Negli ultimi anni l’immaginazione di direttori sportivi e agenti ha superato quella delle voci di mercato più implausibili e oramai non c’è scambio, o cifra, che appaia davvero impossibile.
Tra le tante cose che si potrebbero fare con una macchina del tempo (uccidere Hitler da bambino sarebbe etico?), sarebbe divertente tornare all’aprile di due anni fa, nei giorni immediatamente successivi all’espulsione di Higuain contro l’Udinese, trascinato fuori dal campo dopo aver spinto/palpeggiato/imbruttito l’arbitro Irrati, e sui social si discuteva della maxi-squalifica che lo aspettava, con la maggior parte dei tifosi della Juventus ovviamente intransigenti, e molti di quelli napoletani ovviamente più tolleranti: ecco, immaginate di poter tornare indietro e dirgli in anticipo che di lì a poche settimane Higuain sarebbe diventato un giocatore bianconero. Immaginate che faccia farebbero.
A partire da quello scambio, nel mercato interno italiano ci si può aspettare di tutto - per quanto riguarda invece il mercato internazionale più che altro l’incredulità si è ridotta riguardo alle cifre degli scambi, Dembélé 115 milioni, van Dijk 78 milioni, eccetera.
Ancora l’anno scorso, la prima reazione quando è uscita “la voce” di un possibile passaggio di Bonucci al Milan è stata di indignazione, ma i confini della nostra immaginazione si sono dovuti allargare per accettare un nuovo pezzetto di realtà che fino a pochi giorni prima sarebbe stata inimmaginabile.
Qualsiasi “voce”, “idea” e “suggestione” sembra più concreta di un tempo. Oggi, ad esempio, ci sarebbe molto meno stupore se il passaggio di Icardi, capitano dell’Inter in attesa di rinnovo, alla Juventus, si realizzasse sul serio.
Senza addentrarmi nel discorso economico o strategico e chiedermi se davvero farebbe comodo a tutti o se è solo una manovra per alzare lo stipendio di Maurito (tanto lo capiremo presto), vorrei concentrarmi sulle ragioni “di campo” per cui, dal punto di vista della Juventus, l’acquisto di Icardi avrebbe senso.
Anzi diciamo che potrebbe essere il centravanti perfetto per la Juventus di Massimliano Allegri.
Il perché è ovvio (anche al di là della differenza di età con Higuain)
Icardi è un giocatore estremamente divisivo, anche chi ne riconosce il talento eccezionale può non apprezzarlo per come gioca. Su una cosa però possiamo essere tutti d’accordo (e lo sarebbe anche Sampaoli, credo): parliamo di uno dei migliori attaccanti al mondo in area di rigore. Se per gli attori di teatro la “presenza scenica” è una qualità intangibile (anche se evidente nei più grandi), il “magnetismo” di Icardi è testimoniato dai moltissimi gol segnati anticipando intere difese sui cross.
Facciamo un esempio dalla passata stagione. Il secondo gol segnato all’Atalanta nella partita di Milano contiene tutte le sue abilità. A cominciare dal tempismo con cui Icardi sceglie il momento giusto per lanciarsi in area alla massima velocità, arrivando troppo veloce per i difensori come i cavalli che al Palio prendono la rincorsa lontani dalla corda e riescono a infilare anche quelli posizionati meglio davanti al canape.
Pochi secondi prima che D’Ambrosio carichi il cross, Icardi è ancora fuori dall’area di rigore.
La corsa iniziale di Icardi, quando il cross si è appena staccato dal piede di D’Ambrosio, punta alle spalle del difensore più esterno, Toloi con la maglia numero 3.
Poi, però, letta la traiettoria, Icardi è rapidissimo a sterzare in direzione dello spazio tra i due difensori, anticipando ovviamente Toloi e deviando la palla nell’angolo più lontano. Dove, per arrivarci, dovrebbero esserci due portieri.
Un classico gol di Icardi.
Icardi riempie da solo l’area di rigore e un giocatore del genere è una soluzione fenomenale, ma tutto sommato semplice, per una squadra che voglia risolvere il problema di come battere le difese più chiuse.
Non ha magari il potere di cominciare e finire un’azione d’attacco come Higuain, né la sua volontà mostruosa, la capacità di forzare con la palla al piede anche le situazioni più sotto controllo per le difese avversarie, ma negli ultimi 16 metri e mezzo può trasformare praticamente ogni palla in oro.
Allegri ha ripetuto più volte che nelle situazioni bloccate la ricerca delle fasce e del cross è la scelta più naturale. La presenza in area per la Juventus finora è stata garantita da Mandzukic e, quando possibile, dalle mezzali, oltre che dal centravanti. Sono molti i gol importanti segnati con un cross e un inserimento ma è comunque faticoso portare molti giocatori vicino alla porta avversaria.
Anche la scelta di provare Cuadrado come terzino va nella direzione di un gioco ancora più basato sui cross. Contro l’Inter in campionato e contro il Milan in finale di Coppa Italia, la Juventus ha attaccato con un modulo asimmetrico (con Cuadrado all’altezza di Douglas Costa e il terzino sinistro che restava più vicino ai centrali) che spingeva dentro al campo Dybala e permetteva alle mezzali di salire ad occupare l’area.
Icardi sembra il giocatore perfetto per questo tipo di gioco, anche perché raramente occupa lo spazio davanti ai difensori centrali.
E qui veniamo alla seconda ragione per cui Icardi alla Juve sembra avete senso.
E se persino i difetti di Icardi fossero dei pregi?
Il luogo comune vede Icardi come un attaccante che partecipa poco alla manovra, vecchio stile, poco moderno, ed è innegabile che non eccelle nel gioco incontro, che non è uno di quei centravanti che tessono la tela facendo passare la palla da un lato all’altro del campo, proteggendola mentre i compagni salgono.
È il giocatore offensivo che effettua meno passaggi (in media su 90’) di tutto il campionato: 13,5 (e l’Inter mediamente ha avuto il 55,1% del possesso palla).
Per rendere l’idea, un attaccante a lui vicino è Giovanni Simeone (15,8), ma sono lontanissimi quei centravanti che all’occorrenza sanno trasformarsi in numeri 10, come Mertens (che è quello in Serie A che ne fa di più, 28,6), Dzeko (22.9) o Higuain (21.8), ma anche quelli che fanno da riferimento “fisico” per la squadra, come Petagna (27.9) e Pavoletti (26.5).
Contro la Juventus, lo scorso dicembre (0-0), Icardi ha fatto solo 3 passaggi; nella partita di Marassi con la Sampdoria (5-0), ha fatto quasi lo stesso numero di gol, 4, che passaggi, 5.
Potrebbe fare di più, e meglio. Certo. Ne abbiamo le prove. Qui sotto un’immagine recentissima di Icardi che fa uno splendido lavoro per la squadra, proteggendo palla con de Vrij alle spalle e giocandola di sinistro per Perisic.
Ma il punto non è se Icardi abbia abbastanza qualità, o voglia, per aumentare la propria influenza lontano dalla porta (forse il difetto più grande che ha in questo senso è la scarsa confidenza nello spostare la palla una volta controllata, restringendo moltissimo il suo raggio d’azione quando non si trova con molto spazio davanti per condurre un contropiede vero e proprio) o se magari con un sistema diverso potrebbe mostrare qualità per ora poco visibili (ad esempio: manda al tiro un compagno 0,9 volte ogni 90’, come Higuain, pur toccando molti meno palloni).
Icardi semplicemente non è quel tipo di giocatore.
Se Higuain è coinvolto di più, anche perché tra le linee ha una qualità eccezionale, che conserva da quando ha iniziato giocando trequartista, lontano dalla porta Icardi fa semplicemente un lavoro diverso: spinge le difese verso le il basso e crea lo spazio dove possa venire a giocare qualcun altro. Libera, cioè, lo spazio per i trequartisti.
Nella Juventus ci sono molti giocatori che vogliono la palla sui piedi (Douglas Costa, Dybala, Bernardeschi) e un giocatore di movimento come Icardi sarebbe utilissimo al gioco di squadra, anche senza influire direttamente.
Con Icardi ad occupare i centrali e spingere in basso le difese, Dybala tornerebbe maggiormente alle sue funzioni di trequartista, sia nel 4-2-3-1 che nel 4-3-3, muovendosi da destra (magari, con dietro Cuadrado pronto a salire, se Allegri sceglierà di continuare su questa strada).
Senza Higuain ad occupare lo spazio centrale (anche lui ama ricevere sui piedi, se possibile con spazio per girarsi, quindi abbassando anche molto), Dybala avrebbe più spazio e responsabilità lontano dalla porta, ma lo spazio aumenterebbe anche per Douglas Costa e/o Bernardeschi, sia in conduzione (entrambi amano accettarsi, sia da destra che da sinistra) sia per le ricezioni nei mezzi spazi.
Dybala quest’anno si è trasformato spesso in attaccante ombra, attaccando gli strappi nella difesa creati da Higuain. E per tenere alte le sue performance da seconda/prima punta dovrà sviluppare una nuova sintonia con Icardi, adattandosi al suo tempismo fenomenale che per forza di cose cambierebbe il modo in cui la Juventus attacca l’area. Lo spazio non mancherebbe, in ogni caso, ma Icardi prevale su tutti in area di rigore, anche sui compagni.
In definitiva Icardi porterebbe a un altro livello il gioco basato sui cross della Juve (un’arma tattica solitamente poco efficace, ma Icardi è uno di quei giocatori che rendono l’insolito frequente).
Non è detto che l’inserimento di Icardi nell’undici titolare sarebbe facilissimo e immediato, ma la Juventus di Allegri proseguirebbe con coerenza il lavoro fatto fin qui, con una distribuzione dei compiti offensivi razionale che permette ai singoli talenti di esprimersi al meglio.
Il calcio non è semplice in assoluto. Sicuramente è più semplice se i giocatori tra cui devi creare le giuste connessioni sono fenomenali in quello che sanno fare meglio.