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I migliori gol di gennaio 2021
01 feb 2021
Per cominciare il nuovo anno in bellezza.
(articolo)
8 min
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Dopo la brevissima pausa natalizia, la Serie A è tornata a pieno ritmo con ben sei giornate giocate in un solo mese. Gennaio, di conseguenza, è stato un mese pieno di gol, e soprattutto pieno di gol pesanti, data la grande concentrazione di partite decisive. Per questa ragione abbiamo deciso anche per questo mese di allargare la selezione, scegliendo otto gol invece di cinque. Se siete in disaccordo, o se pensate ci siamo persi qualcosa, ci dispiace, segnalatecelo nei commenti.

Leao cita Mertens contro il Benevento

Questo gol era stato segnato, in maniera molto simile da Dries Mertens contro la Lazio nel 2017. In quell’occasione era stato il portiere a non trattenere il pallone in uscita, permettendo al belga di recuperare il possesso e disegnare una parabola dolce che scavalcasse tutti. In questo caso, il tiro di Leao è meno poetico, addirittura scivola al momento della battuta, anche se viene da pensare che più che il come, quando si tira da quella posizione, a essere importante è il dove si tira. Insomma, non solo Leao riesce a fare un pallonetto da una posizione non convenzionale a Montipò, ma si crea la possibilità di farlo. Leao in questa stagione sta dimostrando non solo di essere un calciatore elegante e creativo, ma anche di avere una certa presenza argentea sulle partite (o almeno, su quasi tutte le partite). Questo gol nasce perché è lesto nel capire l’indecisione tra Glick e Montipò, si infila tra i due come se lui andasse a velocità normale e loro rallentata. Per segnare grandi gol servono anche astuzia e rapidità, Leao le ha unite alla creatività del pallonetto successivo per un gol bello in tanti modi diversi.


Il gol copertina della grande stagione di Zaccagni

Prima di novembre, Zaccagni aveva segnato pochissimo in carriera. Anche solo vederlo tirare in porta era difficile. Poi è arrivato il gol con l’Atalanta, quello con il Cagliari, la Sampdoria, recentemente il Napoli. Tutte reti in cui Zaccagni fa qualcosa di bello e intelligente, in cui sembra essersi tolto da dosso una patina di paura, arrivando a quel livello di fiducia nei propri mezzi che permette ai calciatori di fare giocate impensabili per noi umani. Questa è ovviamente la premessa per arrivare a parlare del gol che Zaccagni ha segnato in rovesciata allo Spezia, dopo aver controllato il pallone con il petto, come aveva fatto Rivaldo tanti anni fa (o anche Ronaldinho, sempre con la maglia del Barcellona, per far capire il livello di talento che ci vuole per fare questo gol).

Anche l’azione è bella, con un lancio di prima di Veloso alle spalle della difesa e Faraoni che al volo crossa al centro. Zaccagni, che è un trequartista o un esterno o al massimo una mezzala - ma che non è un centravanti - si accorge che il cross è leggermente arretrato, allora mette il corpo tra il difensore e il pallone e, chissà come, decide che la soluzione è uno stop di petto con cui alzarsi il pallone per poi concludere con una rovesciata imprendibile per Provedel. Uno di quei gol che immaginare è forse addirittura più difficile che realizzare, segnato da uno dei giocatori più in forma del campionato.


Il missile di Borja Mayoral

Da Borja Mayoral non ci si aspettavano di certo gol del genere. Mayoral, infatti, pare uno di quegli attaccanti che prendono il mestiere come una speciale forma meditativa: concentrato e scrupoloso nei suoi movimenti, attento a fare le cose per bene. Sa di non avere mezzi eccezionali, né fisici né tecnici, quindi tiene sempre il manuale dell’attaccante vicino e segue il procedimento alla regola.

Questo tipo di gol, insomma, non è il suo, ma è il sogno di chiunque guardi il calcio. Uno di quei gol senza costrutto, piovuti dal cielo come la tartaruga che uccise Eschilo all’improvviso. La tua squadra è 1-0, la partita è aperta, poi il tuo numero nove tira uno scaldabagno da 27 metri e lo mette all’incrocio dei pali. Una semplificazione più brutale non mi viene in mente. Questo gol però ci dice anche che la tecnica di tiro di Mayoral non è banale e forse l’abbiamo sottovalutata. Non sarà Dzeko ma la coordinazione è ottima. Il tiro parte senza sforzo apparente, sfruttando al massimo la bio-meccanica.


Il gol di Dimarco che potrebbe stare in "Holly e Benji"

Abbiamo scritto di Dimarco poche settimane fa, di come sia non solo uno dei migliori terzini sinistri della Serie A in questo momento, ma anche quello con più stile, quello con soluzioni offensive più uniche grazie all’uso dell’esterno del piede, una parte del corpo poco sfruttata dai calciatori perché poco sensibile.

Ora, fatte le premesse, parliamo di questo gol: Zaccagni è perfetto nel ricevere da Dimarco, aspettare il suo inserimento e poi pescarlo con un passaggio a metà tra il lancio e il cucchiaio, ma insomma è difficile immaginarlo come un assist, eppure Dimarco ci è riuscito. Il pallone gli passa sopra la spalla e effettivamente è un bel pallone da calciare al volo, ma solitamente la realtà è più noiosa: quel pallone si stoppa, si porta sul fondo, si crossa. Ma a Dimarco piace calciare al volo, lo ha detto lui in un’intervista e allora eccola la magia: Dimarco si coordina, piega il piede verso il basso e colpisce con l’esterno. Il pallone parte di taglio, con un giro da trottola. Appena dopo l’impatto si sente una voce, lontana ma nitida, dire “Oddio”, perché si capisce subito l’eccezionalità di quello che ha fatto Dimarco.


Il tiro a giro quasi perfetto di Hakimi

Quanto fa ridere che in estate qualcuno pensava che Hakimi potesse fallire nel calcio italiano e nel sistema di Conte? A essere onesti c’è da ridere pure a ripensare a quel momento in cui Conte lo aveva fatto accomodare in panchina per i problemi in fase difensiva (?!). Nell’ultimo mese la sua influenza sembra cresciuta ulteriormente, grazie al fatto che l’Inter ha leggermente diversificato i suoi pattern di gioco. Ricercando più spesso il lato debole, quello di Hakimi appunto, il marocchino può sfondare le difese avversarie con più agio. Siamo già a 6 gol e 3 assist: 4 li ha segnati col piede debole, con cui può avere lo specchio della porta un po’ più aperto, tirare nell’angolo vuoto. Qui però ha fatto un po’ di più, perché con l’interno del piede calcia trovando una di quelle traiettorie irreali che fanno flipper attorno all’incrocio dei pali. C’è un po’ di casualità forse, nel senso che guardando l’impatto del pallone non così pieno viene da pensare non volesse tirare proprio lì. Ma che ce ne frega, voglio dire. Sapete a quale gol somiglia questo? Mohamed Salah, semifinale di Champions League, sempre contro la Roma.


Assist di Insigne, gol di Lozano

I tifosi del Napoli avranno ricevuto da questo gol una piccola scarica di nostalgia, di felicità mista a malinconia, nel vedere che il posto di Josè Callejon sia stato preso dal giovane Lozano. Il "Chucky" come Callejon a raccogliere sul lato debole gli assist di Lorenzo Insigne. Lozano fa molto di più, è vero, ma ciò che importerà di più ai tifosi del Napoli è che quest’anno l'ala messicana stia dimostrando di essere letale in area di rigore. Questo gol però è qui per il passaggio di Insigne, è chiaro. Non ha avuto un mese semplice, le sue prestazioni sono state altalenanti ma il suo talento è questo. Igor è lento a capire, ma è un pallone quasi indifendibile questo, se non accorciando prima su Insigne. Per Lozano sono 12 gol stagionali: cominciano a essere tanti.


Bonaventura da tre

Possiamo dire che è stato il mese dei gol dopo uno stop di petto? Gol di questo genere non se ne vedono molti in Serie A, perché difficilmente le difese danno a un giocatore il tempo di stoppare un pallone, lasciarlo scendere e poi calciare, solitamente il petto serve più a preparare la giocata successiva o a controllare il possesso che a tirare da fermo. Il Crotone si fa attirare tutto a destra dalla progressione di Castrovilli, che prima del passaggio ha sette maglie bianche intorno a sé. Sulla ribattuta di Reca, quindi, Bonaventura è solo, ma la palla che gli arriva è lenta e scomoda. Anche dopo lo stop gli cade quasi morta davanti e per calciarla deve mettersi di taglio, spostando in avanti l’anca destra. Sono tiri che naturalmente dovrebbero finire in curva, ma Bonaventura riesce a piegare in maniera innaturale il collo del piede e usarlo come una mano che rilascia il tiro, che infatti come parabola assomiglia quasi a quella di un tiro da 3 punti nel basket.


Marusic al volo

Nel terzo capitolo di Indiana Jones, Sean Connery abbatte un aereo nazista facendo alzare in volo uno stormo di uccelli, poi soddisfatto dice «Improvvisamente mi sono ricordato il mio Carlo Magno: "Lasciate che i miei eserciti siano le rocce, gli alberi, e i pennuti del cielo"». Ora non so se Marusic abbia mai visto “Indiana Jones e l’ultima crociata” (ma chi non lo ha fatto?), ma la prontezza che dimostra nel calciare in porta dopo appena due minuti di partita, quando ancora Gollini doveva evidentemente abituare la vista al sole che lo puntava da lontano è una mossa da profondo conoscitore della natura.

Certo, Marusic non è al parco la domenica mattina, non basta tirare verso la porta a caso: l’esterno della Lazio è veloce e preciso nell’esecuzione della sua giocata. Stoppa spalle alla porta, si gira, con la punta del destro si sposta il pallone per darsi lo slancio e poi calcia a giro d’interno collo disegnando una parabola insidiosa, che anche se non arriva all’incrocio dei pali mette in difficoltà Gollini, che - appunto - deve anche cercarla nella luce bianca del contro sole. Questo gol in apertura ha permesso alla Lazio di fare la partita che voleva, un gol non solo bello e furbo, ma anche di un’importanza capitale per la squadra biancoceleste, che conclude alla grande un gennaio fantastico.




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