Questo articolo è già uscito in una versione in inglese sul blog di Wyscout. Abbiamo scelto sei giovani interessanti dalla Ligue 1, Mounir Chouiar e Hichem Boudaoui sono i primi due della lista. Abbiamo tenuto fuori quelli troppo conosciuti come Kylian Mbappé o quelli di cui avevamo già scritto come Eduardo Camavinga, di cui potete leggere qui. Buona lettura.
Mounir Chouiar, Djion - Francia Under 21, 1999
Di Federico Aqué
Alla fine della scorsa stagione il Lens ha perso contro il Digione lo spareggio per essere promosso in Ligue 1. Mounir Chouiar era in campo con il Lens nel playoff perso, ma è riuscito comunque a fare il salto di categoria firmando proprio con il Digione nell’ultimo giorno di mercato della scorsa estate. Chouiar ha 21 anni, gioca prevalentemente da esterno sinistro ma può essere schierato anche sulla fascia opposta o al centro sulla trequarti. È alla sua prima stagione in Ligue 1 ma è già uno dei giocatori più importanti per il Digione, che anche quest’anno lotta per non retrocedere.
Nella squadra allenata da Stéphane Jobard è il più sollecitato quando si tratta di guadagnare metri e creare vantaggi nella metà campo avversaria attraverso i dribbling. Il Digione non ha infatti una manovra molto elaborata, ricorre spesso ai lanci lunghi e in Ligue 1 è tra quelle che completa meno passaggi nella trequarti: con 46,33 passaggi tentati in media a partita ha il quinto dato più basso del campionato. A far risalire la palla sono soprattutto le conduzioni dei trequartisti. Per dribbling tentati (26,79 per 90 minuti) il Digione è all'ottavo posto e buona parte del merito è di Chouiar, il decimo giocatore che dribbla di più in campionato (7,85 tentativi di dribbling per 90 minuti) e il più giovane tra quelli presenti nella top 10.
I dribbling di Chouiar sono concentrati a sinistra nell’ultimo terzo di campo, e sono aumentati da quando è passato al Digione.
Chouiar sa dribblare in campo aperto ma anche in situazioni statiche e in spazi stretti. Ha un grande controllo di palla e per il Digione è importante sia come riferimento in uscita dalla difesa o dopo un recupero, quando può far guadagnare molti metri con una conduzione, sia quando riceve da fermo e con l’avversario davanti nella trequarti avversaria. In quei casi può sia portare la palla verso il centro che andare sul fondo, e per chi lo affronta è davvero difficile leggere le sue intenzioni. Il gioco del Digione gli dà molte occasioni per correre palla al piede in spazi ampi ma Chouiar sa anche rallentare e con il dribbling può aprire difese chiuse negli attacchi più manovrati. Insomma, non dribbla solo sfruttando la sua velocità, sa ragionare e ha un vasto repertorio di finte e trucchi per battere il suo avversario.
Certo, a volte tende a insistere con i dribbling e le sue scelte dopo aver saltato l'avversario non sono sempre efficaci, ma è un aspetto che può migliorare acquisendo esperienza. Ne è consapevole anche lui: «Essere continui è la cosa più difficile, specialmente per i giocatori offensivi. Guardiamo sempre alle statistiche e bisogna essere continui. A me stesso dico che in ogni partita devo essere decisivo».
Di recente sembrava davvero poter incidere su ogni partita del Digione. Prima ha segnato un gol bello ma inutile in Coppa di Francia, in una sconfitta per 6-1 contro il Paris Saint-Germain. Ha intercettato un passaggio di Ander Herrera a centrocampo e, dopo aver attraversato la metà campo del PSG palla al piede, ha calciato con delicatezza dal limite dell’area, mandando la palla all’angolino lontano con l’interno del piede destro. Tre giorni dopo ha realizzato una doppietta in campionato contro il Bordeaux, ricevendo entrambe le volte nel corridoio interno a sinistra alle spalle del terzino avversario dopo una circolazione della palla da destra a sinistra. Nel primo caso ha potuto scattare in campo aperto verso la porta e ha battuto facilmente il portiere, mirando l’angolo più lontano con l’interno destro. Nel secondo caso ha invece affrontato il terzino, lo ha disorientato con una finta a rientrare sul destro e ha evitato il raddoppio del difensore centrale calciando a giro sul secondo palo, un tiro sul quale il portiere non ha nemmeno provato a intervenire.
La giornata successiva contro il Monaco si è infortunato alla caviglia sinistra dopo tre minuti, compromettendo quindi la parte finale del campionato. Per quanto visto finora, Chouiar resta comunque uno dei migliori rookie della Ligue 1.
Hichem Boudaoui, Nice-Algeria, 1999
Di Daniele Manusia
Hichem Boudaoui è arrivato a Nizza poco prima di compiere vent’anni, dopo un’intera stagione da titolare nel Paradou, squadra arrivata terza nell’ultimo campionato algerino, e dopo aver vinto la Coppa d’Africa insieme a Mahrez, Feghouli, Bennacer e Atal, suo nuovo compagno in Ligue 1. Ha giocato poco: titolare solo la terza partita del girone, contro la Tanzania, una specie di premio che gli ha dato Belmadi con la squadra già qualificato; poi una decina di minuti agli ottavi contro la Guinea (col punteggio già sul 3-0). Ma a volte, in una competizione internazionale così importante, basta un’azione per rubare l’occhio. Quell’azione la potete cercare nel secondo tempo contro la Tanzania, quando Boudaoui ha controllato un pallone difficile a centrocampo con un stop al velcro e poi, pressato, anziché disfarsi della palla l’ha protetta in conduzione, liberandosi dell’avversario alle spalle e dribblandone un altro.
Quando lo ha presentato alla stampa, il suo nuovo allenatore Patrick Viera lo ha definito un “box-to-box”, sottolineando due qualità principali: l’energia con cui può coprire molto campo e la grande qualità tecnica. Uno dei suoi vecchi allenatori lo ha definito “un giocatore onnipresente” e per capire le sue qualità tecniche basta pensare che nel centro di formazione del Paradou i primi anni i ragazzi si allenano a piedi nudi per aumentare la sensibilità e che gli esercizi sono mirati a svilupparne l’intelligenza e soprattutto la capacità di conservare la palla. Boudaoui non è un funambolo della trequarti, quanto piuttosto una mezzala o un centrocampista centrale molto tecnico. Ottimo sia in fase di recupero che nella gestione del possesso palla, grazie soprattutto a una straordinaria capacità di resistere alla pressione avversaria.
La sua migliore partita però l’ha giocata contro il Lione (una vittoria 2-1) a inizio febbraio, da esterno destro del 4-4-2. Sulla fascia Boudaoui può sfruttare il suo dinamismo e la tecnica in conduzione: al ventesimo del primo tempo ha fatto espellere il terzino destro Marçal, poi ha effettuato un assist per Dolberg con un cross basso. Anche in questa posizione ha confermato una grande qualità che gli permette di giocare spesso a un tocco, perdendo pochissimi palloni. Vieira si è detto sorpreso della sua intelligenza tattica e nelle partite successive lo ha fatto sempre giocare esterno, fino alla partita contro il Nimes in cui un intervento scomposto in scivolata (ma non cattivo) gli è costato il rosso e quattro giornate di squalifica.
È troppo presto per capire se Boudaoui si adatterà definitivamente come giocatore di fascia o se Vieira lo farà giocare con la costanza dell’ultimo mese. In prospettiva è interessante rivederlo in mezzo al campo, con dei calciatori vicini con cui associarsi in un gioco a pochi tocchi e poi partire, quando trova spazio, in conduzione. A vent’anni appena compiuti, al primo anno in Europa, sta facendo vedere cose interessanti che lasciano pensare a un futuro ancora più radioso.