Il termine inflazione si usa per definire l'aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi - di beni e servizi - in un determinato periodo di tempo, che genera una diminuzione del potere di acquisto della moneta. L'industria del calcio non fa eccezione, visto che da ormai diversi anni stiamo assistendo alla compravendita dei cartellini dei giocatori a cifre altissime e il trend non sembra cambiare. Dopo Neymar, pagato 222 milioni di euro dal Paris Saint-Germain nel 2017, ci sono stati investimenti onerosi anche per ruoli storicamente poco costosi come portieri e difensori: l'ultimo esempio è l'acquisto di Harry Maguire da parte del Manchester United, per una cifra che si aggira attorno ai 90 milioni di euro (bonus compresi).
Il prezzo da solo fa discutere, considerando anche il fatto che Maguire arriva da un club inglese di fascia medio-alta come il Leicester e che le sue uniche esperienze internazionali finora sono un preliminare di Europa League nel 2014 e venti presenze in Nazionale, dal 2017 a oggi, con in mezzo anche il Mondiale russo. Tuttavia, bisogna tener conto che è sempre più difficile, se non addirittura impossibile, quantificare a priori economicamente il valore tecnico di un giocatore, così come il suo possibile "peso" all'interno di una squadra. Ma anche i recenti casi di van Dijk e Laporte, strapagati ma diventati velocemente molto importanti per le due squadre arrivate davanti alle altre in Premier League (una delle due ha anche vinto la Champions League), suggerirebbero una certa prudenza nel valutare questo genere di acquisti. A maggior se si conosce poco o nulla del giocatore in questione.
Senza voler provare a fornire una valutazione economica oggettive, proverò qui a concentrarmi sulle caratteristiche di Maguire, e sulla sua funzionalità rispetto alle idee di gioco del suo nuovo allenatore, Ole Gunnar Solskjær.
Lo stile difensivo di Maguire
Jacob Harry Maguire è nato il 5 marzo 1993 a Sheffield ed è cresciuto nelle giovanili dello United fino a esordire in prima squadra nel 2011, vincendo per tre anni consecutivi il premio di "Giocatore dell'anno" del suo club, ottenendo altrettante inclusioni nella "Squadra PFA dell'anno" della League One. Nel 2014 è passato all'Hull City, dove ha giocato per tre stagioni (con in mezzo un breve prestito al Wigan) tra Championship e Premier League, prima di approdare al Leicester per una cifra complessiva di 17 milioni di sterline.
È un giocatore competitivo e diversi ex-allenatori, compagni e tifosi hanno apprezzato il suo carisma e la sua leadership. A prima vista si notano subito le sue doti fisiche: Maguire è alto 194 cm e pesa ben 100 kg, non è rapido né esplosivo sui primi passi ma ha una buona resistenza su distanze medio-lunghe, cosa che gli permette di contenere abbastanza bene gli attaccanti più veloci.
Al Leicester, avendo avuto compagni di reparto lenti come Morgan ed Evans, si è ritrovato a difendere in una linea a quattro che rimaneva abbastanza bassa in fase di non possesso, per non scoprire troppo i suoi centrali in situazioni di palla scoperta. Altrimenti erano guai.
I limiti di mobilità di Maguire esposti in campo aperto: l'inglese viene battuto nello scatto da Guðmundsson ed è costretto a sgambettarlo da ultimo uomo (con annesso rosso diretto).
I contrasti tentati e gli anticipi (rispettivamente 1.3 e 1.2 ogni 90 minuti in Premier League) sono bassi in confronto alle medie del ruolo, ma è bene ricordare che - come gran parte delle statistiche tradizionali relative ai difensori centrali - questi dati sono soprattutto degli indicatori di stile e il loro volume è strettamente connesso al contesto difensivo in cui ciascun singolo viene inserito. L'atteggiamento apparentemente passivo è dovuto anche al fatto che il Leicester ha uno dei migliori frangiflutti della Premier League, Ndidi, e pertanto i difensori possono lavorare maggiormente a protezione della propria porta: è qui che emerge tutto il talento difensivo di Maguire.
Nelle fasi di difesa posizionale Maguire tende a non forzare l'anticipo ed è piuttosto efficiente in situazioni individuali: effettua 3.11 duelli non aerei ogni 90 minuti (vincendone il 64.3%) e viene dribblato appena 0.2 volte. Un difetto che si nota nei suoi duelli difensivi è che a volte tende a piantarsi con i piedi paralleli alla porta, cosa che lo rende vulnerabile quando viene puntato in spazi aperti o in transizione, e gli impedisce di usare bene il fisico imponente per murare l'avversario come fa in altre situazioni, sia da fermo che in corsa.
L'inglese è attento in area di rigore, sia in marcatura che soprattutto nella copertura degli spazi (il Leicester difende a zona): vanta ben 5.3 spazzate ogni 90 minuti, grazie alla sua bravura nel leggere le traiettorie dei passaggi avversari negli attacchi laterali, scansiona spesso lo spazio attorno a sé per controllare la distanza tra l'avversario più vicino e la palla e sa dunque scegliere il tipo di intervento da compiere.
Un aspetto difensivo in cui Maguire è assolutamente dominante è il gioco aereo: effettua 5.3 duelli aerei ogni 90 minuti e ne vince il 77.36%, numeri che lo rendono il miglior centrale della Premier League per efficienza in questo fondamentale. Questa abilità è utile non solo in difesa, ma anche in attacco: i lettori dotati di buona memoria si ricorderanno i molteplici schemi su palla inattiva dell'Inghilterra di Southgate all'ultimo Mondiale, con blocchi ispirati a situazioni di gioco della NBA ed NFL per isolare Maguire a centro area o sul lato debole.
Come gioca palla al piede
Ancora una volta ci troviamo di fronte a un difensore le cui qualità da sottolineare, con altrettanta importanza di quelle puramente difensive, riguardano le fasi di possesso: il pezzo forte del repertorio di Maguire è la progressione palla al piede. Anche se può sembrare un po' goffo, Maguire è un calciatore sicuro quando avanza, usa bene il corpo e corre sempre a testa alta. Al Leicester non era inusuale vedergli condurre transizioni offensive o partire da fermo a possesso consolidato.
«È importante praticare più sport possibili da ragazzino, aiuta il tuo modo di giocare. Fare rugby mi ha aiutato nel coraggio, nello schivare gli avversari e nell'agilità; l'hockey invece ha migliorato la mia visione di gioco e tecnica di passaggio», ha dichiarato in passato.
Maguire è un buon passatore, preciso nel gioco lungo (tenta 10.1 lanci ogni 90 minuti con una percentuale di successo del 64.35%) e generalmente pulito nel gioco corto: schierato quasi sempre sul centro-sinistra, nel Leicester era il centrale con maggiori responsabilità in costruzione, utilizzando il piede forte (il destro) per verticalizzare alle spalle di una o più linee di pressione avversarie, anche se diverse volte questa posizione gli ha impedito una trasmissione scorrevole della palla verso sinistra, oltre a negargli alcuni angoli di passaggio che un mancino naturale (Laporte) avrebbe avuto per tentare passaggi lungolinea (un problema riscontrato anche da Škriniar nell'Inter, o in passato da Rudiger nella Roma quando schierato come centrale di sinistra).
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Mark Taylor è un data analyst inglese che, insieme ad alcuni suoi colleghi, ha realizzato un modello di Non-Shot xG (NSxG) per valutare la qualità dei possessi di giocatori e squadre. Un po' come i classici modelli xG con i tiri, quello dei Non-Shot xG assegna un valore a ogni possesso in ogni zona del campo e descrive la probabilità che un possesso venga trasformato in gol: un grande pregio di questo modello è che premia sia il passatore che il ricevitore. Qui sopra possiamo vedere i punti di partenza e arrivo dei passaggi progressivi di Maguire, mentre qui c'è un confronto tra i suoi NSxG e quelli degli altri centrali dello United durante la scorsa stagione: tra i difensori centrali, Maguire è uno dei migliori passatori in Premier League.
Il suo inserimento nello United
Dopo aver chiuso la scorsa stagione al sesto posto, i Red Devils si trovano in una fase di transizione e Solskjær ha avviato un piano di ringiovanimento della rosa. Il principale reparto su cui il club ha investito finora è stato la difesa: oltre a Maguire è arrivato anche Aaron Wan-Bissaka, promettente terzino destro e tra le rivelazioni dello scorso campionato, e i due dovrebbero comporre la linea a quattro davanti a de Gea assieme a Lindelöf e Shaw.
Lo svedese è stato il miglior centrale dello United in una stagione nera dal punto di vista difensivo e sulla carta sarebbe il miglior partner per Maguire: è più veloce e più aggressivo nelle uscite, non è molto a suo agio nel difendere con un baricentro alto ma è anche lui affidabile nei pressi dell'area di rigore.
I due formerebbero una coppia di buon livello in cui Maguire ricoprirebbe le stesse mansioni di prima: la gestione dei possessi nella costruzione dal basso e il controllo del gioco aereo, due situazioni cruciali in un campionato intenso come la Premier League, dove è molto difficile controllare i momenti di caos nell'arco dei 90 minuti.
È da diversi anni che al Manchester United manca un difensore forte fisicamente e abile col pallone come Rio Ferdinand. Non è un caso che, negli ultimi due anni, Mourinho avesse provato a prendere uno tra Boateng, Alderweireld, de Ligt e lo stesso Maguire. Sfumati i primi due per motivi fisici e anagrafici, i Red Devils hanno inseguito a lungo il centrale dell'Ajax, ma quest'ultimo si è accordato con la Juventus che, a differenza degli inglesi, ha potuto garantirgli la Champions League (oltre a un ingaggio importante). A quel punto la scelta è caduta sul difensore del Leicester e l'operazione è andata in porto (nonostante ci fosse anche un forte interesse del City, come confermato da Guardiola).
A 26 anni, Maguire è un centrale fatto e finito. Ovviamente ci sono dubbi sul fatto che saprà replicare le precedenti buone prestazioni anche in una squadra di livello superiore che, per forza di cose, potrebbe esporne i limiti con più frequenza. Così come sarebbe ingiusto chiedergli di meritarsi l'etichetta di "difensore più caro della storia" (anche se lo è). La cosa certa è la personalità mostrata finora e la modernità del suo gioco non sono da tutti e dovrebbero garantirgli un adattamento rapido al Manchester United.