
Alla fine ne è venuto fuori un pareggio che non serve granché a nessuno. Certo, adesso Claudio Ranieri potrà ritirarsi senza aver mai perso un derby di Roma, allungando tra l'altro la striscia di imbattibilità in campionato, ma nel corso della partita la sua Roma non è mai riuscita davvero ad “andare oltre”, a migliorare collettivamente la fase offensiva per provare a vincerla. La Lazio, invece, non è riuscita a concretizzare il grande numero di occasioni create e il vantaggio guadagnato all'inizio del secondo tempo, e si è dovuta fermare davanti a una prestazione di alto livello da parte di Svilar e a un gol pazzesco di Soulé.
Dopo la sconfitta in Europa League, la squadra di Baroni aveva bisogno di un riscatto forte anche per ritrovare sicurezze in vista del ritorno, e si può dire che, pur non giocando una partita brillantissima dal punto di vista delle connessioni offensive, alla fine sia riuscita a trovare una prestazione convincente, con dei momenti di intensità che le hanno consentito di creare diversi pericoli.
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Nella prima parte della gara, la circolazione di entrambe le squadre è stata abbastanza paziente e attendista. La Roma, con un palleggio un po’ periferico e statico, teneva Celik più bloccato a destra e Angeliño in proiezione alta, portando così Saelemaekers dentro il campo e incontro al pallone. Si trattava della principale soluzione di fluidità per la squadra di Ranieri, che per il resto ha visto coinvolti col contagocce in zone centrali Pellegrini e Soulé, ritrovandosi a progredire soprattutto allungando la palla lateralmente, con qualche verticalizzazione forzata di troppo, conseguente anche all’atteggiamento compatto della Lazio.
Solo a tratti la Roma è riuscita a organizzare l’attacco dell’area più pazientemente. Alla fine, però, i giocatori di Ranieri si sono dati sempre poche soluzioni sul corto per provare a sfondare centralmente, concentrandosi principalmente sul riempimento anticipato dell’area, quasi a voler indicare il cross come unica opzione.
In questo contesto, il potenziale offensivo della Roma si è andato dissipando, e praticamente non sono mai arrivati pericoli per Mandas. Soulé, in particolar modo, spesso riceveva aperto a destra, ma avendo solo soluzioni di passaggio all’indietro o al massimo qualche sovrapposizione laterale poco utile, e mai niente per palleggiare dentro, non è riuscito a produrre nulla. Portare qualche riferimento interno in più quando la palla finiva sulla fascia ad altezza trequarti avrebbe potuto aiutare i giallorossi a tornare dentro sfruttando le qualità di incursione dei suoi esterni alti. La squadra di Ranieri, però, non ha mai cercato questa possibilità, affrettandosi sempre a cercare l’area, densamente affollata di corpi.
La Lazio, di contro, ha cercato di attivare qualche rotazione posizionale in più sfruttando soprattutto i movimenti alternati ad abbassarsi dei mediani, con i terzini che prendevano entrambi campo in avanti, e Dele-Bashiru a coprire la trequarti in orizzontale. L’attaccante più ispirato è stato inizialmente Isaksen, che al 22' ha avuto la prima grossa occasione della partita.
Ricevendo sulla destra, poco più largo di Angeliño, ha fintato di entrare sul sinistro per poi svoltare improvvisamente sul destro, prendendo vantaggio sul terzino e Paredes, e producendo un tiro insidioso sul primo palo che ha dato il via alla grande partita di Svilar. Pochi minuti dopo questa azione, la Lazio è sembrata più sicura nel tentare di combinare offensivamente, sfruttando soprattutto la densità laterale.
Nell’azione qui sopra, per esempio, la Lazio ha creato i presupposti offensivi per un'azione pericolosa attraverso la combinazione laterale tra Guendouzi, Zaccagni e Dele Bashiru, oltre a Pellegrini alto a sinistra e Isaksen che ha tagliato, dal lato opposto, verso il pallone. Il promettente sfondamento centrale è terminato con una palla persa da Castellanos, ma ha comunque testimoniato il potenziale offensivo della Lazio, non sempre ben sfruttato nel corso della partita. Nonostante ciò, la squadra di Baroni ha continuato a trovare pericoli offensivi sfruttando piazzati e tiri da fuori.
Dal finale del primo tempo, la Roma è riuscita ad aumentare il numero dei propri passaggi, arrivando progressivamente poi a chiudere la partita con un possesso palla leggermente superiore alla Lazio. Tuttavia, i problemi di cui abbiamo già parlato non sono stati veramente risolti.
Nel secondo tempo sono bastati appena venti secondi alla Lazio per conquistare una punizione dalla trequarti che ha portato al vantaggio. Merito del bel traversone di Pellegrini da sinistra per l’inserimento verso il primo palo di Romagnoli, che partendo poco fuori area è riuscito a “sbucare dal nulla” concludendo senza alcuna marcatura. Più tardi, un altro cross di Luca Pellegrini su punizione dalla sinistra ha prodotto un'altra grossa occasione per la Lazio, con Guendozi ad anticipare Shomurodov (entrato da pochi attimi al posto di Pellegrini) sul primo palo. Per fortuna dei giallorossi, un’altra grande parata di Svilar, che era stato preso anche in controtempo dato che il pallone viaggiava verso il palo lontano, ha tenuto il risultato sull’1-0. Insomma, le punizioni da sinistra sono state una situazione particolarmente sofferta dalla Roma in questa partita.
La Lazio ha continuato più o meno regolarmente nel corso della partita ad avere potenziali occasioni, nonostante un possesso più prolungato da parte di una Roma che continuava ad avere troppe poche soluzioni in rifinitura, e il cui tema principale continuava a essere la palla a Soulé defilato che provava a metterla dentro da lontano.
Al 69', però, dopo una serie di palloni alti in seguito a un rinvio lungo di Mandas, Soulé si è ritrovato il pallone sul sinistro nei pressi del cerchio di centrocampo e ha allargato verso Saelemakers. L'esterno belga se l'è portata avanti elegantemente tagliando verso il centro della trequarti, dove Soulé, che aveva iniziato proprio lì l'azione, stava finalmente convergendo.

Mettere la palla all’incrocio con quella precisione e quella potenza era probabilmente la scelta più difficile possibile, ma del resto ai giocatori di talento chiediamo soprattutto di sorprenderci. Nonostante la straordinarietà del gesto, non si può non rilevare come finalmente Soulé sia riuscito a entrare nel vivo dell’azione e a crearsi un’opportunità da dentro il campo, e non più solo come un isolato rifinitore esterno. Che il gol lo abbia galvanizzato si è notato anche dall’azione immediatamente successiva alla ripresa del gioco, quando ha ricevuto dalla rimessa laterale, ha protetto palla e ha servito di tacco il taglio di Koné verso fascia destra (finalmente con una linea di passaggio interna disponibile). Dopo questa azione personale, il trequartista argentino ha ricevuto dallo stesso Koné il passaggio di ritorno e ha giocato un bel filtrante per Shomurodov.
Purtroppo per la Roma, questo buon momento è durato davvero troppo poco per sperare di ribaltare il risultato.
Nei 10 minuti successivi al pareggio, Baroni ha cambiato tutti e quattro i giocatori avanzati, inserendo prima Dia e Pedro per Isaksen e Castellanos, e dopo Noslin e Belahyane per Zaccagni e Dele-Bashiru. Appena entrato, Pedro si è confrontato subito con Svilar con un sinistro angolato da fuori area. Dopo appena altri due minuti, Svilar è stato di nuovo costretto a salvare la situazione, questa volta addirittura su Ndicka, che per anticipare Dia su un traversone di Pellegrini stava per fare autogol.
Insomma, dopo qualche minuto di difficoltà, è stata di nuovo la Lazio a ritrovare una superiorità in termini di occasioni pericolose. Ranieri ha risposto sostituendo Dovbyk con Baldanzi e, negli ultimi minuti, El Shaarawy e Rensch al posto di Saelemaekers e Soulé.
A ridosso del novantesimo sono poi arrivate altre due grosse opportunità per la Lazio: la prima con un inserimento deciso di Pedro dalla sinistra, pallone dentro e salvataggio di Mancini su Dia in corner; la seconda sullo stesso corner, con Noslin che sul secondo palo non è riuscito a impattare bene.
Ad avere i maggiori rimpianti, in termini di occasioni concesse e prodotte, è quindi la Lazio, mentre la Roma è uscita da questo derby più che altro limitando i danni. Se oggi il suo record è intatto, Claudio Ranieri deve quindi ringraziare soprattutto Svilar e Soulé. Al di là di questo, però, la prestazione dell'argentino può dare indicazioni interessanti alla Roma del prossimo futuro. Soulé, infatti, ha dimostrato di sapersi “accendere” all’improvviso attraverso giocate imprevedibili e decisive nonostante una partita di scarso coinvolgimento. E che può farlo in maniera anche molto pericolosa, se la Roma riesce a coinvolgerlo in zone più interne della trequarti.
Insomma, la Lazio ha giocato collettivamente una partita migliore, ma la Roma ha dimostrato di avere almeno due giocatori davvero eccezionali, che le hanno permesso di portare a casa un pareggio. Forse bisognerebbe partire da questo dato di fatto nelle annose questioni sulla qualità della rosa giallorossa che animano la capitale ormai da diverse stagioni. E da cui inevitabilmente bisognerà partire per la costruzione della squadra della prossima stagione.