Il lockdown nazionale avrebbe potuto annullare le distanze, in un certo senso: ci ritroviamo tutti in casa, in preda alla noia, alla pasta fatta in casa, ai libri, alla Play Station, alle serie tv. Tutte cose che stanno facendo anche i calciatori, solo che lo fanno in case diciamo diverse dalle nostre. Case a volte eccentriche, a volte fredde, spesso infantili, di sicuro diverse dalle nostre. Case che di solito sono pensate per ospitare i calciatori per un periodo limitato di tempo, fra un trasferimento e l’altro e tra una sessione di allenamento e l’altra, ora sono diventate fondamentali nella loro vita.
Le case ci aiutano anche a conoscere qualcosa in più su personaggi che vediamo in continuazione ma di cui sappiamo pochissimo, che non amano parlare, ma che possono involontariamente esprimersi in piccoli dettagli di arredamento. Anche per questo abbiamo dedicato alle case dei calciatori già due pezzi, questo e questo.
Stavolta ci siamo concentrati sui post su Instagram della loro quarantena, cercando di commentarli.
Domenico Criscito
Genova è piena di case stupende e Criscito ha avuto buon gusto a sceglierne una con un soffitto altissimo, affrescata con motivi floreali e con un parquet degno di una reggia. Certo è un po’ vuota, in salotto non c’è neanche una libreria, si vede solo un mobile basso per la tv, la brandina del cane messa in verticale e un biliardino all’angolo. Ma la cosa più strana sono le tapparelle delle finestre chilometriche interamente abbassate. Gli affreschi sembrano antichi, forse nel contratto d’affitto c’è scritto che per non rovinarli Criscito deve vivere al buio. Speriamo di no.
Cristiano Ronaldo
La casa di Ronaldo è un’astronave. Non solo perché è dove immaginiamo che viva Ronaldo, in un posto totalmente diverso da quello in cui vivono i normali esseri umani, cioè, ma anche perché è arredata come un’astronave. Oppure uno yacht. Ecco, un’altra possibilità è che Cristiano Ronaldo viva in uno yacht bianco, con i corrimano in metallo, le scale di legno, la moquette, il bagno foderato di marmo nero con una vasca gigante in cui entra lui con tutti i suoi figli (4). In ogni caso, Ronaldo passa moltissimo tempo in palestra, persino quando la madre è tornata dall’ospedale, per farsi una foto insieme l’ha fatta sedere su un macchinario. E quando Ronaldo medita lo fa appoggiato a una parete a torso nudo, con gli addominali in tensione e le spalle gonfie. Nell’anonimato glaciale e lussuoso di tutta la casa due dettagli sollecitano la nostra attenzione: il cuscino su cui Ronaldo poggia i piedi, che evidentemente quando non gioca a calcio o non fa esercizi tratta come due beni preziosi, cosa che effettivamente sono; e l’aggeggio per bloccare le scale ai bambini, che altrimenti potrebbero arrampicarcisi e cadere: è di una plastica gialla in tutto e per tutto identica a quella di una casa “normale”. Quell’aggeggio è l’unica cosa che abbiamo in comune con Ronaldo.
Sergi Roberto
È da venti minuti che fisso questa foto e non riesco a decidermi: il cane di Sergi Roberto è vero o finto?
Elementi che mi fanno pensare sia vero:
- uno solo: che senso avrebbe posizionare la statuetta di un barboncino proprio in mezzo al salone?
Elementi che mi fanno pensare sia finto:
- la posa effettivamente da statuetta ornamentale.
- Certi barboncini hanno più bisogno del parrucchiere di molti esseri umani, e il barboncino di Sergi Roberto ha il pelo perfetto, più fresco dei tagli di capelli di Jadon Sancho.
Spicca sul mobile una menorah, un candelabro ebraico. La moglie di Sergi Roberto è infatti ebrea e ha tenuto a specificare questo sulla sua relazione col marito: «Un uomo, prima che ebreo o no, deve essere una brava persona».
La selezione dei libri è inspiegabile e casuale, con un grande libro fotografico di Barbie alternato a uno su Tom Ford e uno sul rapporto tra mamma e figlia. Sembrano libri che gli hanno regalato.
Gianluigi Buffon
Gianluigi Buffon più che una casa sembra avere un’ambasciata. D’altronde è del tutto possibile che in qualche quartiere particolarmente altolocato di Torino esista l’Ambasciata di Buffon in Italia, tipo quelle della Santa Sede. In tempi normali lì Buffon incontra i ministri, gli imprenditori, ma anche le persone comuni che hanno bisogno di un visto o di avviare qualche pratica in particolare. Dietro la sua scrivania c’è una bandiera che lo raffigura, i vari premi, una foto di lui con Napolitano, qualche attestato. È un lavoro 9-17 che Buffon fa responsabilmente, soprattutto in questo periodo di crisi. Finito di lavorare, indossa la tuta da portiere e intrattiene la famiglia nel giardino tuffandosi a più non posso.
Miralem Pjanic
Dico Pjanic stiamo scherzando? Quel lampadario è davvero a casa tua? La foto è stata postata sul suo profilo Instagram, con la localizzazione “Home sweet home” quindi dobbiamo credere davvero che quella torre circolare piena di finestre e con un lampadario con le fattezze di un calamaro gigante tempestato di Swarovski sia casa sua.
Pjanic sta passando la quarantena in Lussemburgo, il paese dove è cresciuto e dove vive ancora la sua famiglia. Non sappiamo quindi se quella è la sua casa o magari quella dei genitori. Rimane una delle foto più assurde postate da calciatori. In bianco e nero, con Pjanic che guarda un punto in basso e sorride, la t-shirt da casa con l’immagine della sezione aurea sul petto, questo benedetto lampadario uscito da una brutta festa del Grande Gatsby e delle finestre che nessun essere umano potrà mai aprire.
Jadon Sancho
Jadon Sancho vive in un ufficio? È lecito chiederselo vedendo questa foto, scattata in un angolo della sua casa ufficio. I toni variano tra il bianco e il grigio scuro e il nero, l’unico tocco di colore è il numero sette rosso sulla sua maglia incorniciata. Il tavolo tondo, nero, ha due sedie, grigie, e poi - ok che non si possono invitare ospiti - ma chi ha solo due sedie? Probabilmente Sancho usa questo angolo della casa per portare avanti qualche hobby strano, non lo so, potrebbe essere un consulente di investimento. La gente prende appuntamento e Sancho seduto a quel tavolo gli consiglia come investire i soldi. Sulla porta, poi, possiamo fare tante ipotesi: dove porta? Ma soprattutto: è una porta? Forse sono io a non comprendere lo stile asettico/da astronave di molte case dei calciatori e quella potrebbe essere una cabina armadio, dentro tutti i palloni che ha passato ai compagni del Borussia o le sue tonnellate di sneakers. O magari è davvero una porta e dietro c’è una sala riunioni, con un bel tavolo di mogano nero lungo e massiccio.
Tuttavia quello che vorrei farvi notare è la nicchia che compare alla destra di Sancho. Possibile abbia vinto una felce d’argento con gli All Blacks? Ma soprattutto quello dietro è il “Quadro bianco su sfondo bianco” di Malevich o una strana lampada?
Romelu Lukaku
Come avevamo visto già con il letto, ogni cosa in casa di Lukaku è gigante, solo che quando c’è anche lui con l’arredamento non sembra. Quel divano? Gigante. Quella colonna? Gigante, tipo San Pietro. Quella finestra? È nel guinness dei primati per la finestra più grande del mondo.
Armando Izzo
Armando Izzo ha deciso di passare tutta la quarantena a petto nudo.
Riccardo Orsolini
La casa di Orsolini ha due caratteristiche fondamentali della classica casa del calciatore: il parquet e l’arredamento adolescenziale. Il canestro attaccato alla parete; una specie di artwork su sé stesso con un’estetica post-internet discutibile, a meno che non vi piacciano quelle cose così brutte che fanno il giro; un tavolino basso dedicato solo alla piccola vita di due orsi polari di peluche.
Chissà cosa va a coprire quella pomposa tenda rossa da teatro.
Kylian Mbappé
Mbappé ci manda un messaggio istituzionale nell’angolo istituzionale della sua casa, con dietro lo sfondo di una corposa libreria come fanno i professori universitari che intervengono in collegamento al telegiornale.
"Papu" Gomez
Sfogliando l’Instagram di Gomez possiamo scoprire come questo angolo della casa se lo sia ricavato con le proprie mani, lavorando con le assi di legno, innaffiando le piante, pulendo dalle foglie cadute. Una delle possibilità che ci offre questa quarantena è di migliorare lo spazio che ci circonda, ovvero casa. Gomez sembra averlo colto a pieno, creando un bello spazio esterno dove passare il tempo con la propria famiglia. In questa quarantena nessuno come lui sembra rappresentare meglio l’inossidabile motto di Lord Edward Coke: “La casa di un uomo è il suo castello”.
Giampaolo Pazzini
La maggior parte dei calciatori vive in case moderne, asfittiche, ricche ma senza calore. Pazzini invece ha scelto di vivere a Palazzo Pazzini da qualche parte a Verona - o nel veronese - e chi siamo noi per disprezzare la sua scelta? Purtroppo non riusciamo a cogliere la totalità di questa stanza, che per quanto ne sappiamo è gigante, immensa come solo certe stanze settecentesche riescono ad essere. Una parete potrebbe essere totalmente occupata da un’opera di Paolo Veronese, i soffitti a volta affrescati con passione. Dobbiamo però concentrarci su quello che c’è: un pianoforte di legno caldo, forse l’oggetto di arredamento preferito dalle persone ricche, che si sposa bene con il parquet; delle finestre giganti con dei battenti giganti - io personalmente non ho mai visto delle finestre così grandi - e un tavolino/specchiera che mi sembra di parlare per tutti è un po’ un cazzotto in un occhio. Non è tanto l’esagerazione degli stucchi in oro a “stuccare”, ma il fatto che sembra un oggetto costruito nel 3000 infilato in una casa rinascimentale.
Capiamo che è casa di Pazzini - e che magari non sta veramente facendo la quarantena in un museo - solo dai due palloni veri poggiati sul pianoforte, di marca Kappa e firmati da diversi giocatori, probabilmente conquistati con qualche tripletta ai tempi della Sampdoria.
Paul Pogba
Benvenuti alla Pogba Arena, la zona della casa dove il francese gioca a pallone invece di farlo all’Old Trafford. Un luogo dove il culto della personalità è del tutto simile a quello della Nord Corea. C’è il logo (bruttino) con la doppia P nel cerchio di centrocampo, sui due muri laterali e - se vedete il video sul suo Instagram - anche sul biliardino che compare nella stanzetta contigua, in quelli che dovrebbero essere gli spogliatoi della Pogba Arena. Ovviamente la cosa più di regime è l’affresco di Pogba in bianco e nero mentre fa la dab in faccia a chissà chi.
Dries Mertens
Dries Mertens ci dà il più banale dei consigli: ci invita ad annegare nel vino i nostri problemi di noia in quarantena. Ce lo mostra facendo sollevamenti di una bottiglia di rosso molto grande. Per quel che ci interessa, la sua casa ha un panorama incredibile che ci fa domandare se ogni essere umano non dovrebbe avere diritto a vivere a Napoli almeno per un breve periodo della propria vita. Quello di Mertens però sembra avere qualcosa di speciale.
In effetti “Ciro” abita a Palazzo Donn’anna, un edificio monumentale del XVII secolo che si dice sia infestato dai fantasmi. La villa è incompiuta e Matilde Serao, in Leggende napoletane, ne scrive:«Il bigio palazzo si erge nel mare. Non è diroccato, ma non fu mai finito; non cade, non cadrà, poiché la forte brezza marina solidifica ed imbruna le muraglie, poiché l'onda del mare non è perfida come quella dei laghi e dei fiumi, assalta ma non corrode».
Sul Guerin Sportivo Mertens è stato definito “Il principe di Posillipo”.
Toni Kroos
Alcune case di calciatori somigliano a bunker attrezzati per la quarantena. Toni Kroos ha scelto il più morbido dei tappeti per rivestire il salone e trasformarlo nel suo playground. Dietro le porte si nota anche una mini-rete da tennis. Ai bordi del salone i giochi dei bambini ci fanno capire che questa è la stanza dei giochi della casa, al momento interamente occupata da Kroos.
Mattia De Sciglio
L’unica Cat Person fra i calciatori professionisti, vi stupisce?