Lorenzo Luca ha 21 anni, è alto due metri e uno, gioca centravanti ed è capocannoniere della Serie B. Forse non vi serve molto altro, oltre queste poche informazioni, per appassionarvi a lui, pur senza aver visto neanche un minuto di una sua partita. Magari vi può interessare anche l’ironia per cui Lucca gioca nel Pisa, e vi può venire in mente il verso di Dante che diceva «che i Pisan veder Lucca non ponno».
Ma in questi giorni un po’ tutti parlano di Lucca, almeno tra le persone ossessionate dal calcio. Si parla di lui nei circoli del twitter calcio più carbonaro, nelle chat Whatsapp, ma si parla di Lucca anche nelle più alte sfere del nostro movimento. Di Lucca ha parlato persino il ct Roberto Mancini: «Lucca è forte, ma c'è un problema di concomitanza con l'Under 21 che deve qualificarsi agli Europei. A volte dobbiamo trovare un accordo e lasciare lì dei giocatori che potrebbero iniziare un percorso nella Nazionale A». Lucca, quindi, come un bene prezioso del nostro calcio conteso fra le varie selezioni. Alla Bobo TV i toni con cui si parla di lui sono già fuori controllo: «Ho chiesto a Buffon di Lucca. Mi ha risposto "non ha sbagliato niente contro di noi". Non capisco come possa essere in Serie B, è impressionante» ha detto Antonio Cassano, che di solito è tutto fuorché tenero quando deve parlare di lungagnoni come Lucca.
Nella partita contro il Parma erano presenti allo stadio gli osservatori della Juventus a cui è stato accostato, insieme al Milan, al Sassuolo, all'Inter eccetera eccetera. Non capita spesso che si dedichi tanta attenzione a un giocatore con appena 7 presenze in Serie B. Ma è dall’inizio dell’anno che non si fa che parlare di giovani attaccanti che stanno segnando molto e attirando attenzioni in serie cadetta; oltre a Lucca, ci sono anche Lorenzo Colombo - in prestito alla SPAL dal Milan - e Samuele Mulattieri - in prestito al Crotone dall’Inter. Rispetto a loro, Lucca è un giocatore più particolare, con una carriera più accidentata.
Cresciuto nelle giovanili del Torino, a sedici anni viene scartato ed è costretto a ripartire dalle serie minori. In promozione, poi in C dove esordisce tra i professionisti con la maglia del Vicenza. Poi altri movimenti difficili da leggere nella carriera di un giovane calciatore. Nel 2018 viene richiamato dal Torino, che lo gira in prestito al Brescia. Gioca un paio d’anni in Primavera, tra Brescia e Torino, e lo scorso anno gioca la sua prima stagione intera tra i professionisti con la maglia del Palermo. Gioca bene, segna 13 gol in 27 partite saltando i playoff per infortunio. Secondo il presidente rosanero Dario Mirri, suo fan sfegatato, «Con Lucca avremmo vinto i playoff». In estate lo hanno cercato alcune squadre di Serie A - Udinese, Bologna - e a giugno pareva vicinissimo al Sassuolo. Come ha detto nella conferenza di presentazione, però, il salto dalla C alla A rischiava di rimanere indigesto. Così ha deciso di accettare l’offerta del Pisa. Mirri era disperato: «Non sono soddisfatto. Va di certo dato merito a chi l'ha scoperto un anno e mezzo fa. Il 'signor nessuno' Lorenzo Lucca oggi secondo me è il futuro centravanti della Nazionale. Non sono soddisfatto perché non c'è un valore per lui. Anche se ci avessero dato cinque milioni, ovvero il doppio di quanto ci hanno dato, non sarei stato comunque soddisfatto. Da tifoso faccio fatica a perdere Lorenzo Lucca».
Visto che ha giocato centravanti per Vicenza, Brescia e Palermo, è stato inevitabile che nascesse un paragone con Luca Toni. Consideravamo Toni un gigante, beh: Lucca è alto due metri e uno, 8 centimetri in più. Toni è intervenuto e ha riconosciuto una certa somiglianza. Ha detto che ha fatto bene a non andare subito in A, che prima deve guadagnarsi il rispetto in B, e lo ha avvisato: «Adesso non è più una sorpresa: sempre di più gli avversari lo studieranno e prepareranno le contromisure. Per la mia esperienza, è proprio questo il momento in cui si è chiamati a compiere un ulteriore salto di qualità, quello per intendersi che può fare di un talento indiscutibile, quale è Lucca, un giocatore davvero importante».
A settembre ha vinto il premio Calciatore del mese AIC segnando 3 gol in 4 partite, reti confezionate con una difficoltà crescente. Contro la Ternana ha rubato una palla sulla trequarti e ha finalizzato con un collo a incrociare che ha toccato il palo prima di entrare. Contro il Monza ha controllato al limite dell’area e scaricato un tiro forte di mezzo esterno rasoterra sul primo palo. Contro il Parma - altra squadra candidata alla promozione - ha chiuso di piatto un cross sul secondo palo, segnando nella porta difesa da Gianluigi Buffon. Un gol dove si è staccato benissimo dal marcatore al centro dell’area, con un paio di passi all’indietro sornioni.
Aveva segnato anche due gol ad agosto, entrambi contro l’Alessandria negli ultimi dieci minuti, in una partita che aveva cominciato dalla panchina e che poi ha usato come palcoscenico su cui rivelarsi. Con Lucca centravanti il Pisa ha trovato un nuovo assetto. Dopo aver iniziato il campionato con due punte, i giocatori intorno a lui sono arretrati per fargli spazio. Lucca gioca per due e non c’è bisogno di affiancargli nessuno: dietro di lui si muovono in genere Gucher, Marsura e Sibilli. In Lucca il Pisa non ha trovato solo un finalizzatore, ma anche un riferimento a cui lanciare la palla in alto, semplificare il possesso e diminuire i rischi. Se la difesa è sotto pressione, si può sempre alzare la palla verso di lui.
I centravanti giganti hanno una loro estetica. Giocano in un certo modo, hanno pregi e difetti di solito molto chiari, e Lucca non è il tipo di centravanti nato per infrangere questi stereotipi. Anzi, il suo fascino sta proprio nel fatto che li rispetta più o meno tutti. Si muove con grande pesantezza, non tocca la palla con particolare sensibilità. Il suo gioco è tutto forza bruta e volontà di potenza. Luca Toni, per esempio, affiancava ai suoi gol di potenza altri in cui preparava il tiro con grande intuito e tecnica. Aveva qualcosa di storto ma geniale; la straordinarietà di Lucca, invece, è tutta sotto ai nostri occhi. È uno di quegli attaccanti che passa più tempo a manipolare gli avversari col corpo che a toccare la palla. Il modo in cui la protegge e fa avanzare la squadra, il modo in cui toglie terreno ai difensori di Serie B, è di una brutalità paragonabile a quello che faceva Lukaku in Serie A. Il modo in cui Lucca coniuga altezza, struttura fisica e forza nelle gambe ha qualcosa di mostruoso. Guardate quest’azione in cui si guadagna il rigore contro la Reggina: il difensore sembra stia affrontando una specie di bestia medievale.
A volte si fida troppo del suo corpo e poco della sua tecnica, e così pare destreggiarsi in azioni più vicine agli sport di combattimento che al calcio. Come in questa situazione in Coppa Italia contro il Cagliari, in cui sembra dimenticarsi la palla.
Insomma, non stiamo parlando di uno di quei centravanti che riescono ad abbinare forza e agilità in eguale misura, ma col suo gioco retrò Lucca finora è stato incredibilmente efficace in Serie B. Anche grazie a una maturità nelle scelte e nelle letture inusuale per la sua età e la sua esperienza: raramente sbaglia una scelta, sa quando giocare in modo razionale e quando affidarsi all’istinto. Quando riesce a girarsi fronte alla porta e allungare il passo diventa un giocatore veloce, un grosso mobile lanciato in corsa.
La forza fisica con cui si muove in campo è impossibile da gestire per i difensori avversari. Pur non essendo velocissimo, è formidabile nella difesa della palla, in quel complicato lavoro di fatica per tenere distante il difensore e ricavarsi al contempo lo spazio per la conclusione. Non ha una grande varietà di tiro. Diciamo che lo stile di calcio ricalca la brutalità con cui si muove. Lucca calcia sempre forte e di collo, cercando di scotennare la porta avversaria. In ogni caso, calcia molto bene, con una grande pulizia tecnica. Guardate questa spaventosa punizione segnata con la maglia del Palermo, col portiere che se la guarda come fosse un fenomeno paranormale.
Dei sei gol segnati in Serie B non ne ha ancora realizzato uno di testa, ed è strano per lui, che con la maglia del Palermo ha segnato più della metà dei suoi gol di testa. Un suo gol tipico in C col Palermo, per esempio, è quando metteva in porta cross lenti lenti staccando sopra le mani del portiere in uscita. Nel fondamentale Lucca non fa valere solo la sua altezza: ha ottimi tempi e una tecnica notevole nell’indirizzare la palla. Una capacità, in Serie B, ancora inesplorata.
Dopo 7 partite il Pisa è in testa alla classifica con 19 punti, frutto di 6 vittorie e un pareggio. Ha la miglior difesa del campionato (4 gol subiti) e il secondo miglior attacco (15 reti, 4 meno del Brescia). La squadra è guidata dal 2018 dallo stesso allenatore, Luca D’Angelo: un dato eccezionale per il calcio italiano. Il tecnico ha nel curriculum una promozione dalla D col Rimini e una dalla C col Pisa. Quest’anno gestisce un gruppo pieno di giocatori che militavano in Serie C, e come spesso capita la continuità viene premiata, almeno per ora, anche a scapito di squadre costruire per dominare come Parma e Monza. Su Lucca ha detto che: «Uno se lo immagina legnoso, lento e forte di testa. Invece è veloce, potente e tecnico, difficile da contrastare e sa quello che vuole fare: è bello da allenare». La sua dimensione fisica, straripante in B, non è detto possa fare la stessa differenza in una categoria superiore. Nella partita di Coppa Italia contro il Cagliari, per esempio, è stato controllato con una certa tranquillità da Carboni e Godin. Lucca ha bisogno di aggiungere nuove armi al suo repertorio, ma ha tutto il tempo per farlo.
Quanti centravanti alti due metri che sanno toccare la palla vi vengono in mente, tra quelli nati in Italia? Lorenzo Lucca è una delle sorprese più anomale di questo inizio di stagione. Continueremo a seguirlo mentre violenta i difensori avversari e li scosta poco gentilmente per poter tirare in porta con la massima violenza possibile.