
Nel dibattito e nell’analisi quotidiana su squadre e giocatori siamo portati a ragionare per “stagioni”, dimenticando quante cose possono cambiare nell’arco dei nove mesi tra fine agosto e inizio giugno, e forse attribuendo un peso fin troppo grande al sempre più breve intervallo che intercorre tra la fine di un campionato e l’inizio del successivo. A volte però fa bene cambiare prospettive e punti di vista, e visto che il 2024 si è appena concluso, è un ottimo momento per tracciare una linea e provare a decifrare quanto successo nell’ultimo anno solare, anche attraverso le statistiche.
Ecco alcune delle più curiose dalla Serie A e dagli altri principali campionati europei, tra quelle raccolte negli ultimi dodici mesi da StatsBomb.
Il dominio aereo dell’Arsenal è reale
A fine dicembre, dopo la vittoria sul Manchester United del neo allenatore Rúben Amorim con due gol da calcio d’angolo di Timber e Saliba, si è molto parlato dell’enorme efficacia dell’Arsenal di Arteta sui corner. I Gunners hanno segnato dodici gol in campionato da calcio d’angolo nel 2024, il maggior numero in Europa al pari del Bayer Leverkusen, e addirittura ventidue dall’inizio della scorsa stagione di Premier League ad oggi. Un numero elevato anche per una squadra tendenzialmente dominante e che riesce quindi a procurarsi molti tiri dalla bandierina.

L’Arsenal infatti è solo dodicesimo tra le squadre dei cinque principali campionati europei per corner tentati (224) e quinto per tiri sugli sviluppi da angolo (115), quindi con volumi alti ma non estremi, e visto il rapporto tra angoli e tiri, si intuisce un’ottima capacità di eludere le difese avversarie e arrivare al tiro in queste situazioni. Il numero di gol segnati non è del tutto estemporaneo o legato al caso, visto che l’Arsenal è largamente la squadra ad aver creato più xG su calcio d’angolo, 12.64, seguita dall’Inter a quota 10.99. L’Arsenal riesce quindi a creare occasioni pericolose dalla bandierina e anche a sfruttarle piuttosto bene, e non solo per la qualità dei battitori - Declan Rice su tutti, ma anche Saka e Ødegaard - e delle principali torri, Gabriel e Saliba, ma soprattutto grazie all’efficacia e ripetibilità dei suoi schemi, che per quanto ormai noti e ricorrenti, pochissime squadre sono riuscite a neutralizzare. Per questo nelle ultime settimane si è parlato tantissimo anche di Nicolas Jover, coach dei calci piazzati entrato nello staff di Arteta nel 2021, dopo essere passato anche dal Brentford, non a caso una delle squadre in Europa con l’approccio più attento e scientifico alla preparazione delle palle inattive. Un successo tale da aver portato recentemente i tifosi dell’Arsenal a dedicare un murales a Jover nei pressi di Emirates.
Non tutti i portieri sono fortunati allo stesso modo
Negli ultimi anni l’analisi delle performance dei portieri è molto migliorata, soprattutto grazie allo sviluppo di modelli di post-shot expected goals sempre più accurati e in grado di misurare la capacità di ciascuno nello sventare occasioni realmente molto difficili da parare, a differenza di quanto possibile fare con gli xG tradizionali. I normali expected goals possono infatti attribuire un valore di pericolosità molto elevato a un tiro - principalmente per via della posizione e del numero di ostacoli - che poi non finisce nello specchio e su cui il portiere non deve nemmeno intervenire, assegnandone invece uno basso a una conclusione dalla distanza, nonostante finisca poi all’incrocio dei pali rivelandosi quasi imparabile. Se ci pensate molto di quello che succede a un portiere non dipende da lui: il numero di tiri che deve affrontare è frutto principalmente dal lavoro dei suoi compagni e della fase difensiva in generale, e un altro aspetto che non può controllare e deve semplicemente subire è la precisione dei tiratori avversari. Un dato curioso è quindi quanti post-shot expected goals - xG che arrivano effettivamente in porta - un portiere deve fronteggiare rispetto a quelli pre-tiro delle occasioni concesse dai compagni, che racconta come qualche portiere sia più sfortunato di altri. Ad esempio il povero Oliver Baumann.

Baumann è un portiere molto esperto, con oltre quattrocento presenze in Bundesliga - da dieci stagioni difende la porta dell’Hoffenheim - e che a ottobre 2024, in Nations League, ha provato la gioia dell’esordio nella nazionale maggiore tedesca a trentaquattro anni. Dopo il settimo posto della scorsa stagione, in questa l’Hoffenheim sta faticando, e al momento è quartultimo con 14 punti in campionato. Facendo una media tra la seconda parte della scorsa stagione, in cui secondo le statistiche avanzate aveva concesso troppi gol rispetto ai psxG affrontati, e la prima parte di quella attuale in cui ne sta invece evitando, si può dire che Bauman abbia avuto nel 2024 un rendimento statisticamente mediocre ma non disastroso, ma anche molto sfortunato. Effettivamente la difesa dell’Hoffenheim complessivamente non lo ha aiutato, e con Baumann in campo ha concesso 51.09 xG, uno dei valori più alti dell’anno solare, che però si sono convertiti in 60.35 post-shot xG effettivi da gestire per il portiere tedesco. Baumann è infatti uno dei portieri con il rapporto più elevato tra psxG e xG affrontati, anche se ci sono stati colleghi in proporzione ancora più sfortunati, ad esempio Neto, che ha visto 22.36 xG diventare 29.48 psxG, oppure Alisson, passato da 21.13 a 26.8. D’altro canto ci sono stati anche portieri più fortunati da questo punto di vista, come Lecomte o Ter-Stegen, che complessivamente hanno dovuto affronare quasi sette post-shot xG in meno rispetto agli xG inizialmente concessi.
Un anno di grandi overperformance (ma anche underperformance)
Gol, assist ed expected goals sono alcune di quelle metriche su cui siamo abituati a ragionare quasi esclusivamente per stagioni o campionati. Questo vale anche per gli scostamenti tra reti effettivamente segnate ed expected goal, e per questo può essere ancora più interessante spostare il focus sull’anno solare.

Nella finestra di tempo del 2024 il maggior overperformer secondo il modello xG di StatsBomb è stato Alexander Sørloth, che considerando la sola seconda parte della Liga 2023/24 al Villarreal ha segnato 17 non-penalty gol da 6.21 npxG - +173% - e nella prima parte di quella corrente all’Atletico, pur non giocando molto, ne ha segnati 8 da 5.45. Insomma, le vacanze estive non sembrano aver intaccato l’efficienza realizzativa di Sørloth, che anche sommando i numeri prima e dopo il trasferimento a Madrid, rimane il terzo maggiore overperformer dell’anno solare con 25 non-penalty gol segnati a fronte di 11.66 npxG, superato da Matheus Cunha e De Ketelaere. Il dato ancora più incredibile è che Sørloth, a differenza dei colleghi, non ha segnato nessun gol da molto fuori l’area di rigore, quindi è stato davvero preciso nella conversione delle sue occasioni.

C’è però anche il rovescio della medaglia, e per un Sørloth che riesce a segnare con estrema efficienza le sue occasioni, c’è anche Chris Ramos, attaccate del Cadice, che nel 2024 non ha segnato gol su azione nonostante i 5.57 npxG accumulati, oppure Ezzalzouli, che ne ha segnato soltanto uno a fronte di 6.5 xG.

Quando poi tante underperformance individuali si sommano, finiscono per pesare sul rendimento della squadra, compromettendone anche i risultati. Ne è un esempio il Lecce, la squadra dei cinque principali campionati europei che nel 2024 ha segnato meno in proporzione ai propri xG, per la precisione 24 non-penalty gol da 36.06 xG rigori esclusi. Numericamente il principale artefice è Nikola Krstovic, che di gol su azione ne ha segnati 6, nonostante i 10 xG complessivi, oltre ad aver sbagliato anche dal dischetto.

Ci sono state però anche tante squadre che hanno superato nettamente le attese statistiche, come l’Atletico Bilbao o il Wolverhampton, che a fronte di un volume di xG simile a quello del Lecce - 38.28 e 34.46 - hanno segnato più del doppio dei gol, 56 e 51. Pensandoci, è una forbice davvero enorme in termini di gol segnati per squadre che hanno tutto sommato creato una quantità simile di occasioni e di qualità paragonabile.
L’Inter di Inzaghi rimane un squadra anomala
Nei momenti peggiori della gestione Inzaghi, quando l’Inter ha dovuto affrontare difficoltà o sconfitte brucianti, si è spesso puntato il dito sulla quasi totale assenza in rosa di giocatori in grado di giocare e vincere duelli individuali col pallone. Quello dell’Inter “che non dribbla” è diventato un leitmotiv ricorrente ogni volta che l’Inter non è sembrata all’altezza delle aspettative. Il tempo ha poi permesso a Inzaghi di sviluppare altri meccanismi che permettono alla squadra di risalire in campo e attraversare le linee avversarie in maniera diversa, ma resta il fatto che i nerazzurri rappresentano un unicum per approccio e stile di gioco tra le migliori squadre europee, e confrontandone i numeri in particolare con le altre che fanno parte del gruppo delle prime dieci per differenza tra non-penalty xG creati e concessi nel 2024, emergono parecchi elementi di discontinuità.

Il primo è proprio quello dei dribbling tentanti, una metrica per cui l’Inter con 276 tentativi registrati da StatsBomb nell’anno solare ricade in un percentile basso considerando tutte le squadre, con una distanza abissale rispetto a quelle d’élite come i 712 del Barcellona, i 694 del PSG o i 676 del Real Madrid.

Ma non solo: all’interno delle dieci squadre più performanti del 2024 secondo gli xG, l’Inter è anche l’unica a fare spesso ricorso ai cross per entrare in area avversaria, sia in termini di volume complessivo che di incidenza percentuale sul numero totale di passaggi in area di rigore. Sappiamo che non tutti i cross sono uguali, e negli ultimi anni abbiamo potuto apprezzare la crescente importanza dei cutback, che statisticamente portano a tiri molto pericolosi, ma anche in questo aspetto del gioco l’Inter si discosta dal trend attuale della maggior parte delle squadre più dominanti nei rispettivi campionati. Una differenza di approccio che non penalizza però l’efficacia della squadra di Inzaghi, e che anzi aggiunge forse ancora più valore al lavoro fatto dal tecnico nelle ultime stagioni.
Quando si parla di intensità, Liga e Premier sono su un altro livello
Nonostante il miglioramento dei risultati nelle competizioni europee delle squadre italiane degli ultimi anni, si parla spesso del gap tra le Serie A e la Premier League in particolare, sia dal punto di vista economico e dell’intrattenimento, ma anche da quello tecnico e atletico, e in particolare si parla spesso di intensità. Certamente anche la Serie A negli ultimi anni ha prodotto squadre in grado, se non di pareggiare, almeno da sapersi confrontare con questa intensità, ma per quanto riguarda il livello medio dei singoli campionati, le statistiche suggeriscono che il divario tra la Premier League e anche la Liga spagnola rispetto a Serie A, Bundesliga e Ligue1 è ancora ampio. Per quanto non sia esattamente usuale aggreagare dati e statistiche per intere leghe, è comunque interessante notare come i campionati inglese e spagnolo in media distacchino nettamente gli altri tre per tutte le metriche riconducibili al concetto di “intensità”: PPDA, pressioni, contropressioni, recuperi palla nella metà campo avversaria, e così via. In particolare la Premier League, se si aggregano i dati in questo modo, sembra una lega sotto steroidi: si tira di più, si accumulano più xG e si segnano di conseguenza più gol, ma si tentano anche più dribbling, duelli e azioni

Sicuramente il campionato inglese, grazie alle disponibilità economiche, può disporre di un livello tecnico mediamente più alto di giocatori anche nelle squadre di livello inferiore, ma sotto alcuni aspetti il tema diventa filosofico. Si tira e si segna di più perchè i giocatori sono tecnicamente e offensivamente migliori, o perchè si difende perggio rispetto ad altri campionati? Una lega in cui si segnano tanti gol è necessariamente migliore in termini tecnici e qualitativi, o solo come prodotto di intrattenimento?