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Il malocchio gettato da Pogba su Mbappé ha funzionato?
27 set 2022
Un'accusa metafisica alla prova dei fatti.
(articolo)
15 min
(copertina)
Adam Pretty/Bongarts/Getty Images
(copertina) Adam Pretty/Bongarts/Getty Images
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Immaginate Kylian Mbappé. Cercate di visualizzarlo mentre prende palla poco dopo il cerchio di centrocampo, con quaranta metri di campo e un difensore che lo separano dalla porta. La palla viene da destra e lui avrebbe tutto il lato sinistro del campo libero. Potrebbe andare a sinistra, accelerare come al suo solito bruciando l’erba sotto i suoi piedi. Ma no, sarebbe troppo facile così. Immaginate Kylian Mbappé che salta il primo difensore rientrando verso destra, scavalcandolo come una pozzanghera sul marciapiede, e a quel punto se ne trova altri tre davanti. Mbappé che resiste al ritorno di un avversario alle sue spalle, che lo tocca, prova a rallentarlo, ma cade a terra come uno stuntman che prova ad aggrapparsi a una macchina in corsa. Mbappé che accelera entrando in diagonale dentro l’area di rigore, portando avanti la palla con la punta del piede come un padre che tiene per mano il proprio figlio, e poi calcia in porta, forte, alto e centrale, prendendo in controtempo il portiere che si era accasciato a sinistra.

Facile no, immaginarselo così? Questo - cioè quello che ha segnato il gol dell’1-0 contro l’Austria in Nations League, pochi giorni fa - è il Kylian Mbappé abituale. Quello che abbiamo nella nostra testa, il predestinato, che quando aveva cinque anni si allenava per fare le interviste, per essere famoso, e oggi è così potente da contendere alla Federazione Francese il diritto di sfruttamento della propria immagine quando è con la Nazionale.

Adesso provate a immaginare quest’altro Kylian Mbappé. Uno uguale ma con un talento contrario a quello descritto sopra, uno imbranato, che litiga con la palla, che sembra l’imitazione di Usain Bolt quando Bolt gioca a calcio. Cosa pensereste vedendo Mbappé inciampare da solo davanti al portiere? Che gli è successo qualcosa. Che forse sta male. Fisicamente, mentalmente, magari entrambe le cose. Ha la febbre, si è lasciato con la ragazza, ha litigato con Macron.

Oppure che lo abbiano stregato. Perché no? Kylian Mbappé vittima di un sortilegio, del malocchio. Se credete anche solo in parte all’esistenza dell’occulto, di un piano metafisico che può intersecarsi col nostro, influire sui nostri corpi, be’, vedere Mbappé cadere da solo davanti al portiere può essere una conferma che questo tipo di cose esiste. Altrimenti non si spiega.

Lo scorso venerdì l’account Twitter di Mathias Pogba, fratello di Paul, ha iniziato a twittare da solo (lui è ancora in custodia cautelare, sotto indagine per un potenziale ricatto in banda armata da 13 milioni di euro) messaggi e video in cui, tra le tante accuse un po’ vaghe, ha fatto due esempi specifici in cui il fratello sarebbe ricorso al maleficio.

«Ad esempio, nella finale di Euro 2016, dove sono successe cose strane, tipo l’invasione di falene prima della partita». In effetti l’infortunio di Cristiano Ronaldo, con la falena che gli si posa sul naso, tra le sopracciglia, proprio mentre Cristiano Ronaldo sta piangendo, è stato uno di quei momenti così strani che quasi non sembrano veri. La falena, poi, animale notturno, attratta dalla fiamma, pare che possa essere una rappresentazione spirituale delle fate, o delle streghe, essere simbolo della nostra attrazione verso le passioni che ci consumano, addirittura la verità che non vediamo mentre brancoliamo nel buio.

A questo punto, però, bisognerebbe chiedersi come sia stato possibile che quella partita l’abbia vinta il Portogallo, con un gol improbabile di Éder nei supplementari. Forse Éder aveva una strega, un marabout migliore di quello di Paul Pogba? Poi, appunto, Mathias Pogba cita quella partita del 2019 in cui il fratello ha giocato contro Mbappé. L’ottavo finale di ritorno di Champions League, dopo che all’andata il PSG aveva vinto 1-2, a Manchester. Allo United quindi serviva un miracolo, o un incantesimo, è uguale, e così è stato: vittoria per 3-1 a Parigi e avanti ai quarti.

«Su richiesta di Paul», dice Mathias, «al marabout era stato chiesto di neutralizzare Kylian Mbappé che a quei tempi era in rapida ascesa, superando di molto la fama di Paul. Ed è stato strano vedere che, in quella partita, Kylian era l’ombra di se stesso contro una squadra di riserve». Dopo questa dichiarazione hanno iniziato a circolare degli highlights individuali francamente assurdi, così strani da sembrare finti, in cui Mbappé sembra sul serio l’ombra di se stesso, o come se intorno a Mbappé ci fossero state delle ombre che interferivano con i suoi movimenti.

Per questa ragione mi sono riguardato quella partita. Cioè per capire se ci potesse essere davvero un’influenza malefica dietro la prestazione negativa di Mbappé. Perché non so voi, ma io un pochino ci credo a questo genere di cose.

Cominciamo col dire che all’andata Mbappé aveva segnato un gol splendido (quello del 2-0) sprintando a tutta velocità tra i centrali di difesa dello United e spingendo in porta di piatto un cross rasoterra, preciso al millimetro, di Angel Di Maria; mentre Paul Pogba aveva finito la sua partita a pochi minuti dal novantesimo, rimediando un secondo cartellino giallo, e quindi un rosso, che lo avrebbe escluso anche dalla partita di ritorno. Quindi Pogba avrebbe fatto ricorso a una fattucchiera, a uno stregone, per influenzare in qualche modo una partita in cui non ci sarebbe stato. Per aiutare i propri compagni, a modo suo. Se così fosse, quasi quasi posso capirlo.

Comunque, la partita di ritorno comincia con un errore di Kehrer, interno di destra della difesa a 3 del PSG che con un retropassaggio serve Lukaku alle spalle di Thiago Silva. Lukaku salta Buffon (già) e mette nella porta vuota. E finisce con un rigore al 93esimo trasformato da Rashford, causato da un tocco di mano di Kimpembé su un tiro da fuori area di Dalot. Di dettagli strani, volendo, se ne possono trovare (sul secondo gol a Buffon sfugge la presa su un tiro da trenta metri e diventa un assist per Lukaku), ma a noi interessa la partita di Kylian Mbappé.

Minuto 6.17

Dopo 6 minuti Mbappé ha avuto un’occasione simile a quella che lo ha portato al gol all’andata. Di Maria serve Bernat con un filtrante e Bernat la mette rasoterra al centro, Mbappé ruba il tempo a Lindelof ma non arriva sulla palla per una questione di centimetri.

Chissà, magari Lindelof lo ha trattenuto quanto bastava per non farlo arrivare sulla palla, o magari è stato un fantasma e rallentando l’immagine, separando un frame dall’altro riusciremmo a vedere l'invisibile.

Minuto 11,12

Il PSG, come detto, è andato sotto di un gol praticamente, ma ha anche pareggiato dopo dieci minuti. E Kylian Mbappé ha fatto l’assist, con un cross rasoterra fatto cadendo, da destra, dopo un bel movimento profondo. Da come si coordina sembra quasi voler tirare ma la palla è perfetta per Bernat sul secondo palo. Di sicuro, Mbappé non può vedere il movimento alle sue spalle. Si direbbe, quindi, che sia stato persino fortunato in questo caso. Che le forze segrete sempre all’opera per far girare il mondo lo abbiano favorito.

Minuto 14.23

Forse a quel punto gli spiriti dalla parte di Paul Pogba iniziano a darsi una svegliata. Si accorgono che se non fanno niente Mbappé finirà col segnare un altro gol e col fare a fette la difesa dello United coi suoi tagli interno-esterno verso destra.

Poco dopo il pareggio, le prime avvisaglie di qualcosa di strano. Kylian Mbappé riceve palla sulla fascia, ci pensa un attimo prima di girarsi e puntare Luke Shaw. Shaw è veloce, per carità, ma nel modo in cui Mbappé si allunga la palla e parte c’è qualcosa che non va. Oltretutto lascia che Bernat si giri verso il fallo laterale evitando la sua pressione. Certo, messa così sembra solo una delle tante occasioni in cui Mbappé prova a rompere la partita in un momento a caso, come un bambino che fa i capricci in mezzo a un negozio, che si butta a terra e batte i piedi, come se pensasse davvero di avere poteri illimitati.

In questo caso sembra più che altro che sia il sortilegio di Mbappé, che di solito gli permette di passare attraverso i difensori come se corresse su un immaginario tapis roulant, a non funzionare.

Minuto 24.14

Sapete qual è il problema di Kylian Mbappé? Al di là di Paul Pogba, dico. Al di là del fatto che non sembra essere particolarmente amato dai suoi compagni di squadra (ultimo tra questi Paredes che dice di non aver avuto “rapporti umani” con lui). Il problema di Kylian Mbappé è che vuole fare tutto. Pensa di saper fare tutto, sempre. Qualsiasi cosa gli venga in mente, Mbappé pensa di poterla fare. Non mi stupirei se un giorno convocasse media e stampa e provasse sul serio a camminare sulla superficie di un lago, come se la fiducia in se stesso, la fiducia di Kylian Mbappé in Kylian Mbappé fosse una specie di religione. In giornate no, come quella in cui lo stregone di Pogba forse lo ha perturbato, lo scollamento tra il suo talento quasi senza limiti e la realtà in cui comunque con i limiti bisogna farci i conti, si vede in cose come questo colpo di tacco provato per Draxler. Perché, quando avrebbe tranquillamente potuto girarsi e dargli la palla filtrante in modo normale?

Minuto 43.40

Ok questo è strano. Ammetto che sembra esserci uno spirito che spinge da dietro Mbappé mentre prova a mettere la suola del piede sulla palla. Sta puntando Lindelof e Smalling in campo aperto, con tutta la parte destra del campo libera, e inciampa sul pallone. Non normale, diciamo così.

A questo punto la partita di Mbappé ha preso una strana piega. Ha iniziato a sbagliare qualche sponda qua e là mentre a inizio partita si era trovato benissimo con Di Maria, Draxler e Dani Alves. Adesso ha l’occasione per fare la sua classica azione solitaria, sterzare a destra, sgasare e calciare a incrociare. Magari non avrebbe segnato, perché non segna ogni volta che calcia in porta, ma cadere sulla palla come se qualcuno gli avesse bagnato le scale di casa e non glielo avesse detto (ecco, perché non ha pensato a questo Paul Pogba?) è proprio strano.

Minuto 55.07

Questa azione non si trova negli highlights individuali di questi giorni, che dovrebbero provare il sortilegio di Pogba. Perché non si trova? Perché Kylian Mbappé mette in porta Angel Di Maria con un tacco filtrante dal limite dell’area, un tacco che avrebbe cambiato la partita e il significato della partita stessa nella storia di Mbappé, se solo Di Maria non fosse stato in fuorigioco.

Adesso: se credete nell’occulto, non può essere un bel tacco a mettere in crisi la vostra teoria. In fondo basta pensare che gli spiriti abbiano lasciato che Mbappé facesse quel tacco sapendo che era fuorigioco.

Minuto 67.00

Kylian Mbappé prende palla sulla fascia destra, ha davanti Fred, ci pensa due ore, fa un doppio passo, finge di partire lungolinea, si ferma, torna indietro, poi di nuovo decide di andare lungolinea e Fred a quel punto gli toglie palla. Fred toglie palla a Kylian Mbappé. Strano, ma non proprio incredibile. Mbappé non sembra in una grande giornata e anche se Fred è diventato una mezza barzelletta allo United ha qualità difensive di alto livello, tali da poter leggere un dribbling telefonato come quello che stava provando Mbappé.

Il che mi porta a fare una breve riflessione seriosa. Perché la storia del marabout, della magia nera, ci sembra significativa, per quanto inverosimile? Al di là del fatto che i fratelli Pogba non prendono minimamente le distanze dalla componente assurda di questa storia (al limite ci vedono un conflitto con la loro fede), che loro stessi cioè sono i primi a crederci ed è di per sé strano che persone con tutta quella disponibilità economica abbiano bisogno di credere in forze misteriose e non esclusivamente nel loro talento e nella loro personalità, la storia dello stregone sembra una rappresentazione buffa del conflitto più gretto e terra terra che c’è dietro.

Della storia dei parenti in difficoltà che Paul, secondo Mathias, non aiuta, della gelosia e dell’invidia familiare, dei ricatti di vecchi amici d’infanzia. In Francia non sono storie così fuori dal comune. Anche Benzema ci era dovuto passare e, giusto un anno fa, una calciatrice della Nazionale, Kheira Hamraoui, era stata aggredita con mazze di ferro da alcuni uomini, su ordine di un’altra calciatrice, Aminata Diallo, che si fingeva sua amica ma voleva infortunarla per prenderne il posto.

Il livello di violenza che c’è dietro queste storie sarebbe intollerabile se non ci fosse di mezzo qualcosa di divertente (il sex-tape di Valbuena, la partita di Mbappé), sarebbe solo un’altra storia di due fratelli che si odiano, l’ennesima famiglia che si autodistrugge, in cui è persino difficile capire chi sia la vittima e chi il colpevole, in cui di sicuro sono stati a lungo tutti complici dell’infelicità degli altri.

Minuto 71.00

Bel taglio di Kylian Mbappé in area di rigore, sempre verso destra, sempre servito da Dani Alves. Bello stop di petto con Smalling addosso, bel triangolo e movimento senza palla con Dani Alves, bel cross rasoterra per Di Maria. Bella lettura difensiva di Ashley Young, però, che vanifica il tutto.

Minuto 75.36

Entriamo adesso nel momento clou della partita di Mbappé, quello in cui effettivamente sembra l’ombra di se stesso. Ad esempio: su un contropiede lanciato da Di Maria lui fa un movimento strano, tagliandogli davanti per andare a sinistra, anziché allargarsi a destra per portargli via un uomo e/o creare lo spazio in cui ricevere palla e calciare, eventualmente anche tagliando poi di nuovo internamente davanti a Lindelof, il centrale di sinistra di difesa, che va così più lentamente di lui che forse Mbappé avrebbe persino potuto provare a girargli intorno.

Poi, una volta ricevuta palla al limite dell’area prova ad allungarsela per saltare Smalling, finendo fuori dal campo. Non solo è sbagliato il tocco, ma non è neanche chiaro cosa avrebbe voluto fare Mbappé se fosse riuscito a prendere un metro a Smalling. Di Maria non aveva ancora fatto in tempo ad entrare in area e si sarebbe trovato in una posizione complicata, con un angolo strettissimo, per calciare di sinistro. Boh.

Piccolo gesto di frustrazione di Mbappé che calcia lontano la palla dopo che i cartelloni pubblicitari gliela restituiscono. Che abbia provato a colpire una presenza, a scacciare un fantasma che gli stava ridendo in faccia proprio lì a bordo campo?

Minuto 80.40

Kylian Mbappé punta Ashley Young sullo spigolo sinistro dell’area di rigore. Doppiopasso istituzionale un po’ inutile e accelerazione bruciante, stavolta il tocco è preciso e Mbappé si sarebbe guadagnato lo spazio per il cross se da dietro non fosse arrivato Chris Smalling a chiuderlo. Il rimpallo fa sì che non ci sia neanche il calcio d’angolo. Mbappé è stupefatto.

Minuto 82.54

Questo è il momento più assurdo di tutta la partita di Kylian Mbappé. Dani Alves lo mette di esterno da solo davanti a De Gea, Mbappé controlla bene la palla e ha tutto il tempo di pensare a dove vuole andare. Volendo potrebbe anche calciare in porta o provare un pallonetto. Decide di andare verso sinistra. Il secondo tocco sul pallone però è strano, sembra che le gambe di Mbappé si muovano contro la sua volontà, che la parte inferiore del suo corpo prenda di sorpresa quella superiore, sbilanciandolo.

Il tocco sul pallone è ruvido e Mbappé cade, adesso sì, come se un paio di mani invisibili lo abbiano spinto da dietro schiena. Cadendo però riesce a portar via la palla a De Gea, a rialzarsi e persino ad arrivare per primo sul pallone, a quel punto è stato recuperato da Smalling che in scivolata allontana (da sinistra arriva Bernat che quasi senza angolo calcia in porta e colpisce la parte esterna del palo).

Ecco, qui Mbappé sembra davvero l’ombra di sé stesso. Una versione parodica del giocatore ipermuscolare, leggero e potente, con un controllo sulla palla sensibile e preciso, che siamo abituati a vedere. La versione slapstick del più forte centravanti al mondo, quello che vede autostrade in cui lanciarsi a trecento chilometri all’ora là dove i centravanti normali vedono sottili spiragli di luce in cui con un po’ di fortuna possono provare a infilarsi.

Se lo stregone di Pogba, o la sua fattucchiera (non ho capito se si tratta di un uomo o di una donna), hanno veramente mosso qualche energia invisibile contro Mbappé, quest’azione è il loro capolavoro. E mi piace immaginare che il modo in cui abbiano voluto farlo fallire sia stato mettendogli una buccia di banana fantasma al limite dell’area.

Minuto 94.30

L’ultima giocata di Mbappé è una rovesciata ridicola e un po’ patetica, con il PSG che ha già subito il terzo gol e si riversa disperato dentro l’area degli inglesi. Mbappé alza un campanile triste, velleitario, che serve solo a tenere viva l’azione. Ricordate Cristiano Ronaldo contro la Juventus, immaginate che Cristiano Ronaldo indossasse in quel momento uno zainetto pieno di mattoni e avrete un’idea della rovesciata finale di Mbappé.

A questo punto devo farvi una confessione. Avevo una zia che diceva di essere in contatto con l’al di là, di comunicare con gli spiriti e addirittura di scrivere libri sotto loro dettatura. Un giorno, sapendo che scrivevo, mi chiese una mano per riguardare un suo libro. Non avevo tempo e sono stato un po’ cattivo. Le ho detto: Zia, ma se hai contatto con le anime dei defunti, perché non chiedi una mano a Shakespeare, o a Cechov che era molto bravo a tagliare?

Oggi me ne pento, avrei potuto essere più curioso - e magari farmi dare qualche numero da giocare - ma pensando alla storia triste di Paul Pogba e del fratello penso una cosa simile. Ma se Pogba avesse avuto la possibilità di farsi aiutare dai poteri occulti, al punto da trasformare Kylian Mbappé in un cerbiatto su una lastra di ghiaccio, non avrebbe fatto meglio a concentrarsi sui suoi infortuni?

O magari non gli avrebbe potuto chiedere di tenergli lontano il fratello e quegli amici che lo stavano ricattando? Oppure, se le cose stessero come dice Mathias, non sarebbe stato comunque meglio, che ne so, impedire alla Svizzera segnasse due gol in dieci minuti e poi vincesse ai rigori, eliminando la Francia da Euro 2020, rendendo vano il suo terzo e splendido gol e il balletto successivo?

Ecco, mi vengono in mente un’altra mezza dozzina di partite in cui Pogba avrebbe potuto chiedere aiuto al fantasma del padre di Amleto e a tutti gli altri spiriti che ci circondano, anziché torturare Kylian Mbappé in una singola partita che, peraltro, sembra il classico copione del PSG che si suicida senza bisogno di aiuti esterni.

Però va detto che è divertente vedere Mbappé ridotto in questo modo. Spiriti o no, la partita di Mbappé contro lo United, ottavo di finale di ritorno della Champions League 2019, ci ricorda che ci sono cose più grandi anche dei migliori calciatori, che per quanto talentuosi, potenti, ricchi, eccezionalmente ben nutriti ed allenati, sicuri di sé e programmati per il successo, anche loro dopotutto sono umani, troppo umani.

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