Che Mourinho ami i giocatori grandi e grossi non è una novità. Abbiamo imparato a conoscere le sue squadre, il loro dominio fisico, la capacità che hanno di avvolgere l’avversario e stritolarlo con l’intensità. Per tutta la carriera ha lavorato assiduamente intorno a questo concetto, costruendo squadre sempre più ipertrofiche, comprando atleti sempre più eccezionali, anche al costo di perdere per strada qualche giocatore, oppure sentirsi dare costantemente del difensivista, dello speculatore.
L’ultimo mercato è stata la sublimazione di questa idea, la sua definitiva consacrazione: Mourinho è finalmente arrivato a completare la sua morte nera. Il Manchester United 2017/18 non sembra neanche più una squadra di calcio ma un esercito del male ben assemblato. Nove giocatori in rosa superano il metro e novanta, solo cinque sono sotto il metro e ottanta. Ma non è solo una questione di altezza, è proprio la consistenza dei giocatori, lo spessore diverso che li caratterizza: sembra quasi che per giocare per Mou al posto dell’anima tu debba avere un solido nucleo in noce. La quasi totalità del Manchester United, tranne forse Mata (che infatti è una brava persona), non somiglia ad esseri umani normali, ma piuttosto a mobili, mobili che compri il sabato pomeriggio da IKEA.
Scott McTominay - VITTSJÖ Scaffale €49,90
Quando nessuno lo pensava possibile, da un centrocampo sovraffollato di talento, muscoli e centimetri, è spuntato fuori Scott McTominay. Dopo avergli affidato il ruolo di secondo centrocampista in qualche partita minore, Mourinho ha deciso di schierarlo titolare nell’andata degli ottavi di Champions contro il Siviglia al posto di Pogba. Se preferire un giovane della seconda squadra ad un centrocampista costato oltre 100 milioni di euro può sembrare una scelta assurda, considerate che McTominay è alto 2 centimetri più del francese (193 a 191). Per Mourinho ha quindi perfettamente senso affidarsi ad un giocatore con le sembianze di uno scaffale da cucina. Come noi possiamo usare VITTSJÖ per tenere tutto quello che vogliamo, da barattoli di spezie che non useremo mai a utensili per la pittura comprati in un momento di creatività, lui può usare McTominay a suo completo piacimento: lo scozzese è una struttura in ferro piuttosto salda, ma completamente vuota al suo interno. Se Mourinho gli chiede di usare i suoi centimetri per difendere, lui li userà per difendere. Se gli chiede passaggi corti, otterrà passaggi corti. Se vuole un brutto calcio, da McTominay otterrà un brutto calcio. Un soldato senza anima, esattamente quello che cerca Mou.
Nemanja Matić - SOKNEDAL Specchio €99
Nemanja Matić è alto 1 metro e 94 centimetri e pesa 85 chili. A vederlo ciondolare per il campo sembra anche più magro, ma è difficile soppesare il concetto di magrezza per una persona così alta. Lo specchio SOKNEDAL, nella sua versione a figura intera da 99€, è alto quattro centimetri meno del serbo. Come Matić, SOKNEDAL è un oggetto sulla cui mobilità possiamo discutere, è pur sempre uno specchio sottile come un fuso, ma non di certo sull’utilità.
Se uno specchio ha la funzione primaria di rassicurarci riguardo il nostro aspetto esteriore, mostrarci se magari abbiamo i capelli in disordine o per tenere sotto controllo lo stato della pancetta prima dell’estate, Matić svolge la stessa funzione nel centrocampo del Manchester United. Grazie ad un senso della posizione non comune, consente alla squadra di essere sempre equilibrata. Rassicura i compagni in proiezione offensiva con la capacità di coprirne lo spazio alle spalle. Accorcia sull’avversario quando è necessario. Come si addice ad uno specchio, Matić fa bene il suo lavoro se integro, e senza essere troppo visibile porta in dote davvero tanto: qualità, copertura e fisico. Mourinho non ha mai fatto mistero di considerare Matić un suo uomo. Lo ha voluto al Chelsea quando allenava il Chelsea, se l’è portato al Manchester United appena gli è stato possibile, scatenando le ire di Conte. Questo perché ogni uomo ha bisogno del suo specchio, anche e soprattutto quando ha le fattezze di un centrocampista serbo.
David de Gea - HOVNÄS Lampada da terra €119,90
David de Gea non sembra il tipo di persona a cui affideresti una delle porte più scottanti del mondo. Supera appena il metro e novanta, che per un portiere è una cosa abbastanza scontata, ma soprattutto è molto leggero, troppo leggero, con quella barbetta da diciottenne e un peso che non supererà gli ottanta chili.
E invece, come la lampada HOVNÄS, De Gea fa della leggerezza la sua forza. Grazie al dimmer a sfioramento integrato infatti puoi accendere, spegnere e regolare l'intensità della luce con un semplice tocco. Allo stesso modo grazie alla sua reattività, a De Gea basta un attimo per andare a terra, o volare in aria.
Se la lampada HOVNÄS ha dodici sottili terminazioni luminose, de Gea sembra avere dodici sottili braccia. Tra i pali oggi è tra i migliori al mondo e secondo me è anche il tipo di portiere che sta un sacco bene vicino alla vostra poltrona preferita.
Zlatan Ibrahimovic - Billy Libreria €49,90
Billy è forse la libreria più famosa al mondo. O almeno è la più famosa tra chi può a malapena permettersi i libri, figuratevi le librerie. Ibra è sicuramente tra i giocatori più famosi al mondo. Forse più famoso di Billy, sicuramente meno economico, però è innegabile che i due condividano diversi attributi:
- Entrambi rappresentano un’eccellenza svedese, prodotto di punta dell’industria sportiva uno, mobiliare l’altro.
- Hanno un nome breve, riconoscibile, indimenticabile: Billy, Zlatan.
- Sono in egual modo versatili, componibili, mutabili, con o senza ante.
- Billy serve per tenere i libri, Ibra contiene in sé la saggezza di mille libri, oltre ad averne scritto uno niente male.
- Tutti e due sono grossi come armadi.
- Stanno bene ovunque.
- Quando si ribaltano, fanno i danni.
Marcus Rashford - NORRÅKER Sedia bar €89,90
Ovviamente le similitudini tra Marcus Rashford e la sedia da bar NORRÅKER sono da ritrovarsi principalmente nelle gambe. Hanno entrambi - sebbene Marcus ne abbia due e la sedia quattro - gambe lunghe e sottili che gli permettono una esplosività felina ( almeno a Rashford, sull’esplosività della sedia sto parlando in senso figurativo come avrete già capito).
A voler andare oltre, studiare nel profondo questa similitudine tra Rashford e uno sgabello, è anche un’altra la caratteristica che condividono, direi quasi talento, ovvero quella di essere decisivi appena li metti in campo/sala da pranzo. Rashford ha segnato al debutto in Premier League, Europa League, Champions League, Uefa Youth League, Coppa di Lega, Under 21 e Nazionale maggiore. Possiamo quindi dire che è un tipo affidabile, a cui affidarsi per dare qualcosa in più alla propria squadra. Allo stesso modo, inserire la sedia da bar NORRÅKER nel proprio spazio vitale, non è il modo perfetto per ridisegnarne la prospettiva immediatamente?
Marouane Fellaini - KALLAX Scaffale 129€
Marouane Fellaini è il giocatore che forse rispecchia più fedelmente questa idea di giocatori che somigliano a mobili, avendo costruito tutta una carriera intorno ad un corpo abbastanza unico per il calcio; eppure non è stato per niente facile trovarne un corrispettivo IKEA (che messa così sembra anche ovvio). Il problema è che ogni categoria di mobile potrebbe andare bene per Fellaini, considerando che non stiamo parlando di un essere umano normale. Potevo scegliere un attaccapanni particolarmente elaborato, rifacendomi alla capigliatura altrettanto anormale; oppure un armadio alto e sgraziato, tanto è evidente il suo essere un armadio alto e sgraziato rispetto al concetto di grazia che applichiamo al calcio; ma nessuna di queste scelte secondo me lo avrebbero descritto a pieno. Alla fine l’ha spuntata la semplicità di KALLAX, il compromesso più accettabile tra Fellaini ed un arredo.
Dopotutto - a pensarci - non è difficile trovare delle somiglianze tra il centrocampista belga e un mobile che fa dei buchi la sua forza. Il calcio di Fellaini è un alternanza di consistenze e mancavolezze, e tutte e due ruotano intorno alla sua dominanza fisica. Più di tutti Fellaini sta in campo grazie al proprio corpo, ma allo stesso tempo più di tutti questo corpo così grande lo limita, lo costringe a giocare un calcio unico, che ha bisogno di alcune regole fondamentali per avere successo. Nessuno di noi infatti sceglierebbe Fellaini nella sua squadra ideale, ma neanche in una non ideale.
Mentre noi del belga osserviamo gli spazi vuoti come un limite, Mourinho li vede come perfettamente adatti ad appoggiare il suo gioco. Fellaini è tanto indigesto ad una certa idea di calcio, quanto utile ad un’altra. Allo stesso modo KALLAX è tanto indigesto da inserire nella casa di chi ama lo spazio, ma al tempo stesso tanto utile da crearlo nelle case dove questo spazio non c’è.
Paul Pogba - KIVIK Divano a U 2.749€
Come il centrocampista francese, il divano KIVIK si nota. È mastodontico, brilla di luce propria. Occupa lo spazio intorno a sé, lo fagocita mi verrebbe da dire. Anche il prezzo, poi, è à la Pogba: quasi 3000€ per un prodotto IKEA; insomma, saranno ben spesi? Non saranno troppi? Quanti di questi spetteranno a Raiola?
La scelta del divano è sempre una delle più perniciose quando si mette su una nuova casa: è un pezzo importante, che occupa uno spazio notevole e che finirà per influenzare il resto dell’arredamento e il rischio di fare una cazzata è dietro l’angolo. Se decidi di comprare il divano ad U KIVIK fai una scelta importante, quasi una dichiarazione d’intenti. La stessa fatta dal Manchester United nel momento in cui ha deciso di far diventare Pogba il giocatore più costoso al mondo (bei tempi quelli).
In definitiva la morale in questa similitudine è che tu debba comprare un divano o un centrocampista pensa bene a quello che fai perché non si torna più indietro.
Alexis Sanchez - MALM Cassettiera con due cassetti da 39,99€
Può capitare, a chi arreda una nuova casa, di pensare ad ogni minimo dettaglio e poi ritrovarsi la prima notte senza comodino e capire quanto si è stati stupidi. Il comodino è il regista occulto di una casa, il naturale complemento del posto dove passerete più tempo.
Anche Mourinho dopo aver arredato il Manchester United si è reso conto che gli mancava un comodino. Per averlo ha dovuto aspettare gennaio, ma poi ne ha scelto uno particolarmente pregiato: Alexis Sanchez. Il cileno oltre ad essere molto simile ad un comodino, basso e tozzo come i calciatori forti possono essere bassi e tozzi, è anche utile come un comodino. Puoi usarlo per tenerci un libro, gli occhiali, un bicchiere d’acqua oppure - forse meglio - puoi usarlo per risolvere i problemi della tua squadra.
In queste prime uscite Mourinho ci ha poggiato sopra le chiavi della squadra, nella speranza che Sanchez possa risolvere i problemi creativi del Manchester United. Nella posizione di ala sinistra, il cileno si abbassa molto per aiutare la squadra nella fase di raccordo tra centrocampo ed attacco. Una posizione che non pare totalmente congeniale alle qualità istintive di Sanchez. Eppure, se ci pensate, un comodino, dove lo metti lo metti, torna sempre utile.
Romelu Lukaku - PAX Guardaroba da 544€
Romelu Lukaku è la similitudine più ragionevole, dopotutto avrei potuto paragonare l’attaccante belga a molti oggetti inanimati o almeno non-umani senza allontanarmi troppo dalla verità o essere preso per scemo. Romelu Lukaku = grosso armadio è un’equazione semplice, quasi banale, senza per questo essere sbagliata.
Eppure nel suo rientrare perfettamente nella similitudine con un armadio molto grosso e massiccio, Lukaku spiega bene perché l’idea di Mourinho può funzionare. Se il destino di un armadio all’interno di un campo da calcio dovrebbe essere quello di schiantarsi contro le prime difficoltà, il belga - pur con i suoi limiti - è riuscito a trasformare il suo corpo in un vantaggio. La sua imponente mole gli permette di resistere alla fisicità del campionato inglese, e di farlo meglio degli altri, fino al punto che i suoi chili diventano uno scoglio insormontabile per le difese avversarie.
Non è facile mandare giù questa evoluzione del Manchester United, soprattutto se consideriamo che è la terza squadra più costosa al mondo e che le altre due sono Manchester City e Paris Saint Germain, la cui idea di mondo è totalmente differente. Eppure se da un lato lo scontro ideale tra Mourinho e Guardiola va radicalizzandosi, dall’altro la predominanza fisica nel calcio ha già vinto. In estate il City ha comprato Walker, Mendy e Danilo, tre giocatori che - tra le altre cose - hanno fisici incredibili. Quello che forse tra qualche anno sarà il miglior giocatore al mondo, Mbappé, vi sembra abbia un fisico normale? Se abbiamo sempre pensato che nel calcio i soldi servono per comprare il talento, è altrettanto vero che oggi servono anche a comprare i muscoli, e che le due cose iniziano sempre di più ad andare di pari passo.
Lo scopo di Mourinho è quello di usare i centimetri e i chili dei suoi giocatori per restringere il campo, renderlo uno spazio claustrofobico per gli avversari e sperare che questo basti per sconfiggerli. Un’idea che il portoghese non ha mai rinnegato, ma che lascia intravedere delle crepe sempre più profonde. D’altro canto i chili e i centimetri possono essere usati - invece - per aprire il campo. Un esempio potrebbe essere proprio il differente rendimento di Pogba dal suo passaggio dalla Juventus al Manchester United. Mourinho probabilmente deciderà - se mai - di affondare con la sua idea di calcio, come il capitano di una nave. L’uscita agli ottavi contro il Siviglia è un primo segnale, eppure c’è stato un momento in cui questo calcio sembrava perfettamente adatto a vincere.
Il Manchester United era la squadra che in percentuale segnava più gol negli ultimi 15 minuti di gioco e non poteva essere un caso. Dover giocare contro dei mobili è difficile. Confrontarsi con Lukaku, Fellaini, Pogba e Matić è usurante, l’avversario finirà per andare sotto ad un certo punto, sarà costretto a cedere dello spazio, prendersi una pausa, perché nessuna squadra può competere allo stesso livello di intensità con il Manchester United per novanta minuti. Anche il Real Madrid, una delle poche ad avvicinarsi a questo concetto - ma soprattutto una squadra più forte dello United - nella finale della Supercoppa Europea dopo aver dominato per 75 minuti, è andata sotto negli ultimi 15 rischiando di essere ripresa.
Se il Manchester United è un caso limite, dobbiamo iniziare ad abituarci. Quei giocatori che oggi ci sembrano freak, e che fino a poco tempo fa era semplicemente impensabile vedere applicati al calcio, troveranno sempre più spazio e affineranno le proprie capacità per trasformarsi in armi letali. Quello che fino poco tempo fa sembrava un discorso valido per gli atleti NBA, così distanti dal calcio, sta arrivando anche qui, e allenatori come Mourinho dettano la strada. Arriverà il giorno in cui dovremmo chiederci se il campo da calcio non sia diventato troppo piccolo per gli interpreti.
Lo stesso Mourinho usa l’altezza come metro di paragone della crescita dei suoi giovani, e se bene lo faccia in maniera ironica, non ci stupirebbe sapere che l’allenatore portoghese li innaffia personalmente ogni mattina prima dell’allenamento. Dall’espressione felice con cui ci comunica che Rashford è cresciuto di due centimetri, mentre Scott McTominay di tre, si capisce che ci tiene come un fattore alle sue piante. Noi normotipi ridiamo un po’ meno, dopotutto sono quelli come Mourinho che guidano il calcio nel futuro, un futuro sempre più simile ad un fumetto Marvel.