Ancora prima che l'arbitro fischiasse l'inizio della partita c'era la sensazione che la trasferta al Pierre Mauroy di Villeneuve-d’Ascq, casa del Lille, non sarebbe stata semplice per la Juventus di Thiago Motta. Gli uomini di Bruno Génésio avevano già battuto in casa il Real Madrid e, forse in maniera forse ancora più sorprendente, l'Atletico al Wanda Metropolitano, e in campionato stanno andando piuttosto bene (al momento sono quarti a soli due punti dal Marsiglia secondo).
La Juventus invece non sembrava in forma scintillante. In Champions League la squadra di Thiago Motta era reduce dalla brutta partita persa in casa contro lo Stoccarda, un match in cui era stati dominata in ogni aspetto del gioco dagli avversari, e in campionato, prima della trasferta vittoriosa di Udine, era stata fermata allo Stadium dal Parma. Anche il calendario europeo rendeva questa sfida ancora più delicata: nei prossimi due turni la Juventus sarà infatti impegnata in trasferta contro l’Aston Villa e in casa contro Manchester City. Insomma: c'era la pressione di fare punti.
Il possesso palla della Juventus
Coerentemente con la propria filosofia di gioco, la prima preoccupazione di Thiago Motta è stata quella di prendere possesso del pallone, anche in maniera prudente, per toglierlo dai piedi dell’avversario e così controllare la partita e minimizzare i rischi. In maniera piuttosto conservativa la Juventus ha iniziato utilizzando per consolidare il possesso una linea arretrata a quattro difensori, senza troppe rotazioni o tagli interni dei terzini. Davanti alla linea arretrata Locatelli si muoveva a supporto della costruzione, mentre Thuram e Koopmeiners si disponevano rispettivamente sul centro-sinistra e sul centro-destra a diverse altezze, con l’olandese che partiva più vicino a Vlahovic e il francese più basso ed aperto in ampiezza. A completare la struttura tattica, c’era la posizione aperta di Yildiz e Conceição, schierati praticamente con i piedi sulla linea. L’idea era quella di dilatare le distanze degli uomini di Génésio.
Il Lille si disponeva invece con una sorta di 4-2-4 con i due esterni, Zhegrova e Sahraoui, e il trequartista Gomes, sulla stessa linea del centravanti Jonathan David. La prima linea di pressione, composta quindi da quattro giocatori, aveva il compito di schermare il centro del campo, lasciando alla Juventus solamente lo sviluppo laterale, coperto, in seconda battuta dallo sforzo in orizzontale dei due interni André e l’ottimo classe 2007 Bouaddi - il più giovane calciatore ad avere mai esordito in una competizione europea (per la precisione: a 16 anni e 3 giorni, contro gli islandesi del KÍ Klaksvík, in Conference League, il 5 ottobre dello scorso anno).
La Juventus costruisce a quattro, il Lille disegna una prima di linea di pressione che protegge il centro. Dietro, i due interni devono coprire tutto il centrocampo.
Le fasi iniziali della partita hanno visto le due strategie "incastrarsi" quasi alla perfezione. Da una parte la Juventus che sembrava ben contenta di non forzare le giocate e che quasi volontariamente seguiva l’invito degli avversari a prendere con cautela vie laterali (dove le eventuali transizioni del Lille a palla persa sarebbero state meno pericolose). Dall'altra il Lille, tenendo il suo blocco ad altezza media ben compatto ed attivo, concedeva alla Juventus una circolazione palla perimetrale, anche a costo di cedere il possesso agli avversari.
In questo contesto, la Juventus è riuscita a creare situazioni potenzialmente pericolose quando riusciva a isolare in posizione avanzata Yildiz o Conceição, raggiungendoli con lunghi cambi di gioco dopo avere fatto spostare tutto il blocco difensivo del Lille da un lato all'altro del campo.
Il pressing bianconero
Quando invece doveva recuperare palla, la Juventus aveva un approccio più aggressivo e complesso. In fase di impostazione dal basso, i francesi tenevano molto aperti i due terzini – Mandi a destra e Gudmunsson a sinistra - probabilmente con l’intento di dilatare la linea della prima pressione bianconera, mentre la squadra di Thiago Motta provava a forzare il pressing aggredendo con gli esterni provenienti dal lato debole i centrali difensivi di Génésio. Il Lille, non potendo far circolare il pallone in orizzontale, ha quindi provato spesso il lancio lungo del centrale o del portiere Chevalier direttamente verso i terzini sul lato opposto, dove avevano tempo e spazio per ricevere.
Nonostante questo, la Juventus è stata molto abile a scalare le marcature verso l’esterno durante il tempo del lungo viaggio del pallone verso i terzini, che tra l'altro erano i giocatori tra quelli del Lille meno dotati tecnicamente (e quindi più in difficoltà a gestire questi palloni complicati).
Yildiz pressa il centrale di destra Diakité su un pallone proveniente dal lato sinistro della difesa del Lille. Diakité controlla male e la Juventus recupera palla e crea un'occasione potenzialmente pericolosa. Dalla terza immagine invece un'altra azione: Conceição prosegue il proprio pressing oltre il proprio primo riferimento e aggredisce il portiere Chevalier, costretto al lancio lungo verso il terzino sinistro Gudmunsson che gode di relativa libertà proprio grazie al movimento dell'esterno della Juve. Locatelli, però, è abile a scalare su Gudmunsson, rubare palla e servire in area Vlahovic, che però si vede parare il tiro.
In questo modo la Juventus ha vinto la sfida per il dominio del possesso e ha di fatto reso inoffensivo il Lille nelle fasi di attacco posizionale, che comunque sono state molto rare. Forse non è un caso che, nonostante l'attenzione della Juventus nella riaggressione a palla persa, gli unici due tiri in porta del Lille nel primo tempo siano nati da transizioni offensive.
Nella prima, al terzo minuto di gioco, è stato Thuram a perdere palla a seguito di una conduzione palla nella propria metà campo. Il Lille ha trovato velocemente David, il cui tiro dal limite è stato ben respinto dalla difesa bianconera stretta a protezione della porta di Di Gregorio.
Nella seconda, invece, è stato il talento di Zhegrova e le qualità nei movimenti di smarcamento e nella finalizzazione di David a prevalere sulla riaggressione delle Juventus dopo una palla persa ingenuamente da Conceição al limite dell’area di rigore avversaria.
C'è da dire che, nonostante la palla persa da Conceição, la Juve era comunque ben posizionata per la transizione difensiva con i due interni sotto la linea del pallone e tre difensori ancora dietro. La palla però rimpalla verso Zhegrova, che è fenomenale nell’aggirare Cabal in dribbling e condurre. La Juve continua ad avere ampia superiorità numerica contro il solo David, che però attacca bene la profondità. A fare la differenza, in questo caso, è la precisione e il tempismo del filtrante di Zhegrova. Forse Cabal avrebbe potuto fermare Zhegrova con un fallo, forse Kalulu avrebbe potuto coprire meglio la profondità, ma per me è più giusto dare i meriti al talento dei due uomini offensivi del Lille.
La posizione di Thuram
Con lo svantaggio, la Juventus ha iniziato a rischiare di più in fase di possesso, muovendo il pallone con qualità e utilizzando le fasce per abbassare sempre di più gli avversari. In questa fase della partita sono stati particolarmente importanti i movimenti di Cambiaso e Thuram che, posizionandosi sull’esterno, in posizione più arretrata rispettivamente di Conceição e Yildiz, permettevano alla Juventus di risalire il campo e muovere il blocco difensivo del Lille.
Thuram e Cambiaso si smarcano aprendosi alle spalle della prima pressione del Lille, fornendo un appoggio sicuro per la risalita del pallone.
Era la posizione di Thuram, in particolare, a scombinare i piani difensivi di Génésio. Se, infatti, sul lato sinistro dello schieramento del Lille l’esterno Sahraoui seguiva i movimenti di Cambiaso, sul lato destro Zhegrova era impegnato in alto a formare la prima linea di pressione assieme a Gomes e David.
Col terzino destro Mandi bloccato dalla posizione aperta di Yildiz, era l’interno André a dover uscire per andare a contrastare Thuram, destabilizzando l’intera struttura difensiva del Lille e arrivando spesso in ritardo sulla chiusura.
Thuram riceve larghissimo alle spalle di Zhegrova. Mandi è occupato da Yildiz e tocca ad Andrè provare a contrastare Thuram. Il giocatore del Lille però non arriva e Thuram riesce ad arrivare fin dentro l’area di rigore avversaria.
La superiorità della Juventus con il pallone è andata accentuandosi nel secondo tempo. Svuotando il centrocampo e risalendo il campo in ampiezza per abbassare progressivamente il blocco del Lille, la squadra di Thiago Motta è così riuscita ad attaccare pericolosamente i due lati corti dell’area di rigore con gli isolamenti di Yildiz e Conceição, e le percussioni di Thuram e Cambiaso.
Le rifiniture erano sempre dall’esterno e avevano come target principale i movimenti a rimorchio di Koopmeiners, con Vlahovic impegnato ad abbassare la difesa avversaria. Lo si può vedere per esempio nei due gol annullati all’olandese nel primo tempo ma anche in occasione delle altre due conclusioni da dentro l’area dell’ex centrocampista dell'Atalanta.
Il 4-3-3 di Génésio e le sostituzioni di Thiago Motta
Ancora prima del pareggio di Vlahovic, Génésio ha provato a tamponare le difficoltà del suo centrocampo inserendo Mukau per Gomes e passando al 4-3-3. In questo modo, l'allenatore francese ha provato a rinfoltire la linea mediana per rendere più agevole la difesa dell’ampiezza ricercata con tanta insistenza dalla Juventus.
Il 4-3-3, dopo l’ingresso di Mukau e Gomes, permette al Lille di controllare più facilmente la posizione di Thuram. Si può vedere infatti come Mukau esca in pressione su Cabal e Zhegrova rimanga più basso a controllo dell’ampiezza.
Forse proprio il passaggio al 4-3-3 del Lille ha convinto Thiago Motta a ritardare le sostituzioni, arrivate solo a circa 20 minuti dal termine. Così l'allenatore italo-brasiliano ha deciso a sua volta per scelte più conservative. La sostituzione dell'ammonito Cabal con Savona, e il conseguente spostamento a sinistra di Cambiaso, per provare ad arginare lo scatenato Zhegrova (15 dribbling tentati, 8 riusciti). Ma anche l'ingresso di McKennie al posto di Thuram, per provare a costruire un lato a forte a destra con lo spostamento là di Koopmeiners. Forse Motta sperava nelle capacità di inserimento dell'americano.
In generale, comunque, la partita dopo queste sostituzioni è diventata più equilibrata e le occasioni sono andate diradandosi. Certo, alla fine si può dire che il pareggio stia un po' stretto alla Juventus, che aveva pensato una buona strategia e che ha avuto per quasi tutta la partita il controllo del pallone (69% di possesso palla complessivo).
A mancare è stata soprattutto la precisione negli ultimi 25 metri, necessaria per tradurre il grosso lavoro di preparazione delle azioni offensive in concreti pericoli per la porta di Chevalier. Da questo punto di vista saranno importanti sia il recupero di Nico Gonzalez che la crescita atletica di Koopmeiners dopo il complicato inizio di stagione. Il cammino europeo si preannuncia non semplice per la Juventus, che avrà bisogno di tutti i suoi uomini migliori.