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Dove era nascosto Thiaw
15 feb 2023
Contro il Tottenham una prestazione fantastica.
(articolo)
8 min
(copertina)
Foto di Giuseppe Maffia / Imago
(copertina) Foto di Giuseppe Maffia / Imago
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Siamo in quel momento dell’anno in cui scopriamo un nuovo difensore del Milan. Dopo mesi di difficoltà, incertezze, Pioli tira fuori dalla naftalina, togliendogli il grosso sacco di plastica di dosso, un piccolo campione dell’arte difensiva. Un’arma segreta fino a quel momento tenuta nascosta al mondo.

Era successo a dicembre 2020 quando Pierre Kalulu era spuntato dal nulla al centro della difesa del Milan. Un secondo prima non era nessuno, un secondo dopo era il più forte di tutti. Dove lo nascondevate, tutti ci siamo chiesti. È successo di nuovo ieri sera, quando nel momento più delicato, nella partita più difficile, nella difesa del Milan è spuntato Malick Thiaw. Aveva già giocato col Torino ma ieri la partita aveva un peso diverso. Si è messo alla sinistra di Kjaer, nel ruolo che teoricamente avrebbe dovuto essere di Tomori che però non è riuscito a recuperare in tempo. A vederlo lì, di fronte a un attacco formato da Kulusevski, Kane e Son veniva da tremare. Una di quelle classiche situazioni “o nuoti o affoghi” a cui certi giovani giocatori vengono chiamati molto raramente nel calcio italiano.

Thiaw doveva dimostrare il proprio valore, confermare il percorso fatto fin lì, che lo ha portato dalla Germania a Milano, in un Paese straniero con una lingua straniera, in una squadra blasonata, che sta attraversando un periodo di crisi. Tutto questo in 90 minuti. Cercare di vedere solo un lato della faccenda, e cioè che è in fondo una grande occasione: se avesse giocato bene in Champions League, contro avversari del genere, nessuno avrebbe potuto metterlo più in discussione. Ma per un difensore è ancora più difficile: se a un attaccante basta essere affilato su un solo pallone per dimostrare qualcosa, un difensore giovane può confermare il suo talento solo attraverso l’applicazione marziale per novanta minuti, cercando di dissolversi nella partita. Non deve apparire ma scomparire. Il miglior complimento che gli si può fare è: «Non ha sbagliato niente».

Lo stile di Thiaw però è quello dei difensori contemporanei, che rompono la linea difensiva a caccia degli attaccanti come se volessero togliergli la stessa aria da respirare. In questo ha una sua appariscenza, dimostrata nella partita contro il Tottenham, dopo la quale molti tifosi del Milan avevano la felicità e il sollievo di chi ha scoperto un nuovo tesoro nella propria squadra.

Il ruolo di Thiaw era tatticamente delicato perché il gioco di Conte prevede molte uscite del pallone dirette sulle punte, e il lato destro del Tottenham è stato quello più esplorato. Kulusevski è un avversario complicato perché è fisico, tecnico e molto intelligente. Si muove in modo furbo nelle ricezioni e nella scelta dell’ampiezza da prendersi, se più stretta o più larga. Dopo tre minuti Thiaw si è trovato in una situazione già potenzialmente pericolosa. Dopo un lavoro di raccordo di Kane, Kulusevski si è ritrovato uno contro uno con tanto spazio davanti. Thiaw ha accorciato su di lui velocemente, per non permettergli di prendergli troppi metri già all’inizio, e poi gli si è parato davanti con una postura perfetta, fermandolo poi in rimessa la laterale.

Thiaw usa in maniera equilibrato fisico e tecnica. Ama prendere contatto con l’attaccante, pressarlo fisicamente, usare le mani, ma poi è molto attivo con i piedi anche alla ricerca del pallone. Dopo meno di mezz’ora si alza forte su Kulusevski, che però gli gira attorno col primo controllo. A quel punto non si fa problemi e lo stende. Poco dopo lo riaffronta sulla fascia con grande intensità, provando intervenire di continuo; poi gli strappa il pallone in scivolata e riparte. La rapidità dei piedi è una qualità che spesso si sottolinea degli attaccanti (o dei tennisti, o dei cestisti), ma raramente per i difensori. Thiaw è capace di muoversi rapidamente sui primi passi degli attaccanti, ed è sempre incredibilmente attivo coi piedi. È sembrata una delle sue migliori qualità. Al 40’ un suo intervento sempre in anticipo su Kulusevski avvia una bella transizione del Milan.

L’altra caratteristica è, come si nota anche a un primo sguardo, è uno stile aggressivo e intransigente. Il Milan ha giocato orientato sull’uomo e le uscite furiose dei centrali alzavano da sole il baricentro della squadra. Quando il Tottenham provava a uscire su Kulusevski, Thiaw arrivava di rincorsa da dietro in modo automatico. Sembrava quasi avere fretta, come se volesse trasmettere ansia a Kulusevski. Ho raccolto un po’ di immagini in cui si può notare quanto in alto Thiaw uscisse su Kulusevski.

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Thiaw è stato il giocatore della partita a vincere più contrasti, 7 su 9, e non ha mai permesso a Kulusevski di girarsi, o quanto meno di giocare qualche appoggio pulito. A un certo punto Kane ha cominciato ad abbassarsi sempre di più forse per compensare anche le scarse ricezioni dei compagni.

C’è poi tutta la dimensione col pallone della sua partita, di cui anche bisogna parlare. Alla sua sinistra la catena del Milan ha cominciato subito a lavorare in modo interessante, con soluzioni studiate da Pioli. Dopo sei minuti Thiaw alza la testa e qualche metro più avanti Leao gli chiede palla largo ma ha già visto Theo Hernandez alzarsi sulla linea di Romero. Il suo lancio è preciso perché costringe Romero a saltare andando all’indietro, e a perdere quindi il duello con Theo. Da lì nasce il gol decisivo della partita. Col pallone tra i piedi Thiaw è sempre stato sicuro ai limiti dell’arroganza, tanto che Pioli a un certo punto lo ha richiamato per ricordargli che sì, tutto bene, ma siamo in un ottavo di Champions e ogni tanto vale la pena buttare via il pallone. È stato il centrale del Milan a cercare più spesso il lancio lungo, credo anche per compiti tattici. Era lui a provare i lanci profondi in diagonale verso i due esterni che attaccavano la trequarti del Tottenham. Ha chiuso la partita con meno dell’80% dei passaggi riusciti, mentre Kalulu ha finito con l’89% e Kjaer col 94%. Il più giovane, quindi, ma anche quello che si è preso più responsabilità. Se c’era da portare il pallone in spazi di campo pieni di corpi, non si faceva problemi. Del resto Thiaw nasce come centrocampista (il suo idolo era Yaya Tourè). L’unico neo della sua partita è stato allora il gol sbagliato a dieci minuti dalla fine, che avrebbe potuto rendere il punteggio più pieno e rassicurante per il ritorno. Forse sarebbe stato troppo.

E allora, se stiamo parlando di un difensore così forte e completo, perché Pioli non lo ha utilizzato prima? Perché nemmeno col passaggio alla difesa a tre, e una rosa chiaramente costruita per giocare a quattro e in assenza di centrali, Pioli ha deciso di far giocare Thiaw preferendogli Gabbia? Solo il recente infortunio di Tomori pare aver costretto il tecnico a schierarlo. Una situazione simile a quella che si verificò durante l’ingresso nell’undici di Kalulu, seguito ai vari infortuni di Romagnoli. L’ingresso tra i titolari di Thiaw si iscrive anche in un contesto di critiche a Pioli per lo scarso impiego dei nuovi acquisti. Come faceva notare Emanuele Mongiardo, per rivitalizzare un Milan senza energie servirebbero giocatori nuovi, in grado di portare nuova vitalità all’undici - soprattutto in una squadra che è sembrata spesso giocare in maniera leggera e dimostrativa. Allora era strano non vedere gli acquisti estivi inseriti nella struttura della squadra.

Per di più Thiaw è giovane, ma non così inesperto, come poteva esserlo per esempio Kalulu quando ha esordito col Milan. Ha già una certa esperienza nel calcio professionistico. Sono già passati tre anni dal suo debutto in prima squadra con lo Schalke 04, che stava sì attraversando grandi difficoltà, ma che rimane una dei club più importanti d’Europa. Il passaggio dal calcio tedesco a quello italiano può essere però estremamente delicato. Pioli dopo la partita ha fatto i complimenti a Thiaw, ma ha criticato la nostra impazienza: «La società ha investito su giovani di talenti, ma quando prendi giovani stranieri di talento abituati a cose diverse purtroppo non tutti riescono ad essere pronti da subito. Kalulu e Leao hanno avuto bisogno del loro percorso, in Italia si fa fatica ad aspettare ma ho sempre fiducia nei miei ragazzi». Lui stesso ha detto che non era del tutto a proprio agio all'inizio, che gli ci è voluto un po': «Ci è voluto un po' di tempo per sentirmi a mio agio, ma ora mi sento bene, mi sento a casa, sto bene con i giocatori e l'allenatore e mi sento in famiglia».

Alla fine Thiaw è entrato in squadra grazie alle contingenze, all’infortunio di Tomori, ma soprattutto alla difesa a 3. Avere un uomo dietro a protezione ha permesso a Thiaw di esprimere la propria aggressività senza timore di far perdere troppe distanze alla sua squadra. Da quanto il Milan è entrato in crisi, nel 2023, Pioli ha subito indicato la fase difensiva, le coperture, le distanze fra i giocatori, come i problemi principali. La partita col Sassuolo è stato il punto più basso della difesa collettiva del Milan. Da quel momento Pioli ha cambiato modulo e aggiunto un difensore centrale. Anche quando giocava a 4 i difensori centrali del Milan avevano un’interpretazione molto aggressiva del ruolo, ma per farlo dovevano avere letture complesse, individualmente ma anche a livello collettivo. A tre l’aggressività comporta naturalmente meno rischi. Nel frattempo però il 3-4-2-1 sembra la forma definitiva del Milan e Thiaw continuerà ad avere il suo spazio. Un'altra dimostrazione della bravura dello scouting del Milan, che continua a operare in modo quasi unico in Italia. Per i tifosi, un motivo di ottimismo in un momento estremamente critico.

Ora diciamo una cosa molto semplice: ieri per Thiaw è stata la giornata dell’esaltazione, ma il Milan e Pioli dovranno essere bravi a proteggerlo quando arriveranno i primi errori, le prime difficoltà. Il suo talento sembra speciale.

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