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Le migliori maglie della Serie A 2021/22
19 ago 2021
Anno nuovo maglie nuove.
(articolo)
8 min
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Venerdì alle 21 scende in campo la Serie A e come ogni anno inizierà la sfilata delle nuove maglie. Non è un anno particolarmente glorioso per i designer, ma cose belle si vedranno anche in questa stagione. Abbiamo raccolto le migliori maglie della stagione, tra prime, seconde terzo, ordinandole secondo il nostro gusto personale.

12. Genoa | terza

Rendere una maglietta da calcio veramente elegante è difficile, lo sappiamo, e lo è ancora di più puntando nel 2021 su un’eleganza ottocentesca. Questa terza maglia del Genoa ha l’opacità della pietra (ispirata a quella con cui è costruita la Lanterna di Genova), la polverosità del grigio, la cornice dorata da quadro napoleonico che racchiude lo scudo crociato dell’araldica della città. Sembra la porta d’ingresso di un vecchio museo dimenticato. E poi starà sicuramente meglio a chi la indosserà davvero per uscire la sera, perché ha proprio l’impressione di poter cambiare totalmente colore con le chiazze di sudore. Non è una maglia attuale, insomma, nei colori e nell’estetica, ma non tutte devono esserle necessariamente. È invece una maglia ambiziosa, che si prende molto sul serio, come d’altra parte fa sempre il Genoa con tutto ciò che ha a che fare con la sua storia. Per queste ragioni, credo, piacerà almeno tanto quanto verrà detestata.


11. Sampdoria | seconda

Una maglia che assomiglia a un’app può essere bella? Non so se è questa la domanda che si sono fatti alla Macron quando c’era da fare la maglia da trasferta della Sampdoria ma in ogni caso la risposta è sì. Interessante la disposizione delle linee sulle spalle e sul fianco con i colori storici della Sampdoria, stiloso il piccolo scudo crociato posto al centro dell’addome che, in assenza dello sponsor, fa davvero venire voglia di essere cliccato. In realtà, lo sponsor manca solo sulle maglie che potrà acquistare il pubblico, mentre su quelle da gara è invece presente il logo dell’istituto di credito di Game of Thrones, “Banca Ifis”. Un bel vantaggio per i tifosi doriani che volevano indossarla per l’aperitivo sotto una giacca blue navy di velluto a coste, che tra l’altro si abbinerebbe benissimo anche con il colletto alla coreana in magliera e chiusura a tre bottoni.


10. Lazio | seconda

Per la seconda maglia della Lazio l’idea di Macron è stata semplice ma efficace: incorniciare le spalle di blu mare funziona, soprattutto perché il colore viene poi ripreso dai pantaloncini. In mezzo una sottile linea azzurra divide il resto della maglietta, del tutto bianco. L’effetto generale, vedendo la maglia indossata nelle amichevoli pre-campionato, è di grande minimalismo e pulizia. Forse è solo un’impressione, ma sembra che anche la sua caduta sui corpi (certo, corpi molto in forma) sia stata molto curata: in definitiva, è davvero difficile trovare un giocatore della Lazio a cui sta male questa maglia.


9. Cagliari | seconda

La maglia da trasferta del Cagliari forse non è la più bella di questa stagione di Serie A ma di sicuro è la più originale. L’idea è la stessa di quei ristoranti che ti fanno una pala di pizza con due gusti: metà c’è una trama, metà un’altra. L’aspetto più interessante, però, è che le due trame sono meno diverse di quanto non sembri a un primo sguardo: semplicemente le linee rosse orizzontali diventano meno spesse nella seconda parte, accentuando il senso di velocità che immagino è stato pensato per i colpi dei calciatori. Una maglia che quindi potrebbe stare molto bene a quei giocatori dallo stile anfetaminico come Joao Pedro, Nandez (finché dura), Lykogiannis, un po’ meno su tutti gli altri. Non era facile abbinare il Cagliari a concetti come il futuro, il mutamento, la velocità eppure questa maglia ci riesce senza troppo sforzo.


8. Hellas Verona | prima

Scelta classica, ma con bellissima trama in filigrana e un profilo di Dante sul retro del colletto. Il Grande Poeta dovrebbe aver composto il Paradiso tra le mura veronesi. Se siete appassionati di letteratura...


7. Udinese | seconda

Come prendete l’idea di giocatori trasformati in enormi boccette di Pino Silvestre? Andare a marcare Pereyra e, per una strana forma di sinestesia, sentire nell’aria l’odore di dopobarba balsamico da supermercato? Io personalmente bene, perché all’estetica da mentina si abbina anche l’idea più alta del verde dei boschi della Carnia. Il gioco cromatico puntinato a scurirsi verso l’alto è fatto bene, pur mantenendo il carattere freddo artificiale che pare circondare l’Udinese, i suoi acquisti strani, il suo stadio colorato. Maglia che spicca anche rispetto alle altre due. La prima, nell’eterno dilemma su come montare i numeri sopra le righe, ha scelto di disegnare un quadrato nero. Effetto retrò, ma triste. Terza maglia che sconta l’idea che qualche creativo ha che fare una banda colorata di nomi sia una buona idea - il concetto però è non ironicamente bello: contiene tutte le città dove è presente una comunità friulana, anche se continuo a chiedermi come hanno fatto a contarle, quali dati prendono? Cosa si intende per “comunità friulana”?


6. Venezia | prima

Kappa aveva di fronte l’incubo di fare una maglia all’altezza della precedente, da più o meno tutti considerata una delle migliori maglie degli ultimi anni. Nike, per il suo ultimo anno col Venezia, aveva scelto di dare pari dignità a tutti e tre i colori sociali del club: arancione, nero e verde. Tre colori che non sono mai stati troppo bene insieme, ma che lo scorso anno avevano trovato magicamente grazia estetica. Kappa ha preso una strada più essenziale, e l’aver scelto di rendere il nero predominante ha creato una violenta polemica con la tifoseria. Alla fine degli anni ‘80 l’Unione Venezia è nata dalla fusione tra Venezia (neroverde) e il Mestre (arancione): dare la stessa ripartizione ai colori è quindi una questione politica e identitaria. Per darvi un’idea di quanto è seria la faccenda, nel 1999 per la stessa ragione i tifosi della curva costrinsero la dirigenza a ritirare una maglia troppo nera e a ridisegnarla da capo con più arancione presente. Tuttavia, questa maglia è bella, mi dispiace.


5. Juve | seconda

Dal passaggio a Adidas, le maglie della Juventus hanno dimostrato una certa attenzione alla contemporaneità. Per questa seconda maglia l’ispirazione è arrivata dalla notte torinese, da sempre legata alla musica elettronica. L’idea è quindi quella di riprendere lo stile un po’ fluo dei locali della notte - non so quanto volutamente - nel momento in cui questi locali hanno perso la loro centralità nella vita di molti. L’effetto è riuscito, anche se si poteva osare un po’ di più. Al total black dello sfondo si abbinano degli intarsi fluorescenti che dovrebbero rappresentare le luci dei club torinesi; l’effetto però non si nota bene da lontano, cioè guardando le partite della Juventus, lasciando l’idea di una maglia nera un po’ macchiata. Belle invece le strisce sulle spalle, meno il girocollo di un nero più intenso. Ottima da avere per quando i club riapriranno per davvero.


4. Spezia | prima

Si può fare una maglia bella avendo in mano molto bianco e un po’ di nero? Acerbis ci è riuscita. Senza fare voli pindarici la maglia dello Spezia ha quel fascino minimale delle maglie che non cercano di strizzare l’occhio al presente. Certo non avere uno sponsor da appicciare al centro è un vantaggio non da poco (specie se l'anno scorso lo sponsor era un'apparecchiatura), ma è anche grazie all’applicazione nei dettagli che questa maglia riesce. Il logo, ad esempio, messo a spezzare le due linee nere, ma anche il colletto classico e i bordi neri, che non si limitano alle maniche, ma anche al finale della maglia, che senza quella striscia nera forse sarebbe stata troppo bianca. Ovviamente vi devono piacere le maglie un po’ marziali, che richiamano a una realtà dove tutto è al suo posto, ma una maglia è una maglia, sarà poi il campo e il lavoro di Thiago Motta a dirci che versione dello Spezia ci abbineremo.


3. Milan | terza

Dopo le maglie dell’Europeo dell’Italia, la Puma prosegue con uno stile essenziale vicino a un’estetica street. La scritta Milan come il marchio del brand sparato a lettere cubitali sul petto - Fendi, Gucci, Balenciaga. Certo, magari vi può suonare tautologica la scritta Milan sopra il Milan, come Gervinho che aveva scritto Gervinho sul cappello. Il risultato però è oggettivamente bello, forse in campo la maglia perde un po’, ma recupera indossata tutti i giorni. Peccato per la grandezza, in proporzione, che occupa lo sponsor, che rispetto al design originale sporca un po’ l’idea della maglia.


2. Fiorentina | terza

La nuova maglia della Fiorentina è un omaggio alla stagione 1983/84, ma in generale riprende un po’ tutta l’estetica anni ‘80 della viola, che si può anche ritrovare nel film su Roberto Baggio uscito recentemente su Netflix. In questo tipo di richiami al passato si gioca spesso sul sicuro, anche se c’è sempre qualcosa di straniante nel passaggio da pensanti maglie dai colletti larghi alla tecnologia di oggi che Kappa spinge al limite con maglie attillate che sembrano disegnate sui corpi dei calciatori. In questo caso il risultato è gradevole, anche grazie allo stemma che sembra uscito da una loggia massonica. La prima maglia è classica, anche se i dettagli rossi sul colletto e le maniche stonano, questa terza è ambiziosa, nel contrasto tra due colori sparati, il giallo e viola. Forse sarebbe stata più bella senza le strisce bianche sopra e sotto lo sponsor o forse proprio con uno sponsor diverso, ma insomma stiamo pur sempre parlando di chi mette i soldi.




1. Inter | seconda

Quest’anno la Nike con l’Inter ha fatto all-in sull’estetica del Biscione. Ma se la prima maglia prova a portare direttamente la pelle del serpente sul corpo dei giocatori, la seconda fa un tentativo più minimale e forse anche più elegante. Il Biscione in questo caso si avviluppa sul busto dei giocatori, strisciando sul bianco della maglietta e facendo attenzione a mettere in risalto i dettagli giusti: la coda si attorciglia intorno allo stemma della Nike, una curva del corpo va a risaltare la forma del bicipite sinistro. I creativi della Nike hanno avuto anche il buon gusto di non mettere la testa del serpente, che avrebbe rotto il fragilissimo equilibrio tra capo di moda e tamarrata su cui tutte le maglie da calcio si poggiano. Il fatto che ci sia solo il corpo, come se ci fosse un lunghissimo serpente che lega tutti i giocatori di Inzaghi e di cui non vediamo il capo, forse la rende vagamente simile ai capi d’abbigliamento del brand Octopus ma gli permetterà di invecchiare bene e di essere ricordata con piacere anche tra qualche anno.




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