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Cara redazione,
In un vostro articolo riguardante il Dizionario tattico avete fatto notare come il centro dell'impostazione stia arretrando di alcuni metri, come dimostrano i sempre più frequenti utilizzi della Salida Lavolpiana o di centrali di difesa "à la Bonucci".
Cosa ne pensate di un'estremizzazione dell'impostazione dal basso con l'introduzione in un futuro più o meno remoto del portiere di movimento nel calcio a 11 come nel calcio a 5?
So che ci sono notevoli differenze tra i due sport, come le lunghezze di campo e porte, ma magari con una serie di modifiche al regolamento che riguarda i portieri, ciò potrebbe non essere pura utopia.
Grazie in anticipo.
Francesco
Risponde Flavio Fusi, già autore del bestseller Dizionario tattico: lo sweeper-keeper.
Caro Francesco, la tua è una domanda molto interessante che io stesso mi sono posto quando scrivevo il pezzo sullo sweeper-keeper. Non tutte le squadre difendono altissime sul campo e di conseguenza non sempre è necessario schierare un portiere con compito da libero per coprire lo spazio alle spalle dell’ultima linea, ma è indubbio che le abilità da giocatore di movimento dei portieri abbiano assunto sempre più importanza nel calcio moderno.
I portieri sono chiamati a intervenire molto più che in passato nella fase di costruzione bassa e ormai praticamente nessun estremo difensore può limitare il suo gioco con i piedi a calciare il pallone più lontano possibile dalla sua area di rigore. Il pressing offensivo ed ultra-offensivo complica notevolmente la fase di uscita e diventa fondamentale cercare di poter manovrare il gioco in superiorità numerica sin dalle prime fasi dell’azione. Specie quando il pressing avviene uomo a uomo, il portiere può diventare il fondamentale grimaldello per evadere la pressione avversaria, poiché l’unico in grado, in quanto undicesimo uomo in campo, di giocare libero da marcature.
D’altronde è lo stesso principio che ha portato allo sviluppo del ruolo di portiere di movimento nel calcio a 5 (ma anche nella pallamano): con il portiere avversario tra i pali, l’unico modo per spezzare l’equilibrio del 4 contro 4 tra i giocatori di movimento “classici” e utilizzare il cosiddetto “terzo uomo”, è quello di coinvolgere il proprio portiere.
Gli spazi ridotti, specialmente in lunghezza, permettono al portiere di prendersi il rischio di spingersi anche nella metà-campo avversaria. Ora, come hai sottolineato tu stesso, il dilatarsi delle distanze nel campo di calcio cambia decisamente le carte in tavola, quindi, a meno che la squadra avversaria non si rintanata nella propria trequarti con tutti e undici gli effettivi, è difficile vedere un portiere spingersi 50 metri fuori dalla propria porta.
Ci vorrebbero effettivamente profonde modifiche ai regolamenti per vedere un cambio così radicale nell’interpretazione del ruolo, ma anche un portiere che combini un insieme di caratteristiche uniche, poiché per mettere in pratica un’idea di questo tipo, non solo sono necessarie qualità tecniche sopra la media, ma anche freddezza e un’innata capacità di leggere il gioco.
Sono convinto che i portieri del futuro saranno sempre più esperti nel gioco coi piedi, sia dal punto di vista del gesto tecnico che di quello della mentalità, ma ora come ora non mi sento di dire che i regolamenti verranno sconvolti tanto da portare all’evoluzione del portiere-libero in portiere di movimento come nel calcio a cinque. Vedremo sicuramente diffondersi il ruolo del portiere-libero e magari qualche interpretazione più estrema, ma la sperimentazione dovrà essere tattica più che regolamentare.