Dopo quasi un anno, il mese di luglio ha finalmente fatto cadere il sipario su questa assurda stagione di Serie A, che rimarrà nella storia per tanti motivi diversi. Per la lunga interruzione dovuta alla pandemia di Covid-19 e il conseguente slittamento estivo, ovviamente, ma anche per la risicatissima distanza finale tra il primo e il secondo posto (appena un punto; bisogna tornare alla stagione 2001/02 per ritrovare un distacco di questo tipo) e l’incredibile numero di gol fatti. In questa stagione ne sono stati segnati in tutto 1154, più di qualsiasi altro campionato di Serie A con le sole eccezioni delle stagioni 1949/50 (1265), 1947/48 (1200), 1950/51 (1192). Anche luglio non ha fatto eccezione, con una cascata di gol di gol bellissimi che ci ha portato inevitabilmente a fare delle esclusioni dolorose, come il delicato tiro a giro di Immobile contro il Verona, che ha ingrossato il suo score annuale portandolo a vincere Scarpa d’Oro e classifica capocannonieri. Insomma, non è stato facile arrivare alla selezione dei migliori dieci che trovate di seguito.
Kessie vs Parma
Da quando è ricominciato il campionato il Milan non ha mai perso e si è dimostrata la squadra più in forma della Serie A. In un contesto così favorevole, molti dei giocatori che sembravano essersi definitivamente persi a Milano sono improvvisamente rinati, come se durante la pausa per la pandemia di Covid-19 avessero ritrovato il loro talento. Tra questi c’è anche Kessié, che nelle ultime settimane è sembrato di nuovo il giocatore che all’Atalanta trascinava i compagni fino alla trequarti avversaria con le proprie progressioni.
Questo gol al Parma è di sicuro la copertina migliore per il suo momento di forma, per la sua inesorabilità con cui si dirige all’incrocio dei pali e incenerisce Sepe, che non può far altro che ammirarlo come facciamo noi.
Kulusevski vs Verona
Di Dejan Kulusevski abbiamo apprezzato l’esplosività e la capacità in conduzione, al punto da eleggerlo miglior under 21 del campionato. Ma forse non abbiamo parlato a sufficienza del suo talento nelle leggere le situazioni in anticipo e nel cogliere di sorpresa i suoi avversari. Nel gol segnato contro il Verona, ad esempio, non c’è solo il gioco di gambe con cui salta l’ultimo difensore prima di calciare, ma soprattutto il controllo di esterno che lo porta in area e con cui taglia fuori Amrabat dal discorso (ovvero, il giocatore del Verona più vicino in quel momento e in generale quello più difficile da saltare). Kulusevski ha brillato in un contesto verticale e diretto, con molto campo da correre con e senza palla, ma sono giocate di questo tipo che fanno pensare ci sia anche qualcosa di più, che il suo talento gli possa permettere di esprimersi anche contro squadre chiuse, quando lo spazio si riduce. Quella appena finita è stata anche la sua stagione ma servirà vederlo in maglia bianconera per capire se si tratta, come dicono gli anglosassoni, di un “one season wonder” o di un giocatore pronto per durare ad alto livello.
Floccari vs Milan
I centravanti di Serie A smettono mai completamente di esserlo? Questo gol di Floccari è la dimostrazione che anche in un’annata disastrosa, a 38 anni, quando tutto il meglio è già passato, gli attaccanti di un certo livello riescono ad avere almeno un momento di gloria, ribaltare tutto quello che davamo per scontato.
Floccari si trova il pallone che gli rimbalza accanto sulla trequarti, mentre è girato di taglio verso la porta e il suo istinto è quello di tirare. Probabilmente sarebbe stato l’istinto di tutti, ma poi devi trovare il coraggio e soprattutto la coordinazione per non fare brutta figura ma mandare il pallone a spiovere oltre le braccia protese di Donnarumma.
È una conclusione strana, a metà tra tiro e pallonetto, e solo dall’inquadratura da dietro la porta si capisce come Floccari abbia deciso all’ultimo di cambiare il modo di tirare, intuendo che colpire sotto il pallone per dargli una traiettoria a salire e poi scendere sarebbe stato meglio che provare a tirare forte e dritto. Dopo il gol Floccari si tocca la tempia come a dire “sono matto”, ma la realtà è che Floccari è un centravanti da Serie A e per sempre resterà un centravanti da Serie A.
Rabiot vs Milan
C’è stato un Rabiot pre-lockdown e un Rabiot post-lockdown, che sembra aver capito come stare nella Juventus. Un giocatore più lucido, ma soprattutto con una forma fisica finalmente brillante. Un aspetto fondamentale per lui che ha un corpo così pesante e impacciato. In quest’azione sembra correre per lasciarsi alle spalle tutte le difficoltà della prima parte dell’anno. La superiorità tecnica e fisica mostrata rispetto ai suoi avversari fa paura. Usa il contrasto da dietro per Kessié quasi per prendere velocità e quando si ritrova davanti Hernandez gli fa un tunnel con la massima semplicità. Poi il gap di velocità con Romagnoli, preso in posizione statica fa imbarazzo. Nella conclusione incrociata, poi, non pare fare nessuno sforzo. È stato un momento di grande libertà espressiva, di un giocatore molto criticato, che in campo pare sempre imprigionato in un corpo troppo rigido e pesante per lui, e che in quest’occasione ha preso il volo.
Bonazzoli vs Udinese
Di Federico Bonazzoli si parla letteralmente da quando aveva 10 anni, quando segnò 8 gol in un Pergocrema-Inter pulcini finita 0-40. Già da bambino se ne parlava in toni entusiastici come di uno dei talenti più luminosi del calcio italiano, tanto da diventare tra il 2013 e il 2014 il secondo più giovane esordiente dell’Inter in Serie A e in assoluto. Poi però la carriera di Bonazzoli è finita in quel purgatorio dei prestiti che spesso fa finire anche i talenti migliori nell’oblio della nostra memoria. Prima il passaggio alla Samp, poi i prestiti a Virtus Lanciano, Brescia, SPAL, e Padova, senza mai dare l’impressione di poter lasciare il segno. Il ritorno alla Samp, nell’estate del 2019, sembrava in questo senso semplicemente un’ultima mossa della disperazione in assenza di alternative.
Senza che nessuno si aspettasse qualcosa da lui, invece, quest’anno Bonazzoli è riuscito a ritagliarsi un suo spazio, nonostante la stagione difficilissima della Sampdoria, i suoi problemi fisici e la pandemia di Covid-19 che ha interrotto il campionato. L’attaccante della Sampdoria non è diventato un perno della squadra di Ranieri ma ha comunque sfruttato questo strano torneo estivo che è la Serie A post-covid per mettersi in mostra, nel momento più decisivo della stagione. Da quando è ricominciato il campionato, infatti, Bonazzoli ha segnato 5 dei sei suoi 6 gol stagionali - 5 gol fondamentali per la salvezza della Sampdoria e molti dei quali bellissimi. Per dire, oltre al gol di cui adesso parleremo, sarebbero potuti finire in questa classifica anche il tiro a incrociare da fuori area o la spaccata al volo contro il Cagliari.
Alla fine, però, abbiamo deciso di premiare la rovesciata contro l’Udinese, perché in una classifica sui migliori dei gol dovrebbe esserci sempre una rovesciata. Il contributo di Bonazzoli inizia già da prima, nella costruzione dell’azione, quando chiude il triangolo nato dal bel velo di Gabbiadini, permettendogli di entrare in area e di mettere dentro un cross basso senza troppe speranza che però la difesa di Gotti (con grande creatività, bisogna dire) riesce a trasformare in un campanile al limite dell’area piccola. Bonazzoli pensa fin da subito alla rovesciata, perché è francamente un’occasione troppo ghiotta anche se sei in Serie A e rischi di fare una figuraccia in diretta nazionale (chi non ci avrebbe provato, andiamo). La situazione è complicata perché l’area è densa di uomini e l’attaccante della Samp è marcato praticamente a pelle dal marcatore alle spalle. Bonazzoli, in un modo vagamente simile alle rovesciate di Holly&Benji, va però altissimo con il sinistro - talmente in alto da assomigliare a uno schiacciatore di pallavolo che batte il muro avversario e fa punto prendendo l’incrocio delle linee.
È un gol irreale - bellissimo e decisivo - che assomiglia da vicino alle aspettative che c’erano sul talento di Bonazzoli qualche anno fa. È strano che sia arrivato proprio nel momento in cui la sua carriera stava per perdersi definitivamente. Adesso possiamo apprezzarlo solo per l’appagamento estetico che ci restituisce, chissà che tra qualche mese non gli attribuiremo anche un significato.
Faraoni vs Fiorentina
Per tutta l’azione che porta al gol di Faraoni si sente Juric dire ai suoi: «Palleggia, palleggia». Il Verona è una squadra verticale e diretta, ma nel corso della stagione ha dimostrato di avere anche giocatori tecnici in grado di creare connessioni nella metà campo avversaria. Mentre la Fiorentina si schiaccia nella propria area di rigore, Faraoni riceve leggermente largo a destra e scarica subito per Amrabat che è il vertice centrale della manovra in quel momento. Il centrocampista del Verona non è pressato e allora tiene palla, guarda i movimenti dei compagni. Da lontano Juric grida: «Lucidi, lucidi». Proprio in quel momento Amrabat crossa alle spalle della difesa viola, dove sta arrivando Faraoni, che dopo lo scarico ha tagliato verso il centro come se ricevere quel passaggio nel cuore dell’area di rigore fosse la cosa più normale del mondo.
Il lancio di Amrabat non è sbagliato, ma neanche perfetto, anche il taglio di Faraoni non è sbagliato ma neanche perfetto: il primo è un po’ lento, il secondo troppo veloce, sembra manchi proprio il timing giusto, ma Faraoni si inventa un gol abbastanza incredibile. Prima rallenta, poi si ferma, poi si gira, poi mentre il pallone gli cade addosso si inventa una mezza rovesciata in cui però non colpisce il pallone che gli viene incontro, ma deve colpirlo mentre gli arriva alle spalle, con un coefficiente di difficoltà altissimo accompagnando quasi il pallone nella sua corsa per metterlo alle spalle di Dragowski.
Faraoni ha vissuto la stagione migliore della carriera e questo gol ne è stato la ciliegina sulla torta, la dimostrazione che ai calciatori in fiducia riescono dei colpi incredibili.
Politano vs Udinese
Arrivato dall’Inter a metà stagione, Matteo Politano non ha dato al Napoli il contributo che probabilmente si aspettava Gattuso. Poco incisivo per imporsi come titolare, ma anche quasi mai in grado di cambiare le partite entrando dalla panchina. Questo gol contro l’Udinese è quindi un’eccezione, la migliore giocata prodotta da Politano con la maglia del Napoli, e anche la più decisiva, visto che è arrivata nei minuti di recupero di una partita bloccata sull’1-1.
Come da manuale del gioco di Gattuso, la palla circola a destra sulla catena formata dal terzino, dalla mezzala e dall’esterno. Politano inizialmente resta largo davanti a Hysaj e non interviene sull’azione, poi però si accentra lasciando spazio al terzino albanese, che si gira verso Allan per chiedergli l’uno-due. Hysaj non arriva lontano dopo lo scambio con Allan e quindi passa di prima il pallone a Politano, che nel frattempo si è spostato di fianco a lui.
Quando vede il passaggio del compagno Politano è rivolto verso la linea laterale, ma vicino a lui non ha avversari e quindi può far scorrere la palla e girarsi fronte alla porta. È comunque una situazione da cui è difficile ricavare qualcosa di buono. Politano ha davanti a lui De Maio e in area c’è solo Milk, marcato da due difensori. Allora l’esterno ex Inter sceglie quasi subito di tirare in porta, si sposta la palla sul sinistro e calcia mirando il primo palo. La conclusione è forte e dritta, e prima di spegnersi nella rete tocca il palo, un dettaglio che aggiunge bellezza al gol.
Zaniolo vs SPAL
Ricevere palla sulla propria mediana e trascinarla di forza fino alla trequarti avversaria mentre gli avversari cadono nel dirupo aperto alle sue spalle è diventata in queste ultime settimane la firma di Zaniolo sulle sue partite migliori. E questo, penso, già ci dice quasi tutto sulla maestosità del suo talento, tanto più al ritorno da un infortunio lungo e complicato come la rottura del legamento crociato del ginocchio sofferto nella partita d’andata contro la Juventus. In quella partita Zaniolo si era infortunato proprio alla fine di una di queste azioni, dopo essere resistito al ritorno alle spalle di Ramsey ed essere passato in mezzo a Matuidi e Pjanic, tanto che è stata la Roma stessa a collegare i due momenti - l’azione contro la Juventus, conclusa con il grave infortunio, e questa contro la SPAL, dove invece Zaniolo si aggiusta il pallone sul sinistro e poi lo calcia violentemente sotto la traversa.
Questi album da solista di Zaniolo ci restituiscono quell’incredulità tipica che è intrinseca in tutti i gol che trasformano uno sport di squadra come il calcio in un’enorme sfida individuale con gli avversari, ma hanno una caratteristica peculiare che li rende unici. Zaniolo manca infatti del talento divino di Messi, che sembra capace di programmare il futuro non solo per dribblare gli avversari ma addirittura di impedirgli di toccarlo, ed è costretto a scendere a patti con il problema che ci saranno dei difensori e dei centrocampisti che proveranno a contendergli la palla. Il trequartista della Roma, però, invece di rallentare, a ogni intervento avversario, a ogni finta di corpo, accelera, come se prendesse l’energia per arrivare fino in fondo dal contrasto con gli avversari.
Avversari che tentano disperatamente di fargli fallo, che gli si parano davanti, che cercano di aggrapparsi alle sue spalle nella speranza disperata di poterlo fermare, o quantomeno rallentare. A ognuno di questi contrasti, invece, il campo di fronte a Zaniolo si fa più inclinato e sembra sempre più difficile ergere un muro tra lui e la porta. Come se avesse bisogno del contatto fisico, dello scontro con l’avversario per prendere velocità.
Pochi giorni dopo questo incredibile gol contro la SPAL, Zaniolo ha preso di nuovo palla sulla propria mediana contro la Juve, si è messo alle spalle quattro giocatori avversari e poi ha servito dentro l’area Perotti, che ha segnato il definitivo 1-3. Da quella azione ne è uscita fuori una foto in cui lo si vede fermare con le braccia il ritorno di Bernardeschi, Matuidi e Muratore, che ha una forza espressiva tale che si è immediatamente trasformata in un meme di successo. E che incapsula perfettamente il suo dominio atletico sul resto della Serie A.
Gomez vs Parma
Visto che magari vi state abituando alle cose senza senso che il “Papu” Gomez fa sul campo, fate caso a una cosa: contate quanti giocatori del Parma ci sono fra lui e la porta. Io ne conto nove. Non che decida di saltarli tutti, ma è comunque ambizioso pensare di fare gol da solo a partire da una situazione di tale svantaggio. Gomez punta e fa tunnel a Kurtic, che è il giocatore che proteggeva l’area di rigore standoci davanti di una decina di metri. È una giocata rischiosa, perché perdendo palla il Parma sarebbe potuto ripartire in contropiede con Gervinho e Kulusevski, non proprio semplici da contenere in campo aperto.
Ma Gomez è un giocatore ormai entrato in questo tipo di dimensione, in cui può permettersi di provare questo tipo di giocate, anche perché poi gli riescono. Non è un tunnel ravvicinato, con l’avversario battuto all’improvviso, è piuttosto come se Gomez usasse lo spazio tra le gambe dell’avversario per preparare la conclusione di sinistro, così forte e precisa che Sepe non riesce neanche ad accennare alla parata.
Berardi v Genoa
Vi potrebbe bastare la faccia e la gestualità di De Zerbi per misurare l’eccezionalità di questo gol di Berardi. Ma anche le mani nei capelli di Caputo e l’espressione distrutta di Preziosi in tribuna. Un giocatore quest’anno finalmente uscito dalla sua monodimensionalità, che ha arricchito le sue partite di giocate raffinate e sempre utili ma che non ha perso il vizio del suo gesto tecnico preferito: il tiro a giro rientrando sul sinistro da destra. Questo è il capolavoro che ha sempre in mente Berardi quando prova a tirare. Per apprezzare questo gol guardatelo nell’inquadratura da dietro, da dove potete osservare la palla fare un giro fuori dalla porta per rientrare all’ultimo sul palo. È il quattordicesimo gol stagionale di “Mimmo” Berardi: tanti.