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Man e Mihaila ti mettono le ali
30 ago 2024
30 ago 2024
Le due ali romene sono il segreto in piena vista del buon avvio del Parma.
(copertina)
IMAGO / AFLOSPORT
(copertina) IMAGO / AFLOSPORT
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L’ultima volta che il Parma ha chiuso a metà classifica in Serie A è stato nella stagione 2019/20 con Roberto D’Aversa. Era un Parma risalito dalla Serie B due stagioni prima proprio con D’Aversa ed era arrivato al culmine di quel progetto tecnico con una squadra che si fondava su di un baricentro basso e una sofisticata uscita del pallone dalla difesa, alternata alla spinta delle transizioni offensive guidate da Gervinho e Kulusevski.

Forse riuscite a ricordarlo anche senza l'ausilio delle immagini: recupero del pallone nella propria metà campo, proprio al limite dell’area, verticalizzazione verso Gervinnho che si fa 60 metri in conduzione con l’avversario alle calcagna, assist per Kulusevski sul taglio in area. Quello era il miglior Parma dell'era recente, e fino a pochi giorni fa pensavamo che sarebbe stato il miglior Parma ancora per un bel po' di tempo.

Dopo le prime due grandi prestazioni in campionato, però, abbiamo iniziato a ricrederci. Il Parma che è tornato in Serie A con Pecchia è un progetto diverso, per certi versi più ambizioso sia a livello dirigenziale che tecnico, una squadra costruita sul talento giovane e un'identità più ricca rispetto al recente passato. Arriva da un campionato di Serie B in cui ha mostrato soprattutto una grande versatilità nella proposta di gioco, in cui l’unica costante è stata l’idea di vincere i duelli individuali. L’ha fatto ragionando col pallone e costruendo con calma la manovra prima di attivare gli scambi sulla trequarti tra il rifinitore, la punta e l’esterno, o lanciando direttamente in verticale rendendo le connessioni tra i giocatori ancora più istintive. In quest'ultimo caso soprattutto nelle situazioni di vantaggio nel risultato.

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Contro il Milan, Coulibaly si attiva portando avanti da solo una transizione offensiva pazza che si conclude con un fallo nella trequarti avversaria.

Dal poco che si è visto, anche in questa stagione il Parma sta mostrando un ritmo di gioco sincopato, dettato da picchi di talento tecnico, fisico o atletico che si attivano a seconda della situazione. La capacità di vincere i duelli individuali producono queste fiammate di gioco che possono esprimersi nello stretto associando giocatori, come nel lungo con lanci in profondità improvvisi o cambi di gioco per attivare il lato debole. Contro due squadre non ancora organizzate nella gestione delle transizioni difensive, il Parma ha mostrato di poter fare e disfare occasioni da gol limpidissime, e di aver almeno potenzialmente in mano le carte per fare una stagione brillante, almeno dello stesso livello di quella fatta con D’Aversa.

Come detto, questo Parma è una squadra dalle molte forme. Se vuole costruire si vede l’importanza del centrocampo versatile e del gioco tecnico e cerebrale del numero 10 Bernabé, ma se può correre in verticale, allora si può vedere la sua versione più entusiasmante, in cui si esprimono tutti i suoi talenti offensivi. Che sia contro squadre che difendono a uomo (come la Fiorentina di Palladino) o contro squadre che difendono più puramente a zona (come il Milan di Fonseca), il Parma è pensato per resistere alla riaggressione avversaria e muovere i propri giocatori dietro le linee di pressione, così da risalire il campo con scambi di prima o conduzioni. Il fronte offensivo viene spesso usato per intero, con tutti i giocatori che toccano palla disordinando così la difesa avversaria in ogni suo componente.

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L’esempio perfetto è il gol di Man contro il Milan, con Bonny che viene incontro a giocare, il cambio di gioco sul suo appoggio per Mihaila per andare sul lato debole e poi il cross che trova Man sul secondo palo.

Dicevamo delle caratteristiche dei giocatori che rendono il Parma così versatile: la squadra di Pecchia sfrutta appieno la capacità di Bonny di utilizzare il suo corpo per proteggere il pallone o vincere i duelli individuali sulla trequarti avversaria, per poi distribuirlo al compagno che gli si muove vicino. Col suo metro e novanta, Bonny ha le spalle belle larghe e sa già come sfruttare la sua struttura fisica contro difensori di stazza anche paragonabile. Anche se è arrivato poco al tiro (uno solo sia contro la Fiorentina che contro il Milan), non mostrando ancora del tutto le sue potenzialità da finalizzatore, il suo gioco incontro e i sui scarichi per gli esterni ha fatto subito la differenza contro la Fiorentina e soprattutto contro il Milan. Com'era per il Bologna di Thiago Motta, il centravanti viene usato anche e soprattutto come rifinitore perché i veri finalizzatori giocano sugli esterni.

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Il gol contro la Fiorentina mostra proprio questo: Suzuki rimette in gioco con un lancio Valeri, che di testa la mette dove Bonny può arrivare allargandosi. Bonny distrugge Martinez Quarta nel duello aereo e poi si prende il pallone per accentrarsi e servire Man dalla parte opposta. Man può ricevere, sistemarsi il pallone e metterlo in rete.

A proposito di esterni. Valentin Mihaila e Dennis Man sono praticamente coetanei (Mihaila ha 24 anni, Man 26) e sono tra i pochi reduci del ciclo precedente del Parma retrocesso. Sono arrivati in Emilia a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro nella stagione 2020/21 come promesse del calcio romeno (soprattutto Man) e possibili eredi di Gervinho e Kulusevski. Il nuovo proprietario americano Kruse era appena arrivato a Parma e la squadra delle transizioni di D’Aversa aveva lasciato il posto a quello che voleva essere più di manovra con Liverani. Una stagione che poi si rivelerà disastrosa, attraversata dal ritorno in corsa di D’Aversa e chiusa all’ultimo posto in classifica.

Insomma per Mihaila e Man l'inserimento non è stato facile, per usare un eufemismo. Una volta retrocesso, però, il Parma ha gradualmente dato spazio a entrambi, costruendo il nuovo corso sul loro talento (gradualmente perché Mihaila è diventato titolare solo la scorsa stagione, dopo essere tornato per qualche mese in Serie A all’Atalanta in prestito). Entrambi comunque sono stati fondamentali per la promozione, mettendo in mostra il miglior calcio delle loro carriere, dimostrando di essere arrivati al picco (non a caso hanno partecipato anche all’Europeo in Germania). E lo si è visto subito: Man si è presentato alla massima serie con 2 gol nelle prime 2 partite.

Sono due attaccanti esterni dallo stile di gioco quasi speculare all’apparenza, giocando entrambi a piede invertito: Mihaila destro parte da sinistra e Man mancino parte da destra. Sono entrambi veloci e questo è ovviamente un punto fondamentale per la strategia del Parma, ma Mihaila ha un gioco più verticale con movenze più da seconda punta. La scorsa stagione, per dire, lo si è visto spesso muoversi con i tempi giusti per finire lui più che la punta in uno contro uno col portiere. Dei 6 gol segnati nella passata Serie B, 3 sono arrivati con due tocchi e tre con un tiro di prima. Un esempio è il gol contro la Sampdoria, in cui lo si vede sbucare nell’inquadratura tagliando solo all’ultimo in una manovra costruita a destra.

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Le tempistiche del suo taglio per velocità e traiettoria scelta sono talmente perfette che gli basta solo deviare il pallone per superare il portiere.

A proposito di costruzione a destra: Man ha un ventaglio di possibilità maggiori in termini di partecipazione alla manovra, una sfumatura di attaccante esterno con gesti da rifinitore. Il romeno mostra una creatività fuori area che forse passa in secondo piano rispetto alla sua capacità di superare l'uomo rientrando sul sinistro. In ogni caso, quando il Parma risale il campo, è difficile che non ci metta almeno un tocco. L'ala romena riesce a bilanciare benissimo i momenti in cui serve venire a giocare con i compagni e quelli in cui invece deve andare via dal pallone per attaccare lo spazio.

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Contro il Milan viene sul lato forte per giocare il pallone con un pregevole colpo di tacco che fa accendere l’azione. Pochi istanti dopo riceve in profondità dopo lo scatto in fascia.

Il fatto di avere due frecce sulle fasce, così diverse nei movimenti eppure così complementari, è una strategia tanto elementare quanto ancora difficile da difendere. Indifferentemente dal modulo utilizzato, infatti, è un modo di attaccare che va a toccare i punti di rottura del sistema avversario: per esempio lo spazio tra il terzino che sale e il centrale, o tra l’esterno a tutta fascia e il centrale, in ogni caso nel punto in cui è più facile trovarsi in uno contro uno o comunque con un attimo di vantaggio rispetto all'avversario (chi attacca corre in avanti, chi difende deve reagire).

La capacità dei terzini di difendere alle proprie spalle o dei centrali di scalare in copertura è messa continuamente alla prova da giocatori forti nei duelli individuali (sia col pallone che senza) che si liberano fronte alla porta o in grado di servire un compagno in posizione favorevole. Insomma avere i propri finalizzatori migliori sulle fasce ti permette di creare azioni da gol sia in fase di attacco posizionale che di pura transizione offensiva. E non è un caso se il 4-3-3 / 4-2-3-1, cioè il modulo che meglio riesce ad attivare gli esterni offensivi, sia così usato negli ultimi anni. Il Parma è una squadra costruita per sfruttare appieno questo sistema di gioco, che esalta le caratteristiche del proprio fronte offensivo con centravanti di raccordo tecnico e attaccanti esterni mortiferi.

Avere le prime due partite in casa ha aiutato per acclimatarsi alla categoria, come il fatto di affrontare due squadre ancora in costruzione come Fiorentina e Milan, ma sono bastati un pareggio e una vittoria in 180 minuti per mostrare le potenzialità di questa squadra. In entrambi i casi, la squadra di Pecchia è passata in vantaggio presto nella partita e a quel punto ha continuato a giocare con spensieratezza, un vantaggio che secondo Pecchia si deve alla giovinezza della rosa.

«La convinzione che le squadre debbano cercare giovani calciatori già affermati è un controsenso. I calciatori possono crescere e accumulare esperienza solo giocando di settimana in settimana. Vivono tutto con grande entusiasmo e preferisco l'esuberanza e l'atteggiamento spensierato dei giovani piuttosto all'eccessiva analisi che spesso arriva diventando esperti». Il campionato è ancora lungo e non è detto che lo stato di forma delle sue due ali continui così (non è un caso se Pecchia ha chiesto e ottenuto rinforzi in attacco per ruotare maggiormente gli uomini) o che una volta studiati meglio le squadre avversarie non trovino il modo di fermare o rende più difficoltoso il modo con cui sfrutta la transizione offensiva - magari utilizzando magari marcature preventive più strette di quelle del Milan o direttamente falli tattici su giocatori chiave come Bonny.

Rimane il fatto che il modo con cui questo Parma si è presentato alla Serie A è quello di una squadra che non ha paura della categoria e che vuole togliersi altre soddisfazioni anche contro le grandi.

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