Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
(di)
I peggiori tiri da 3 dei Los Angeles Lakers
25 ott 2022
25 ott 2022
Finora i Lakers hanno segnato appena 25 delle 118 triple provate.
(di)
(foto)
Wally Skalij/Los Angeles Times via Getty Images
(foto) Wally Skalij/Los Angeles Times via Getty Images
Dark mode
(ON)

Dopo la prima sconfitta stagionale, alla prima partita stagionale, LeBron James è stato molto onesto riguardo questa versione dei Lakers: «A essere del tutto sincero, non siamo una squadra che è costruita con grande tiro. Alla fine la verità è questa. Non è che abbiamo chissà quali tiratori in squadra, gente che ha tirato con il 40% da tre in carriera». Contro i Golden State Warriors i Lakers avevano avuto diverse triple con spazio, ma secondo LeBron era stata più una scelta degli avversari che non un loro merito. Da tre, in quella partita, avevano tirato 10 su 40 (di cui 4 quasi in fila segnate nell’ultimo quarto, in una fase a metà tra l'ipotetica rimonta e il garbage time). Le cose, però, dovevano ancora peggiorare: la sera dopo, nel derby contro i Clippers, i Lakers hanno tirato 9 su 45 da tre, perdendo nel finale anche per colpa dell’imprecisione dall’arco dopo essere rimasti attaccati alla partita con le unghie e con i denti. Domenica poi, nel matinée contro i Portland Trail Blazers, LeBron e compagni hanno tirato 6 su 33 da 3 punti (di cui 1 su 16 nel primo tempo), finendo per perdere anche la terza partita stagionale di fila in una gara che, secondo Anthony Davis, «Non c'era alcun modo che perdessimo».

La ragione di questa sconfitta è ricaduta, non del tutto immeritatamente, sulla decisione di Russell Westbrook di prendersi un tiro dalla media distanza (zona dalla quale ha percentuali pessime) con i suoi avanti di un punto e con soli 30 secondi rimasti sul cronometro della partita e 18 su quello dell’azione. Tuttavia non è sbagliato dire che una conversione appena migliore dei propri tiri da tre avrebbe dato ai Lakers un cuscinetto sufficiente a non perdere nonostante Westbrook.

Il campione è di appena tre partite, ma oggi i gialloviola sono la peggior squadra per percentuale di tiro della lega con un distacco siderale sulla penultima (7.5 percentuali punti peggio dei Minnesota Timberwolves). Se la scorsa stagione furono la 24esima squadra per precisione da tre, è difficile immaginare che quest’anno possano fare meglio, anzi.

Il tiro da tre è diventato sempre più importante nel basket, non solo perché - banalmente - è il tiro che vale più punti, ma anche come “minaccia”. Avere in campo giocatori che possono segnare da dietro l’arco con regolarità costringe le difese avversarie a rimanere larghe e non collassare verso il centro (a meno che non sia una precisa scelta difensiva). Questa è stata per anni la ricetta per le squadre di LeBron: mettigli intorno quanti più tiratori decenti possibili e avrai automaticamente una squadra da titolo, perché nessuno è meglio di lui nell’attirare le attenzioni delle difese e creare spazio per i compagni, oltre che arrivare in prima persona al ferro dove è semi-infallibile.

I Lakers del titolo di due anni fa non erano una squadra di tiratori da 3 sopraffini, ma avevano diversi giocatori con buone percentuali nei tiri con i piedi per terra, a partire da Kentavious Caldwell-Pope e Danny Green. Nella bolla i Lakers hanno finito per avere la miglior percentuale dal campo di tutti, un po’ per merito degli incredibili playoff di Davis, ma anche grazie alla capacità dei gregari di rispondere presente quando gli si chiedeva di segnare un tiro. Rapidamente però quell’idea è stata smantellata, dopo una stagione fallimentare a causa degli infortuni occorsi ai due migliori giocatori della squadra. Molte scelte di mercato sono state sbagliate, come quella di non rinnovare Alex Caruso per tenere Talen Horton-Tucker (più per difesa e playmaking che per tiro da tre, e un po' anche perché della stessa agenzia di James e Davis). Inoltre, per avere una terza stella che potesse reggere il peso emotivo della squadra nei momenti in cui uno tra Davis e LeBron era assente, è stato scelto Russell Westbrook, l’archetipo del cattivo tiratore. Quest’estate, poi, i Lakers hanno perso Malik Monk, Avery Bradley e Carmelo Anthony, non tre giocatori per cui strapparsi le vesti, ma paradossalmente i migliori tiratori da tre della squadra dello scorso. A rimpiazzarli è arrivato Patrick Beverley, che l’anno scorso non è arrivato al 35% da tre punti. Forse non una squadra peggiore, ma una squadra ancora più ondivaga al tiro, tanto che per provare a bilanciare le percentuali ha avuto qualche minuto addirittura Matt Ryan, appena una presenza in NBA prima di questa stagione, arrivato per fare il quindicesimo nelle rotazioni, ma unico tiratore “puro” nel roster.

Certo, c’è un nuovo allenatore come Darvin Ham, e magari i Lakers troveranno la propria quadra intorno a qualcos’altro, inizieranno a difendere duro - si è già visto qualcosa di buono in alcuni momenti - e segnare in contropiede, ma dopo queste prime tre partite quello che resta è l’incapacità dei giocatori di scegliere un tiro giusto o di segnare quelli con spazio, quelli che spesso fanno la differenza tra il vincere e perdere una partita. I Lakers poi lo fanno con un certo gusto per il sadico, con LeBron, il miglior giocatore di questo millennio, che sembra già scoraggiato quando mancano ancora 79 partite; con Beverley appena arrivato che si mette a catechizzare tutti con il suo spirito da folletto pazzo; con Anthony Davis che sembra debba pagare quell’incredibile serie di prestazioni nella bolla di Orlando non riuscendo più a essere un tiratore credibile; con Russell Westbrook che - beh - è Russell Westbrook e con lo spettro di non poter neanche tankare per arrivare a Victor Wembanyama o almeno Scoot Henderson, visto che i Pelicans hanno il diritto di scambiare la loro scelta con quella dei Lakers.

Molti dei 118 tiri da tre presi dai Lakers nei primi 144 minuti della stagione sono stati buoni tiri sbagliati di poco, tiri che inizieranno a entrare a una percentuale migliori (ma abbastanza da renderli efficienti?). Ma alcuni però sono stati davvero, davvero, davvero tremendi, o per scelta o per esecuzione. Ecco, su questi mi sono concentrato.

LeBron James da fermo su un piede

Guardate come gli Warriors possono collassare sotto il canestro perché non hanno paura di cosa li aspetta fuori. Dopo aver subito la stoppata, Wenyen Gabriel torna fuori da Juan Toscano-Anderson, che avrebbe praterie di spazio per prendersi il tiro, ma preferisce servire nell’angolo LeBron che invece è marcato. Mancherebbero 9 secondi sul cronometro, la possibilità di costruire qualcosa, ma uno dei migliori passatori di sempre preferisce tenere il pallone in mano per qualche secondo e poi provare una tripla dall’altissimo coefficiente di difficoltà piuttosto che scaricare verso Westbrook solissimo in punta. È il primo quarto della prima partita della stagione. Come ha detto Zach Lowe: se stai costruendo una squadra con LeBron in cui LeBron (34,6% da tre in carriera in regular season) è il miglior tiratore per la maggior parte dei minuti in campo, stai sbagliando qualcosa.


Juan Toscano-Anderson non ci va neanche vicino

Un’azione che spiega abbastanza bene perché bisogna avere tiratori in campo. LeBron e poi Westbrook sbattono contro il muro gialloblù sotto canestro, l’alternativa allora è il tiro da fuori. È vero che Toscano-Anderson (35,4% da tre in carriera, su un volume molto basso) deve affrettare la conclusione sulla sirena, ma il risultato - forse un airball, forse ha pizzicato il ferro - è deprimente.


Russell Westbrook e le scelte di tiro

Il problema con Westbrook non è solo nelle cattive percentuali sia da tre (30.4% in carriera) che in generale al tiro, quanto piuttosto nella selezione. Ora che non riesce più ad arrivare al ferro ad ogni azione (e anche lì le percentuali sono precipitate in un abisso senza fine), non sembra aver capito come può essere utile a un attacco in modi diversi. La decisione di prendersi questa tripla, con tutto il tempo per costruire un'azione, è difficile da spiegare (non difficile come il jumper che prenderà nei secondi finali con Portland, ma insomma...). Westbrook prende questa tripla senza ritmo, dovendosi girare verso il canestro, con il marcatore addosso. Il risultato, un cross che non tocca neanche il ferro, è quasi scontato.

Al contrario, contro i Clippers, Westbrook rifiuterà di prendersi una tripla con tutto lo spazio del mondo finendo per incastrarsi in una giocata senza speranze.

Qual è il ragionamento tra rifiutare questa tripla e prendersi quella sopra? Con Westbrook è semplicemente impossibile capirlo.


Kendrick Nunn con uno dei tanti errori

Contro i Clippers le guardie dei Lakers (Nunn, Westbrook e Beverley) hanno tirato 1 su 25, numeri con cui è impossibile vincere una partita. Qui la tripla non è neanche costruita malissimo, ma in qualche modo Nunn riesce a farsi recuperare da Covington pur avendo almeno un paio di metri di spazio. Non è chiaro se il 23 dei Clippers gli sporchi il tiro o se è solo l’esecuzione che è molto corta, ma è la dimostrazione che c’è qualcosa di sbagliato nel modo in cui i Lakers costruiscono anche il più facile dei tiri da tre.


Juan Toscano-Anderson da metà campo

Non che nessuno chiedesse a Toscano-Anderson di segnare questo tiro, ma quanto è andato corto? Capita abbastanza spesso di vedere professionisti lanciare una preghiera sulla sirena, ma raramente qualcuno di loro andare così lontano dal ferro.


Russell Westbrook sfidato al tiro (ovviamente ci casca)

Dopo questa partita, chiusa con 2 punti e 0 su 11 al tiro, Westbrook ha parlato della sua come di una prestazione solida. Zubac - e già il fatto che fosse marcato dal centro avversario in un attacco a metà campo dovrebbe dirci qualcosa, succederà di nuovo quando Portland metterà Nurkic su di lui - ignora totalmente la pericolosità di un tiro da tre di Westbrook e può rimanere con i piedi ben piantati dentro l’area, rendendo più difficile il lavoro di Davis e LeBron con i loro giochi a due. In questo caso però non è quello il problema, perché Westbrook non inizia l'azione offensiva, ma decide di prendersi l'ennesima tripla sbagliata della stagione dei Lakers.


Patrick Beverley dopo il recupero

Dopo aver recuperato lo svantaggio, con il tiro per passare in vantaggio a metà dell’ultimo quarto, prima Austin Reaves (che dovrebbe essere un discreto tiratore, anche se nella sua breve carriera in NBA è al 31.6%) sbaglia con spazio, poi Beverley fa una di quelle giocate per cui si è costruito il suo posto in grandi squadre, strappando la palla dalle mani di Zubac. Segnare la successiva tripla, con il palazzetto pronto a esplodere, avrebbe magari cambiato l’inerzia della gara, dato una spinta emotiva importante ai Lakers. E invece, niente da fare.


LeBron James Logo Airball

LeBron non è nuovo a provare quelle che vengono chiamate “Logo 3’s”, ovvero tiri da tre presi con i piedi sul logo della squadra di casa (quindi più vicini alla linea di centrocampo che a quella da tre punti). È un tiro che in questo caso prende quasi scocciato, con 13 secondi sul cronometro, all’inizio del secondo quarto, dopo che nel primo, nei tre minuti in cui era stato in panchina, i Lakers avevano segnato 0 punti, subendo un parziale di 10-0.

Certo, in questo caso il risultato finale non è solo rivedibile, ma anche un po’ triste: come se gli mancassero le gambe per attaccare e anche solo per arrivare vicino al ferro con la sua tripla. In queste prime tre partite James si è preso 9 triple di media, il numero più alto in carriera, simile alle 8 di media della scorsa stagione, e sono tante per uno che non è uno specialista. Da notare Matt Ryan sullo sfondo che si alza per festeggiare come se fosse un canestro scontato, per poi risedersi a testa bassa in panchina.


Il palo di Anthony Davis

Chiudiamo in bellezza, con la tripla più virale di questa versione scalcagnata dei Lakers. Contro Portland Davis ha giocato una buonissima partita, soprattutto in difesa, ma è impossibile ignorare questa azione. Il modo in cui Nurkic ignora il suo tiro (girandosi di spalle e camminando verso il ferro mentre si tocca la faccia, quasi a scaccolarsi) e l’esito del suo tiro (un palo dall’angolo che avrà suonato sinistro alla Crypto.com Arena) sono la definizione simbolica di tutti i problemi di questi Lakers.

Come risolverli? Secondo Ham la sua squadra deve continuare a tirare da tre, non esitare perché prima o poi entreranno. Eppure, data la qualità dei tiratori, è difficile credere che lo faranno tanto meglio di così. Parlare di mercato con la stagione appena iniziata è forse inclemente, ma se i Lakers vogliono provare a dare una squadra adatta a LeBron, uno dei migliori giocatori di sempre ormai agli ultimi anni di carriera, devono inventarsi qualcosa. Altrimenti il loro tramonto e quello del loro miglior giocatore sarà come questa tripla di Davis: difficile da guardare senza provare un po' di pietà.




Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura