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Le migliori espulsioni della panchina della Roma
30 mar 2023
Tutti gli 11 rossi mostrati a Mourinho e al suo staff.
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Quante cose si possono fare stando seduti su una panchina? Tantissime: si può prendere il sole, leggere un romanzo, dare da mangiare agli uccelli, osservare la vita che scorre lenta intorno a noi. Se la panchina è quella della Roma - dell’AS Roma per essere precisi e non confondersi, che so, con una panchina al Giardino degli Aranci, oppure con una nascosta dietro il laghetto di Villa Borghese - può succedere anche un’altra cosa: si può essere espulsi.

In questa stagione è successo già undici volte, undici diverse occasioni in cui l’arbitro ha mostrato un cartellino rosso all’indirizzo di qualcuno seduto sulla panchina della Roma, in quello che probabilmente è un record. Ma come mai la panchina della Roma è così battagliera? È il rumore dei nemici, quello che muove Mourinho da sempre, che lo rende un grande allenatore ma anche uno propenso a perdere le staffe, vedere complotti, mostrare manette. Un impeto che quest’anno è diventato contagioso, si è diffuso a tutto il suo staff. Gli undici rossi, infatti, non hanno mai visto coinvolti dei giocatori in panchina ma sempre Mourinho o un suo collaboratore.

Sembra quasi una scelta: rispetto alle altre squadre lo staff del portoghese è molto più coinvolto, tutti incitano, danno indicazioni, protestano. È un modo di vedere il ruolo di chi non è in campo, dare supporto massimo alla causa, anche a costo di prendere un rosso, di risultare un po’ esagerato. La Roma di questa stagione è una squadra particolarmente emotiva, capace di grandi sacrifici, di partite di grande intensità, ma capace anche di perdere la testa, di andare troppo sopra le righe. Non è forse un caso che di questi 11 rossi, ben 9 sono arrivati in partite che poi la Roma avrebbe perso, uno in una partita che stava perdendo (e che avrebbe pareggiato all'ultimo) e solo uno in una partita vinta.

Per dovere di cronaca abbiamo raccolto tutte queste undici espulsioni, un po’ per raccontare una storia, un po’ per la curiosità: cosa bisogna fare per farsi buttare fuori da una panchina? Le risposte - più o meno - sono tre, tutte molto semplici: protestare, insultare o litigare.

José Mourinho in Roma-Atalanta 0-1, 18 settembre 2022

Al’55 Okoli e Zaniolo cascano a terra all’interno dell’area di rigore dell’Atalanta dopo essersi trattenuti a lungo a vicenda. Chiffi sembra fischiare punizione dal limite per la Roma, che però chiede il rigore. L’arbitro viene circondato da quasi tutti i calciatori in campo, ognuno che porta l’acqua al suo mulino. Chiffi cerca di smarcarsi, cammina avanti e indietro mentre parla con la sala VAR. A quel punto cambia idea, dal labiale sembra dire a Zaniolo «è fallo prima tuo».

Quello che succede dopo è il panico, che avviene mentre in televisione ci mostrano mille replay del contatto tra i due. L’Atalanta, non si capisce quanto convintamente, riprende il gioco all'improvviso per trovare scoperta la Roma, ancora indaffarata a discutere con Chiffi. Hateboer, però, viene fermato da Mourinho. L’allenatore, forse ricordando il suo passato da difensore, decide di metterci una pezza: con uno scatto entra in campo per litigare con il terzino dell’Atalanta, una persona molto simile al robot di Robocop.

In questo video ripreso dalla tribuna si intuisce qualcosa, con il calciatore dell’Atalanta solo con il pallone nella metà campo della Roma. Come ci è arrivato lì? Mistero. Mourinho devono tenerlo di peso, allontanarlo fisicamente dal campo, mentre l’arbitro l’arbitro Chiffi gli mostra il rosso. A trascinarlo via è il team manager della Roma, Valerio Cardini, una figura che impareremo a conoscere. L’allenatore portoghese alla fine si convince, dirigendosi verso gli spogliatoi, non prima di essersi girato e aver lanciato un’occhiata a Chiffi che sarebbe stata benissimo ne Il Padrino.

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Qualche giorno dopo, ormai tranquillo, a chi gli chiede conto di quel rosso dirà: «L’espulsione? Per me non è una novità».




Stefano Rapetti in Roma-Napoli 0-1, 23 ottobre 2022

A fine ottobre arriva il Napoli di Spalletti all’Olimpico. La Roma è in un buon momento, due settimane prima ha battuto l’Inter a San Siro, una vittoria potrebbe dare un bello slancio alla squadra di Mourinho. La partita è bloccata fino all’ottantesimo, quando Osimhen si inventa un gol meraviglioso. I minuti finali sono tesi, ma non accesi, tanto che al fischio finale Mourinho saluta velocemente ma con affetto Spalletti e prende la via degli spogliatoi. Qualcosa però lo richiama in campo: c’è del parapiglia.

Nelle immagini qui sopra, riprese con lo smartphone da qualcuno in tribuna, vediamo l’arbitro Irrati mostrare il rosso a un componente della panchina della Roma, il preparatore atletico Stefano Rapetti. Rapetti è scatenato, ad affrontarlo c’è addirittura Spalletti che gli urla qualcosa in faccia. I due discutono animatamente, si spingono, sembrano sull’orlo della rissa. Deve arrivare il quarto uomo e un altro componente della panchina giallorossa a provare a dividerli. Ma è solo quando arriva Mourinho, che mette un braccio dietro la testa di Rapetti come farebbe un padre affettuoso, che torna l'armonia. Toccato dall'allenatore portoghese Rapetti decide che basta, va bene così. Mentre si allonata lascia andare le braccia sconsolato, qualcosa non gli va giù ma accetta il verdetto del campo.

Ai microfoni sarà proprio Mourinho a fare chiarezza: «Irrati ha espulso il nostro preparatore atletico, ma tutto era nato perché Lozano aveva provocato la nostra panchina e ha aggredito uno dei miei calciatori». Rapetti, quindi, sarebbe intervenuto per difendere Karsdorp, che a fine gara sarebbe stato aggredito dal messicano. Il giudice sportivo però non la vedrà così e gli darà due turni di stop per “avere, al termine della gara, assunto un atteggiamento minaccioso e intimidatorio”.




Salvatori Foti in Roma-Lazio 0-1, 8 novembre 2022

Difficile capire come, nel marasma di un Derby, Orsato sia riuscito a scovare così facilmente chi lo aveva insultato. Cosa è successo? C’è un’azione sul lato destro del campo, quello delle panchine. La palla finisce a Zalewski dopo un contrasto ma Orsato, dopo averci pensato un attimo, fischia fallo a favore della Lazio. Neanche il tempo di alzare il braccio per segnalare la sua decisione che lo vediamo correre verso la panchina della Roma, superando di slancio Mourinho, fermo a bordo campo, per mostrare il rosso a qualcuno.

C’è questa cosa un po’ ridicola che all’Olimpico tra la linea laterale e le panchine c’è uno spazio enorme. Orsato quindi indica qualcuno, ma la direzione del suo dito si perde nella vastità che deve attraversare. Chi sta buttando fuori? Nel dubbio dalla panchina si alzano Cardini, il team manager, che in questi momenti ha un po’ il ruolo à la Mister Wolf e Salvatori Foti, il secondo di Mourinho. Cardini è visibilmente confuso, non capisce chi è stato espulso, sembra sia toccato a lui visto che Orsato gli si pianta davanti con il rosso. L’arbitro però indica qualcuno alle sue spalle, «quello lì, quello lì» dice. Cardini allora capisce; si gira e va da Foti, che intanto fa il vago. «Foti, Foti» sembra dire il labiale, «aho» lo richiama, prima di indicarlo e, sempre a gesti, mostrargli l’uscita.

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Ambasciator non porta pena.




José Mourinho in Roma-Torino 1-1, 13 novembre 2022

Mancano due minuti al novantesimo e la Roma sta perdendo 1 a 0 in casa col Torino. Celik batte una rimessa laterale verso Dybala, ma l’argentino viene visibilmente spostato da Linetty. Mourinho, che è lì vicino, allarga le braccia. Per un attimo sembrano tutti aspettare il fischio, che però non arriva. Mourinho allora sbraccia verso l’arbitro, mentre Radonjic parte in contropiede. La velocità del serbo ci fa perdere di vista l’allenatore, ma forse è meglio così. A centrocampo Tahirovic, preso in mezzo, deve fermarlo con il fallo. Rapuano, l’arbitro, lo raggiunge e lo ammonisce, poi con tutta la calma del mondo si dirige verso la panchina della Roma mentre cambia cartellino in mano.

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Quando arriva da Mourinho ha già il rosso in mano, mentre l’allenatore gli viene sotto gridando «è fallo lì», più altre cose che è meglio non ripetere. Accanto a lui Nuno Santos, il preparatore dei portieri, è pronto a intervenire tenendogli la mano sulla spalla: quel tipo di atteggiamento che hai quando la situazione non è ancora grave ma potrebbe diventarlo a breve e non vuoi avere rimpianti. Mourinho però si accontenta della parola, che sappiamo ferisce più della spada. Rapuano incassa bene, il cartellino rosso sempre alto, il portoghese che gliene dice altre. Con difficoltà Nuno Santos riesce ad allontanare Mourinho, poi arriva Cardini, la faccia di chi ha avuto una domenica difficile. È lui a scortare fuori l’allenatore.

Dopo la partita Mourinho farà una specie di penitenza/frecciatina all’arbitro: «Il rosso è giusto. Ho avuto l’umiltà di scusarmi nel post gara ma della performance dell’arbitro e della sua influenza ipotetica nello sviluppo del gioco non voglio parlare». Se erano scuse per evitare la squalifica non basterà: arriveranno due giornate.


Giovanni Cerra in Roma-Fiorentina 2-0, 15 gennaio 2023

Espulsione passata quasi inosservata, tanto che in molti articoli si parla di 10 rossi per Mourinho e il suo staff. Giovanni Cerra è uno dei match analyst di Mourinho, i due lavorano insieme dal 2016, dai tempi dello United. Cerra, romano e romanista, è stato citato come uno dei motivi che avevano spinto il portoghese ad accettare la corte della Roma. Contro al Fiorentina viene espulso da Giua nel tunnel degli spogliatoi, tra primo e secondo tempo di una partita che la Roma sta vincendo e in cui è in superiorità numerica. Cerra viene espulso per - cito dal referto - “aver contestato in modo irrispettoso una decisione arbitrale”.


Nuno Santos in Napoli-Roma 2-1, 29 gennaio 2023

Anche di questo rosso, arrivato nella pancia dello stadio, non sappiamo molto. L’unica ricostruzione disponibile parla di un botta e risposta nel tunnel degli spogliatoi, a fine primo tempo, tra Nuno Santos e Mario Rui. Che botta e risposta hanno avuto? Sono entrambi portoghesi, magari parlavano di politica interna o di baccalà (sì, lo so). Perché è stato espulso solo il preparatore dei portieri di Mourinho e non il terzino del Napoli? Di solito nei botta e risposta le colpe sono condivise. Quello che sappiamo, invece, è che Nuno Santos non è nuovo all'alterco, alla protesta, tanto che in alcuni articoli viene definito il legionario di Mourinho quasi non fosse lì per allenare i portieri ma piuttosto per vincere qualche battaglia.

https://twitter.com/gippu1/status/1637510922020220928

Il suo ruolino di marcia in Italia.

L’episodio più controverso che lo ha visto coinvolto è quello accaduto la scorsa stagione, al termine della partita di andata dei quarti di Conference League col Bodo/Glimt, diventato un vero e proprio giallo. Dopo la partita Santos è stato colpito al volto da un pugno scagliato dall’allenatore avversario, come raccontato da un Pellegrini visibilmente scosso ai microfoni. Il Bodo non nega la ricostruzione del capitano della Roma ma sostiene che sia stata legittima difesa, visto che Santos avrebbe provato a strangolare Knutsen dopo aver passato tutta la partita a insultare e fare gesti verso la panchina del Bodo.

Della rissa tra i due spunta anche un video, la UEFA indaga, alla fine saranno salomonicamente puniti entrambi con tre giornate di squalifica. La Roma userà questo episodio per incendiare la gara di ritorno, che sarà una delle migliori prestazioni stagionali per i giallorossi.




Stefano Rapetti in Roma-Cremonese 1-2, 1 febbraio 2023

Al 27’ Dessers si appresta a battere un calcio di rigore sotto la curva sud. I tifosi fischiano, il fallo di Rui Patricio dal vivo non sembra così netto, anche i giocatori protestano molto. Il centravanti della Cremonese segna e poi esulta rivolto ai tifosi romanisti con un sorrisetto beffardo. Fabbri arriva subito e lo ammonisce, alla carica da dietro spunta anche Mancini, che cerca di farsi giustizia da solo o almeno di farla per i suoi tifosi. Il difensore della Roma viene fermato e ammonito anche lui. Gli animi, insomma, si scaldano, di nuovo in una partita della Roma, di nuovo quando è sotto nel punteggio. Le telecamere inquadrano prima Ballardini, appena arrivato sulla panchina della Cremonese, poi Mourinho, fermo con le mani in tasca, poi tocca ai replay. Quando la regia torna al campo, vediamo Rapetti inquadrato. È perplesso, «tocca a me» sembra dire, per poi capire che sì, tocca a lui.

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In diretta non ci viene mostrato il motivo del rosso, solo dopo la partita si scoprirà che Rapetti era andato a protestare “energicamente” con il guardalinee e per questo aveva pagato con il secondo rosso della sua stagione.




Salvatore Foti in Roma-Cremonese 1-2, 1 febbraio 2023

Non è finita però, perché nel secondo tempo tocca di nuovo a Foti, come se i rossi per la Roma fossero come la prigione in una partita di Monopoli. È quasi un fulmine a ciel sereno: Saar, dopo aver perso tempo, rinvia un pallone lungo, ma Fabbri, fermo a centrocampo, fischia per fermare il gioco. Subito dopo estrae il cartellino rosso in direzione della panchina della Roma.

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Solito momento di smarrimento, poi arriva il quarto uomo a dire a Foti che è lui a dover lasciare la panchina. Il vice di Mourinho si avvicina al quarto uomo, è paonazzo, lo sentiamo urlargli in faccia «ma è la verità», chissà riferito a cosa. La verità è in ogni caso un concetto misterioso. Dopo questa partita Foti verrà squalificato per un mese, per un cumulo di cose: proteste, espressioni offensive, blasfemia, minacce, ulteriori espressioni offensive (con tono minaccioso).




Bonus: altre figure che possono essere espulse

Uno degli aspetti sottovalutati di questa ondata di rossi è che ci permette di scoprire le figure che compongono lo staff di una squadra di Serie A. Ma quale altre potrebbero beccarsi un rosso?

Romolo, la mascotte della Roma

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IMAGO / Pacific Press Agency

Immaginate questo lupacchiotto dalla faccia simpatica inseguire un arbitro.

La nuova mascotte della Roma

https://twitter.com/OfficialASRoma/status/1640037512759455744

Proprio in questi giorni la Roma sta scegliendo il nome della sua nuova mascotte che affiancherà Romolo. Un bell’esordio con espulsione sarebbe non dico iconico, ma sicuramente coerente.

Valerio Cardini

La ribellione del team manager, dopo una stagione passata a portare fuori altri espulsi Cardini si prende la sua rivincita.

Andrea "NGU Stiffler" Galimberti, giocatore della As Roma esports

La Roma, come molte altre squadre di Serie A, ha anche la sua squadra di esports. Onestamente non credo possano andare in panchina, non so neanche se considerarli staff, certo è difficile considerarli calciatori. Quello che so, per la mia pochissima esperienza, è che è altrettanto facile e naturale insultare un arbitro virtuale durante una partita ai videogiochi (anzi, porta anche molti meno sensi di colpa).


José Mourinho in Cremonese-Roma 2-1, 28 febbraio 2023

Sul primo pallone del secondo tempo, c’è un duello aereo tra Tsadjout e Kumbulla, con quest'ultimo che rimane a terra mentre il pallone finisce in fallo laterale. C’è qualche timida protesta, nel replay vediamo Pellegrini allargare le braccia e Mourinho dire all’arbitro «è fallo, è fallo», ma niente di che. Subito dopo Sernicola batte una rimessa lunga, Kumbulla spazza l’area, sul pallone vagante c’è un batti e ribatti, il pallone esce di nuovo dal campo. Facendo attenzione, però, si sente una voce gridare furiosa «devi portare rispetto eh, devi portare rispetto», a questa si aggiungono altre urla. La scena diventa così strana che Spinazzola, che dovrebbe battere la rimessa laterale, rimane fermo a fissare qualcosa con questa faccia.

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Subito dopo vediamo l’arbitro Piccinini correre con un cartellino rosso in mano verso la zona del quarto uomo Serra. Quest’ultimo sta litigando con Mourinho, in mezzo il solito Cardini che prova a calmare gli animi. Questa volta però è impossibile: a spalleggiare l’allenatore portoghese ci sono anche Nuno Santos, Rapetti e Cerra, tutti piuttosto inferociti. All’arrivo dell’arbitro Mourinho gli segnala che «è lui, è lui» indicando il quarto uomo, ovviamente l'arbitro non butta fuori il suo assistente ma Mourinho. C'è qualcosa che però rende più isterica la situazione, anche gli altri componenti della panchina si scagliano contro Serra come se avesse fatto qualcosa. Si sente molto spesso la parola “rispetto”, Rapetti sembra dire «parla, parla», qualcuno - non è chiaro chi, probabilmente Cerra - grida «ma chi cazzo sei tu, chi sei tu». Mourinho alla fine si allontana, mentre qualcuno continua a gridare la parola “rispetto” con pesante inflessione portoghese.

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Cosa è successo tra Mourinho e il quarto uomo Serra? Dopo la partita Mourinho ammetterà di essere stato «emozionale, ma pazzo no». «Se Serra dice all’arbitro quello che mi ha detto è lui che va via, ma lui è bugiardo». L’allenatore però non riferisce cosa gli ha detto Serra perché, parole sue, vuole capire se può agire a livello legale. Poi, quasi come fosse appena un appunto butta lì un: «Per me è difficile stare fuori contro la Juventus, Serra è di Torino ma non penso che ci sia qualcosa in mezzo».

Nella notte esce fuori un video del momento in cui è visibile il labiale di Serra, le ricostruzioni si accavallano, la Roma fa ricorso. Interviene anche la trasmissione Le Iene che consulta uno specialista della lettura labiale secondo cui Serra, girandosi verso Mourinho, gli dice: «Ti stanno prendendo tutti per il culo, vai casa, vai a casa»; l’allenatore allora se lo guarda e sconcertato gli risponde «vai a casa?». A quel punto Serra è girato e non sappiamo cosa altro dice, ma il portoghese replica «ma sei fuori? però... parli tu di educazione con me, giusto?». «Bella educazione» aggiunge «e il rispetto?».

Serra nega la ricostruzione, sempre a Le Iene, che lo intercettano mentre sta prendendo il treno. Controvoglia dà la sua versione dei fatti: dice di aver detto «ti stai mettendo lo stadio contro, vai nell’area vai nell’area», l’esperto di lettura labiale lo smentisce in diretta nazionale.

La procura federale intanto sospende la squalifica, in attesa di ulteriori indagini che sono diventate necessarie dopo l’uscita del video. Mourinho allora può sedersi in panchina contro la Juventus, con una spada di Damocle sulla testa. La procura ascolta la sua versione dei fatti, quella di Serra e di molti dei presenti, ma alla fine conferma la squalifica e i due turni di stop. “Tutto quanto raccolto - si legge nelle motivazioni - non offre evidenze certe per ribaltare la decisione del giudice di prime cure”.




Giovanni Cerra in Roma-Sassuolo 3-4, 12 marzo 2023

La Roma sta perdendo 3-2 ed è in 10 uomini. L’inerzia però sembra stranamente dalla sua parte, dopo un grande gol di Dybala. Al 55’ Camara va a pressare in alto Rogerio, che si complica la vita con un cattivo stop. Il centrocampista della Roma si lancia allora con veemenza in un contrasto, con cui recupera palla quasi all’altezza del calcio d’angolo. Per il guardalinee, però, usa troppa veemenza e alza la bandierina per segnalare il fallo. Dopo il fischio viene accerchiato dai calciatori di riserva della Roma, che si stanno riscaldando da quelle parti.

L’attenzione dell’arbitro tuttavia è rapita da qualcun’altro, qualcuno della panchina della Roma. Senza pensarci due volte Fabbri mostra il rosso in maniera vaga verso qualcuno dello staff, prima di tornare alle cose di campo. Ancora una volta è il quarto uomo a dover trovare la persona giusta, ancora una volta è Cardini che si mette tra il colpevole e gli arbitri per evitare ulteriori guai.

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Come in una democratica divisione dei rossi, questa volta tocca a Cerra. Non vediamo cosa ha spinto Fabbri a buttarlo fuori, ma il match analyst sembra stupito. «Ma su, cosa ho fatto» dice al quarto uomo, che però non ha pietà.


Nuno Santos in Lazio-Roma 0-1, 19 marzo 2023

La Roma è di nuovo in dieci, ma sta pareggiando. È il derby e il doppio giallo a Ibanez ha irrigidito i giallorossi. Al 44’ Romagnoli rimane a terra nel cerchio di centrocampo dopo un duello aereo. Belotti continua l’azione, qualche giocatore della Lazio gli fa segno di fermarsi ma lui non lo vede. Cataldi va a contrasto, il pallone schizza verso il fondo e viene recuperato da un giocatore della Lazio che non lo butta subito fuori ma lo gira verso Casale. Il difensore biancoceleste allora alza il braccio, come a indicare che sta calciando fuori il pallone per consentire le cure a Romagnoli. Il suo lancio però finisce tra i piedi di Pedro. Anche la regia viene ingannata: aveva staccato sul giocatore a terra ma deve tornare dallo spagnolo in tutta fretta. Pedro intanto è partito in contropiede, poi però si ferma, sembra decidere di metterla fuori, ma invece corricchia, non sa neanche lui che deve fare. Alla fine, arrivato all’altezza della panchina della Roma, si decide a metterla fuori con una specie di cucchiaio.

Dalla panchina della Roma arriva di corsa Nuno Santos che si avvicina a Pedro e gli dice qualcosa. Anche qui è facile immaginare che non sia qualcosa di proprio carino, visto che Pedro - che non sembrava avere un atteggiamento particolarmente provocatorio - si gira di scatto e gli si fa sotto. A quel punto Santos non può fare altro che rilanciare, quasi gli parte di testa, ma dal nulla sbuca il quarto uomo che riesce a fermarlo prima che arrivi - e chi se no - Cardini, che si porta via Santos per evitare ulteriori problemi.

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Intanto, però, come in gita, è arrivata tutta la panchina della Lazio. Ci scappa allora una mezza rissa, qualcosa non è proprio una rissa ma quella tensione elettrica tra uomini adulti che non sanno se devono alzare le mani oppure no. Con un po’ di fatica l’arbitro riesce a riportare la situazione alla normalità, e a quel punto Nuno Santos è spacciato. Massa però non butta fuori solo lui, ma anche Marco Ianni, collaboratore di Sarri, in una doppia espulsione congiunta che ci ricorda che non solo la panchina della Roma può prendere dei rossi.

Con questo rosso, l'ultimo in ordine di tempo, Nuno Santos ha raggiunto Rapetti, Foti e Cerri a quota due. Tra i calciatori, in Serie A, solo in tre sono stati espulsi due volte in stagione. Mourinho, con tre rossi, è il primo tra gli allenatori. Per arrivare agli undici rossi della panchina della Roma serve contare i calciatori di Napoli, Sampdoria, Milan, Bologna, Monza e Atalanta.

Certo, quello della Roma è un caso limite, ma si può dire che - forse - gli arbitri sono più propensi a buttare fuori un componente dello staff che non un calciatore, soprattutto in Serie A: non esistono molti dati riguardo le espulsioni di preparatori e match analyst, ma in questo articolo si racconta come la scorsa stagione la Serie A aveva il record di rossi tra gli allenatori, 15 contro le due della Bundesliga e l'una della Premier (ma meglio anche di Liga, 10, e Ligue 1, 9). Secondo l'autore del pezzo, il problema sono le panchine troppo piene, ma tutte queste figure sono presenti anche in altri campionati. In Premier una panchina sembra quasi una tribunetta.

Da noi c'è forse, e la Roma è un caso esplicativo, un problema di comunicazione tra panchine e arbitri. Le prime troppo propense alla protesta, all'alzare la voce a ogni minimo contatto, al pensare sempre che l'arbitro abbia torto. È lo stesso comportamento che tengono i giocatori in campo, ma se loro possono essere giustificati dal contesto, dall'essere in campo, chi sta in panchina dovrebbe vivere più serenamente le partite. Dall'altro lato, forse, gli arbitri potrebbero prendersela un po' meno. Subire insulti e proteste fa parte del loro mestiere, non è bello - certo - ma usare il cartellino rosso come unica arma, più del dialogo, non aiuta certo a rilassare gli animi.




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