1. Come arrivano le due squadre?
Intervistato da Repubblica pochi giorni prima della Supercoppa italiana, Simone Inzaghi aveva già allungato lo sguardo alla rivalità con il Milan: «Senza Bonucci la Juve ha perso qualcosa: mi secca solo che sia andato al Milan, a rinforzare una squadra arrivata l'anno scorso dietro di noi».
L’estate vissuta dalle due squadre, in effetti, sembrerebbe aver ribaltato i rapporti di forza. All’imponente campagna acquisti del Milan si sono contrapposte le cessioni eccellenti della Lazio, che ha perso due dei giocatori più importanti per il sistema di Inzaghi nella scorsa stagione: Lucas Biglia, finito proprio al Milan, e Keita Baldé, oltre che Wesley Hoedt, entrato in pianta stabile nell’undici titolare nella seconda metà del campionato e venduto al Southampton per quasi 17 milioni di euro.
Nonostante siamo in un periodo in cui è difficile, oltre che sbagliato, trarre conclusioni nette, la partita di domenica potrà chiarire di più a che punto si trovano le due squadre negli aggiustamenti richiesti dai cambiamenti estivi. Pur non avendo la sfera di cristallo, è comunque possibile anticipare dei possibili scenari tattici per questo Lazio - Milan. Ecco tre aspetti che potrebbero diventare decisivi nella sfida.
2. Quanto è importante Milinkovic Savic per Inzaghi?
A Inzaghi non piacciono i contesti tattici troppo elaborati e che prescindono dai giocatori a disposizione, per questo le cessioni hanno costretto a ricalibrare il modello di gioco della Lazio. Anche perché Biglia è stato sostituito da un centrocampista più difensivo come Lucas Leiva, che spicca per il senso della posizione e le ottime qualità nel recupero della palla, ma è meno sofisticato dell’argentino con il pallone tra i piedi, e l’eredità di Keita è stata finora raccolta da Luis Alberto, in attesa che Nani entri in condizione e che Felipe Anderson recuperi dall’infortunio.
La cessione di Keita, unita ai problemi fisici di Nani e Felipe Anderson, ha aperto un buco nell’undici titolare che è stato riempito finora da Luis Alberto, le cui caratteristiche hanno portato Inzaghi a rivedere lo schieramento e lo sviluppo della manovra. In tutte e tre le partite ufficiali della stagione (la Supercoppa italiana e le due giornate di campionato) Inzaghi ha schierato la difesa a 3 e un centrocampo molto fluido, capace di ruotare a seconda delle fasi e di garantire un continuo scambio delle posizioni. Durante la costruzione dal basso si forma infatti un quadrilatero che permette di consolidare il possesso e di fornire opzioni di passaggio tra le linee per risalire velocemente il campo con una verticalizzazione. Uno schieramento che sta riscuotendo un notevole successo tra gli allenatori (ne avevamo parlato qualche mese fa) e che in Italia ha utilizzato in maniera particolare la Fiorentina di Paulo Sousa.
La rinuncia forzata alle conduzioni di Keita e Felipe Anderson, determinanti lo scorso anno per definire l’azione, hanno comunque costretto la Lazio a risalire il campo in maniera più graduale e palleggiata. In uno scenario di questo tipo l’importanza di Segej Milinkovic-Savic è notevolmente cresciuta. Il serbo è diventato il riferimento principale per risalire il campo: velocemente, alzando il pallone per sfruttare la sua bravura nei duelli aerei, o in maniera più ragionata, usando le sue letture e la sua qualità nel palleggio. Milinkovic-Savic è il giocatore che gestisce il passaggio dalla difesa alla trequarti, smarcandosi anche sull’esterno per ricevere il pallone con maggiore tranquillità.
Un movimento ricorrente: Milinkovic-Savic si allarga per avere più spazio per gestire il pallone, Lulic si accentra, Luis Alberto si muove alle spalle del centrocampo per fornire una linea di passaggio, Parolo sulla fascia opposta è pronto a inserirsi.
La sua prestazione sarà fondamentale contro il Milan, soprattutto perché la squadra di Vincenzo Montella ha mostrato contro il Cagliari una certa difficoltà a coprire lo spazio tra mezzala e terzino quando pressa. Il movimento del serbo proprio in quello spazio potrebbe essere decisivo per aggirare il pressing rossonero e avere una soluzione sicura per definire la manovra.
3. Come si attacca la Lazio?
In fase difensiva, invece, il modo di difendere della Lazio, in cui i giocatori si orientano sull’uomo nella propria zona, si presta a farsi manipolare dai movimenti avversari ed è particolarmente vulnerabile agli inserimenti da dietro. Il Chievo, ad esempio, ha provato a manipolare lo schieramento della Lazio uscendo sui terzini per attirare la pressione dell’esterno o della mezzala biancoceleste per poi tornare al centro del campo negli spazi che si aprivano con passaggi in diagonale. L’accorgimento più interessante era l’abbassamento di Birsa a fare da raccordo e la posizione alta delle mezzali (nel caso qui sotto Castro) per inserirsi dietro Wallace e Radu.
Non sarà semplice per il Milan fare di questa particolare situazione la pietra angolare della propria strategia offensiva. Nel centrocampo rossonero solo Kessié garantisce inserimenti con una certa continuità, Calhanoglu e Suso sono migliori col pallone e si muovono per ricevere piuttosto che per occupare i rispettivi marcatori e creare spazi per i compagni. Forse allora la presenza di Borini potrebbe essere preziosa, per facilitare il gioco dei compagni e sfruttare in prima persona gli spazi concessi dalla Lazio. Montella però starebbe pensando di lasciarlo fuori, per alzare Calhanoglu nel ruolo di esterno d’attacco a sinistra e spostando Montolivo a mezzala.
4. Quali accorgimenti prenderà Montella?
Nell’ultimo scontro diretto il Milan ha giocato una partita prudente e piuttosto passiva in fase di non possesso, riuscendo a trovare il pareggio soltanto grazie a una magia di Suso. La squadra di Montella è attesa da una prestazione molto diversa, che testerà finalmente contro un avversario di livello progressi e limiti del suo gioco. Immaginando una Lazio schierata a due punte in fase difensiva, è probabile che il Milan uscirà soprattutto a sinistra, abbassando la mezzala, oppure tenendo più bloccato Ricardo Rodríguez.
Conti e Rodríguez giocano su linee sfalsate a inizio azione: lo svizzero si ferma per facilitare l’uscita della palla dalla difesa, l’ex Atalanta si alza offrendo nel caso ce ne fosse bisogno una via d’uscita dalla pressione avversaria con un cambio di gioco.
La prestazione della catena mancina, quella che probabilmente si occuperà di creare la superiorità numerica necessaria a iniziare l’azione, sarà determinante per avere una zona “sicura” in cui costruire la manovra e aggirare i tentativi di pressing della Lazio. Sull’altra fascia la squadra di Inzaghi dovrebbe avere riferimenti più certi: Abate o Calabria (Conti fuori per distorsione) si accoppieranno con l’esterno (con tutta probabilità Lulic), mentre Suso verrà preso inizialmente dal difensore centrale sinistro e lasciato ai centrocampisti nei suoi continui movimenti ad abbassarsi per ricevere palla.
5. Come cambia il Milan con Biglia?
Proprio le cure dedicate a Suso furono uno dei principali motivi della scarsa pericolosità del Milan nell’ultimo scontro diretto. Stavolta Montella ha però diverse soluzioni per aggirare il problema. Una di queste potrebbe essere la rinuncia all’abbassamento di Kessié a inizio azione per aggiungere un centrocampista tra le linee in grado di approfittare degli spazi lasciati dalle mezzali biancocelesti. Per aggirare i tentativi di pressing della Lazio potrebbe infatti bastare il rombo formato dai tre difensori più il mediano, specie se quest’ultimo sarà Biglia.
L’ingresso in squadra dell’argentino aiuterà non solo a migliorare la gestione della palla, ma potrebbe risolvere i problemi nel pressing mostrati contro il Cagliari, permettendo alla squadra di restare alta e controllare la partita col pallone. Esattamente uno dei gradini che il Milan deve dimostrare di saper scalare per rispettare le aspettative suscitate dall’incredibile campagna acquisti estiva e iniziare a ribaltare i rapporti di forza con le dirette concorrenti, a partire dalla Lazio.