Nonostante l’aria da fine ciclo, a inizio primavera il Liverpool aveva vinto la Coppa di Lega ed era pienamente in corsa per vincere le altre tre competizioni a cui partecipava. Il momento di svolta, negativo, è arrivato il 10 marzo, con il pareggio contro il Manchester City e la sconfitta ai supplementari contro il Manchester United nel quarto di FA Cup, con tanto di sconfitta storica nel derby con l’Everton una settimana dopo.
E così una stagione entusiasmante si è chiusa mestamente, con la terrificante sconfitta per 3-0 contro l’Atalanta nella semifinale di Europa League. Klopp voleva salutare Liverpool con una coppa ma non c’è stato verso. Pochi giorni dopo l’eliminazione è stato ufficializzato l’arrivo di Arne Slot.
Nonostante il largo anticipo con cui è stato annunciato, Slot non era probabilmente la prima scelta del Liverpool, o almeno non quanto lo era Xabi Alonso. Il suo curriculum, però, è di tutto rispetto, dopo un triennio molto positivo al Feyenoord, riportato stabilmente sopra l’Ajax in campionato e alle fasi finali delle coppe europee.
Sfuggire ai paragoni con Klopp è stato impossibile. Arne Slot è stato giudicato molto più sotto controllo, calmo, misurato, in sostanza meno emotivo - più freddo. Lui non ha scansato questa immagine: ha detto che la ricerca di complicità con i suoi giocatori non è nel suo stile. Allora se vogliamo parlare di ex allenatori del Liverpool, il paragone migliore è forse quello con Rafa Benitez.
Dopo le prime partite qualcuno si è persino lamentato di un’atmosfera un po’ piatta ad Anfield. Liverpool è un ambiente particolare, e Klopp sembrava aver trovato una connessione unica con squadra e ambiente. Aveva creato l’immagine del Liverpool esattamente come lo vorrebbero i tifosi: una squadra divertente da guardare, competitiva, un po’ fragile ed emozionante.
Per Slot, a dire il vero, non c’era molto da toccare di questa base. L'estate, in effetti, è stata piuttosto conservativa in termini di calciomercato: uno dei temi è stato quello del nuovo centrocampista titolare, la zona del campo dov’era stato individuato un possibile miglioramento rispetto a quanto disponibile in rosa.
Il Liverpool ha cercato un nuovo regista fino alla fine del mercato. Il profilo sembrava essere Martin Zubimendi, campione d'Europa con la Spagna come riserva di Rodri. Il basco però ha deciso di rimanere alla Real Sociedad. Negli ultimi giorni di mercato il Liverpool si è mosso allora cercando occasioni: è arrivato dal Valencia per 30 milioni il portiere georgiano Mamardashvili, uno dei protagonisti dell’Europeo estivo, ma è stato subito girato in prestito secco al Valencia. È lui che prenderà il posto di Alisson quando sarà, ma adesso ha bisogno di giocare. Quasi sul gong, poi, è arrivato Federico Chiesa come alternativa in attacco. Non ha ancora esordito, ma con le partite in sequenza che aspettano la squadra questo autunno, il Liverpool non può permettersi di fossilizzarsi su un nucleo ristretto di giocatori.
L’undici titolare è già più o meno sicuro, ma qualcosa al suo interno si muove. Mohammed Salah ha ammesso che non ha avuto ancora contatti con la dirigenza per rinnovare il suo contratto. Slot deve allora costruire la squadra per questa stagione, ma già pensare a come si evolverà nella prossima.Va detto che nelle due stagioni precedenti il Liverpool ha speso molto per fare un cambio generazionale. Forse quindi in società hanno pensato che era meglio far iniziare Slot con le risorse già presenti in rosa e vedere cosa può succedere.
Il tecnico olandese ha iniziato puntando su Gravenberch, invece che andare su una seconda scelta dal mercato per il centrocampo. Finora la scelta ha premiato, con l’olandese che sta giocando il suo miglior calcio da quando si è trasferito in Inghilterra dall’Ajax per 40 milioni. Sta funzionando perché Slot ha costruito un centrocampo che si sposa bene con le sue caratteristiche particolari di giocatore versatile, che però non ha grossi picchi. Con Slot, Gravenberch ha mostrato un miglioramento chiaro nella gestione del pallone, ricevendo la prima verticalizzazione dell’uscita palla dalla difesa. In questo inizio di stagione ha messo in mostra un bel repertorio di controlli orientati.
La bella azione che ha portato al gol di Diogo Jota contro l’Ipswich Town, il primo della stagione del Liverpool di Slot. Un gol che mostra perché l’allenatore olandese può essere contento del suo inizio di stagione.
Gravenberch sta funzionando anche perché si muove con compagni che ne assecondano la natura ibrida. In questo contesto è da sottolineare l’intesa trovata con l’ungherese Szoboszlai, in questo momento una delle stelle della squadra. Szoboszlai, il giocatore più tecnico della rosa in termini di controllo e calcio del pallone, con Slot ha preso il controllo della trequarti agendo da rifinitore. Si muove scegliendo quale zona sovraccaricare, a seconda della difesa avversaria. Il Liverpool punta a farlo ricevere fronte alla porta, così da poter far scoccare il passaggio con i tempi giusti.
«Nelle ultime due partite Dominik Szoboszlai ha giocato ricevendo a destra, oggi lo abbiamo fatto giocare ricevendo a sinistra», ha detto Slot dopo la partita contro il Manchester United. Per l'allenatore olandese, Szoboszlai non è un trequartista centrale statico, ma più una mezzala che agisce nel mezzo spazio in modo molto offensivo. Agli altri due centrocampisti Gravenberch e MacCallister chiede di bilanciare i movimenti dell’ungherese, con l’argentino più centrale e l’olandese più defilato. In questo modo il triangolo di centrocampo è decisamente fluido e non offre punti di riferimento agli avversari.
In questa azione contro il Manchester United, per esempio, van Dijk trova bene Gravenberch tra le linee nel mezzo spazio di destra e si può notare Szoboszlai che intanto si era allargato nel mezzo spazio di sinistra.
Slot, del resto, è un allenatore che pratica un gioco di posizione con grande fluidità centrale, per dare alla manovra una costruzione dell’azione che disordini lo schieramento avversario. Il Liverpool si era già mosso in questa direzione negli ultimi tempi con Klopp e ora con Slot vuole spingere ancora di più in tal senso.
Tra le scelte forti fatte da Slot c’è quella di dare tanta responsabilità a Trent Alexander-Arnold, per via del suo stile di gioco molto offensivo col pallone, che a volte gliene fa perdere alcuni sanguinosi. I vantaggi che offre in fase di possesso però sono troppi per rinunciarci. Il terzino ancora non ha rinnovato il contratto in scadenza la prossima estate, ma per Slot è - come Salah - un titolare inamovibile. È proprio l’alternanza tra scambi nello stretto e cambi di gioco o verticalizzazioni a rendere speciale il lavoro di Slot.
In questo contesto il livello di gioco del capitano Virgil van Dijk è altrettanto fondamentale. Da centrale difensivo che imposta, è lui a decidere il ritmo dell’uscita palla e con le sue verticalizzazioni può accelerare le intenzioni della manovra. La sua freddezza col pallone lo rende insostituibile come fonte iniziale del gioco della squadra.
Lancio van Dijk per Salah contro l’Ipswich Town che porta al secondo gol stagionale della squadra. Certo, è Salah a indicargli il pallone, ma bisogna avere i piedi di van Dijk per farglielo arrivare con la precisione giusta.
La seconda scelta forte di Slot è stata quella di scegliere Diogo Jota come punta titolare. Il portoghese ha giocato le prime 4 partite stagionali dal primo minuto e relegato Darwin Nuñez al ruolo di supersub da usare nei finali.
La motivazione è la facilità con cui Diogo Jota sa alternare il proprio gioco tra movimenti in profondità rapidissimi, scambi negli spazi stretti e conduzioni in transizione, aggiungendo magari anche qualche dribbling.
Nel gol Luis Diaz al Brentford c’è tantissimo del lavoro di Diogo Jota.
In più, con Jota in campo, il Livepool mantiene altissimo il livello della pressione quando la squadra è senza palla. Per come Slot vuole attaccare è fondamentale che il riferimento centrale abbia queste caratteristiche ben marcate e Darwin al momento ne garantisce solo due (profondità e pressing). "Statisticamente, ha percorso 1.72 chilometri chiudendo i difensori nella fase di pressing, più di qualsiasi altro giocatore della Premier League in questa stagione", così ha scritto Adam Bate di Diogo Jota su Skysports: "Inoltre, ha partecipato al pressing della squadra più di ogni altro giocatore della Premier League, già 76 volte. È interessante notare che anche Dominik Szoboszlai e Luis Diaz sono tra i primi cinque, ma è Jota, il giocatore più avanzato, a innescare il pressing".
Slot si è concentrato molto sul lavoro senza palla del Liverpool, a partire dalle transizioni difensive, un difetto strutturale dell'ultima versione allenata da Kloop. Ha mantenuto la naturale vocazione nella riaggressione, ormai parte del DNA del club, ma ha modificato le altezze del centrocampo e alzato la linea difensiva, per aumentare l’attenzione per la compattezza nella fascia centrale del campo.
Schierandosi con due centrocampisti più bloccati e uno più offensivo, Slot ha sostanzialmente invertito il triangolo di centrocampo rispetto a quello ereditato. Invece che andare a recuperare il pallone sulla fascia, è al centro che vuole farlo, dov’è più difficile, ma dove - se ha successo - può trovare un avversario più vulnerabile. Ora il Liverpool senza palla si schiera con un 4-4-2, in cui il centrocampista più offensivo va in linea con la punta e con Alexander-Arnold che in fase di pressing alto scala in avanti in diagonale per contendere poi il rilancio centrale della difesa avversaria puntando alla parità numerica al centro.
Ovviamente il baricentro alto del Liverpool, con le due ali che salgono forte sui sui terzini, spinge gli avversari a cercare uno scarico centrale del pallone, proprio come vuole Slot. Soprattutto vuole che sia il centrocampista avversario a ricevere dalla difesa, magari spalle alla porta. È a quel punto che il Liverpool attacca con i suoi centrocampisti, cercando l'anticipo o il contrasto dopo il controllo.
Da recuperi sulla trequarti offensiva sono arrivate le migliori occasioni contro il Manchester United. La facilità con cui il Liverpool ha manipolato l’uscita dello United e recuperato palla dove voleva ha spinto l’allenatore ten Hag addirittura a sostituire Casemiro, preso troppo di mira dal pressing avversario e incapace di trovare una soluzione.
Un esempio perfetto del modo con cui il pressing del Liverpool può portare direttamente ad un’azione da gol, in questo caso finalizzata da un Luis Diaz in gran forma.
Con Slot la pressione è meno asfissiante, ma non necessariamente meno efficace, visto quanto è mirata a soffocare l'avversario in un punto fondamentale della sua manovra. Ovviamente avendo giocato poche partite è difficile ancora per gli avversari capire bene come sfuggirne e questo il Liverpool l’ha utilizzato benissimo a suo vantaggio nelle prime partite. «Vogliamo sempre pressare alto. È quello che faceva Jürgen. È quello che cerchiamo di continuare a fare» ha detto Slot dopo l’enfatica vittoria contro il Manchester United.
Recupero palla nella metà campo avversaria, due passaggi per far arrivare Salah al tiro e palla che va in rete. Non è il 2019, ma lo rievoca.
Dopo le prime 3 vittorie con 7 gol fatti e 0 subiti è arrivata a sorpresa una sconfitta in casa contro il Nottingham Forest. Non è stata molto dissimile da quelle del Liverpool della scorsa stagione: la squadra di Slot ha controllato il pallone, ma non è riuscito a finalizzare le occasioni da gol, venendo punito da una squadra che si era ben chiusa e che ha trovato la ripartenza giusta. «Abbiamo perso la palla tante volte in situazioni semplici. Siamo riusciti a creare solo tre o quattro grandi occasioni, di gran lunga non sufficienti» ha detto l’allenatore in conferenza stampa senza cercare scuse. Frasi già sentite la scorsa stagione e ripetute dal capitano van Dijk («Abbiamo perso troppe seconde palle») e Alisson («Non ci siamo adattati abbastanza velocemente. Abbiamo concesso tre contropiedi prima di subire un gol in contropiede. Dovremmo difendere meglio in quelle situazioni»).
Una sconfitta, insomma, che è parte integrante del processo di crescita di un nuovo progetto. Il Liverpool di Slot è una squadra tatticamente molto ambiziosa e quindi ci sta che possa incappare in qualche inciampo. Le fondamenta poste, però, sembrano solide per garantire un'altra stagione ad alto livello, con la speranza di poter crescere ancora nei prossimi anni, nonostante il Liverpool sarà atteso da scelte difficili, come il ricambio della vecchia guardia.
Slot molto probabilmente non sarà mai Klopp e il suo impatto sul Liverpool non sarà lo stesso (sarebbe quasi impossibile). Tuttavia la sua sembra una scelta felice: prendere un allenatore simile al tedesco avrebbe portato il rischio di venir schiacciato dai paragoni o dal rischio di rincorrere il suo spirito. Scegliendo un allenatore quasi all'opposto in termini di gestione, ma in continuità in termini tattici, ha mostrato invece da subiti i suoi frutti.