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I migliori gol tra leggende del weekend
25 mar 2025
È stato un grande weekend per la nostalgia.
(articolo)
14 min
(copertina)
IMAGO / Propaganda Photo
(copertina) IMAGO / Propaganda Photo
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Un tempo funzionava così: a un certo punto ti rendevi conto che i calciatori avevano la tua stessa età e cominciavi a misurare la tua vita su di loro. Il tempo accelerava, i calciatori diventavano sempre più giovani, le nuove leve avevano cinque anni in meno di te, poi dieci; nel frattempo i giocatori nati nel tuo stesso anno, o anche di un paio più giovani, iniziavano a ritirarsi a uno a uno, finché non ti accorgevi che non c’era più nessuno della tua età e al loro posto c’erano giocatori nati quando tu eri già alla fine del liceo o all’università. In modo compresso e distorto (spacciando la trentina per un’età in cui sentirsi vecchi) il calcio ci ricordava lo scorrere del tempo, ci aiutava a fare i conti con la nostra maturità.

Adesso invece abbiamo calciatori eterni, infiniti, onnipresenti, che si rifiutano di sparire e fare spazio ai più giovani come è giusto che sia. I calciatori millennials, scesi in campo a cavallo tra ventesimo e ventunesimo secolo, non vogliono scavallare l’orizzonte del tempo, si ribellano - con la nostra complicità - alla voce fuori campo che gli chiede di uscire di scena. Certo bisogna accontentarsi delle partite-riunioni tra leggende o dei tornei di calcetto, ma insomma è un piccolo compromesso in cambio del quale possiamo continuare ad invecchiare, o a rifiutarci di invecchiare, insieme ai nostri calciatori preferiti, ai campioni del mondo del 2006, a Claudio Marchisio, a Javier Zanetti.

Un tempo, quando appunto i calciatori invecchiavano e sparivano nella nebbia della vita civile, un’esperienza simile era riservata solo a chi aveva la fortuna di prenotare il campo vicino a quello in cui un ex calciatore giocava coi suoi amici. I più fortunati incrociavano ex giocatori ancora non troppo vecchi in tornei amatoriali e lo raccontavano come un evento eccezionale, come quelli che hanno nuotato coi delfini o con le tartarughe giganti. Oggi anche questa esperienza è stata massificata e monetizzata. Se c’è un limite temporale, di età, per ora non è dato saperlo. Chi non vorrebbe vedere Pirlo calciare una punizione a settant’anni (di questa cosa ne parlo più avanti)?

In parte si tratta di quella forma di nostalgia che faceva dire ai nostri padri che una volta i difensori erano più duri, i numeri dieci più tecnici, eccetera - cose che, tra l’altro, ripetono anche ex-giocatori tutto sommato giovani, il cui “una volta” di “una volta era tutto meglio” equivale a dieci o quindici anni fa appena - ma c’è anche un legame affettivo autentico che ci porta a pensare di aver visto giocare gente così insostituibile che vogliamo continuare a vedere anche con venti chili in più. Un sentimento che siamo disposti a proiettare non solo su giocatori come Pirlo, o Berbatov, ma anche - con tutto il rispetto - su gente come Borriello, Roque Junior, Karagounis. Sono l’equivalente dei Cavalieri dello Zodiaco che i trentenni mettono in bella vista nella libreria del salotto, di Dragon Ball da riguardare da capo in pausa pranzo, delle magliette dei Nirvana mentre spingi il passeggino.

Nello scorso fine settimana ci sono state parecchie manifestazioni che hanno messo in mostra i corpi arrugginiti e legnificati di calciatori che una volta abbiamo amato - la Beckenbauer Cup, la Infinity Cup, l’amichevole tra Milan e Tottenham e altre amichevoli tra “leggende” - e i nostri feed sono stati invasi di video di vecchie glorie più o meno in grado di grattare un po’ di magia dalla volta affrescata delle loro gesta passate.

Ho scelto i migliori.

DAVID TREZEGUET
Bellezza del gol: 8/10
Nostalgia: 3/10
Tristezza: 7/10
Fino a che età voglio vederlo giocare: 60

Non sapevo di provare nostalgia di Trezeguet finché non ho visto questo gol. E comunque, anche adesso che lo so, la nostalgia che provo per Trezeguet è molto poca. Trezeguet, semplicemente, non mi sembra un giocatore nostalgico. È molto simile a se stesso, è invecchiato come invecchiano gli zii: inspessendosi omogeneamente, sulla faccia, sul collo, aggiungendo strati di serietà alla sua espressione severa, ma senza perdere la qualità del tiro. Secondo me non gliene frega niente, a Trezeguet, del fatto che non gioca più, non è il tipo che ci pensa, che si dice: cavolo io dieci minuti in Serie A ancora potrei farli.

Questa bella bomba ricorda vagamente la violenza del golden gol con cui ci ha sfilato l’Europeo del 2000 da sotto il naso, ha quella stessa ineluttabilità. E non è che Trezeguet io me lo ricordassi proprio come un giocatore ineluttabile - forse per quel rigore sbagliato nel 2006 con cui ci ha restituito tutto con gli interessi. Vedere questo gol mi ha fatto semplicemente pensare che deve essere un inferno giocare contro di lui anche adesso che ha quasi cinquant’anni. Se uno con cui gioco io tira al volo dopo essersela aggiustata col petto, così bene e così forte che la palla sembra un Supertele, io forse con lui non ci voglio più giocare.

ROBBIE KEANE
Bellezza del gol: 5/10 (vale per tutti e tre i gol)
Nostalgia: 7/10
Tristezza: 7/10
Fino a che età voglio vederlo giocare: 45

Robbie Keane ha 44 anni, effettivamente la mia età, più o meno, ma come tutti i calciatori si è consumato e li porta male (o almeno così mi piace pensare: io non sembro così vecchio, vero?). Ho seguito più o meno tutta la sua carriera, era una presenza fissa, il fatto che abbia smesso è stato per me un segnale che il mondo che mi circondava non era più lo stesso. Però non è che abbia particolare affetto per Robbie Keane, qui - nel primo gol - la nostalgia deriva più dal passaggio di Berbatov per Aaron Lennon, che sembra ancora in grande forma a giudicare dallo scatto e dal pallone che mette in area, anche se comunque meno in forma di Jermain Defoe che se possibile sembra più tirato di quando giocava.

Il fatto che Robbie Keane abbia segnato una tripletta è semplicemente strano perché richiede un livello di impegno superiore a quello che gli ex calciatori sono disposti a mettere in questo genere di partite. Di solito segnano un gol, due al massimo, poi basta; invece in Robbie Keane sembra esserci qualcosa che brucia ancora, un fuoco che venti anni di calcio, dall’Irlanda all’India passando ovviamente per l’Inghilterra, non hanno ancora estinto. Robbie Keane mi sembra uno che giocherebbe fino a ottant’anni provando a segnare a triplette, ma visto come sta fisicamente secondo me abbiamo visto abbastanza.

JAVIER ZANETTI
Bellezza del salvataggio difensivo: 9/10
Nostalgia: 10/10
Tristezza: 1/10
Fino a che età voglio vederlo giocare: 105

Uno dei motivi per cui guardiamo questo genere di partite è per poter dire: «Guarda Trezeguet ha fatto proprio un gol “alla Trezeguet”, oppure “Marchisio ha fatto proprio un’azione alla Marchisio”». I commentatori ovviamente non riescono a trattenersi e quasi ogni azione li stimola a dire cose di questo tipo. Il punto è: noi non vogliamo invecchiare e i calciatori ci illudono che il tempo sia in effetti fermo - il che significa anche: non c’è futuro, il meglio che dovevamo vivere lo abbiamo già vissuto, avanti con questa apocalisse nucleare: c’è un nichilismo disperato sotto tutta questa cosa della nostalgia, ma sto divagando. In ogni caso: nessuno dà l’impressione di aver fermato il tempo come Javier Zanetti.

Zanetti davvero non si capisce perché non gioca più. Se fossero tutti come Zanetti sul serio si potrebbe fare un campionato a parte - Serie A millennials - in cui ripetere all’infinito le stagioni di inizio anni 2000, senza bisogno di cercare nuovi giocatori. Lamine Yamal? Vediamo, magari quando avrà 40 anni e Zanetti 74, allora, forse, potrà giocare con lui. Nell’azione qui sopra la cosa davvero struggente è che Zanetti toglie a Marchisio un bel gol fatto con un dribbling di sponda al portiere: sembra un grido d’allarme contro il modernismo di questo tipo di eventi. Sponde, porticine sui lati lunghi, pavimento che si illumina? Zanetti uomo vero e giocatore vero per sempre, prima di tutto pensa a non far fare gol ai suoi avversari, il resto fate voi a lui non interessa.

LUCIO
Bellezza del gol: 6/10
Nostalgia: 4/10
Tristezza: 7/10
Fino a che età voglio vederlo giocare: 73

Javier Zanetti ha detto che Lucio sembrava dovesse giocare la finale di Coppa del Mondo, quando si sono affrontati in questo torneo. Alla fine il torneo lo ha vinto il Bayern Monaco e Lucio è stato eletto MVP. Ha anche segnato l’ultimo gol con un pallonetto dalla sua metà campo. Il fatto che il miglior giocatore del torneo sia uno che lo ha preso troppo sul serio, secondo il parere degli altri partecipanti, la dice lunga su questo genere di tornei. Fossero tutti come Lucio, chissà, magari avrebbe senso davvero pensare a una Champions League over-40, over-50, senior (dai 60 in su).

ANDREA PIRLO
Bellezza del gol: 7/10
Nostalgia: 4/10
Tristezza: 6/10
Fino a che età voglio vederlo giocare: 55

La punizione è il gesto tecnico alla portata di qualsiasi vecchio con i piedi buoni. Mio nonno, quando ero bambino, fingeva di saper giocare a calcio mettendo sul prato dei cuscini per fare la porta, e dei cuscini per fare la barriera, calciando poi a piedi nudi sopra la barriera o al lato della barriera, con un leggerissimo effetto, nella porta vuota. Io guardavo e pensavo che mio nonno era davvero forte a giocare a calcio, magari fossi diventato forte quanto lui. Però Pirlo sembrava già vecchio quando giocava, nel senso che non è mai stato uno di quegli atleti testosteronici che parevano voler spaccare il mondo. L’effetto “vi sto solo facendo un piacere” è moltiplicato dal triplo strato di occhiaie e da quell’aria un po’ bastonata che ha preso allenando. Il fatto, poi, è che a quel livello le punizioni sembrano un’ingiustizia: contro portieri con problemi alle anche, che non saltano, alla lunga vengono a noia. Quante punizioni di Pirlo vogliamo vedere ancora? Vista una, come si dice… però è stato bello vederlo di nuovo fare la cosa che fa meglio nella sua vita, proprio come era bello quando mio nonno calciava piano piano sopra i cuscini in giardino.

MEHMET EKICI
Bellezza del gol: 10/10
Nostalgia: 0/10
Tristezza: 0/10
Fino a che età voglio vederlo giocare: mai più

Forse dovremmo rivedere il concetto di “leggenda” se può essere applicato a uno che con quel club in particolare non ha giocato neanche una partita. Mehmet Ekici ha fatto parte della squadre riserve del Bayern Monaco ma ha giocato zero partite con la prima, il resto della sua carriera lo ha fatto in altre squadre tedesche e turche. Nonostante ciò qualcuno nel Bayern Monaco si è ricordato di lui e lo ha chiamato per questo torneo. Mi piacerebbe sapere come vengono fatte le convocazioni per questo tipo di partite, se ci sono scout che spulciano i registri dei club in cerca di gente ancora in grado di giocare, anche con poche stagioni o nessuna partita ufficiale come Ekici. Ad ogni modo questo è il gesto tecnico più bello di questi giorni, secondo me, la sponda con cui dribbla il difensore e inganna il portiere facendosi un auto-assist sono quasi un atto di bullismo. Ekici ha 35 anni e sembra giocare con dei bambini, o con gente troppo vecchia per lui.

DIMITAR BERBATOV
Bellezza del controllo al volo: 10/10
Nostalgia: 0/10
Tristezza: 0/10
Fino a che età voglio vederlo giocare: 99

L’Instagram di Berbatov è notevole. Tra un selfie con gli occhiali da sole e le foto della serata di gala della sua fondazione per bambini di talento in Bulgaria, Berbatov posta video dei suoi allenamenti col pallone. Sembra incredibile ma ha degli allenamenti specifici proprio per il primo controllo, lo stop, il suo celebre “tocco” - tipo questo in cui deve palleggiare con i piedi e, nel frattempo che la palla è in aria a un paio di metri di altezza, far rimbalzare una pallina da tennis sul muro: ma ce n’è anche un altro in cui tira a canestro con le mani mentre su un piede tiene sospeso il pallone. Sembra davvero stia esercitando un superpotere.

Berbatov è una persona soddisfatta e felice nonostante il tempo sia passato. È in ottima forma, si allena con i pesi e con la palla, ha uno splendido cane, una vita invidiabile: insomma, non ha bisogno delle partite tra leggende. Però ci va lo stesso, perché no. E anziché segnare una tripletta lui aspetta una palla un po’ troppo alta per le persone comuni, anche per quelle con venti anni in meno di lui, figuriamoci per quelle della sua età, e la mette giù come ai vecchi tempi. Come un artista che potrebbe continuare a dipingere quadri per sempre (Berbatov quando parla del suo “tocco” sembra davvero stia parlando di quadri, o libri, cioè della sua “arte”). Vorrei vederlo ogni settimana, vorrei prenderci un caffè e vedere se riesce a berlo mentre palleggia, ma non mi viene particolarmente nostalgia, anzi mi piace che stia facendo qualcosa di diverso e di bello con la sua vita.

PETER CROUCH
Bellezza del gol: 10/10 (entrambi)
Nostalgia: 9/10
Tristezza: 2/10
Fino a che età voglio vederlo giocare: 84

Peter Crouch, dopo aver segnato nella partita tra leggende del Liverpool e del Chelsea, è felice quanto lo era quando segnava in Premier League. Anzi, di più. Non gli sembra vero di poter fare di nuovo la “robot dance” davanti al pubblico in festa. E poi il primo gol è davvero molto bello, un colpo di testa che gli sarebbe valso un gol anche contro un buon 70% di difensori attuali. Il secondo gol, poi, è abbastanza storto e goffo da rientrare nel suo genere personale. Insomma Peter Crouch è felice perché ha avuto la conferma di essere ancora se stesso, che è il massimo che si possa chiedere a questo genere di partite.

GRAFITE
Bellezza del gol: 15/10
Nostalgia: 9/10
Tristezza: 0/10
Fino a che età voglio vederlo giocare: 65

Solo una cosa su questo gol: se Grafite avesse aspettato due settimane, il 9 aprile, sarebbe stato l’anniversario dei 16 anni del suo gol pazzesco contro il Bayern Monaco, in cui dopo essersi bevuto tutta la difesa ha segnato di tacco. Anche qui: finché Grafite starà in piedi questo tipo di calcio scorrerà in lui come la poesia che esce dalle mani dei poeti.

RICARDO QUARESMA
Bellezza dei gol: 10/10
Nostalgia: 3/10
Tristezza: 9/10
Fino a che età voglio vederlo giocare: 44

Ricardo Quaresma ha 41 anni e se volesse potrebbe ancora giocare; magari non in Serie A, neanche in Portogallo, ma una buona Serie B secondo me ci starebbe. E invece fa gol di trivela (due, il più bello è qui sopra ma anche questo non è male) in un torneo con le sponde. L’effetto circo, Quaresma che fa le trivele con il domatore che schiocca la frusta in sottofondo, è molto forte. Per carità, non voglio dire che non andrei a vederlo, se fosse in un circo qua vicino, però ecco non vorrei che si sentisse costretto dal suo stesso personaggio. La vita è piena di cose bellissime oltre alle trivele, Ricardo, non credere a chi ti dice che sei buono solo a colpire un pallone di esterno.

GABRIEL OMAR BATISTUTA
Bellezza del gol: 1/10
Nostalgia: 11/10
Tristezza: 100/10
Fino a che età voglio vederlo giocare: 32

Lo so che dovrei essere semplicemente felice di vedere Batistuta ancora vestito da calcio, vestito di viola; accontentarmi del fatto che cammini, che si goda l’affetto dei tifosi che lo hanno amato di più. Se conoscete la storia del dolore di Gabriel Omar Batistuta - io ci ho scritto un pezzo - non potete non essere sorpresi e contenti di vedere che per l’addio di Pepito Rossi (che ha 17 anni meno di lui) ha fatto il viaggio fino alla sua amata Firenze ed è sceso in campo. E poi ha segnato pure. Un gol orribile, in cui approfitta di un mezzo ictus del difensore davanti e dell’uscita di culo del portiere, ma tant’è, è un nuovo gol di Batistuta a Firenze, di Batistuta in maglia viola, non c’è niente di più nostalgico.

È peggio ancora l’assist involontario per il gol di Luca Toni. Batistuta che carica il tiro, la cosa più simile ai tiri di Holly e Benji che strappavano i guanti ai portieri, bucavano la rete della porta e si incastravano incandescenti nel muro di cemento dello stadio. Ma stavolta prende a malapena il pallone, che sbatte su Borja Valero come se fosse un piccione che passava di lì, e arriva sui piedi di Toni. Che poi fa quella specie di finta sul posto, al rallentatore, la presa in giro di una finta. Insomma, tutto molto poco all’altezza della gloria di Gabriel Omar Batistuta.

È troppo forte il contrasto con il suo talento, la sua forza da eroe greco; la vita è stata crudele con lui e ogni volta che facciamo questo pensiero ci ricordiamo che la vita è crudele con un sacco di persone. Quando tempo fa, in un cinema di Roma, Batistuta ha riguardato le immagini dello scudetto, sua moglie Irina gli ha detto: «Sono cose bellissime da ricordare». Ma Batistuta ha risposto: «Eh non mi piace tanto. Perché mi emoziono troppo». Stessa cosa, qui.

GAIZKA MENDIETA
Bellezza del gol: 100/10
Nostalgia: 100/10
Tristezza: 5/10
Fino a che età voglio vederlo giocare: 75

Mi piace tutto di questo gol. Rivaldo che cigola come la vecchia porta di legno di una casa in campagna finché non calcia con eleganza il pallone. Giuly che controlla e passa - cioè, il fatto che Giuly faccia parte delle leggende del Barcellona (lui almeno ci ha passato tre stagioni) e possa ancora godere del privilegio di giocare con Rivaldo. E poi c’è il controllo di Gaixka Mendieta (lui invece una sola stagione in maglia blaugrana, si può chiamare leggenda?) che gira intorno al difensore con uno scavetto e poi tira una sassata sotto la traversa.

Questo gol rivaluta un pochino tutto il concetto di queste partite tra vecchi e mi fa pensare che, forse, se veramente si facesse la selezione dei migliori over 40, non dico che si potrebbe ambire alla Champions League, ma almeno alla Conference perché no.

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