Il bon ton di questi articoli prevede che nell’introduzione si citino gli sconfitti, una tradizione che rispetterò con piacere trattandosi di tre giovani favolosi che sono il presente e il futuro della Serie A (almeno: speriamo). De Ligt dopo un inizio difficile è stato il miglior difensore della squadra campione d’Italia, mettendo in mostra delle qualità difensive uniche, ma anche un carattere d’acciaio, giocando quasi metà stagione con una spalla che entrava e usciva. Zaniolo era il giovane più incisivo del campionato prima di rompersi il crociato a gennaio (forse abbiamo dimenticato quanto fosse importante per la Roma in quei mesi) e anche in questa appendice di Serie A ha fatto vedere sprazzi del suo talento fisico, anche se ancora lontano dalla condizione ottimale. Tonali è stato il più discontinuo tra i tre, anche perché inserito in un contesto tattico confusionario, però nei momenti più brillanti ha fatto vedere il suo talento nel gioco in transizione e nel calcio del pallone.
Insomma stiamo parlando di tre Under-21 già molto forti, protagonisti in Serie A nonostante la giovane età, che è una rarità, tuttavia la cruda verità è che nelle votazioni sono stati fagocitati da Kulusevski, come se il giocatore del Parma venisse da un altro pianeta, fosse l’unico adulto in una votazione di bambini. Ovviamente questo è dovuto anche alle recenti prestazioni dello svedese, andato in gol nelle tre partite giocate contro Napoli, Brescia e Atalanta prima del voto.
Al momento della cessione alla Juventus, Gasperini aveva detto: «Venderlo di corsa è stato giusto, qui non giocherebbe mai», Kulusevski sembra essersela legata al dito.
Kulusevski è stato la grande rivelazione di questa stagione di Serie A. Arrivato in luglio dall’Atalanta come un oggetto affascinante ma misterioso, ci ha messo pochissimo a esplodere come una supernova, tanto che a metà novembre esordiva in Nazionale, a dicembre vinceva il premio di giocatore del mese AIC e a gennaio veniva acquistato dalla Juventus per 35 milioni di euro più bonus. «Ci sarebbe piaciuto averlo già adesso» aveva detto Paratici il giorno dell’ufficialità, un'implicita dimostrazione di come dopo appena 4 mesi di Serie A lo svedese sembrava pronto per una delle squadre più forti al mondo.
E pensare che l’idea iniziale di D’Aversa era quella di usare Kulusevski come equilibratore del Parma, schierandolo alto a destra nel suo 4-3-3, ma con il compito di scalare rapidamente a centrocampo in fase difensiva per garantire a Gervinho, che la stagione precedente era stato il trascinatore della squadra, di avere più libertà di creare quel caos entropico in cui il Parma sguazzava. Ma già dopo le prime 8 partite tra i professionisti (se togliamo tre brevi apparizioni con l’Atalanta) aveva effettuato 5 assist ribaltando totalmente le prospettive della sua stagione.
Nessuno infatti poteva aspettarsi un impatto così evidente fin da subito, in una squadra già saldamente costruita nella stagione precedente. Tornando ai rivali battuti da Kulusevski, de Ligt era stato uno dei migliori giocatori della Champions League dello scorso anno, Zaniolo veniva da una stagione fantastica, in qualche modo simile a quella dello svedese quest’anno, mentre Tonali si era messo in luce in Serie B, creando aspettative intorno al suo campionato. Kulusevski invece aveva disputato praticamente tutta la stagione con la Primavera dell’Atalanta, dove schierato come mezzala era stato una furia (1.28 gol o assist ogni 90 minuti), vincendo anche il premio di miglior giocatore delle fasi finali del torneo, ma comunque in un contesto giovanile.
Kulusevski ha saputo gestire il passaggio al livello successivo come se fosse la cosa più normale del mondo, con quell’arroganza positiva che gli ha permesso di provare giocate complesse fin da subito. Alla seconda giornata contro l’Udinese, ha prima servito un assist di sinistro con un filtrante al bacio per Gervinho e poi con il destro dall’esterno ha messo di prima un pallone perfetto al centro dell’area per la testa di Gagliolo. Poche settimane dopo, ricevuto un pallone sulla linea di centrocampo, è avanzato fino alla trequarti e con un filtrante ha fatto passare il pallone tra quattro giocatori del Torino, mettendo davanti alla porta il compagno Cornelius.
Kulusevski sembra quei giocatori che alla PlayStation spingono triangolo ogni volta che hanno il pallone sulla trequarti.
Quello che sorprende è che in Kulusevski esuberanza fisica e creatività sembrano convivere in perfetta armonia. Con i suoi 186 centimetri per 76 chili di peso, quando parte in conduzione sembra sbuffare come una locomotiva lanciata lungo una pianura, ma le sue corse non sono mai “cariche”: Kulusevski non abbassa la testa, sfrutta bene la capacità di eseguire filtranti anche complicati senza rallentare la sua corsa, sorprendendo gli avversari con scelte mai conservative (anche per questo è di gran lunga il giocatore che perde più palloni della sua squadra, 4 ogni 90 minuti).
È ambizioso Kulusevski, verticale, improvviso: D’Aversa è stato bravo a non limitarlo, a lasciar sfogare il suo talento così irruente e fresco, in qualche modo perfetto per il gioco del Parma, che tende ad abbassare molto il proprio baricentro, chiedendo ai suoi giocatori offensivi di attaccare in un campo lunghissimo, in spazi ampissimi. Lo svedese si è trovato a suo agio in un contesto tattico del genere, che ne accentua le qualità - verticalità, forza, resistenza - e ne nasconde i difetti - primo controllo, frenesia. Del Parma è stato il migliore per passaggi chiave e dribbling (che in una squadra in cui c’è Gervinho è piuttosto incredibile) e il secondo in quanto a gol fatti, appena uno dietro Cornelius. È incredibile pensare a un 2000 con così tante responsabilità in una squadra di Serie A.
Contro il Napoli, Kulusevski approfitta dell’errore di Koulibaly poi lo brucia nel duello fisico.
Ma insomma se avete lo avete votato in massa sapete bene in cosa brilla Kulusevski, un giovane di appena 20 anni in grado di segnare 10 gol e 9 assist al primo campionato di Serie A, di essere il secondo giocatore del campionato per chilometri percorsi in media, dietro solo a Brozovic, e di realizzare giocate di una bellezza da stropicciarsi gli occhi, come questo tunnel di tacco nella partita di pochi giorni fa contro l’Atalanta.
Se la prima parte di stagione ci ha presentato il suo talento nella rifinitura, è nella seconda parte - quella dopo l’interruzione - che Kulusevski ha messo in mostra ulteriori sfumature di come si possa sviluppare in futuro il suo gioco. In un Parma in piena emergenza per via dei tanti infortuni, lo svedese si è preso ulteriori responsabilità salendo di livello anche in zona gol, segnando 5 reti in maniera sempre diversa. Contro il Genoa dopo aver controllato un pallone dentro l’area di rigore ha mandato a vuoto Barreca e con il sinistro ha battuto Perin chiudendo la conclusione sul primo palo. Col Brescia invece, dall’altro lato del campo, Kulusevski ha lasciato scorrere il pallone e poi con un destro a giro ha spolverato l’incrocio. In mezzo ha segnato al Verona, danzando tra Amrabat e Rrahmani, su rigore con il Napoli e da attaccante vero contro l’Atalanta.
«A me piace la fantasia, anche perché le partite non sono tutte uguali» ha detto parlando dei diversi spartiti che può interpretare in una partita: nelle ultime apparizioni con la maglia del Parma Kulusevski ha dimostrato di saper adattare il proprio gioco anche in base a chi gli si muove intorno. Grazie a un’eccellente capacità di usare il corpo per manipolare gli avversari dopo il controllo, per lo svedese è facile alzare la testa e decidere come sviluppare l’azione in base ai movimenti dei compagni, anche grazie a un piede debole, il destro, piuttosto educato. Può essere incisivo partendo dall’esterno in diagonale, ma anche ricevendo al centro del campo, sulla trequarti del Parma, che è il suo regno. Questa duttilità, che D’Aversa ha sfruttato affidandogli ruoli e compiti diversi anche in base all’avversario, potrà tornargli molto utile anche nella prossima avventura. Ovviamente in molti si interrogano su quale possa essere il suo ruolo con Sarri, ma forse sarebbe giusto chiedersi che compiti può svolgere già oggi Kulusevski in una squadra come la Juventus.
L'evoluzione di Kulusevski è ben evidenziata dalle pass map del Parma: da una posizione media vicino alla linea di centrocampo nella seconda partita del campionato contro l’Udinese, a una posizione media sulla trequarti, la più avanzata della squadra nel tridente con Caprari e Gervinho. Nel tempo è aumentata anche la sua influenza sul gioco: se prima era un giocatore totalmente verticale, ora può giocare un calcio anche più associativo.
In questa stagione Kulusevski è riuscito ad abbinare quantità e qualità con una costanza davvero unica per un giocatore di vent’anni. È il più giovane ad aver segnato almeno sette gol e realizzato sette assist nei 5 maggiori campionati, ma è anche il secondo in Serie A dopo Immobile per partite con accoppiata gol + assist. Come un prestigiatore, Kulusevski ha questa capacità unica di “far succedere le cose” quando ha il pallone tra i piedi, una sensazione che spesso danno i migliori calciatori quando raggiungono il picco. È difficile pensare che ad appena vent’anni lo svedese sia già lì, al meglio del suo gioco. Qual è la verità, i sentieri che può battere, che tipo di giocatore potrà diventare, ce lo dirà il futuro, e sarà davvero divertente scoprirlo.