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Libri di tennis che potete regalare agli altri o a voi stessi
21 dic 2020
21 dic 2020
È uno dei pochi sport che potete ancora giocare, quindi ecco qualche testo per appassionarvi.
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Dopo il tennis, i libri di tennis sono una delle cose migliori che esistano, e a differenza del tennis si possono usare anche dopo mangiato oppure quando non c’è nessun altro che voglia giocare. Non perché il tennis sia lo sport più raccontato, né quello raccontato meglio. Forse per le sue origini aristocratiche non ha mai avuto bisogno di legittimarsi conquistando l’immaginario collettivo, ed è vero che il calcio, il basket, il baseball hanno librerie più interessanti. Ma nessuno sport quanto il tennis è legato all’esperienza della scrittura: individuale, frustrante, dove si può migliorare all’infinito senza mai arrivare alla perfezione. Questioni di stile: paratassi o ipotassi, colpi piatti o lavorati?

Per farvi trovare preparati alla conversazione quando il regalo sarà scartato, prima della guida c’è un approfondimento indispensabile. L’età dell’oro del tennis italiano era ferma agli anni settanta: all’inizio dell’era Open l’Italia vinceva la Davis e le scuole tennis di tutto il paese si riempivano di ragazzini con pantaloncini corti e racchette di legno; long story short cinquant’anni dopo quegli stessi ragazzini sono ancora in cima alle classifiche dei circoli. Perché ora parliamo di Rinascimento?

Il primo motivo è il più tecnico: la FIT, da qualche anno, sta investendo tantissimo. Dal 2021 le ATP Finals, il torneo più ricco e spettacolare del tour, si giocheranno a Torino per quattro anni. Milano ha le Next Gen Finals, e gli Internazionali di Roma sono stati l’unico Master 1000 giocato su terra quest’anno, ma non si tratta solo di tornei. Gli investimenti hanno a che fare con tutta la crescita del movimento degli ultimi anni: Supertennis, il primo slam Open italiano di Francesca Schiavone, e i risultati dei centri tecnici federali sempre in crescita.

Il secondo motivo è Jannik Sinner e la nuova generazione di tennisti giovani e fortissimi che vincono e scalano le classifiche: Lorenzo Musetti, Matteo Berrettini, Lorenzo Sonego, e l’incredibile scalata di Martina Trevisan al Roland Garros. Per quanto uno sport individuale sia meno legato alle dinamiche di tifo, è difficile non appassionarsi a un giovane italiano che riesce a esprimersi ai massimi livelli di uno sport così ricco di tradizione - ma in cui non abbiamo mai espresso giocatori formidabili.

Il terzo e ultimo motivo è il tocco inconfondibile del 2020: con la pandemia il tennis è stato consacrato Lo Sport Più Sicuro, e, dpcm dopo dpcm, vecchie racchette sepolte negli armadi tornano alla luce. Quale sport meglio del tennis per sfoggiare outfit vintage e sentirsi elegantissimi anche se fuori forma?

Perciò lo Zeitgeist impone di saper scegliere e regalare un libro sul tennis come si deve. Un libro, perché l’abbigliamento da tennis è bellissimo, ma rischiate di sbagliare la taglia; una racchetta è un super-regalo, ma rischiate di sbagliare tutto. Qui trovate la guida scientifica, definitiva, al regalo perfetto per ogni tipo di lettore.

Per il lettore estraneo, che non sa nemmeno come si contano i punti: il bello di questa guida è che c’è un libro di tennis anche per lui.

Open di Agassi, che non può non piacere, perché è un capolavoro. Unico dubbio: che sia stato già letto.

Some People Think I’m A Shoe di Stan Smith, categoria coffee table book.

Divina di Gianni Clerici, perché è la storia bellissima di come più di cent’anni fa il mondo faceva la fila per vedere una tennista francese di nome Suzanne Lenglen.

Le storie del tennis delle origini sono sempre assurde, raccontano di un’idea di mondo diverso e di un classismo così spesso che si taglia col coltello. Questo libro di Clerici non fa eccezione e il suo stile, delicato e appuntito, sembra uscire direttamente da quel mondo. Una delle poche penne che riesce a mimetizzarsi nell’universo narrativo di inizio secolo travestendosi da coevo. Clerici però riesce a restituire una tridimensionalità a Lenglen e a quel tennis che ce lo fanno sembrare anche meno lontano di quanto pensiamo. Restituire vita al passato è uno dei poteri della scrittura.

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Money di Martin Amis, per girarci intorno, stile Woody Allen.




Per il newcomer, che ha scoperto il tennis da poco: libri per passare dall’innamoramento all’ossessione

Il gioco interiore del tennis di Timothy Gallwey, Perfetto se volete affinare il vostro gioco mentale trasformando il tennis in un esercizio meditativo. L’idea di Gallwey è che per giocare bene a tennis serva sgombrare la propria testa dai pensieri, raggiungere uno stato di presenza/assenza simile alla trance. Un libro perfetto da regalare al vostro amico che si arrabbia troppo dopo gli errori, che ha già sfasciato un paio di racchette e che in generale trasmette troppa energia negativa, in campo come nella vita.

Essere John McEnroe di Tim Adams, forse uno dei più bei libri biografici letti nella mia vita, di certo uno dei più sottovalutati. Tim Adams è un giornalista dell’Observer e il suo stile, in effetti, è asciutto e documentale, da uno abituato a scrivere sui giornali. Ma la precisione delle sue descrizioni e l’acume delle sue interpretazioni sul personaggio sono sempre affilate, da scrittore vero. Il McEnroe che esce dal libro è lui, il personaggio stereotipico pieno di tic, ma è al contempo più complesso di così. Anche il vero maniaco di McEnroe troverà in questo libro angoli e luci tutte nuove.

500 anni di tennis di Clerici, must have per comodini formato grande.

Terribile splendore di Fisher, perché ogni tanto è giusto anche piangere.




Per l’appassionato di lunga data: libri per chi sa già quasi tutto

Tennis di Rene Lacoste

Una piccola meraviglia d’altri tempi, che in copertina ha ovviamente il coccodrillo. Avrete l’impressione di regalare un libro marca Lacoste e questo è buffo ma anche divertente. Come quella di Fred Perry, anche la storia di Lacoste è incredibile dal punto di vista tennistico e magari non la conoscete. Lacoste è uno dei “quattro moschettieri” che vinse la Coppa Davis contro gli Stati Uniti nel 1927, era molto forte oltre che molto elegante.

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The Physics and technology of tennis di Rod Cross, se siete appassionati ed espertissimi ma tuttavia vi sfuggono le questioni della fisica al di sotto di una partita di tennis, e al contempo non vi accontentate di Tennis, Tv e Trignometria. Un libro davvero complesso in particolare se non avete nozioni di fisica, ma che magari vi aiuterà a compiere il percorso inverso: dalla passione per il tennis a quella per la fisica.

Game set match di Hodginkson, per chi ama i particolari tecnici.

Il tennis Strindberg e l’elefante di Lars Gustafsson, romanzo di design scandinavo che va bene per tutti i gusti.

Tennis court di Giasco Bertoli, il più raffinato di tutta la lista.




Per chi ha smesso: libri per il primo amore che non si scorda mai

Steffi Graf di Elena Marinelli, appena uscito, perché come si fa a non amarla? Ne potete leggere un’estratto qui.

L’uomo che baciava le nuvole di Roland Garros, la storia di Roland Garros aviatore, per far pensare subliminalmente al tennis mentre in realtà si parla di aerei.

Sei chiodi storti di Cresto Dina, sulla storia della Davis italiana e la finale del 1976 nel Cile di Pinochet

Tennis di McPhee, perché la copertina speciale della piccola biblioteca Adelphi dovrebbe convincervi di per sé. Se non vi basta dovreste sapere che questo è uno dei libri di sport meglio scritti di sempre: è difficile riuscire a raccontare meglio così delle gesta sportive, una partita di tennis. Se non vi basta neanche questo: la storia di Arthur Ashe è potente e stranamente poco conosciuta.




Per i Next Gen: libri per tutte le età

Il giardino dei Finzi Contini di Bassani, perché è uno dei più bei romanzi di formazione, romanzi storici, storie d’amore di tutta la letteratura.

Goat di Emanuele Rosso, graphic novel sul più grande tennista di tutti i tempi.

Vite brevi di tennisti eminenti di Matteo Codignola, perché così potrete farvi una cultura su cos’era il tennis della prima metà del novecento. Il tono e la scrittura di Codignola descriveranno un mondo che non era di nemmeno un secolo fa, sembra il ‘600 piuttosto per quanto la società e l’approccio alla vita in generale erano diversi. Il tennis non sembra neanche sport, e infatti non lo era. Se vi piace la nostalgia verso un’epoca che probabilmente non è esistita se non nei nostri ricordi immaginari, scegliete il next gen più malinconico che conoscete e regalategli questo libro.

Citizen di Rankine, perché la poesia si capisce meglio da ragazzini.




Per voi stessi

Infinite Jest di David Foster Wallace, se ne parla poco ma è uno dei più bei libri che siano mai stati scritti sul tennis. Questo è usato anche per descrivere e parlare di altro, che però ha a che fare in maniera essenziale col tennis. Infinite Jest parla di tennis con più sottigliezza e profondità di quanto non facciano i saggi che Wallace ha dedicato esplicitamente a questo sport. Solo dopo che l’avrete letto, però, potrete pensare di regalarlo a qualcuno.

Vincere sporco di Gilbert, da prendere se siete uno di quei tennisti da circolo che abbinano poco talento a grande ambizione. Gilbert vi offre qualche dritta per far impazzire tennisti migliori di voi. Vi insegna a essere più furbi e calcolatori, cercando di colmare con l’astuzia le vostre lacune tecniche.

Inarrestabile di Maria Sharapova, perché quest’anno si è ritirata, ma ha ancora tutto da insegnare.

Filosofia del tennis di Magnani, per ripassare filosofia e storia del tennis in un colpo solo.




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