti, centralissimo bar nella città di Trieste. Su Tripadvisor sono comparse cinque recensioni molto negative, quelle con un pallino per intendersi, riferite tutte a quella data e tutte riconducibili a clienti originari di Roma.
Considerando che prima dell’altro ieri su un totale di 78 recensioni erano solo 9 quelle totalmente negative, cosa sarà successo al Cafè Rossetti lunedì sera?
Secondo un utente che chiameremo Mario Rossi, che finora aveva recensito ristoranti sempre con 4 o 5 pallini, il Café Rossetti è «uno dei posti peggiori in cui sia mai stato. Totalmente disorganizzati e cibo di pessima qualità. Assolutamente da evitare». Se questa recensione vi può sembrare una completa stroncatura, sembra quasi accomodante rispetto al commento di un altro utente, che sempre per ragioni di privacy chiameremo Piero Verdi, che bolla il locale come «pessimo, terribile, peccato che non posso dare meno di una stella». Anche lui non era mai stato così tranchant su Tripadvisor, tanto che ad una trattoria che chiedeva “15€ per una coscia di pollo alla diavola” aveva dato 3 pallini.
Cosa ci può essere di peggio che fare pagare del pollo 15 euro? Cosa gli avrà fatto il Café Rossetti?
Per un altro utente ancora, diciamo di nome Piero Bianchi, «se vi amate almeno ancora un po’ state alla larga da questo esercizio commerciale». Per lui i cocktail serviti al Café Rossetti sono addirittura “inappropriati”, come se avessero superato un limite di buongusto.
Cosa è andato storto ce lo spiega con dovizia di particolari l’utente, nome di fantasia Marco Neri, uno che ha recensito 55 ristoranti e dal quale possiamo quindi aspettarci un minimo di equità.
Per un incredibile frutto del caso l’episodio raccontato da Marco Neri sembra la versione gastronomica di quanto accaduto nel corso della stessa serata in Lazio - Torino.
«Ristorante carino all’apparenza che poi si è rivelato una delusione».
L’arbitro di Lazio Torino è Piero Giacomelli, un bell’uomo che però ha arbitrato particolarmente male la partita, rivelandosi una delusione.
«L’atmosfera è quella delle grandi occasioni, di mangiare bene e di goderci la serata in tranquillità».
L’11 dicembre allo Stadio Olimpico di Roma la Lazio ha la possibilità di recuperare due punti sulle prime, che hanno tutte pareggiato, rientrando pienamente in corsa per il primo posto. I tifosi della Lazio, tutti, si aspettano quindi che la loro squadra possa giocare bene e vincere. Una serata tranquilla contro una squadra in crisi di risultati.
«Tutto procedeva normalmente fino a quando lo chef decide di far uscire dalla cucina un piatto indecoroso e difficile da mangiar giù».
Tutto cambia quando l’arbitro Giacomelli decide di non assegnare un rigore alla Lazio per un evidente tocco di mano di Iago Falque. Una decisione che alcuni tifosi laziali non riescono proprio a digerire, anche a causa della scelta dell’arbitro Giacomelli di non ricorrere al supporto del VAR, o della scelta degli arbitri del VAR di segnalare l’errore.
«Nonostante le numerose lamentele da parte mia e dei miei amici, insoddisfatti di quel piatto incommestibile, lo chef decide di mandarci via a metà serata facendoci pagare un conto salato».
Il Var invece viene usato, nel corso della stessa azione, per un contatto tra Immobile e Burdisso. Giacomelli giudica la testata/spallata del laziale come violenta e al minuto 45, proprio a metà serata, espelle Immobile facendo pagare alla Lazio un conto salato.
Le similitudini tra le due storie non vi sembrano incredibili? E se vi dicessi che l’arbitro Giacomelli non è solo l’arbitro della partita tra Lazio e Torino, ma è ANCHE il proprietario del Café Rossetti? I-N-C-R-E-D-I-B-I-L-E.
Diciamo, quindi, che questi commenti di utenti romani che potrebbero sembrare solo casualmente essere stati fatti in coincidenza con la partita di lunedì sera, in realtà potrebbe essere - non possiamo averne le prove, ovviamente, e il nostro avvocato ci ha consigliato di specificarlo - la scelta strategica di alcuni tifosi laziali che hanno deciso di portare la loro protesta su tutto un altro livello, screditando il locale di Giacomelli con lo scopo di danneggiare i suoi affari.
Non è neanche la prima volta che il Café Rossetti finisce nelle mire dei tifosi: nel 2013 una ventina di iscritti al Genoa Club Trieste si sono ritrovati davanti al locale di proprietà dell’arbitro per protestare dopo gli errori commessi dal fischietto triestino durante Cagliari - Genoa, in particolare per l’espulsione di Manfredini.
In questo caso la protesta era stata molto pacifica, anche perché l’arbitro Giacomelli non era neanche a Trieste quel giorno.
Nella serata di ieri le cinque recensioni sono state eliminate da Tripadvisor, a dimostrazione che per calunniare un’attività su internet bisogna essere molto più sottili di quanto lo sono stati questi 5 tifosi (per dire avrebbero potuto mettere due pallini, fare recensioni solo un po’ negative, scaglionarle nel tempo abbattendo l’impero di Giacomelli piano piano, usare account falsi non di Roma, o chiedere il piacere ad alcuni amici conniventi della zona), ma la particolarità del gesto rimane. Finora eravamo abituati a proteste anche molto più violente, ma che rimanevano nell’ambito del campo, un velo che quei tifosi della Lazio hanno squarciato e che ci costringe a porci delle domande più o meno serie.
È lecito interferire con l’attività privata di un arbitro solo perché scontenti del suo operato? Qual è il limite oltre il quale non può spingersi il rapporto tra tifoso e arbitro? Tra chi applica la legge e chi la subisce? Possiamo accettare la violenza morale di una cattiva recensione, un gesto che può sembrare banale, ma che in teoria potrebbe incidere sulla vita di un’attività commerciale e dei suoi dipendenti? Un arbitro che fa male il suo lavoro, merita di morire di fame?
Le recensioni negative su Tripadvisor sono la piega surreale di una protesta fondata su degli elementi piuttosto condivisibili (cioè il mancato rigore e l’espulsione che, insomma, è quanto meno severa) ma montata per gradi fino a questo estremo e che ha visto il suo sfogo principale proprio su internet.
Ecco le fasi principali che hanno visto protagonisti tifosi e società:
- Durante la partita, subito dopo il doppio episodio del rigore negato e dell’espulsione, una parte della curva della Lazio ha deciso di abbandonare lo stadio.
- Nell’intervallo, Luis Alberto ha rilasciato un’intervista fiume andando completamente fuori giri. Il contenuto non è chiaro, anche a causa della scarsa conoscenza dell’italiano, diciamo che il messaggio era che la Lazio quarta in classifica è scomoda.
- Ancora in campo, Parolo è andato davanti ai microfoni e ha detto: «dobbiamo pedalare, pensare di dover giocare contro 12 persone e non contro 11».
- Dopo la partita seicento tifosi si sono radunati all’uscita della Monte Mario per aspettare Giacomelli. L’arbitro è stato scortato fuori dallo stadio dopo mezzanotte.
Ma questi tifosi della Lazio non sono i primi a tenere questo comportamento, e non saranno di certo gli ultimi. Le pagine del nostro calcio sono piene di tesserati che vanno davanti ai microfoni ad accusare arbitri di mala fede, parlando di complotti, palazzi, squadre scomode o macchinazioni politiche. Tutte queste proteste fanno oramai parte della grammatica del calcio (in misura minore anche di altri sport) e probabilmente non ce ne libereremo mai.
Eppure, quanto accaduto dopo Lazio - Torino segna una nuova sfumatura di protesta. Sempre online, il livello di dettagli costruiti e aggiunti alla semplice protesta per un rigore e un’espulsione, è davvero notevole. Andiamo per punti:
- Qualche ora dopo la partita alcuni tifosi laziali hanno scoperto l’esistenza di un account facebook riconducibile all’arbitro Giacomelli con il nome di Jack O’Melley (contravvenendo al regolamento che prevede che gli arbitri possano «possedere account social ma non mediante utilizzo di nickname atti ad impedire l’immediata identificazione del suo autore»). La particolarità di questo account è la presenza di una foto di Giacomelli con Francesco Totti come immagine di copertina.
Giacomelli ha chiuso questo account alle ore 3 di notte. I tifosi della Lazio che hanno condiviso quest'immagine l'hanno fatto per cavalcare il concetto che l’arbitro triestino è un tifoso della Roma, o quanto meno del suo ex capitano.
- Poi si è scoperto anche che la pagina Facebook del locale di Giacomelli aveva avuto in passato come copertina un famoso murales di Francesco Totti (attualmente vandalizzato con della vernice nera) con cui il locale aveva sponsorizzato la visione di una partita di Champions della Roma.
- Infine, l’arbitro Giacomelli, o chi per lui (anche perché a quanto pare il locale non è neanche più suo e da tre mesi è chiuso), ha dovuto chiudere la pagina del suo locale.
Al netto di tutte le proteste a cui siamo sottoposti ogni domenica, il livello di scontro tra tifosi e arbitro (un arbitro in particolare, con una sua vita economica particolare) sembrava dirigersi verso una pacificazione. I tifosi più autentici sembravano ormai impegnati in altre battaglie - i divieti, le tessere e le altre misure più o meno aggressive prese contro una certa idea di tifoso, diciamo organizzato - ma il Var ha invertito la tendenza, rimettendo prepotentemente gli arbitri al centro del discorso, per quanto paradossale questo possa sembrare.
Il Var è uno strumento che oltre ad aiutare gli arbitri, senza però renderli esenti dalla possibilità di sbagliare, ha irrigidito il giudizio circa le loro decisioni. Molte persone sembrano sempre meno disposte ad accettare gli errori dell’arbitro proprio perché considerano che con l’ausilio della tecnologia sia impossibile compiere certi errori.
Il punto è che alcuni tifosi della Lazio, tra cui i cinque di Tripadvisor, non sembrano accettare che Giacomelli abbia sbagliato perché - semplicemente - ha visto e giudicato male quelle situazioni. L’arbitro viene inserito all’interno di un disegno più grande, trasformando una normale protesta in qualcosa di diverso.
La prima pagina di oggi de Il Tempo è la perfetta dimostrazione di come è possibile trasformare la serata storta di un arbitro in un complotto politico. La società e i tifosi devono farsi sentire, perché con il Var non è più possibile non vedere quel rigore, e quindi significa che la loro squadra è stata presa di mira. Ovviamente il confine tra vero e proprio errore e un’interpretazione svantaggiosa di una situazione comunque complicata (tipo il rigore assegnato alla Fiorentina, che in qualsiasi modo lo si guarda è impossibile avere la certezza assoluta che non andasse fischiato) si fa labile e le prove di un disegno contro la propria squadra, a cui parte dei tifosi della Lazio oggi sembra sinceramente credere, diventano molteplici.
Lazio-Torino ha spinto un pezzettino più in là l’immaginazione di chi vuole protestare contro un rigore e magari sente che la sua voce non è ascoltata. Ma l’errore di Giacomelli lo hanno visto tutti per quello che era e anche se non c’è modo (almeno non nei regolamenti) di ripararlo, non è detto che scrivere recensioni negative su Tripadvisor sia la soluzione migliore.