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Lookman è uno dei giocatori più intelligenti in Serie A
31 ott 2022
Una delle rivelazioni della prima parte di stagione.
(articolo)
9 min
(copertina)
Foto di Francesco Scaccianoce / IPA
(copertina) Foto di Francesco Scaccianoce / IPA
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Tutte le statistiche presenti nel pezzo sono fornite da Statsbomb. IQ Soccer è lo strumento essenziale per gli analisti, i giornalisti e gli scommettitori professionisti di tutto il mondo.

​​Ademola Lookman guarda i suoi tifosi attraverso un binocolo fatto di dita piegate. Quello che vuole mostrargli è che li sta guardando, in un gioco di parole piuttosto buffo col suo nome che, tradotto letteralmente, sarebbe “L’uomo che guarda”. Lookman esulta così dopo ogni gol ed è un gesto che quindi in Serie A sta diventando piuttosto ricorrente.

In Serie A ha già segnato 5 gol in poco più di 600 minuti giocati, e li ha fatti solo a ottobre. Tutti gol pesanti per il punteggio finale. Ha segnato il gol vittoria contro Fiorentina e Sassuolo, e quello del vantaggio contro Empoli e Udinese. Prometteva una stagione in tono minore, sembrava poco più di un ottimo giocatore da rotazioni: un’ala brava nel dribbling e con un istinto per la finalizzazione non banale. Uno che avrebbe potuto aiutare Boga ad avere meno responsabilità e magari ogni tanto avrebbe potuto dare il cambio a Muriel in una zona più centrale dell’attacco. Dopo qualche partita di rodaggio Lookman è diventato titolare e insostituibile proprio a ottobre, nonostante le rotazioni dei compagni offensivi attorno. Lookman è diventato titolare in una squadra che quasi non ha titolari. Gasperini lo toglie dal campo meno di ex insostituibili come Zapata o Muriel, e ormai fa sedere in panchina solidi trequartisti della nostra Serie A come Malinovsky e Pasalic. Persino un allenatore avaro di belle parole come Gasperini si è sbilanciato: «Lookman è un riferimento offensivo, ci sta dando tanto. Non mi aspettavo una partenza del genere, per me è stato difficile mettere in panchina calciatori come Malinovsky e Pasalic, ma sono stati bravi i giocatori a mettermi in difficoltà». Anche un paio di settimane fa non si era fatto problemi a elogiarlo: «Lookman ha dato un’impressione giusta da subito, appena arrivato abbiamo capito che era un giocatore per noi molto utile. Il gol è stato molto bello. Non posso fare classifiche, sono stati bravissimi tutti con la Fiorentina».

Se Lookman sta facendo così bene in Serie A, e ha fatto innamorare Gasperini, è perché è un giocatore molto diverso non solo da come lo avevamo immaginato, ma anche da come lo avevamo visto negli scorsi anni.

Per quanto possa suonarci come un nome nuovo, Lookman è in giro da un po’. Forse pochi di noi lo ricorderanno, ma segnò all’Italia nelle semifinali di un Europeo Under-20 del 2017. Una partita inaugurata da un gol di Orsolini, ma ribaltata presto da una doppietta di Solanke e da un gol di Lookman, più rapido e furbo di tutti a segnare con un pallone vagante in area di rigore.

All’epoca Lookman giocava, poco, nell’Everton, che lo aveva preso dal Charlton. Fino ai 16 anni era stato quasi del tutto ignorato dal sistema professionistico inglese. Fu comprato dal Charlton in un amichevole di una squadra giovanile contro rappresentative locali dei quartieri di Londra. È cresciuto in un contesto abbastanza duro. In un’intervista al Guardianha raccontato che c’erano notti in cui «Come posso dire? Non mangiavamo proprio il cibo migliore. È stato davvero difficile per mia mamma. Sono felice ma una volta che cresci ti rendi conto quanto sia stato difficile per lei». Come nelle grandi narrazioni sportive, il calcio è stato la scorciatoia per uscire da una vita complicata: «Il calcio mi ha dato nuova energia e nuovo entusiasmo. E la libertà anche. Giocavamo in diversi posti in giro per Londra». Lookman è del sud-est di Londra, una delle aree urbane più dense di talento calcistico al mondo. In quelle zone sono cresciuti anche Hudson-Hodoi, Jadon Sancho, Loftus-Cheek e Declan Rice, solo per nominarne qualcuno.

A meno di vent’anni aveva già una cinquantina di presenze tra i professionisti, ma una volta che Ronald Koeman è stato sostituito in panchina da Sam Allardyce ha trovato sempre meno spazio nell’Everton. Come altri giovani inglesi nel campionato più competitivo al mondo, Lookman ha trovato la sua strada in Germania, al RB Lipsia: «Abbiamo cercato di convincerlo a rimanere ma è testardo. Ha ottenuto ciò che voleva». Allardyce voleva convincere Lookman ad andare in prestito al Derby County, non si capacitava del motivo per cui lui preferisse giocare al RB Lipsia con Hasenhuttl.

Al Lipsia gioca ottimi mesi in prestito, poi la sua carriera si ingarbuglia attorno a infortuni e problemi fisici vari, ma quel periodo è stato decisivo per la sua crescita. Lookman gioca trequartista sinistro in un sistema in cui le posizioni dei giocatori offensive sono molto fluide. Gli capita di ricevere largo a piede invertito, classica ala come è stato cresciuto nel sistema giovanile inglese. Ma soprattutto riceve nel mezzo spazio di sinistra, o accorcia verso le punte, finisce in area a finalizzare al loro posto. In quel periodo sviluppa un istinto notevole per gli smarcamenti senza palla. Un tempismo significativo negli inserimenti in area di rigore. In questa doppietta al Wolfsburg c’è un movimento a rimorchio fatto con grande precisione, e poi un più facile smarcamento in transizione. Segna 5 gol in 11 partite.

Nel 2019 Lookman è uno dei talenti più interessanti del calcio europeo, ma in tre anni si sgonfia quasi tutto l’hype che lo circonda. Non gioca neanche brutte stagioni, ma in contesti non del tutto funzionali (Everton, Fulham, Leicester della scorsa stagione) Lookman sfiorisce. Il suo peggior momento arriva in una partita contro il West Ham, in cui ha buttato via il rigore del pareggio all’ultimo minuto per provare un cucchiaio su cui Fabianski non si è mosso. Non ha uno di quei talenti che si definisce "larger than life", se le cose attorno non un funzionano non può fare miracoli.

I mesi al RB Lipsia lo hanno però formato nei suoi pregi. Ragnick e Hasenhuttl erano convinti che potesse giocare bene in Germania, e il tecnico in particolare lo ha aiutato con alcuni consigli importanti: «Mi ha aiutato molto. C’erano momenti in cui mi chiedeva di essere più egoista». Questi insegnamenti sono stati anche citati da Gasperini in queste settimane, che ha detto che Lookman viene da una scuola importante come quella del Lipsia. «Lookman è quello che si dice un giocatore» ha detto con uno di quei giri retorici che suonano definitivi. Come se il gioco di Lookman contenesse qualcosa di profondo ed essenziale. Quello a cui si riferisce Gasperini è il fatto che Lookman ha un alto livello di tattica individuale. In un vecchio articolo Fabio Barcellona discuteva di questo concetto un tantino trascurato nel discorso sul calcio: «Il gesto tecnico va inserito in un contesto di gioco; la scelta del gesto tecnico in una determinata situazione (passaggio lungo o corto, temporeggiamento o ricerca dell’anticipo, per fare un paio di esempi) è quella che viene definita “tattica individuale”. Le abilità richieste al calciatore sono di tipo “open skill”, in cui il gesto tecnico è condizionato dall’imprevedibilità del contesto ed è fondamentale la capacità di adattarlo e di variarlo con estrema rapidità. La capacità di un calciatore di scegliere efficacemente e di adeguare il gesto tecnico al contesto, possiamo dirlo, è il cuore di ogni tattica collettiva».

Ecco, possiamo dire che Lookman possiede un’ottica tattica individuale. Guardate quest’azione in cui raggiunge un punto zen tra semplicità ed efficacia.

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Lookman non ha doti tecniche che rubano l’occhio. È meno tecnico e veloce in conduzione di Boga, calcia decisamente meno bene di Malinovsky, è meno forte nei duelli corpo a corpo di Zapata. Se però gioca più di tutti loro è perché ha un po’ di tutti questi giocatori, e soprattutto ha una capacità innata di sapere quando battere certi tasti del proprio pianoforte. Ecco un’altra azione che può sembrare banale ma non lo è.

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Sempre Gasperini: «Sa sempre cosa fare, si muove bene, è veloce, ha tecnica». Lookman sa quando giocare a pochi tocchi, quando portare palla, quando accelerare il gioco e quando rallentarlo. Ogni sua giocata sembra contenere sempre il piano più grande. La pazienza che ha in certe situazioni è una delle sue qualità migliori. Ecco un’altra azione che la dimostra.

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Freddezza e l’intelligenza sono qualità che Lookman esprime anche in area di rigore. L’ultimo gol, contro l’Empoli, ha messo in mostra la sua freddezza quando si tratta di concludere. La capacità di prendersi il tiro migliore possibile in ogni situazione. Un aspetto visibile a occhio nudo, ma che le statistiche rendono esplicito. Lookman è il giocatore col dato più alto negli xG per tiro tentato, tra quelli che ne provano più di due ogni novanta minuti. È l’attaccante con la percentuale di conversione migliore in Serie A, 28%.

La mappa dei tiri di Lookman quest'anno: 18 tiri per 5 gol e una selezione praticamente perfetta. Mappa elaborata su Statsbomb.

Certo, in questo è aiutato dal gioco organizzato dell’Atalanta. Le corse con cui i giocatori di Gasperini attaccano in transizione, quest’anno in cui il baricentro è più basso del solito, sono studiate e mai casuali. Ma è anche l’intelligenza di Lookman a organizzare questi attacchi cinici e spietati. È un giocatore su cui è facile far cadere la distinzione di comodo che tendiamo a fare tra la tattica che è collettiva e la tecnica che è individuale. L’ordine tattico di Lookman organizza l’Atalanta, e a sua volta l’ordine tattico dell’Atalanta permette a Lookman di esprimersi.

È un ottimo terminale offensivo, ma spicca anche fra i migliori creatori di gioco in Serie A. È il quinti giocatore per xG assistiti in Serie A su azione - dietro giocatori che diamo più scontati in questo tipo di classifiche come Milinkovic-Savic, Deulofeu, Kvaratskhelia e Dybala. Ai tempi del Lipsia in un’intervista aveva detto che il dribbling era la sua migliore qualità. Di certo Lookman è cresciuto come quel tipo di giocatore capace di dribblarti anche nello spazio di un vassoio da caffè. Così è stato usato in Inghilterra, come un giocatore capace di creare superiorità numerica. Oggi però ha ridotto il numero dei suoi dribbling adattandoli alla funzionalità della squadra. È quinto per dribbling riusciti in Serie A, ma tra loro è quello con la percentuale più alta (ha il 15% in più di dribbling riusciti di Kvaratskhelia).

A inizio stagione discutevamo dello strano limbo in cui si trovava l’Atalanta di Gasperini, un allenatore perennemente insoddisfatto del mercato negli ultimi anni, e insoddisfatto soprattutto delle soluzioni offensive che aveva in quel momento. L’Atalanta ha provato a vendere Malinovsky e Gasperini ha definito Boga “un giocatore individualista”. I grandi elogi per Lookman invece sono la spia che il tecnico vede in lui capacità che non aveva da un po’ di tempo: corsa, tecnica, ma soprattutto intelligenza nel manipolare tempo e spazio, e nell’organizzare la fase offensiva avversaria.

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