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Le ambizioni politiche di Parigi 2024
26 lug 2024
26 lug 2024
La prima puntata di Ermes, la nostra newsletter sui Giochi Olimpici.
(foto)
Illustrazione di Saral Başak
(foto) Illustrazione di Saral Başak
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Pubblichiamo eccezionalmente la prima puntata di Ermes, la nostra newsletter dedicata ai Giochi Olimpici. Se vuoi continuare a leggerci devi iscriverti qui:

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Buongiorno, sono Riccardo Rimondi e ci sentiremo ogni mattina per le prossime due settimane. Questa è Ermes e stasera il presidente francese Emmanuel Macron dichiarerà aperti i Giochi della XXXIII Olimpiade. In attesa che inizino le gare, questa puntata della newsletter avrà un formato diverso da quello che vedrete nei prossimi giorni.


In questa puntata di Ermes parliamo soprattutto dei temi politici sollevati da queste Olimpiadi: di sostenibilità, parità di genere e di come i parigini hanno vissuto la preparazione ai Giochi. Poi un punto sulla numerosissima delegazione italiana e il primo record.


Ieri sera la newsletter è stata chiusa alle 23.15.


Ouverture

Mentre gli ultimi trenta tedofori si danno il cambio – tra loro Snoop Dogg, Laetitia Casta e l’ex campione di salto con l’asta Serghei Bubka – va avanti il totonomi sul nome dell’atleta che accenderà il braciere. Molti puntano su Zinedine Zidane e sono alte anche le quotazioni di Marie-José Pérec, tre ori olimpici in carriera tra Barcellona (400 metri) e Atlanta (200 e 400). C’è chi scommette su una figura di rottura, esterna al mondo dello sport: l’attore Omar Sy, l’astronauta Thomas Pesquet, uno dei sopravvissuti agli attentati del 13 novembre 2015.

[Ermes è una newsletter realizzata in collaborazione con Coore. Se ti sei stufato dei soliti integratori puoi vedere qui se c'è una soluzione che fa per te. Magari per riuscire a fare sport anche con questo caldo. Per i lettori di Ermes il 30% di sconto sul primo ordine. Illustrazione di Başak Saral].


Un nome suggestivo, e col curriculum adatto, sarebbe quello dell’astista Renaud Lavillenie: oro a Londra 2012, argento rocambolesco e contestato a Rio 2016, in pedana tra le lacrime per un infortunio patito in riscaldamento a Tokyo 2021, il fuoriclasse francese ha 38 anni e ha lottato fino alla fine per partecipare alle Olimpiadi di casa, nonostante un intervento agli ischiocrurali. Non ce l’ha fatta, il suo sogno si è infranto. Lavillenie è stato il più grande campione dell’asta nella fase di interregno tra Bubka e Armand Duplantis. Prima dell’arrivo del fenomeno svedese ha vinto meno di quanto meritasse. Gli manca un Mondiale all’aperto. Insomma Lavillenie non ha solo il pedigree del fuoriclasse, ma anche molte delle caratteristiche su cui si impernia la cultura sportiva francese, ben rappresentata dalla figura di Raymond Poulidor: il ciclista più amato dai transalpini, l’eterno secondo che non riuscì a indossare mai, nemmeno per un giorno, la maglia gialla.


Per il resto la cerimonia di apertura durerà circa tre ore e partirà alle 19.30, scatenando i soliti sentimenti contrastanti: c’è chi dei Giochi guarda solo quella e chi esce un’ultima sera prima che inizino le gare. Va detto, le divise della Mongolia sono effettivamente bellissime.


La cerimonia d’apertura resta il momento politico fondamentale: condensa in una sera il lavoro di anni e patrimoni spesi dal Paese ospitante per autocelebrarsi. Vale per tutti, è il motivo per cui due anni fa i leader occidentali disertarono in massa la cerimonia inaugurale di Pechino 2022.


La città e la Francia hanno puntato molto in alto. Per la prima volta nella storia delle Olimpiadi, la manifestazione non si tiene all’interno dello stadio olimpico. Invece che sulla pista di atletica, gli atleti sfileranno lungo la Senna su un tracciato di sei chilometri, a bordo di un centinaio di barche, partendo dal ponte di Austerlitz per arrivare di fronte al Trocadero. Alla cerimonia prenderanno parte 3.000 artisti, tra cui 400 ballerini distribuiti su ogni ponte lungo il percorso della parata. Sono attesi 326mila spettatori tra le sponde della Senna e le banchine: mai così tanti hanno assistito dal vivo a una cerimonia inaugurale. Gli altri potranno seguire la manifestazione da 80 maxischermi allestiti in tutta la città, insieme ai circa 1,5 miliardi di telespettatori attesi in tutto il mondo.


L’inaugurazione arriva dopo la minaccia, rientrata in extremis, di uno sciopero degli artisti a causa delle disparità di trattamento. L’ultima tegola, tra le tante che hanno accompagnato una marcia di avvicinamento tutt’altro che ideale. Vale la pena soffermarsi su alcune delle contraddizioni più evidenti dei Giochi: non tanto perché siano un unicum, ma perché almeno nel giorno dell’inaugurazione è bene ricordare che, al di là della comunicazione e della propaganda (quest’anno un tema ricorrente è la “sostenibilità”), organizzare un’Olimpiade significa fare i conti con miliardi destinati a eventi sportivi invece che al welfare, discriminazioni religiose e di censo, prevaricazioni, sfruttamento, doppi standard e ipocrisie varie. Poi da domani si assegnano le medaglie e questo passa (non del tutto) in secondo piano, ma almeno nel giorno dell’inaugurazione vale la pena fare un piccolo riassunto.


Il travaglio di una città

Da domani i parigini torneranno a respirare. O almeno è quello che sperano gli abitanti della Ville Lumiere, dopo settimane in cui la città si è blindata ben oltre i limiti della vivibilità. Il 18 luglio il lungo Senna è stato chiuso e l’accesso consentito solo ai residenti muniti di QR code, un’innovazione tecnologica entrata in vigore col Covid. Gli operatori turistici che speravano in un boom di visitatori sono rimasti delusi: visti l’aumento delle tariffe e le difficoltà a visitare la città sono piovute le disdette delle strutture ricettive, mentre i parigini spesso scappavano dalla capitale in cerca di vivibilità. Intanto il biglietto della metro costa quattro euro.


La Senna, finora, è stata protagonista e scenografia di quasi tutti i problemi più seri legati alle Olimpiadi. Non c’è solo la zona rossa, ma anche la celeberrima battaglia per rendere il fiume balneabile. L’obiettivo è far disputare qui le gare di nuoto di fondo e il triathlon. La Senna non è balneabile dal 1923, la Francia ha investito negli ultimi anni quasi 1,5 miliardi per ripulirla. Non solo per le cinque gare in programma (a cui si aggiungerà il paratriathlon), l’idea è renderla balneabile sul lungo termine. Che ci si riesca è un altro paio di maniche. A un mese dai Giochi, la concentrazione di escherichia coli era ancora ben oltre il livello di guardia. La municipalità di Parigi e la prefettura dell’Ile-de-France hanno annunciato di essere riusciti a portare i livelli inquinanti sotto i parametri il 4 luglio. Il 17 luglio la sindaca di Parigi Anne Hidalgo si è tuffata nel fiume insieme il presidente del Comitato organizzativo dei Giochi Tony Estanguet e al prefetto dell’Ile-de-France Marc Guillaume.


“Una finta nuotata di facciata: non ha messo la testa sott’acqua, ci è stata pochi minuti, noi staremo lì due ore a darci botte”, ha notato Gregorio Paltrinieri intervistato dalla Stampa. Le perplessità tra gli atleti sono generalizzate. L’irlandese Daniel Wiffen, riferendosi all’ipotesi di fare una prova nella Senna per capire le correnti, ha chiesto ai colleghi: “Correreste il rischio di entrare nella Senna due giorni prima della gara, magari per poi ammalarvi il giorno prima della competizione?”.


Il miliardo e mezzo per rendere balneabile la Senna è simbolo di un budget cresciuto a dismisura per le Olimpiadi, come da tradizione: c’è chi sui costi dei cinque cerchi si è giocato l’osso del collo, tipo Atene nel 2004. La Francia non è la Grecia e non finirà così, ma dai 6,8 miliardi iniziali si è passati a 8,8 e presumibilmente si arriverà a 11,8, in linea con Tokyo e in generale coi costi delle ultime edizioni olimpiche (Pechino non fa testo).


A una spesa simile fa da contraltare l’altra faccia delle Olimpiadi, rimasta in ombra perché se ne parla più spesso quando coinvolge i Paesi del Golfo: lo sfruttamento. L’anno scorso si sono registrate numerose proteste di lavoratori, spesso stranieri senza documenti e quindi senza contratto, sottopagati e all’opera nei cantieri olimpici per 12-13 ore al giorno. Tra gli slogan: “Non avete il diritto di stare qui senza un padrone”. Una grana non da poco, per Giochi che la sindaca Hidalgo ha sempre descritto come “sostenibili e inclusivi”.


I Giochi non sono stati inclusivi nemmeno con le fasce più povere della popolazione parigina. Nelle ultime settimane sono stati sgomberati diversi accampamenti irregolari di migranti, di cui uno davanti alla Sorbona. Tra le Ong c’è chi ha parlato di “pulizia sociale” pre Olimpiadi. Pulizia sociale che è iniziata già negli anni scorsi. Per risolvere il problema dei senzatetto che davano una brutta immagine della città, il governo li ha caricati su dei bus e li ha mandati in giro per la Francia. A migliaia. Non è una novità: da decenni, ricordava qui Emanuela Audisio, i Paesi che organizzano Giochi e Mondiali di calcio si trovano davanti al solito problema di dover nascondere i poveri durante le manifestazioni.


Le discriminazioni non finiscono qui e riguardano anche le atlete francesi. Una in particolare: Sounkamba Sylla, staffettista della 4x400, non può sfilare alla cerimonia inaugurale col velo. Questo a causa del divieto, imposto dal governo di Parigi a tutte le atlete francesi, di indossare lo hijab durante le Olimpiadi. La norma vale solo per loro, non per gli altri Paesi. Sylla ha rifiutato di indossare lo stesso berretto che usa in gara, perché sarebbe l’unica atleta a presentarsi alla cerimonia inaugurale vestita con un accessorio proprio dell’attività agonistica. Per trovare una soluzione hanno collaborato il Cio, il Comitato olimpico francese e Louis Vuitton, lavorando alla ricerca di un copricapo che non fosse un richiamo religioso ma rispettasse la volontà di Sylla.


La questione è molto seria perché non riguarda solo una staffettista, ma tutte le donne francesi interessate all’attività sportiva: se arrivano ad alto livello, non possono indossare il velo. Un paradosso, visti i discorsi – usati a ogni latitudine – sullo sport come strumento di emancipazione e integrazione. Oggi una donna francese musulmana potrebbe avere qualcosa da ridire a riguardo. Se il tema interessa – e dovrebbe – qui c’è un bell’approfondimento di Francesca Capoccia e Veronica Gennari.


La questione del velo va tocca una comunità, quella musulmana, particolarmente interessata a uno dei doppi standard più evidenti di questi Giochi: la partecipazione di Israele alle Olimpiadi, con la propria bandiera e tutti gli onori del caso, in contrapposizione all’esclusione di Russia e Bielorussia. L’invasione di Gaza non è stata sanzionata come quella dell’Ucraina e Rafah vale meno di Bucha.


Il Cio, dal canto suo, ha deciso di lasciare più libertà di espressione agli atleti rispetto al passato, seguendo una linea intrapresa già a Tokyo. Potranno esprimersi liberamente in ogni momento tranne che durante le cerimonie di apertura e di chiusura, le cerimonie di consegna delle medaglie, le gare e la permanenza al villaggio olimpico. Potranno esporre le proprie idee interagendo con la stampa, sui social o nei momenti pre-gara. Basta che non intacchino i valori olimpici, non attacchino individui, organizzazioni o Paesi, seguano le istruzioni del proprio comitato olimpico, evitino "comportamenti di disturbo" di vario genere. Insomma, qualche minuscolo passo avanti c’è ma Tommie Smith e John Carlos, i due eroi di Città del Messico 1968, sarebbero dei precursori anche nel 2024.


Parità di genere

Un aspetto su cui oggettivamente le Olimpiadi di Parigi hanno visto un impegno notevole è quello della parità di genere. La questione non è solo legata alla famosa parità di rappresentanza uomini-donne, che poi non sembra essersi realizzata: qui c’è l’elenco costantemente aggiornato degli atleti in gara, siamo sopra gli 11.200 e gli uomini dovrebbero essere una leggerissima maggioranza, mai così risicata. Questo in ogni caso è un aspetto su cui si registrano costanti progressi fin dall’introduzione dei Giochi.


A Parigi però esordisce la nursery. L’idea è stata lanciata dall’ex sprinter Allyson Felix, in collaborazione con un celebre sponsor che produce pannolini. La testimonial è l’atleta più vincente nella storia dell’atletica americana, ma Nike le decurtò l’ingaggio del 70% quando rimase incinta. Lei e la figlia rischiarono anche complicazioni gravi durante il suo primo parto. Sopravvisse, tagliò i ponti col suo vecchio sponsor, lanciò una linea sua, tornò a gareggiare e a vincere: a Tokyo fu oro nella 4x400 e clamoroso bronzo nei 400, a 36 anni.


L’iniziativa è ancora in fase embrionale e ci sarà molto da lavorare nelle edizioni future, ma è un segnale. Ne è convinta la marciatrice azzurra Eleonora Giorgi: “Scardina il principio che solo chi ha un sostegno familiare può decidere di fare figli e riprendere la carriera”, ha raccontato un’intervista alla Stampa. Soprattutto, mette lo sport al passo con una tendenza che si è fatta strada negli ultimi anni: Josefa Idem era una pioniera, oggi desterebbe molta meno impressione.


Continuano ad aumentare le competizioni miste, uomini-donne. Erano nove a Rio de Janeiro e 18 a Tokyo, ora sono 22. Ma resta molto su cui lavorare. È interessante, nel suo essere inusuale, la situazione del nuoto artistico (ex sincronizzato). In Italia la situazione è diventata nota con l’esclusione di Giorgio Minisini, ma il tema è globale: non è stato convocato un solo uomo in tutto il mondo. Qui un bell’approfondimento della Cbc.


Altro tema su cui si è lavorato è quello della salute mentale, dopo anni in cui questo aspetto è uscito dal cono d’ombra anche grazie all’esposizione di personaggi di primo piano come Simone Biles. Il Cio ha fornito duemila licenze agli atleti per l’app Calm, con l’obiettivo di supportare la salute e il benessere mentale. Sarà disponibile un servizio di assistenza per il fitness mentale. Tutti gli atleti impegnati a Parigi, da ora e per i prossimi quattro anni, potranno accedere a servizi dedicati per la salute mentale nel proprio Paese d’origine. I Giochi useranno l’intelligenza artificiale per eliminare abusi sui social media, attacchi cyber e hate speech. Si tratta di un ulteriore passo avanti rispetto a un percorso iniziato a Tokyo.


Le prime gare

A Parigi le competizioni sono iniziate due giorni fa, senza assegnare medaglie. L’attenzione generale è stata calamitata dal rugby a 7: domani si assegneranno le medaglie del torneo maschile e ne parleremo meglio. Le semifinali (sempre domani) saranno Sudafrica-Francia e Fiji-Australia.


È iniziato anche il calcio, la cenerentola degli sport olimpici. Finora la storia di copertina la merita Argentina-Marocco, gara inaugurale del torneo. Prima i fischi all’inno dei sudamericani, strascico del video diffuso su Instagram da Enzo Fernandez in cui si sentono i giocatori dell’Albiceleste cantare un coro razzista contro i giocatori neri della Francia durante i festeggiamenti per la Copa America. Poi il rocambolesco finale che non sarebbe dispiaciuto a Osvaldo Soriano, scrittore che più di quasi chiunque ha elevato il calcio nella letteratura e che non a caso era argentino.


Il Marocco vinceva 2-1 quando l’arbitro ha concesso 16 minuti di recupero. Negli ultimi secondi l’Argentina ha pareggiato con Medina, dopo aver colpito per due volte la traversa. I tifosi del Marocco hanno iniziato a lanciare oggetti dagli spalti e c’è stata un’invasione di campo. Mentre i giocatori erano negli spogliatoi, l’organizzazione dei Giochi ha dato per conclusa la partita sul 2-2 e lo stadio si è svuotato. Due ore dopo l’arbitro ha richiamato le squadre in campo e il Var (l’arbitro italiano Paolo Valeri) ha mostrato un fuorigioco dell'Argentina. Il gol è stato annullato, la partita è ripresa per quattro minuti e poi dichiarata conclusa.


Ieri inoltre è iniziata la pallamano femminile e si sono svolti i ranking round del tiro con l’arco, maschile e femminile, con i primi italiani impegnati. Soprattutto la coreana Sihyeon Lim ha fatto il primo record del mondo di Parigi 2024: 694 punti su un possibile 720 (le frecce erano 72), migliorato il vecchio limite di due punti.


Domani si terranno le prime finali: si parte alle 10.30 con la carabina 10 metri squadre miste (nelle qualificazioni alle 9 c’è anche l’Italia) e coi tuffi alle 11, col trampolino sincronizzato 3 metri donne, che vede in gara le azzurre Elena Bertocchi e Chiara Pellacani.


Sono arrivate anche le prime defezioni di peso: nel ciclismo non ci sarà il fresco vincitore di Giro e Tour Tadej Pogacar e nel tennis, come noto, ha alzato bandiera bianca l’italiano Jannik Sinner.


Azzurro: la più numerosa, la più individualista

L’Italia si presenta ai Giochi olimpici con la spedizione più numerosa di sempre: gli atleti qualificati per Parigi sono 403, 19 in più di Tokyo 2021. Molti di loro sfileranno stasera al seguito dei portabandiera Arianna Errigo e Gianmarco Tamberi, arrivato a Parigi sull’aereo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ovviamente non tutti i qualificati saranno in gara e il caso di Sinner è lampante.


L’assoluta parità di genere resta a un soffio di distanza, gli uomini sono 209 e le donne 194. Sono nati all’estero in 36. Colpisce il dato dei debuttanti, sono oltre la metà: 219. La nota dolente è la crisi, ormai conclamata, degli sport di squadra. Basket (classico o 3vs3), hockey su prato, calcio, pallamano, rugby a 7 non hanno compagini maschili o femminili. Azzurre e azzurri restano a galla solo grazie a pallanuoto e volley, le due discipline che hanno regalato le maggiori soddisfazioni a cinque cerchi. È un tema generalizzato, i risultati della nazionale maschile di calcio sono ben noti.


Detto dell’aspetto più preoccupante, il movimento azzurro e i vertici del Coni si avvicinano a Parigi con dichiarazioni di aspettative elevate. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è stato netto: "L'obiettivo è fare meglio di tre anni fa a Tokyo". Significa migliorare un bottino record di 40 medaglie suddivise in dieci ori, dieci argenti e venti bronzi, impreziosito da cinque clamorose vittorie nell’atletica, ottenute al culmine di un’annata in cui sembrava che agli italiani bastasse uscire al bar per tornare a casa con un titolo europeo in qualche disciplina.


Tuttavia non sono parole campate in aria. L’Italia quest’anno può puntare molto in alto. Nielsen Gracenote pronostica 46 medaglie per gli azzurri, distribuite in 11 ori, 20 argenti e 15 bronzi. A vincere sarebbero Irma Testa e Aziz Mouhiidine nella boxe, il fioretto a squadre femminile, le italiane del volley, i fiorettisti Tommaso Marini e Alice Volpi, Thomas Ceccon nel nuoto, l’equipaggio Ruggero Tita/Caterina Banti nella vela, Vito dell’Aquila nel taekwondo, Giovanni De Gennaro nella canoa a slalom ed Elena Micheli nel pentathlon moderno. È una previsione frutto di algoritmi e va presa per quello che è: un termometro, tutt’altro che affidabile sui singoli casi. De Gennaro è molto forte, ma non abbastanza da essere il favorito. E nell’elenco manca Tamberi, campione olimpico, mondiale ed europeo in carica e autore della miglior misura dell’anno (2,37). Rimanendo all’Italia, la redazione di Oasport si attende 44 medaglie con 12 ori, 18 argenti e 14 bronzi.


Insomma, c’è un consenso generalizzato sul fatto che l’Italia valga almeno 40 medaglie e uno dei primi dieci posti nel medagliere. L’incognita sarà capire come reagirà l’ambiente in caso di qualche grossa delusione nei primi giorni (e qualche delusione c’è sempre, in una manifestazione con 329 competizioni).


Questa newsletter

Da domani iniziano le gare e questa newsletter prenderà la forma con cui è stata pensata. Ogni giorno parleremo delle vittorie e delle sconfitte più importanti del giorno precedente e di un momento particolarmente significativo o interessante. Verranno segnalate le principali gare in programma, un personaggio di copertina e un outsider. Ci sarà spazio per un punto sulla spedizione azzurra e per un focus su uno sport di ‘culto’, tra quelli meno noti o frequentati nel panorama a cinque cerchi. E ricorderemo un avvenimento delle antenate di Parigi 2024, Parigi 1924 e Parigi 1900. Questa è l’idea di massima, con possibili variazioni. Dai che iniziano le Olimpiadi.

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