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Le certezze trovate dall'Inter
31 ott 2018
La squadra di Spalletti è sempre più vicina a trovare i propri equilibri.
(articolo)
7 min
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Dopo lo spareggio Champions dello scorso maggio, Lazio e Inter hanno viaggiato su due rette parallele, senza riuscire a sciogliere l’intreccio che aveva caratterizzato la scorsa stagione. Dopo un inizio complicato le due squadre sono riuscite a trovare un loro equilibrio, rilanciando la stagione. Eppure, nonostante il buon rendimento e l’ottima posizione in classifica, Lazio e Inter dovevano dimostrare anzitutto la forza delle loro idee, superando un’importante prova di maturità.

Dopo l’ottima partita con l’Olympique Marsiglia, i biancocelesti avevano bisogno di ripetersi con una “grande” del campionato italiano, consolidando a un livello più alto i progressi delle ultime settimane; dall’altra parte, la squadra di Spalletti era chiamata a portare la continuità degli ultimi risultati anche all’interno della singola partita.

La ricerca di continuità si riflette sulle scelte di entrambi i tecnici: se Inzaghi ha confermato la coppia formata da Caicedo-Immobile, Spalletti – pur di non stravolgere la squadra – ha scelto a sorpresa Joao Mario, schierato sulla trequarti per fare da staffetta a Borja Valero. Il portoghese sembrava finito ai margini della squadra. Lo scorso anno, dopo il prestito al West Ham, aveva assicurato che non sarebbe tornato in nerazzurro: «È un'esperienza conclusa, zero dubbi».

Dopo le tante ipotesi fatte per la sostituzione di Borja sulla trequarti – Vecino, Keita Balde, Lautaro Martinez – Spalletti opta per la soluzione più sorprendente.

La pressione della Lazio, la fase di possesso dell'Inter

L’Inter ha confermato la struttura offensiva delle ultime settimane, con il 4-2-3-1 che in fase di possesso, ruotando il centrocampo, diventava un 4-3-3. Brozovic davanti alla difesa, Joao Mario mezzala sinistra e Vecino mezzala destra. A loro due spettava il compito di offrire più soluzioni sulla trequarti, alle spalle del centrocampo avversario, senza spostare dalle fasce i due esterni.

In fase di uscita Politano e Perisic avevano il compito di dare ampiezza sulle due fasce, mentre Vrsaljko e Asamoah restavano bassi sulla linea difensiva, per permettere una migliore circolazione bassa e non lasciare la squadra scoperta in transizione.

Sin dai primi minuti l’Inter mostra l’intenzione di avanzare nella zona centrale, anche a costo di rallentare l’azione. I quattro difensori – supportati da Handanovic – spostano palla da destra a sinistra con grande attenzione, e verticalizzano solo quando si apre lo spazio per Brozovic e una delle due mezzali.

La palla avanza sull’esterno solo in seconda battuta, una volta che il possesso viene consolidato e il terzino può alzarsi in sovrapposizione, creando un due contro uno sulla fascia. La prima occasione della partita (cross di Vrsaljko per Vecino) parte da questa situazione di gioco.

L’atteggiamento dell’Inter sorprende i biancocelesti, che si aspettavano una squadra più diretta e aggressiva. Nei primi minuti la Lazio ha giocato una pressione abbastanza bassa, con l’idea di bloccare il centro, schermando la ricezione dei giocatori sulla trequarti, e dirottare palla sull’esterno, dove sarebbe stato più facile difendere.

Immobile e Caicedo si dividevano tra la pressione sui centrali e la copertura di Brozovic, mentre Parolo e Milinkovic-Savic si alzavano sui terzini una volta che questi si alzavano sopra il centrocampo. Sugli esterni Marusic e Lulic restavano più bassi, così da non perdere di vista Perisic e Politano.

Una volta compreso il piano dell’Inter, Inzaghi ha chiesto ai suoi giocatori di alzare la pressione, cercando di soffocare il possesso dei nerazzurri per indurli all’errore. Nonostante qualche difficoltà, l’Inter ha comunque scelto di non buttare mai il pallone, coinvolgendo anche un sorprendentemente preciso Handanovic (7 lanci su un totale di 38 passaggi, con una percentuale di successo dell’86.8%).

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La Lazio non è riuscita a recuperare abbastanza palloni (a fine gara saranno solo 4 quelli nella metà campo avversaria), ma quando riesce l’Inter ha rischiato molto. Sullo 0 a 0 i biancocelesti hanno due grandissime occasioni con Immobile, che al 17esimo sbaglia il tiro sulla pressione di Miranda, e pochi minuti dopo si fa sbarrare la strada da Vrsaljko.

L’Inter resiste, e alla fine il coraggio viene premiato. Il gol del vantaggio nasce dopo un lunghissimo possesso della difesa, che si scambia il pallone 17 volte di fila, allentando la pressione degli avversari e liberando lo spazio per Vecino. Dalla verticalizzazione dell’uruguaiano l’Inter pesca l’uno a zero.

Il gol è anche un manifesto della supremazia fisica dei nerazzurri, che vincono tutti i contrasti trasformando una palla persa nell’uno a zero.

La reazione della Lazio, il controllo dell’Inter

Il vantaggio ha permesso ai nerazzurri di controllare la partita con meno affanni, lasciando alla Lazio l’onere di cambiare i ritmi della partita. La Lazio prova a prendere in mano la gara, cercando più intensamente il gioco verticale verso Immobile, Caicedo e Milinkovic-Savic.

Nel post-partita Inzaghi ha ammesso di aver inserito il doppio centravanti nel tentativo di “impegnare” i due centrali interisti, Miranda e Skriniar, che nel primo tempo – al netto di qualche sbavatura – hanno però vinto il confronto.

Un aiuto arriva anche dal resto della squadra, che difende corta e compatta, cercando di lasciare meno spazio possibile alle incursioni di Parolo e Milikovic-Savic. In fase di non possesso la squadra di Spalletti si riposizionava con un 4-4-1-1 abbastanza mobile, con Joao Mario, Politano e Perisic che si dividevano il compito della copertura delle due fasce, con il giocatore più avanzato ad aiutare Icardi in pressione.

La Lazio ha faticato molto in costruzione, e i problemi sono peggiorati nel finale di primo tempo, quando l’uscita di Badelj ha tolto un importante riferimento di gioco. L’Inter – che aveva già avuto due occasioni in contropiede prima del vantaggio, con Icardi e Perisic – ha sfruttato al massimo la situazione grazie anche alle progressioni di Joao Mario, Vecino e Perisic.

Su una di queste ripartenze l’uruguaiano si è trovato sui piedi la palla del 2 a 0, ma Strakosha è riuscito a salvare il risultato. Il rammarico dura poco, perché sull’angolo successivo arriva lo splendido raddoppio di Brozovic, che calcia benissimo di sinistro una palla che, sputata dalla difesa, sembrava essergli rimasta troppo sui piedi.

Il gol è stata la ciliegina di una partita sontuosa, in cui il croato ha dominato il centrocampo con 86 passaggi eseguiti col 92% di precisione.

Cosa ci ha detto la partita

Nella ripresa la Lazio è partita bene, approfittando di un’Inter più remissiva. La squadra di Spalletti non ha voluto correre rischi, e – pur cercando di tenere per sé il possesso – finisce per lasciare più spazio alla Lazio.

Come nel primo tempo, i duelli individuali hanno scandito l’incontro: l’Inter arretra fino alla propria area perché si fida dei suoi difensori in fase di difesa posizionale, e la partita dà loro ragione. La Lazio ci prova in tutti i modi, mettendo le radici nella metà campo interista, ma non riesce mai a rendersi davvero pericolosa.

Attorno all’ora di gioco entrambi i tecnici cercano di aumentare il tasso tecnico della squadra, per motivi diversi: al 57esimo Spalletti ha inserito Borja Valero per cercare di dare più qualità in ripartenza; pochi minuti dopo Inzaghi ha fatto entrare Correa, nel tentativo di creare superiorità numerica nell’ultimo terzo di campo. Una mossa che il tecnico della Lazio riserva sempre alle situazioni di partita bloccate (finora Correa ha giocato 9 partite in Serie A ma solo 1 partendo da titolare).

Appena entrato l’argentino si lancia in un’ottima azione, saltando due avversari e costringendo Handanovic a una grande parata; un’occasione che non vale un rimpianto. Pochi secondi prima, in una delle rare sortite offensive del secondo tempo, l’Inter era riuscita a segnare il 3 a 0 con Icardi, servito proprio da Borja Valero.

La partita era un crocevia importante per le due squadre, di cui ancora forse non è chiaro il valore in questa Serie A. La Lazio non è mai stata davvero in partita, né sul piano mentale né su quello tattico, e ha confermato un trend estremamente negativo contro le grandi squadre: contro Napoli, Juventus, Roma e Inter i biancocelesti hanno portato a casa zero punti. Pochi per le ambizioni da quarto posto.

Da parte sua l’Inter esce invece ulteriormente rafforzata sul piano mentale, forse il vero punto di forza di una squadra ancora molto discontinua sul piano del gioco, tanto nell’arco di una stagione quanto all’interno di una singola partita. La squadra di Spalletti è in ogni caso arrivata a centrare la sesta vittoria consecutiva in Serie A, assicurata soprattutto da un grande stato di forma delle proprie individualità, ed ha raggiunto il Napoli al secondo posto. Le grandi aspettative dell’estate stanno finalmente trovando forma anche sul piano dei risultati.

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