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Le nuove vesti della NBA
25 ott 2016
Le nuove uniformi e i nuovi loghi che vedremo in campo a partire da stanotte.
(articolo)
7 min
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La stagione NBA che sta per partire vanta già un interminabile elenco di motivi di interesse. E chi dovesse trovare il tempo e la voglia di scorrerli tutti, leggerà in fondo alla lista una nota storica: il 2017 sarà l’ultimo degli undici anni di contratto tra la National Basketball Association e Adidas, fornitore unico dell’abbigliamento tecnico e del merchandising della Lega più commercializzata del mondo.

Con queste premesse, e dopo la scorpacciata della scorsa stagione, era lecito attendersi che poche, pochissime squadre mettessero mano alla loro brand identity nel corso dell’estate, in attesa dell’insediamento di Nike. E così è stato.

Due restyling totali, che in realtà contano come uno e mezzo, e poche, sporadiche novità seminate tra le altre ventotto franchigie. Questo il magro bottino della off-season, in attesa delle consuete uniformi natalizie e di altre, estemporanee variazioni che troveranno spazio nel corso della stagione.

Utah Jazz

Perché uno e mezzo?

Perché quello operato dagli Utah Jazz, dal punto di vista delle tempistiche, è sicuramente uno dei restyling più particolari che si siano visti di recente nelle leghe professionistiche nordamericane.

Ricapitolando: nel 1996 i Jazz abbandonano la loro storica nota per un logo più montuoso e consono ai panorami del Beehive State. Un logo che in vent’anni di onorato servizio ha subito due sole variazioni al color scheme, l’ultima delle quali per tornare al giallo-verde-viola che proprio nel 1996 era stato abbandonato.

Un segno. Il primo passo di un processo di ri-acquisizione e rinnovamento del vecchio stemma, iniziato nel 2010 e consolidato lo scorso maggio con la presentazione ufficiale del nuovo parco loghi e delle nuove divise.

Salvo alcuni dettagli minori, il nuovo logo primario dei Jazz è tale e quale a quello che li accompagnò sin dalle loro stagioni in Lousiana. Un ritorno al passato che in tempi recenti era stato messo in pratica anche dagli Atlanta Hawks nel 2015 e dai Golden State Warriors nel 2010.

A corredo del nuovo simbolo è stato poi introdotto un quartetto di loghi parziali che trovano applicazione sia nelle nuove uniformi che andranno a vestire Hayward e soci, sia nel rinnovato parquet della Vivint Smart Home Arena. Un elemento che nel corso delle ultime stagioni ha acquistato sempre più importanza all’interno dell’identità delle singole franchigie.

Delle quattro uniformi presentate, quella di casa, trasferta e Alternate vanno a ricalcare quasi fedelmente le divise già in uso dal 2010, con le bande monocromo laterali che diventano tricolori più dinamici, e con l’utilizzo di un font inedito, arricchito dal preziosismo del taglio a 66°: la stessa inclinazione della scritta Utah Jazz nel primary logo.

La vera novità del set è rappresentata dalla divisa Pride: una jersey con le maniche viola decorata da un’ampia banda orizzontale bianca, gialla e verde, che si va a ripetere sulla gamba destra del pantaloncino. Un’uniforme che passerà tutto fuorché inosservata, e che è destinata inevitabilmente a polarizzare i sentimenti di tifosi e appassionati.

Sacramento Kings

La seconda franchigia ad aver operato un cambio di look completo sono i Sacramento Kings, autori di un restyling che si è andato ad inserire all’interno di una ristrutturazione sotto ogni aspetto: tecnico, dirigenziale, edilizio ed estetico.

Il nuovo logo principale dei Kings è, come per gli Utah Jazz, una commistione tra il passato e il presente della franchigia. Su uno scheletro che richiama in tutto e per tutto il logo che fu dei Cincinnati Royals prima, e dei Kings di Kansas City e Sacramento poi, infatti, sono stati versati i colori del più recente passato: quei grigio e viola che nel panorama sportivo nordamericano sono indiscutibilmente legati al nome dei Sacramento Kings.

Ad accompagnare il nuovo stemma, come di consueto, è stata presentato anche un ampio corredo di loghi secondari, che hanno trovato e troveranno spazio nel branding della nuova arena, nelle nuove uniformi e nel merchandising.

Oltre all’irrinunciabile corona, l’altro simbolo che si va a ripetere all’interno del set di loghi è il leone: sovrano del regno animale nell’immaginario comune, doveroso omaggio alla mascotte Slamson e al ruggito dell’arena più rumorosa del mondo.

A una manciata di settimane dalla presentazione dei loghi, anche le cinque nuove, scintillanti uniformi dei Sacramento Kings sono state svelate. Per un guardaroba che si presenta tra i più ben forniti della NBA. Alla classica divisa di casa bianca sono state affiancate due alternative molto simili, entrambe dominate dal viola, che differiscono unicamente per lo script frontale: Kings sulla divisa Away e SAC su quella battezzata “City”.

Più particolari le due canotte che completano il guardaroba Kings: una Global nera, decorata da una trama di S color antracite che le dona un aspetto caratteristico che per certi versi ricorda quello della canotta da trasferta degli Atlanta Hawks; e una throwback battezzata Baby Blue, riproduzione dei pigiami indossati da Sacramento tra il 1985 e il 1990.

L’intero restyling è stato posto sotto un unico cappello chiamato New Era Of Proud, per ricordare l’orgoglio e il senso di appartenenza dimostrati dalla città quando sei anni fa ha rumorosamente manifestato contro lo spostamento della franchigia. Con successo.

Nella capitale Californiana forse non saranno ancora stati in grado di mettere assieme una squadra competitiva, ma sanno senza dubbio come costruire, consolidare e alimentare una tifoseria.

E le altre ventotto?

Il resto della Lega non è certo stato a guardare. Pur senza mettere mano alle fondamenta delle loro identità, sono state diverse le franchigie che hanno aggiunto delle novità in vista della stagione 2016/2017. Chi riscuotendo discreti consensi, chi non andandoci nemmeno vicino.

Alla seconda categoria appartengono senza dubbio gli Orlando Magic, che hanno aggiunto alla loro collezione la Stars alternate: un riuscitissimo tentativo di superare, in negativo, la sleeved jersey grigia introdotta nel 2014.

Molto più successo hanno riscosso le nuove canotte dei Brooklyn Nets: versione smanicata delle alternate bianche in uso di recente ed esempio lampante di come si possano ottenere grandi risultati anche partendo da basi elementari.

Altre, poco significative novità sono state svelate dagli Washington Wizards, che onoreranno le truppe statunitensi con una canotta Stars & Stripes, e dagli Indiana Pacers, per celebrare la loro cinquantesima stagione nella Lega.

A proposito di anniversari: il 1° novembre 2016 scoccherà il settantesimo del primo incontro ufficiale dell’allora BAA, che vide affrontarsi i Toronto Huskies e i New York Knicks. Pur non esistendo una correlazione diretta tra la franchigia canadese di allora e quella di oggi, il fatto di essere le uniche due squadre della storia ad aver messo radici a Toronto basta e avanza per i Raptors, che celebreranno la ricorrenza vestendo la fedele riproduzione della divisa degli Huskies.

Restando a nord del confine, per omaggiare il Capodanno Cinese la franchigia che fa capo alla MLSE ha presentato una versione orientale della comune canotta da trasferta rossa, dove la scritta frontale è stata tradotta in ideogrammi.

Novità anche in Tennessee, dove i Grizzlies, solitamente quieti e poco avvezzi alle novità estetiche, hanno presentato una sleeved jersey dedicata alla memoria di Martin Luther King Jr, assassinato proprio a Memphis nel 1968.

L’uniforme, non trascendentale dal punto di vista estetico, contiene diversi riferimenti al luogo dove avvenne l’omicidio, il Lorranie Motel, oggi parte integrante del Museo Nazionale per i Diritti Civili: il verde acqua degli inserti, per esempio, ricalca fedelmente quello delle porte del motel, mentre al centro della maglia è stilizzata una corona bianca e rossa tale e quale a quella appesa alla balaustra dove King si trovava al momento degli spari.

L’ultima divisa ad esser stata introdotta in ordine cronologico è firmata Golden State Warriors, che per rendere omaggio all’era del terzetto Tim Hardaway-Mitch Richmond-Chris Mullin hanno coniugato l’attuale layout con lo script dei primi anni Novanta, dando alla luce un Crossover che porta a sei la conta delle loro uniformi, e delle quali non è certo la meglio riuscita.

In attesa di scoprire quali altre novità verranno a galla nel corso della stagione, circolano già alcune indiscrezioni su chi potrà rifarsi il look nella off-season 2017. Due nomi? Minnesota Timberwolves e Portland Trail Blazers.

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