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Chi è il re delle MMA?
24 set 2018
Nurmagomedov vs McGregor è l'incontro più importante dell'anno
(articolo)
11 min
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«Il tuo grappling e il tuo wrestling fanno schifo», ha detto Nurmagomedov al suo avversario; «Quello di cui ti dovrai preoccupare, sarà staccare le mie nocche dal tuo osso orbitale» ha risposto McGregor, rilanciando il livello dello scontro nella conferenza stampa pre-match. Difficile trovare oggi due combattenti più agli antipodi di Conor McGregor e Khabib Nurmagomedov, dentro e fuori dalla gabbia, e che al tempo stesso ricalchino in maniera più precisa lo storytelling classico e un po’ retorico del fighter con una vita fatta di marginalità e difficoltà apparentemente insormontabili, del combattimento come unica via per il riscatto.

Khabib da piccolo lottava con gli orsi in un posto disperso nella Madre Russia e conosciuto soltanto come fucina di grandi lottatori di Sambo - la repubblica del Dagestan - mentre Conor faceva l’idraulico a Dublino, certo che un destino vincente lo stesse aspettando da qualche altra parte.

Il fatto di venire dal basso, seppur in modo così diverso, e di combattere per poter emergere, è forse l’unica cosa che li accomuna.

Sono due “personaggi” mediatici molto diversi: se McGregor è il tipo di star che mostra orologi e macchine e promuove il proprio stile di vita, Nurma è l’antidivo, che mostra poco di sé e non ci tiene particolarmente a promuoversi fuori dall’ottagono. Nella conferenza pre-match McGregor si è presentato con un completo rosso vistoso, due cinture e una bottiglia del whiskey di sua produzione. McGregor, che è anche co-produttore dell'incontro, ha aggredito subito Nurmagomedov: «Sono tornato per chiudere in gabbia quest'uomo, un piccolo ratto, che si fa grande quando è in un branco». Nurmagomedov da parte sua ha tenuto un profilo più basso, rimarcando se possibile la differenza antropologica tra sé e il suo avversario, ovviamente piegandolo dal proprio punto di vista: «Tu combatti per i soldi, io per la storia».

McGregor è istrionico, sfrontato, si veste come farebbe un gangster, è un provocatore nato e non conosce la parola eccesso, non sa dov’è il limite tra quello che può e quello che non può fare. Nurmagomedov è schivo, taciturno, con uno stile di vita morigerato per non dire monastico, incentrato sulla ferrea morale e sui valori tradizionali della propria terra. Per Khabib il successo ha più a che vedere con l’orgoglio, per McGregor con una sfrenata ambizione. Con la papakha tradizionale daghestana in testa ai weigh-in, Nurmagomedov rappresenta qualcosa di più grande di sé; mentre McGregor con il suo trash-talking, rappresenta in un tempo sé stesso e tutti quelli che si rivedono in lui. McGregor è la modernità, Khabib è la tradizione.

Stupendo tutti, McGregor ha deciso che non promuoverà l’incontro, ma la miglior pubblicità è quella che gli ha fatto qualche mese fa.

Queste caratterizzazioni, che rendono appassionate le due tifoserie e che danno un significato simbolico al loro incontro, ci interessano fino a un certo punto: la vera contrapposizione è sempre quella dentro la gabbia. L'incontro che si terrà il prossimo 6 ottobre a Las Vegas farà così storia a sé, ed è così importante per definire il reale valore di entrambi i fighter, che quando si è venuto a sapere McGregor non avrebbe promosso l'incontro neanche con le consuete conferenze stampa - per la frustrazione della UFC che puntava a realizzare il più ricco evento della storia delle mma in pay-per-view - l'idea che hanno avuto i commentatori è stata che, stavolta, non vuole distrazioni. Che persino McGregor stavolta vuole fare il più sul serio possibile.

McGregor v. Nurmagomedov significa striking contro grappling, precisione opposta alla forza, colpo risolutore contro colpi demolitori, genio contro ferocia.

A rendere questo match incredibilmente affascinante non è soltanto il fatto che a incontrarsi saranno due fighter di inestimabile valore, ma il fatto che le caratteristiche dell’uno siano in antitesi con quelle dell’altro. Anche dal punto di vista tecnico Conor e Khabib non potrebbero letteralmente essere più diversi e lontani.

In molti danno per spacciato McGregor - compresi i siti di scommesse che lo danno a 2.4 contro 1.5, circa - ma un incontro può avere molte complicazioni, e questo di sicuro non farà eccezione.

Conor McGregor può vincere?

In estrema sintesi si può dire che si tratterà di un match tra uno striker e un grappler nel senso che è praticamente impossibile che uno dei due riesca a imporsi sull’altro nel campo che non è il proprio. Impossible che McGregor abbia la meglio su Nurmagomedov a terra; altrettanto impossibile che Khabib possa avere la meglio se Conor riuscisse a mantenere l’incontro in piedi.

Sarà essenziale, quindi, che entrambi facciano confluire il match sui propri binari, e in questo senso Conor McGregor ha un primo vantaggio: perché i match cominciano in piedi.

McGregor deve riuscire a tenere il match in piedi per far soccombere Nurmagomedov, per via dell’abisso tecnico che c’è tra di loro in questa fase. O, per dirlo con altre parole: dovrà essere Nurmagomedov a portare il match a terra.

È una questione che non si limita alla difesa dei takedown di McGregor, comunque ottima e troppo sottovalutata da alcuni, ma che avrà a che fare prima di tutto e principalmente con il suo counterstiking, la gestione delle distanze, il footwork e, solo in ultima analisi, con la sua difesa dagli atterramenti, sia da parete che a distanza attraverso lo sprawl.

McGregor è probabilmente il miglior colpitore d’incontro attualmente in circolazione - il McGregor che ricordiamo dall’incontro con Alvarez, l’ultimo nell’ottagono prima del supermatch di boxe con Floyd Mayweather - e per un fighter come Nurmagomedov, abituato a essere aggressivo, spesso avanzando a suon di ganci, disposto a esporsi pur di costringere il proprio avversario a parete, potrebbe essere un problema.

Un’azione di questo tipo può essere efficace contro Thiago Tavares, ma sarebbe un’ingenuità contro McGregor.

Nurmagomedov non dovrà passare troppo tempo a distanza, ok, ma dovrà anche prestare attenzione a non essere eccessivamente aggressivo, visto la capacità di McGregor di speculare su queste eccedenze dei suoi avversari. Con un’efficacia ineguagliabile.

Nurmagomedov, cioè, dovrà controllare la propria aggressività. Trovare le giuste modalità e i momenti esatti per chiudere la distanza, ma sarà comunque conscio che più un round si svolgerà in piedi, meno tempo avrà per far valere a terra il proprio ground and pound - ovvero la sua straordinaria opera di demolizione.

Inoltre, più tempo passa in piedi, più aumenta il rischio per Khabib di subire la supremazia dell’avversario: anche se ha manifestato qualche miglioria nelle fasi in piedi, negli ultimi match, è ben lontano da essere un buon striker. I jab che abbiamo visto andare a segno con discreta continuità contro Iaquinta sono figli più della posizione anomala tenuta dallo statunitense per opporsi allo spauracchio dell’atterramento, che dell’evoluzione tecnica di Khabib. La lucidità, più che la determinazione, potrebbe essere decisiva.

Dopo due anni di assenza, potremmo anche vedere delle differenze nel combattimento in piedi di McGregor. L’esperienza pugilistica potrebbe averlo costretto a evolvere l’uso del destro, dandogli la possibilità di usufruire maggiormente del jab, un colpo che potrebbe rivelarsi estremamente utile contro Nurmagomedov, impedendogli al contempo di accorciare la distanza.

Qui Alvarez tenta più volte di essere aggressivo, ma non ha molta fortuna...

Più in generale, però, uno dei vantaggi che lo stile di McGregor comporta è proprio quello di preferire il colpo singolo alla combinazione prolungata: questo lo espone poco sia ai colpi d’incontro (da escludere categoricamente in questo caso), sia agli atterramenti avversari (e qui sarà invece fondamentale), mantenendo al tempo stesso altissimo il numero di colpi significativi a bersaglio - con una media 5,82 colpi al minuto, e 8 match su 9 match disputati sotto le 155 libbre terminati per Tko/Ko entro le prime due riprese.

Per McGregor sarà fondamentale anche il footwork, dato che Khabib è devastante ed efficace come nessun altro nel portare il match a terra, ma che per farlo spesso deve prima costringere l’avversario a parete. È da lì che trova la grande maggioranza degli atterramenti, e portare a parete McGregor - oltre che per il problema appena analizzato dei colpi d’incontro - sarà complesso anche perché l’irlandese è sempre molto dinamico e rapido, abile nel togliere le giuste distanze ai propri avversari anche uscendo lateralmente.

Se McGregor riuscirà a non farsi portare a parete - dove comunque, vale la pena ripeterlo, si difende meglio di quanto si dica - dovrà affrontare le incredibili doti da wrestler di Khabib per evitare che lo atterri da una fase di striking. Conor si difende bene soprattutto estendendo al momento giusto il braccio destro per impedire all’avversario di chiudere la distanza, ma anche attraverso un buon sprawl. Ma il rischio più grande per Nurmagomedov è quello di diventare prevedibile, se dovesse andare sempre più in difficoltà nelle fasi in piedi e tentarli quindi più per disperazione che per altro.

Se, infine, McGregor concederà l’atterramento dobbiamo comunque tenere conto del fatto che il suo BJJ gli permetterebbe quantomeno di limitare i danni per breve tempo, nelle fasi finale di un round ad esempio, e che è valido almeno quanto quello di Iaquinta - che è riuscito a non farsi demolire a terra da Khabib. Il match di McGregor si combatterà soprattutto lì, nella gestione dei round, nella sua capacità di resistere in piedi il più a lungo possibile.

Come può vincere Nurmagomedov?

Partiamo da un presupposto: Khabib Nurmagomedov è il grappler più devastante attualmente presente nel roster; forse il miglior ground and pound che si sia mai ammirato dentro un ottagono: è incessante, asfissiante, animalesco, inesauribile.

Un paio di dati: ha portato 88 colpi significativi dal ground game contro Michael Johnson, 55 contro Edson Barboza, 34 contro Al Iaquinta.

L’energia di Khabib è spaventosa, non interrompe neanche per un attimo la sua azione aggressiva e il suo ground game raramente prevede fasi di stallo. È costantemente attivo e ha una capacità unica di diversificare le sue posizioni dominanti, ma soprattutto di migliorarle imponendo colpi sempre più pesanti.

Se Nurmagomedov riuscirà a portare a parete McGregor avrà ottime possibilità di atterrarlo e, se lo farà nelle prime fasi del round, di infliggergli danni considerevoli che potrebbero poi limitarne notevolmente le energie e la lucidità, fino anche a tentare la finalizzazione. Conscio del fatto che McGregor può concedere qualcosa alle sottomissioni: in carriera, anzi, ha perso soltanto per sottomissione).

È soprattutto da parete che Khabib riesce ad atterrare con facilità i propri avversari.

Se non riuscirà a costringere McGregor all’estremità della gabbia, Nurmagomedov potrà tentare i double leg takedown - che Chad Mendes in passato aveva utilizzato con efficacia, seppure McGregor avesse l'attenuante dell’infortunio subito prima del match.

Come detto, McGregor si comporta bene in fase di sprawl e la sua capacità di gestire le distanze può rendere difficoltoso atterrarlo durante una fase di striking, anche fintando molto e cambiando spesso livello come ha fatto Alvarez. Ma il grappling di Nurmagomedov è semplicemente di un altro livello e va da sé che potrà anche riuscire dove altri in precedenza hanno fallito.

In ogni caso, Khabib avrà come al solito un solo obiettivo: spostare il match a terra. Se lo farà, e soprattutto se riuscirà a farlo nelle prime fasi di ogni round a disposizione, ha già la vittoria in tasca; se non ci riuscirà, le cose si complicano.

In questo senso un aspetto che potrà favorirlo sarà la sua condizione fisica e mentale: non sappiamo se McGregor tornerà al 100% dopo due anni fuori dall’ottagono, se riuscirà a scrollarsi di dosso alla svelta la ruggine di chi da troppo tempo non combatte, mentre di Khabib siamo certi che, dopo aver superato le difficoltà con la bilancia, nulla gli impedirà di presentarsi al top della condizione.

Anche la tenuta di McGregor sulle cinque riprese è un'incognita: lo abbiamo visto combattere solo una volta a 170 libbre e palesò qualche difficoltà a livello di cardio, mentre Nurmagomedov, nonostante uno stile molto dispendioso, ha dimostrato una tenuta atletica invidiabile.

Il peggior incubo di McGregor è finire nella posizione del crocifisso.

Sarà difficile a mio parere vedere un match equilibrato, nel senso che il match privilegerà una o l’altra fase e in entrambe la supremazia sarà netta.

Riuscirà Nurmagomedov ad accorciare la distanza e far valere il suo grappling?

Quanto sarà efficace il counterstriking di Conor?

Quale sarà il grado di tolleranza di Khabib ai colpi di Conor, qualora dovesse andare a segno col mancino?

Quale sarà la resistenza schiena a terra di McGregor opposta alla stripante energia del ground and pound di Nurmagomedov?

Quanto potrà durare Nurmagomedov scambiando con McGregor prima di soccombere?

Sul queste domande di quesiti si baserà questo match, ma quella che le riassume tutte è: sarà un match prevalentemente di striking o di grappling?

Rispondete a questa domanda e avete il vostro vincitore.

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