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A chi affidereste il rigore da cui dipende la vostra vita?
05 mag 2019
Federico ci ha fatto una domanda di vita o di morte. Risponde Emanuele Atturo.
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8 min
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Cara redazione de l’Ultimo Uomo

Se la vostra vita dipendesse dalla realizzazione di un calcio di rigore, a chi affidereste la responsabilità di tirarlo?

In altri termini, esiste o è esistito un calciatore con una percentuale realizzativa pari o il più vicino possibile al 100%?

Saluti

Federico

Ps: io lo farei tirare a Lampard

Risponde Emanuele Atturo

Caro Federico, le domande di vita e di morte sono le uniche a cui forse vale la pena rispondere, quindi grazie. Mi sembra appropriato accomunare il destino della vita a quello di un calcio di rigore: un’associazione che tu qui hai fatto in maniera esplicita ma che esiste in sottofondo a tutta la fenomenologia dei calci di rigore.

Poche sensazioni nella vita somigliano a una piccola morte quanto un calcio di rigore decisivo sbagliato. È stata una piccola morte l’errore di Baggio contro il Brasile; quello di Di Biagio contro la Francia; quello di Pellè contro la Germania. Di questi momenti conserviamo nella mente una fotografia dai contorni esatti: la testa bassa e le mani sui fianchi di Baggio, il rumore della traversa del tiro di Di Biagio, il gesto dello scavetto di Pellè a Neuer. Partite, tornei che si sono giocati accumulando un numero non ricostruibile di corse, passaggi, tiri, finiscono poi per trovare un esito irreversibile in un gesto tecnico ristretto in pochi secondi. C’è un altro aspetto che alimenta la gravità dei calci di rigore: è il solo momento del calcio in cui segnare è più semplice che non segnare, il rapporto esistenziale fra portieri e attaccanti si ribalta e segnare diventa un dovere, sbagliare un tradimento.

Questa premessa per dire, caro Federico, che la persona a cui sceglieremo di affidarci dovrà avere un grande spessore morale. Dovrà essere consapevole della responsabilità, ma al contempo essere capace di sopportarne la pressione. Immagino che nel momento in cui un calcio di rigore deciderà la vita e la morte di una persona la tv non si lascerà sfuggire l’occasione di trasmetterlo in diretta: immagina che tensione. Del resto ricorderai l’aneddoto di Hamsik che segnò una serie di 56 rigori consecutivi in allenamento; beh, oggi Hamsik è uno dei peggiori rigoristi in attività, seguendo le statistiche.

Capisco la tua scelta di Frankie Lampard, un giocatore che possiede sia le doti morali che tecniche per essere un grande rigorista, e per esserlo in una situazione del genere. È esperto, carismatico e ha una tecnica di calciorassicurante, e tu capisci a cosa mi riferisco. Tira forte, secco, colpendo sempre la palla in modo pulito. È un rigorista asciutto, che alla sfida alle intenzioni del portiere preferisce la scelta decisa di un angolo. Lampard non pare avvertire pressione e nel 2008, contro il Liverpool, segnò un calcio di rigore poche ore dopo la morte di sua madre. Sono sicuro che se tu gli chiedessi di assumersi questa responsabilità accetterebbe.

Credo che sia per l’insieme di queste ragioni che affideresti la tua vita al piede destro di Frankie Lampard, e scusa se ti dico che la percentuale realizzativa c’entra poco. Se dovessi seguire quel criterio, Federico, Lampard non potrebbe essere la tua scelta. Avendo realizzato 60 dei 70 rigori tirati, Lampard ha l’85% circa di conversione, e siamo lontani dai migliori di sempre.

Visto che mi sembri interessato al versante statistico della questione affrontiamolo. Ma premetto che a me interessa poco per rispondere alla tua prima domanda, e ora arrivo a spiegarti perché. Un modo semplice per ricavare i dati dei rigoristi è affidarsi Transfermarkt (questa è la pagina di Lampard ad esempio). Ma raccogliere tutti i dati è un lavoro titanico, e in più il database non è abbastanza vasto da contenere giocatori ritirati da tempo. Il lavoro più completo e consapevole che si può trovare sul web sui migliori rigoristi al mondo lo trovi sul blog Barça Numbers, qui. L’autore ha preso il database di un pazzo a cui va tutta la nostra ammirazione che ha un blog chiamato “Sdoppiamo Cupido”, dove troverai una classifica diversa, e l’ha migliorata con alcuni criteri statistici. Ad esempio non ha considerato solo la percentuale di conversione ma come questa va ad incrociarsi con la quantità di rigori tirati - è migliore un rigorista che ha segnato 19 rigori su 21 o uno che ha invece un 36 su 40? Seguendo la sua classifica sarai forse sorpreso di leggere chi è in prima posizione: Chuatamoc Blanco, un attaccante messicano incredibilmente stiloso e legato a un gesto tecnico peculiare, “La Cuauhteminha”. Con 71 rigori segnati su 73 calciati, e una percentuale di conversione del 97,26%, Blanco è il miglior rigorista della storia. Sotto di lui un’alternanza di nomi prestigiosi ed altri francamente random: Alexander Graham, Marco van Basten, Rickie Lambert, Youri Djorkaeff.

Blanco aveva un stile da rigorista particolare: prendeva una rincorsa così lunga che quando arrivava a calciare sembrava quasi passare lì per caso. Come se stesse rubando il rigore a qualcun altro. L’impressione è che la lunghezza della sua rincorsa confondesse i portieri, che si trovavano di fronte a una moltiplicazione dei momenti in cui Blanco poteva calciare.

Federico, tu affideresti davvero la tua vita a un calcio di rigore di Chuatamoch Blanco? Io no, per due ragioni. La prima è più scontata, Blanco ha avuto una carriera da giocatore di culto ma non ha mai giocato ai massimi livelli del calcio con continuità, e quindi non si è mai trovato a tirare rigori “pesanti”. Parlo in termini relativi, stiamo pur sempre parlando di un calciatore che ha partecipato a tre campionati del mondo e a un numero impossibile di Cope America e partite pazze di campionato messicano. Peraltro ha calciato diversi rigori decisivi in sfide di Coppa del Mondo o Confederations Cup. Però insomma, non sono rigori che riesco a sentire “vicini”, se capisci cosa intendo. L’altra ragione infatti è la più importante ed ha a che fare col piano emotivo, non affiderei mai la mia vita a qualcuno con cui non ho nessun legame emotivo, anche unilaterale. Ho bisogno di qualcuno che ha avuto un’influenza sulla mia vita, di cui mi posso fidare a un livello più epidermico che razionale.

Quindi ho deciso di scegliere solo fra calciatori che ho visto giocare, e che mi hanno trasmesso una certa sensazione nei loro calci di rigore. Spero che non ti dispiacerà se ti darò quindi una risposta personale. È tutta la settimana che penso al nome da scegliere e sono stato a lungo indeciso fra tre giocatori. Il primo è Beppe Signori, a cui sono arrivato attraversando forse la stessa via che tu hai percorso con Lampard. Signori era un rigorista rassicurante: aveva una capacità prodigiosa, direi metafisica, di tirare forte e radente al palo. La brevità della sua rincorsa era un simbolo di risolutezza, che mi pare una qualità importante in un calcio di rigore come in tutte le questioni umane che decidono sulla vita e la morte - la risolutezza del chirurgo, quella dell’assassino.

Pensandoci più a fondo però Signori non è il rigorista più bravo che mi è capitato di vedere. Nessuno mi è sembrato padroneggiare l’arte e la fenomenologia dei calci di rigore come Alessandro Del Piero. I numeri in parte lo confermano: ha segnato 76 rigori su 91 e nella classifica di Barça Numbers si trova in buona posizione, vicino a gente come Laudrup, Shearer e Baggio. Del Piero aveva una rincorsa né corta né lunga, né troppo dritta né troppo spezzata. Era più veloce sui primi passi, poi rallentava fino a quasi a fermarsi, ma senza rompere la continuità del calcio. A volte battezzava un angolo in cui tirare; in altre guardava il portiere fino alla fine per spiazzarlo. Guarda questo rigore segnato contro il Chelsea.

Il problema è che raramente la mia felicità è dipesa dai calci di rigore di Del Piero, con cui ho stabilito nella mia vita poche connessioni emotive. Se proprio la mia vita dovesse dipendere da un calcio di rigore questo lo affiderei a Francesco Totti, a cui già ho affidato tanti, tantissimi rigori da cui dipendeva la mia felicità, e che quasi mai mi ha tradito. Totti ha tirato un numero assurdo di rigori, 104, e ne ha segnati 86. Ha quindi un 82,69% di tasso di conversione, seppur su un campione più ampio, una percentuale inferiore a quella di Del Piero, che è dell’83,1%. Però questo c’entra poco, la mia vita voglio metterla in mano a una persona di cui posso fidarmi. Che in questo caso è anche una persona carismatica, sufficientemente ironica per non soffrire la pressione di una situazione del genere, e anche uno dei migliori calciatori della storia anche solo se prendiamo il modo con cui calciava la palla.

Totti non mi ha tradito in diversi derby, in un gran numero di sfide scudetto contro Juventus, Milan e Inter (spesso finite male). Non ci ha tradito quando ha dovuto calciare quel rigore all’Australia ed aveva solo e soltanto da perdere, come la maggior parte dei rigoristi che calciano rigori complicati. Lo affiderei a Totti come forse un milanista lo affiderebbe a Shevchenko e uno juventino a Del Piero; come un’interista a Diego Milito e un tifoso dell’Udinese a “Totò” Di Natale.

Credo sia naturale fare una scelta empatica e non esclusivamente tecnica e razionale quando si sta parlando della tua vita. Detto questo, Federico, spero che non ci ritroveremo mai in un mondo in cui il valore dell’intrattenimento e quello della vita umana avranno invertito la loro cifra, e ci ritroveremo quindi davanti a show televisivi in cui le persone muoiono dopo calci di rigore sbagliati. Se proprio dovesse succedere, spero che a quel punto Chuatamoc Blanco sia ancora vivo.

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