Che la pratica, in fondo primitiva, di celebrare il rito tribale di passaggio di guerrieri-eroi da un villaggio all’altro (che è poi l’essenza più profonda del calciomercato) stesse subendo un processo di resemantizzazione ce ne eravamo già resi conto la stagione scorsa, quando l’equazione annunci + social ha cominciato a creare un genere letterario a sé stante.
Quasi è venuto meno il confine tra l’immaginario di riferimento e il fatto in sé. Voglio dire: ci interessa davvero come gioca il nuovo acquisto del Southampton Max Power o ci basta il fatto che si chiami MAX POWER? E Alex Hunter? Quindi esiste? Solo chi esiste può essere annunciato?
Il Livorno ha presentato così Michelangelo Albertazzi, in qualche modo sublimando la vena ironica e quella nostalgica, due grandi cavalli di battaglia degli Annunci Social italiani.
L’anno scorso, di questi tempi, avevo ipotizzato che l’ultimo sfavillante annuncio del pazzissimo mercato del Milan lo si sarebbe potuto sparare da un cannone glitterato su un materasso gonfiabile in Piazza del Duomo. Poi ho realizzato che la realtà, è proprio vero, spesso supera la fantasia: per esempio non avevo messo in conto che si potesse arrivare a piazzare una macchina del tempo sul cerchio di centrocampo e rievocare - come quando pronunci per cinque volte la parola «candyman» davanti allo specchio - uno spettro del passato, anche se apparentemente in buono stato di forma.
«Torna la Magia» di Santi Cazorla. Sarebbe stato bello anche vederlo sfrecciare sul prato del Madrigal alla guida di una DeLorean.
Ora vorrei provare a stilare una breve e per niente esaustiva tassonomia di alcuni degli annunci social di questo precampionato di Serie A.
I criteri che ho scelto per classificarli sono:
- «hype potenziale», cioè quanto sarebbe potuto essere cool l’annuncio, misurato in 🦄;
- «Aderenza-Alle-Aspettative», che è l’altra faccia della medaglia, cioè quanto cool l’annuncio è finito per risultare, misurato in 👏;
- «eleganza», misurata in 🎩.
Tutto chiaro, no?
Vediamo.
Ragnar Klavan al Cagliari
Hype potenziale: 🦄🦄
Aderenza-Alle-Aspettative: 👏👏👏👏👏👏👏👏
Eleganza: 🎩🎩🎩🎩🎩🎩🎩
Ragnar Klavan è il primo estone a giocare nel campionato italiano.
Ragnar Klavan ha appreso di questa meravigliosa statistica più o meno nello stesso istante in cui, convocato d’urgenza alla CEPU di Tallinn, gli hanno spiegato dove si trova Cagliari. Cinque minuti prima gli avevano consegnato una maglia del Cagliari.
Maran ha detto di non averlo ancora visto di persona, anche se gliene hanno parlato tutti un gran bene. Ragnar Klavan è la dimostrazione che le ultime ore di un calciomercato possono spalancarti orizzonti conoscitivi che solo qualche settimana prima ignoravi.
Kevin Prince Boateng al Sassuolo
Hype potenziale: 🦄🦄🦄🦄🦄🦄🦄🦄🦄
Aderenza-Alle-Aspettative: 👏👏👏👏
Eleganza: 🎩🎩🎩
La foto del Boa con la canotta da allenamento verde griffata MAPEI, sullo sfondo blurrato del popolo biancoverde, è affascinante e inquietante a un tempo, perché nella misura in cui ripristina, come prendendola da un backup, la sua estetica ipercoatta sembra annullare come con un colpo di spugna i contorni lovecraftiani della parabola recente di KPB, un uomo che invece ha abbandonato i contesti cosmopolitani di Milano per dedicarsi a un girovagare per poli industriali, dalla siderurgia renana al distretto della ceramica emiliano, che ha intrapreso un percorso personale così intriso di poesia post-industriale, di potenziale per un cortometraggio da girare sotto cieli plumbei, tra fabbriche a pieno regime e operai-tifosi con le tutacce che sanno di rancio e popolo. Una semplice foto buttata là così sembra quasi uno spreco, no?
Gonzalo Higuaín al Milan
Hype potenziale: 🦄🦄🦄🦄🦄🦄🦄🦄
Aderenza-Alle-Aspettative: 👏
Eleganza: 🎩
Tre foto in sequenza di Gonzalo Higuain in un ospedale: c’era un modo più grigio di presentarlo?
L’annuncio di Higuaín è una passeggiata in bilico sul filo sottile che divide il fly down dalla tristezza: la scelta della location, la stanzetta del centro medico in cui Gonzalo ha sostenuto le visite, non si capisce bene se voglia trasmettere rassicurante professionalità o monacale sbiaditezza: osservare quest’annuncio, ai tempi della comunicazione totale, è come guardare un film di Totò in full HD, con gli occhiali per il 3D.
Non è tanto una questione di estetica, quanto di anacronismo.
Ante Coric alla Roma
Hype potenziale: 🦄🦄🦄
Aderenza-Alle-Aspettative: 👏👏👏👏👏👏👏👏
Eleganza: 🎩🎩🎩🎩🎩🎩🎩🎩🎩
Le campagne social degli acquisti dei giallorossi erano state in assoluto le migliori della stagione 2017-18: anche se quest’anno il divario con altre società (tipo l’Inter, ma ci arriviamo) si è ridotto, la Roma è riuscita a mantenere una sua riconoscibilità, scavata nel solco della coerenza, capace di dare vita a micronarrative avvincenti di cui l’utente digitale ha potuto godere come si faceva, una volta, in spiaggia, dei fotoromanzi di Grand Hotel.
La strategia della maglia applicata con paint su foto di repertorio dei giocatori, con un featuring prezioso della Coppa del Mondo, il minirebus un po’ kitsch con cui è stato svelato il tesseramento di Justin Kluivert, la querelle sull’arrivo-non arrivo di Malcom e gli scambi con IKEA a partire dalle istruzioni su come si monta un portiere (Olsen somiglia davvero a una libreria Billy, in termini di semplicità e tasso di affidabilità) avrebbero meritato tutti un posto nella top five dei migliori annunci social di questo precampionato.
Il fast-rewind con cui la presentazione di Coric si inserisce, tassello di un presente inafferrabile, nella storia fotografata nei mille piccoli frames che costituiscono La Storia, è un interessante spunto di narrazione su quanto l’infinitamente piccolo e l’infinitamente Grande, non siano che gocce dello stesso brodo primordiale. Insomma, un film di Lars von Trier.
Federico Santander al Bologna
Hype potenziale: 🦄
Aderenza-Alle-Aspettative: 👏👏👏
Eleganza: 🎩🎩🎩🎩
Il paraguayano Federico, anziché finire in Liga (sarebbe stato un inside joke stupendo) ha scelto il Bologna: una decisione non scontata, cortesia che gli emiliani hanno deciso di ripagare con il suo annuncio sui social.
Santander, per le sue dimensioni e il modo di stare in campo, è soprannominato “Ropero”, che significa “armadio”. Nella storiella inscenata nel mini-video, in cui c’è una bimba che perde il gattino, lo va a cercare dentro all’armadio e ci trova il nuovo centravanti del Bologna, ci sono alcune cose che non mi tornano:
- Perché la bambina non è spaventata (come dovrebbe essere ogni difensore avversario) ma quasi divertita?
- Perché Federico le restituisce il gattino vivo, senza dargli neppure un morso sulla collottola?
- Come pensiamo di portarla a casa, questa salvezza? Con la gentilezza? Coi comportamenti da boyscout?
Facciamo che la prossima volta che s’apre quell’armadio c’è almeno un po’ di spargimento di sangue (metaforico, s’intende)?
Lautaro Martínez all’Inter
Hype potenziale: 🦄🦄🦄🦄🦄🦄🦄
Aderenza-Alle-Aspettative: 👏👏👏👏👏👏👏👏
Eleganza: 🎩🎩🎩🎩🎩🎩
Lo scarto qualitativo nelle scelte di mercato dell’Inter sembra essersi tradotto anche nella strategia comunicazionale sui social. Il video con cui è stato presentato Nainggolan, per esempio, ha tutti i crismi dell’Annuncio Ai Tempi Dei Social: c’è azione incalzante, musica trap, riferimenti incrociati e easter eggs, e poi c’è quello sguardo intenso, a fine filmato, del calciatore al quale stai dando il benvenuto, che non sorride, perché avverte sul collo, dentro il passamontagna, tutto il peso delle aspettative che tu che stai osservando il video, inconsciamente, stai alimentando.
L’annuncio di Vrsaljko, pieno della sua estetica à la Gomorra, è una specie di B-Side introspettivo del video del Ninja, costruito su primi piani di tatuaggi, link insperati (alzi la mano chi sapeva che Vrsaljko ha tatuato Il Cenacolo di Leonardo da Vinci! Una scelta che in qualche modo ci aiuta a ridefinire la nostra percezione di Vrsaljko, comunque), cosmopolitismo meneghino.
Allora perché ho scelto l’annuncio di Lautaro Martínez? Un po’ perché è passato sottotraccia, lanciato in pieno Mondiale (come a fari spenti è arrivato Lautaro, dopotutto), ma anche perché non era facile confrontarsi con un tema-trappola come l’argentinità, e schivare la carta moschicida del portmanteau tangol.
Il social media center interista è riuscito a intessere una narrativa che lega astrologia, vaquería e magnanimità nei confronti della gioventù: «ti lasceremo giocare, Toro». L’espressione di Lautaro, imbambolata, trasognante, ci restituisce un’immagine inquietante, di un bamboccione che si diverte a incrociare le braccia per mimare carne da asado.
Poi, qualche settimana più tardi, al Wanda Metropolitano, Lautaro ha segnato questo gol:
Sarà più importante come vieni presentato o come ti presenti?
Romulo al Genoa (o meglio: il Genoa da Romulo)
Hype potenziale: 🦄🦄🦄🦄
Aderenza-Alle-Aspettative: 👏👏👏👏👏👏👏
Eleganza: 🎩🎩🎩🎩
Il social media center del Genoa me lo immagino composto da giovani-ma-non-troppo con le montature degli occhiali leggere, laureati in lettere o filosofia convertiti alle nuove tecnologie, lettori di Philip Roth e Grandi Romanzi Russi: il linguaggio che utilizzano è affascinante per la sua ricercatezza aulica, ma anche per la scarna sobrietà che tutto sommato si sposano bene con il fatto che il Grifone è pur sempre la Società Più Antica d’Italia.
L’annuncio di Romulo segna una rottura: il calciatore sembra prendere per mano la notizia, impegnarsi molto a fondo per trasformare una dichiarazione rinsecchita, mingherlina, in un proclamo.
Non saprei dire quanti calciatori abbiano un loro stemma, somigliante a quello di una marca automobilistica: l’araldica di Romulo è composta da un leone alato intagliato in una lettera R, che figurerebbe bene sull’estremità del cofano di una berlina possente, corredata addirittura da un motto dalle nuances bibliche come «sacrificati oggi, vincerai domani».
L’impressione finale è che sia più felice Romulo di annunciare di aver firmato per il Genoa, anziché il contrario.
Ronaldo Vieira alla Sampdoria
Hype potenziale: 🦄
Aderenza-Alle-Aspettative: 👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏
Eleganza: 🎩🎩🎩🎩🎩🎩🎩🎩🎩🎩
Se volessimo fare i maliziosi, arriveremmo quasi a pensare che la Sampdoria abbia messo sotto contratto questo giovane centrocampista della Nazionale inglese U-21, Ronaldo Vieira, per il solo gusto del calembour, per presentarlo come l’ibridazione impossibile di due calciatori che non sono per niente rappresentativi del suo modo di giocare, ma portano cognomi che sarebbe davvero un’occasione troppo golosa per non essere sfruttata.
Perché dovresti sceglierne solo uno, quando puoi averli entrambi, in effetti?
Anche se non fa una grinza (e Ronaldo Vieira, ormai perfettamente calato nel personaggio, ha peraltro anche scelto la maglia numero 4), bisogna dire che lo scimmiottamento non è mai una tattica che paga, nel medio e lungo periodo. Eppure, se c’era un’annata buona per prendere l’annuncio social più importante della stagione e ribaltarlo a proprio favore, con un processo di appropriamento a metà strada tra il tributo riconoscente e la burla, beh, quell’annata non poteva che essere la nostra.
Di tutte le imitazioni della presentazione dell’approdo di CR7 in Serie A, quella di Ronaldo Vieira è la più credibile, e forse plausibile.
CR7 alla Juventus
Hype potenziale: 🦄🦄🦄🦄🦄🦄🦄🦄🦄🦄🦄🦄 tendente a infinito
Aderenza-Alle-Aspettative: 👏👏👏👏👏
Eleganza: 🎩🎩🎩🎩🎩🎩🎩🎩🎩🎩
Forse non esiste un correlativo migliore, per spiegare l’impatto che ha avuto l’arrivo di CR7 sulla portata mitopoietica della Serie A, di quel frammento di meteorite che ha colpito la terra, più o meno all’altezza della penisola dello Yucatán, sessantasei milioni di anni fa.
Con l’annuncio di Cristiano si sarebbe davvero potuto sfondare la bandiera del suono della spettacolarità (ammesso e non concesso che non ci troviamo di fronte a un tipo diverso di spettacolarità, più naif, più voyeuristica, incastonata in quello scatto con Agnelli e Mendes in Grecia, una specie di backstage del making of del trasferimento).
Invece la comunicazione del più grande colpo di mercato del secolo è finita per risultare pregna di un’austerità signorile, tutta sabauda, a partire dal fatto che il lettering utilizzato per il tweet forse più importante della sua storia, la Juventus, l’avesse già pianificato e utilizzato per l’annuncio - molto meno glam - di Perin. Ovviamente, quando si parla di CRISTIANO RONALDO anche i font finiscono per stressarsi, dilatarsi, assumere dimensioni più colossali, imperiose.
Un post condiviso da Juventus Football Club (@juventus) in data: Lug 10, 2018 at 9:56 PDT
Dopo questo primo lancio, la dimensione social della Juventus ha subito un po’ quella reazione che Bruce Banner ha collaudato sulla sua pelle dopo esser venuto a contatto con l’esperimento di un nuovo ordigno atomico: in ventiquattro ore ha visto lievitare i suoi followers su Instagram di quasi un milione e mezzo, tradotto in altrettante interazioni social, e visto centuplicare le visite sulla sua pagina Facebook.
E anche se non possiede uno stemma araldico elegante come quello di Romulo, il vero fungo atomico si è stagliato all’orizzonte quando Cristiano Ronaldo ha fornito la sua versione social.
Un post condiviso da Cristiano Ronaldo (@cristiano) in data: Lug 16, 2018 at 11:34 PDT
Senza troppi eccessi, con la sola imposizione della sua silhouette, Cristiano ha raggiunto il Mach 3 degli annunci social. Dodici. Milioni. Di. Like. Per renderne la misura mastodontica, basti pensare che questa è la quinta foto con più like nella storia di Instagram.
La ridefinizione dell’intera cosmogonia degli annunci social, se non parte da qua, ha comunque trovato una nuova pietra angolare.
Bonus Track
Alessio Cerci all’Ankaragücü
Per chiudere ho scelto un trasferimento contromano, come quello dei salmoni che risalgono i fiumi in Alaska: visto che nessuna squadra di Serie A ha scelto di puntare su di lui, Alessio Cerci ha firmato per la prima squadra di Ankara, che ha deciso di presentarlo così:
Un concentrato di cliché (Italia = mafia), estetica cursi, font rimaneggiati con tenera ingenuità, che davvero ci sarebbe da chiedersi che idea possano essersi fatti, in Turchia, di questa Serie A che vuole tornare a essere uno dei migliori campionati al mondo.