Magari avete vissuto questa strana epifania: scoprire solo dopo molti anni che un ritmo che associamo da sempre a un coro da stadio è in realtà una canzone, magari pure famosa, significativa nella storia della musica. Forse un giorno ascoltando Un'avventura ci siamo accorti che prima dei tifosi del Milan (Non sarà una diffida, a fermare il nostro amore per il Milan) era stato in realtà Lucio Battisti a cantarla, oppure che Un giorno all'improvviso, diffusa ormai pure all'estero, prende le note dalla malinconica hit L'estate sta finendo dei Righeira (1985).
Come le canzoni, anche i cori da stadio scandiscono la nostra vita. Seven Nation Army, meglio conosciuta come Po po po po po pooo po, mi fa venire in mente non solo l'incredibile vittoria dei Mondiali 2006, ma anche la spensierata estate fra terza media e prima superiore, senza compiti per casa, tutti i giorni in spiaggia, tra primi, goffi approcci amorosi e interminabili partite di beach volley. I cori da stadio possono emozionarci, farci ridere, fomentarci: quando si arriva al giusto mix di ritmo, musica e momento sportivo/di vita, è lì che diventano indimenticabili. Il 2022 calcistico è pieno di storie memorabili e ognuna di queste, come i migliori film, ha una grande colonna sonora ad accompagnarla: ne abbiamo scelte 8. Se non trovate un coro a cui siete particolarmente legati, è proprio perché il modo in cui si intrecciano alla nostra vita, di tifosi e non solo, è sempre personale.
Puzzo di pesce, Salernitana
Musicalità: 8
Emotività: 5
Ironia: 10
Fantasia: 9
La Salernitana ha cominciato il 2022 ultima in classifica: le veniva dato il 7 per cento di possibilità di salvarsi, racconterà poi in una docu-intervista su Dazn Walter Sabatini, spronato da quella percentuale a mettere le basi per un'incredibile impresa sportiva. Nel mercato di gennaio sono arrivati a Salerno Sepe, Dragusin, Fazio, Mazzocchi, Radovanovic, Bohinen, Ederson, Mikael, Mousset e Verdi, e a febbraio è stato preso come allenatore Davide Nicola, con cui la squadra ha dato vita a una rimonta clamorosa, conclusa con la salvezza all'ultima giornata nonostante la sconfitta per 4-0 contro l'Udinese. Nel gran finale di campionato (e nell'ottimo inizio di questa stagione) hanno giocato un ruolo cruciale i tifosi della Salernitana, che non hanno mai smesso di riempire l'Arechi e di girare l'Italia in massa per sostenere la squadra con un mix di trasporto emotivo e umorismo. L'identificazione tra squadra, città e tifoseria è stata totale ed è rappresentata da uno dei più divertenti adattamenti di quella miniera di cori da stadio che è Freed from desire. È un coro auto-ironico, che carica su di sé le denigrazioni avversarie e le neutralizza. Pisciuaiuol' è l'offesa tipica rivolta ai salernitani dagli avellinesi o dai casertani (Salerno è sul mare, e quindi i suoi abitanti sono pescatori che puzzano di pesce). I salernitani rivendicano l'appartenenza al mare. Uno degli artefici della salvezza, il centrocampista brasiliano Ederson, ha concluso il post di saluto alla Salernitana con il ritornello «Ma che ci posso fare se puzzo di pesce?»
I tuoi colori sventolo, Roma
Musicalità: 7,5
Emotività: 10
Ironia: 5
Fantasia: 4
Ci sono cori che sentiamo da anni in molti stadi, in Serie A, in B, nei dilettanti, quindi non identificabili con una squadra in particolare, almeno fino a quando una serie di convergenze non permette a una tifoseria di appropriarsene, di cristallizzarli nel tempo e di trasformarli nella colonna sonora di un'annata particolare, di un grande successo, e quindi anche di un momento importante della nostra vita. Poche volte mi sono emozionato, quando non giocava la mia squadra del cuore, come il 5 maggio 2022 davanti alla distesa di bandiere giallorosse che hanno colorato l'Olimpico per Roma-Leicester, semifinale di Conference League. E poche volte un coro è stato tanto didascalico quanto efficace, intenso: «I tuoi colori sventolo» (letteralmente quasi ogni persona allo stadio agitava una bandiera, una sciarpa, qualcosa di giallorosso), «i brividi mi vengono» (ho la pelle d'oca a riguardare il video anche ora), «non mi stanco mai di te, forza grande Roma alé» (nonostante quattordici anni senza un titolo, i tifosi della Roma facevano 60mila contro il anche Bodø/Glimt).
Il ritorno della Roma a una vittoria di una competizione internazionale dopo sessant'anni sarà per sempre accompagnato, oltre che da quei secondi in cui la musica si spegne per lasciare spazio alle voci nel climax dell'inno Roma, Roma, Roma di Venditti, da questo coro. È questa dimensione emotiva ad aver dato profondità e autenticità a un torneo inesistente fino all'anno prima. Lo sentiremo ancora, lo adatteremo ai colori della nostra squadra del cuore, ma sarà sempre legato a questa inaspettata vittoria europea giallorossa.
Cuccurella, Chelsea
Musicalità: 7,5
Emotività: 4
Ironia: 9
Fantasia: 6
È arrivato il momento di dirlo: per molti aspetti le tifoserie inglesi sono sopravvalutate. Sì, hanno una grande tradizione, degli stadi stupendi, quando cantano It's coming home per la Nazionale li vorresti abbracciare e You'll never walk alone di Anfield ci emoziona sempre come la prima volta. Però insomma i ritmi e i cori sono sempre quelli: i tifosi del Tottenham cantano Oh when the Spurs, go marching in da decenni, quelli del Chelsea si limitano a un monotono Chelsea, Chelsea, Chelsea, CHELSEA! e a Old Trafford sentiamo sempre, se non il silenzio di una tifoseria intristita, il solito United, United, United. Niente a confronto con l'Italia, dove ogni tormentone estivo, ogni successo di Sanremo e ogni classico della canzone italiana viene riadattato per cantarlo in curva.
I cori personali per i giocatori fanno però eccezione: il ritmo è sempre quello ispirato a La Bamba dei Los Lobos, ma le parole sono ogni volta diverse e divertenti. Come Patrick Cutrone amava la pizza e la pasta ed era fucking magic (almeno all'inizio) per i tifosi del Wolverhampton e Antonio Conte mangia spaghetti, beve Moretti e odia il fottuto Chelsea, così Cuccurella, nuovo acquisto proprio del Chelsea, mangia paella, beve Estrella e ha dei capelli fucking massive, giganti. È tutto molto cliché, perché non sappiamo se davvero a Cuccurella piaccia così tanto la paella, se preferisca le birre mitteleuropee o magari sia un gran salutista e non beva mai (sui suoi gusti alimentari ho trovato solo che nel "Campus de futbol Marc Cuccurella" i ragazzini e le ragazzine trovano una Dieta basada en las necesidades de la actividad física. Se tiene en cuenta alergias e intolerancias). Però, insomma, è uno di quei cori che quando lo senti per la prima volta lo mandi sul gruppo WhatsApp del Fantacalcio e ti fai una risata.
Qualche settimana fa è uscito il coro dei tifosi del Leeds per Willy Gnonto. Anche lui grande appassionato di spaghetti e Moretti, mentre potete immaginare, nell'apoteosi del cliché, che cosa sia fucking massive nell'attaccante azzurro.
Siamo al cinema, Venezia
Video di Federico Magris.
Musicalità: 4
Emotività: 5,5
Ironia: 9,5
Fantasia: 7,5
Il 2022 è stato un anno davvero difficile per la Juventus: due dolorose eliminazioni dalla Champions League, un deludente quarto posto, le dimissioni della dirigenza. Le immagini però forse più desolanti sono quelle dello Stadium spesso mezzo vuoto e silenzioso, con la curva in polemica con la dirigenza e gli altri settori lasciati vuoti dal pessimo rapporto qualità (del gioco)/prezzo. Una cornice perfetta per un gruppo di tifosi ospiti ormai senza obiettivi come quelli del Venezia, arrivati il primo maggio a Torino quasi aritmeticamente retrocessi e con lo scopo sintetizzato nel mantra ripetuto dai capi ultras arancioneroverdi: divertimose! (divertiamoci). Per buona parte di quel Juventus-Venezia 2-1 allo Stadium si sentiva solo il centinaio di tifosi del Venezia, che a un certo punto hanno cominciato a cantare: «Siamo al cinema», con il «bastardi» finale decisamente gratuito ma fondamentale per dare ritmo al coro. Esiste uno smacco peggiore, per uno stadio, di essere paragonato a un cinema?
Pioli is on fire, Milan
Pioli non fa niente, giustamente, per nascondere quanto gli piaccia quel momento.
Musicalità: 8
Emotività: 9
Ironia: 7
Fantasia: 5
Anche il Milan, come la Roma o la Salernitana, ha vissuto nel 2022 una totale sintonia tra giocatori, allenatore e tifosi, culminata con la vittoria di uno dei titoli più belli, inaspettati e meritati della storia rossonera.
L'uomo al centro di tutto questo è Stefano Pioli, fondamentale nella crescita individuale e collettiva di un gruppo molto giovane e capace di riportare a San Siro (e in trasferta) un entusiasmo perduto nei meandri della Banter Era rossonera. Lo Scudetto del 2022, la prima gioia dopo anni molto difficili per la tifoseria del Milan, sarà per sempre quello del Pioli is on fire. Un coro preso in prestito da "Will Grigg's on fire" di qualche anno fa. Nel Milan è stato cantato per la prima volta dai giocatori sul pullman il 6 dicembre 2020, di ritorno da una vittoria per 2-1 sul campo della Sampdoria firmata da Kessié e Castillejo, è diventato l'inno dello Scudetto della rinascita, ballato dallo stesso Pioli e da tutti i giocatori dopo ogni vittoria importante. Per chi invece sente particolarmente il clima del derby di Milano, Si è girato Giroud è il coro giusto. Racconta il momento esatto in cui è cambiata la storia della Serie a 2021/22 (il gol della doppietta di Giroud nel derby di ritorno), anche se San Siro ha cominciato a cantarlo nel derby di questa stagione, quello vinto per 3-2 dal Milan anche grazie a un gol del francese. Con una girata di sinistro, chiaramente.
Muchachos, Argentina
Musicalità: 7
Emotività: 9,5
Ironia: 7
Fantasia: 9
Tra tutte le storie di calcio del 2022, la più iconica è sicuramente la vittoria dell'Argentina e di Messi nel Mondiale in Qatar. Un momento storico, sublimato dalla più incredibile finale di sempre e accompagnato da una colonna sonora nata proprio come canzone e immediatamente ripresa da tutti i tifosi. C'è tutta l'Argentina in Muchachos, ahora nos volvimos a ilusionar del gruppo ska La Mosca Tsé-Tsé (lo stesso che vent'anni fa accompagnava le coreografie delle Letterine di Passaparola con Para no verte mas): l'ossessione per il calcio, le Malvinas, l'idolatria dei feticci Messi e Maradona (e dei genitori di quest'ultimo, Don Diego e la Tota), la rivalità con i brazucas, i brasiliani, le finali perse e la speranza di un'altra, grande vittoria.
La Copa America dello scorso anno era stata festeggiata con Brasil, decime qué se siente tener en casa a tu papá?, un altro concentrato di Argentina. Quest'anno milioni di argentini sono tornati a emozionarsi in tutto il mondo, guardando Messi portarli sul tetto del mondo e cantando tutti insieme Muchaaaachooos, ahora nos volvimos a ilusionar. Difficile non fomentarsi di fronte a un video del genere.
Bonus track: Dai Cremo', Cremonese
Musicalità: 9
Emotività: 9
Ironia: 5
Fantasia: 5
Sarà che Take Me Home, Country Roads di John Denver è una delle canzoni più emozionanti, struggenti e cantate di sempre, ma quando ho sentito per la prima volta i tifosi della Cremonese cantare Dai Cremo', dai Cremo' avrei voluto che il telecronista tacesse per sempre e lasciasse spazio solo all'audio ambiente. Lo so, non è un coro del 2022: i tifosi della Cremonese lo cantano da anni, però non lo avevano mai cantato in Serie A, perché non ci arrivavano da 26 anni, quindi possiamo includerlo qui tra i migliori cori sentiti nel 2022.