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Lorenzo Musetti sta arrivando
24 ott 2022
La vittoria a Napoli corona una striscia di grandi risultati sul veloce.
(articolo)
9 min
(copertina)
Foto di Dubreuil Corinne/ABACA / IPA
(copertina) Foto di Dubreuil Corinne/ABACA / IPA
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Matteo Berrettini non arrivava alla finale del torneo di Napoli in condizioni fisiche ottimali e da molti Lorenzo Musetti era considerato il favorito. Un giocatore che fino a un anno fa faticava a vincere una partita su cemento, favorito contro un semifinalista degli US Open. Già questo racconta di per sé gli straordinari miglioramenti di Musetti, confermati poi durante una finale combattuta in un primo set da 72 minuti, e poi dominata nel secondo set.

Nel corso di tutto il torneo Musetti non ha mai perso un set; la combinazione servizio-dritto, prima incostante, oggi è diventata un’arma di livello contro qualsiasi tennista. Musetti è migliorato in quasi tutti gli aspetti del gioco, ed è un giocatore molto diverso da quello dell'inizio della stagione 2022. Però, come sanno tutti quelli che hanno preso in mano una volta nella vita una racchetta da tennis, la strada per il miglioramento è lunga e costellata di difficoltà. E la stagione di Musetti a un certo punto non era particolarmente degna di nota dal punto di vista dei risultati. Era anzi sotto le aspettative per un talento così cristallino. In particolare la sconfitta di Lorenzo Musetti sulla terra rossa svedese di Bastad contro il “nemico giurato” a livello ATP Laszlo Djere, cinque vittorie a uno per il serbo, sembrava aver scritto uno dei capitoli finali di una stagione costellata di alti e bassi. Guardando la superficie dei risultati fino al torneo di Amburgo Musetti non era mai andato oltre i quarti di finale a livello ATP. L’unica semifinale era arrivata nel circuito Challenger, dove Musetti aveva trionfato in uno degli infiniti tornei disputati a Forlì durante l’anno, anche se senza convincere e ricorrendo al terzo set in tutte le partite.

Nelle difficoltà a livello di risultati, con tanto di peggior classifica stagionale al numero 83 del mondo, il tennis di Musetti era in evoluzione già dall’inizio del 2022. Per la nuova stagione aveva deciso insieme all’allenatore di saltare interamente lo swing sudamericano su terra battuta, dove aveva conquistato metà dei propri punti per una buona parte della top100, per giocare il segmento su cemento indoor europeo. Una scelta controcorrente con le caratteristiche di Musetti, nella comfort-zone sulla terra battuta e che nel 2021 aveva raccolto solo nove vittorie sul cemento a fronte di undici sconfitte, con appena tre vittorie in condizioni indoor. Un dato che appare ancora più emblematico se si escludono le due settimane magiche di inizio 2021 tra Acapulco e Miami, valide per cinque delle nove vittorie complessive.

La decisione di Musetti è apparsa lungimirante in questo finale di stagione, dove ha mostrato una nuova confidenza con la superficie e battendo avversari di buon livello sul cemento. Oltre ai risultati, però, dei miglioramenti marginali del gioco di Musetti erano visibili già dai primi tornei stagionali, anche se corredati dai difetti tecnici che lo hanno accompagnato sin dall’inizio della sua carriera sul veloce e non. Innanzitutto la risposta, facilitata sulla terra battuta da una posizione molto arretrata ma che comunque lo ha esposto a sconfitte inaspettate sulla superficie contro big server come Opelka. Per i dati di Tennis Abstract Musetti è uno dei giocatori nel circuito che mette più servizi in campo in risposta, un 74,1% che lo mette nel raggio statistico di ottimi ribattitori come Gilles Simon e Alex De Minaur. La nota dolente è la quantità di punti vinti in risposta una volta iniziato lo scambio, con un 44,1% che lo colloca tra i tennisti notoriamente non bravi in risposta come Matteo Berrettini (44,7%) e Reilly Opelka (42,7%). Durante i primi tornei stagionali Musetti ha provato una posizione più aggressiva, che però non fruttava punti in maniera costante, alternando risposte praticamente vincenti a colpi troppo attaccabili.

Due facce della stessa medaglia. Nella prima si mette molto avanti e attacca una seconda con il rovescio. Sulla seconda una posizione troppo arretrata gli vale una risposta di rovescio centrale e quasi a metà campo che viene aggredita facilmente da Vukic. Poi vince il punto perché comunque quel rovescio canta.

La svolta dell’inizio di stagione sul cemento è arrivata nel match con Hubert Hurkacz sull’indoor dell’ATP500 di Rotterdam, uno dei tornei migliori dello swing su cemento prima dei Masters 1000 americani. Musetti è stato molto più aggressivo sul lato del dritto, il più debole per la sua impugnatura western estrema e soprattutto per le ampie aperture che fino a quel momento lo hanno limitato su una superficie più rapida e che concede poco tempo. Il tennista italiano colpisce il dritto “a braccio disteso”, e nell’anno passato creava dei problemi nella preparazione perché il braccio troppo rigido pregiudicava la chiusura del colpo. Già da inizio stagione, e in particolare nella seconda metà del 2022, Musetti cerca la palla piegando di più il gomito e favorendo una maggiore rotazione del tronco e in generale la fluidità del colpo. A livello strategico Musetti sfrutta molto il dritto inside-out, con cui si crea ottimi angoli da cui poi poter attaccare la rete. I miglioramenti di Musetti si portano avanti sulla comfort-zone della terra battuta, dove durante lo scambio è sempre più dentro il campo. A Montecarlo sorprende Auger-Aliassime con una prova fantastica, fatta sia di ricami e il solito rovescio, efficace su qualsiasi superficie, ma anche di accelerazioni fulminanti di dritto.

In questa sequenza di dritti Musetti mostra un migliore proseguimento del colpo ma una tendenza a colpire sempre con il peso del corpo spostato all’indietro, pregiudicando così la potenza del dritto.

Nel turno successivo Musetti perde contro Schwartzman, mostrando ancora una certa immaturità, anche normale a dire il vero, nella gestione del match. A soffrire con uno specialista della risposta come Schwartzman è soprattutto la seconda di servizio, troppo attaccabile da avversari di livello. L’ex campione dell’Australian Open junior si infortuna con Zverev a Madrid, saltando Roma e i tornei preparatori al Roland Garros. Nello Slam parigino nonostante la scarsa preparazione dimostra di potersela giocare alla pari con il finalista uscente Stefanos Tsitsipas, che, come successo a Musetti l’anno prima contro Djokovic, rimonta i due set di svantaggio e passa il turno. Nei primi due set di Parigi c’è un sunto di tutti i miglioramenti di Musetti, dal dritto sempre più incisivo a una qualità superiore nella risposta. Musetti usa spesso la risposta bloccata di dritto, una qualità rara nel tennis moderno specie a livello Next Gen, per entrare nello scambio contro grandi battitori come Tsitsipas. La rimonta si concretizza sui talloni d’Achille di Musetti, con Tsitsipas che alza il livello di aggressione con i primi due colpi e Musetti non riesce a risolvere il rebus della risposta sul servizio a uscire, che permette a Tsitsipas di guadagnare un grosso vantaggio posizionale e di comandare con il suo dritto.

Tutto il tennis di Musetti trova la sua realizzazione nell'ATP 500 di Amburgo, dove acquista fiducia col passare delle partite e raggiunge il picco con la vittoria in finale contro Carlos Alcaraz, fino a quel momento imbattuto a livello ATP in finale. A dire il vero inizia il torneo dovendo annullare match point a Dusan Lajovic in una partita di primo turno non giocata bene, ma alza progressivamente il livello, raggiungendo la finale con vittorie su tennisti di buon livello su terra rossa come Davidovich-Fokina e Francisco Cerundolo. Amburgo è anche il torneo migliore per notare i progressi al servizio di Musetti rispetto anche solo l’inizio di stagione. Il kick di Musetti era già di ottimo livello e molto efficace sulla terra battuta, ma per padroneggiare le superfici veloci era necessaria un’evoluzione ulteriore del suo servizio dal punto di vista delle velocità, il “classico” servizio piatto.

Come confermato successivamente dal suo allenatore, Simone Tartarini, Musetti ha modificato alcuni dettagli tecnici come la posizione dei piedi, ora molto più vicini già dalla fase di preparazione del colpo. Rispetto all’inizio della stagione Musetti serve con il servizio foot back, ovvero mantenendo i piedi distanziati per tutta la preparazione del servizio. Un grosso cambiamento rispetto al precedente servizio in foot up (a piedi uniti), con Musetti che spesso teneva i piedi troppo distanziati prima di far partire il movimento. Un movimento quindi più semplice e che permette alle gambe di dover fare un “viaggio” minore durante tutto il servizio evitando dispersioni di energia. Una scelta che ha pagato e continua a farlo, dato che le velocità medie del servizio di Musetti sono in aumento di circa 10 km/h sulla prima di servizio e di 3 km/h sulla seconda rispetto al 2021.

Uno degli esempi dei miglioramenti nei colpi di inizio scambio di Musetti. Una prima robusta che permette a Lorenzo di entrare dentro il campo e comandare lo scambio con il dritto inside-out.

Rispetto a sei mesi prima è migliorata di molto anche la facilità nel muovere i piedi sul cemento. Guadate questo punto, in cui Musetti trova un’ottima prima di servizio esterna che dà vita ad una sequenza da manuale della prima aggressione sul cemento, con tanto di preparazione rapidissima del dritto in uscita dal servizio.

Le potenzialità di Musetti, già ora uno dei tennisti più creativi e belli da vedere del circuito, sono ancora inesplorate. Ne è sicuro il suo allenatore Simone Tartarini, che ha parlato di un picco da raggiungere verosimilmente verso i 23-24 anni. Il tennista italiano, secondo Tartarini, ha aumentato la qualità dei suoi allenamenti dopo la vittoria con Alcaraz, che ha dato a Musetti la fiducia che gli serviva per continuare a migliorarsi. E al di là dei suoi ricami sul campo da tennis, Musetti pare avere la giusta cattiveria agonistica e la professionalità per diventare qualcosa di più di una macchina da punti spettacolari. Prima degli ultimi mesi era questa la prospettiva peggiore per Musetti: diventare un tennista di culto, capace di produrre ghiotti video di higlights, ma in fondo non così competitivo. I miglioramenti recenti sembrano smentire questa prospettiva.

In un tennis che va sempre di più verso la potenza e l’attacco, il gioco di Musetti è unico nel suo genere, tra la sua migliorata capacità nell’accelerare e il talento naturale nel manipolare il ritmo di gioco ed usare tutto il campo, mandando fuori giri i suoi avversari senza dover per forza tirare il vincente. In una recente intervista Jimmy Connors ha preconizzato un tennista, secondo lui, in grado di dominare un tennis robotico e che difficilmente raggiungerà velocità superiori a quelle attuali. «Il prossimo grande tennista sarà diverso, un ibrido, incarnerà la potenza del tennis contemporaneo ma anche lo stile di una volta per assomigliare a Roger Federer». Ricorda qualcuno?

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