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Le statistiche più "belle" della stagione 2017/18
05 giu 2018
I dribbling di Neymar, le occasioni create da Luis Alberto e altri grafici interessanti e belli da vedere.
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6 min
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Questo articolo è stato scritto con il supporto di StrataData, di proprietà di Stratagem Technologies. StrataData produce la StrataBet Sports Trading Platform e le StrataBet Premium Recommendations.

La stagione 2017/18 si è appena conclusa e, come ogni anno, è il momento di guardarsi indietro e tirare le fila di quello che è successo prima che la nostra attenzione venga definitivamente dirottata sui Mondiali. Per riordinare la grande quantità di dati e curiosità che sono emerse in questa stagione abbiamo deciso quindi di incorniciare alcuni trend statistici attraverso cinque grafici, per iniziare ad allargare il nostro punto di vista riguardo ai principali avvenimenti nei principali campionati europei.

Al PSG Neymar è diventato il più grande dribblatore della storia recente

Il primo grafico riguarda i migliori dribblatori dei 5 principali campionati europei, per quanto riguarda sia i dribbling tentati che quelli riusciti. A quanto pare, Neymar si è molto divertito nella sua prima stagione al PSG, dove ha ricevuto un’alta quantità di palloni ed ha avuto la libertà di tentare quasi 11 dribbling ogni 90 minuti. Per dare un’idea dell’insensatezza di questo numero: se prendiamo in considerazione questa stagione (i pallini rossi sul grafico), solo due giocatori (Emre Mor e Felipe Anderson) hanno tentato più di 8 dribbling ogni 90 minuti e nemmeno giocatori come Messi e Hazard sono riusciti ad andare oltre questa cifra.

I numeri di Neymar rimangono incredibili anche se li confrontiamo con quelli dei migliori dribblatori delle ultime otto stagioni (cioè a partire dalla stagione 2009/10 in poi). L’unico giocatore a riuscire a superarlo, in realtà, è Adama Traoré nella stagione 2016/17, quando giocava in Premier League con il Middlesbrough. Quest’anno Traoré ha giocato in Championship (sempre con il Middlesbrough), dove ha completato 262 dribbling, cioè 9,7 ogni 90 minuti.

Con i punti di quest’anno, il Napoli avrebbe vinto 15 delle ultime 19 Serie A

Come ogni anno, all’inizio di questa stagione ci si chiedeva se qualcuno sarebbe riuscito ad impedire alla Juventus di vincere il settimo Scudetto consecutivo. Con il passare delle settimane questo auspicio è diventato sempre più concreto, grazie all’incredibile continuità di rendimento del Napoli di Sarri che, in un certo senso, si è comportata “da Juventus”. La forza della squadra partenopea ha fatto sì che la Serie A fosse l’unico campionato in Europa ad offrire un testa a testa reale fino alle ultime giornate, anche se la Juventus alla fine è riuscita comunque a vincere il campionato.

Nonostante ciò, la stagione azzurra non dovrebbe essere comunque data per scontata. Il Napoli ha finito il campionato con una media di 2,39 punti a partita, che la rende la migliore squadra della Serie A nel 21esimo secolo a non vincere il campionato. A dire il vero, con i punti del Napoli si sarebbero potuti vincere 15 degli ultimi 19 campionati (dal 1999/2000 cioè). Se contiamo anche i vincitori, solo il Milan 2003/04, l’Inter 2006/07 e la Juventus 2013/14 hanno fatto meglio della squadra di Sarri quest’anno. Se allarghiamo lo sguardo ai 5 principali campionati europei nel 21esimo secolo, poi, solo il Real Madrid (per tre volte) è riuscita ad ottenere più punti in una stagione senza vincere il campionato.

Szczesny, Alisson e Reina sono i migliori a giocare con i piedi in Serie A

La capacità dei portieri di giocare con i piedi e contribuire alla prima costruzione della propria squadra è fondamentale nel calcio contemporaneo perché permette di far risalire il pallone in maniera fluida e di bypassare il pressing offensivo avversario. I portieri più moderni ormai sono tecnicamente molto abili nel gioco a terra, diventando delle vere e proprie fonti di gioco: Ederson e ter Stegen sono gli esempi più luminosi, ma ovviamente non sono gli unici. In particolare, la capacità di rilanciare lungo (cioè oltre i 23 metri, secondo la definizione di Whoscored) in maniera precisa è fondamentale quando il portiere e i difensori sono pressati in maniera aggressiva e il rilancio è quindi l’unica opzione possibile.

Il grafico in questione mostra l’accuratezza di passaggio generale e quella dei passaggi lunghi della Serie A dalla stagione 2009/10, con i palloni rossi che indicano i portieri nella stagione appena conclusa. Quest’anno i portieri che si sono davvero distinti in quest’ambito sono stati Szczęsny, Alisson e Reina. È interessante notare che negli ultimi anni i migliori portieri nel gioco con i piedi hanno tutti giocato o per la Juventus o per la Roma. Dal grafico, inoltre, si può notare quanto Buffon sia riuscito a tenersi al passo con i tempi negli ultimi tempi, almeno fino al 2014.

Il portiere del Betis ha fatto gli stessi assist di Bale

Nonostante ormai facciano quasi tutti parti della prima costruzione e della circolazione palla in difesa, però, solo alcuni portieri sono in grado di dare un contributo diretto alla manovra offensiva della propria squadra. Quest’anno il caso più famoso è stato il gol di testa di Brignoli contro il Milan, che ha permesso al Benevento di guadagnare il primo punto in Serie A della sua storia. Altri nove portieri sono riusciti a tirare verso la porta da una situazione di palla inattiva nei cinque principali campionati europei quest’anno, ma solo Brignoli è riuscito a segnare.

Ci sono però altri esempi di portieri che contribuiscono direttamente alla creazione di pericoli offensivi. Il portiere del Betis, Antonio Adan, quest’anno è stato il migliore nei cinque principali campionati europei in questo senso, creando 4 occasioni da gol e 2 assist in campionato, tanti quanti quelli di Gareth Bale. L’unico altro portiere ad aver creato 4 occasioni da gol in Europa è Nick Pope del Burnley. Altri portieri, invece, utilizzano la loro capacità di dribbling per eludere il pressing alto delle squadre avversarie. Nei cinque principali campionati europei, i portieri con il più alto numero di dribbling riusciti sono stati Mike Maignan del Lille (9, quanti quelli di Wayne Rooney) e Alisson della Roma (6).

Luis Alberto è uno dei migliori creatori di gioco in Europa

Il quinto e ultimo grafico mostra il contributo offensivo dei giocatori nei cinque principali campionati europei per la stagione appena passata, basandosi su tre parametri: non-penalty goals segnati, passaggi chiave e third pass ogni 90 minuti. Per chi non lo sapesse: i non-penalty goals sono le reti ad esclusione dei rigori, i passaggi chiave quei passaggi che portano ad un tiro e i third pass i passaggi che portano ad un passaggio chiave. Conteggiare i third pass all’interno del contributo offensivo di un giocatore può sembrare eccessivo ma spesso, per la creazione di occasioni da gol, risultano più decisivi e difficili da fornire rispetto agli assist stessi.

Le assi sono ruotate di 45 gradi in modo da distinguere in maniera ancora più chiara i giocatori dal maggiore contributo offensivo, come Özil e De Bruyne, e i pallini sono più rossi e grandi se il giocatore ha più non-penalty goals. La sorpresa più significativa, in questo senso, è Luis Alberto, che è di fatto il giocatore con il maggior contributo offensivo in Serie A. Nel resto d’Europa i giocatori che riescono a superarlo da questo punto di vista si contano sulle dita di una mano. D’altra parte, avere delle statistiche di alto livello sia per quanto riguarda i passaggi chiave che i third pass è estremamente difficile e solo pochi giocatori eccezionali ci riescono. Messi, in questo campo, è senza dubbio l’esempio migliore.

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