Febbraio 2020 non verrà ricordato come il mese migliore per il calcio italiano. L’emergenza sanitaria del Coronavirus ha costretto la Lega a rimandare ben 10 partite, tra cui l’attesissima Juventus-Inter, e ancora oggi tra slittamenti, rinvii, porte aperte o chiuse non è ben chiaro come e quando verranno recuperate.
Ci sono insomma tante cose più importanti a cui pensare, ma qualcuno dovrà pur catalogare i gol più belli del mese. Ce ne sono stati tanti, come al solito, gol che ci ricordano bene che, quando riusciamo a lasciare fuori tutto il resto, il calcio è ancora uno sport che può generare meraviglia. Sono gol che raccontano le peculiarità di attaccanti fatati e di trequartisti raffinati, giocatori che rendono la Serie A un posto a suo modo unico.
Immobile contro la logica e contro la SPAL
Ciro Immobile sta cannibalizzando la classifica marcatori della Serie A ed è in ritmo per battere il record di 36 gol in campionato che al momento appartiene ad Higuain. Nel nostro immaginario però i gol dell’attaccante della Lazio non sono mai spettacolari nel senso più letterale del termine. Sono spesso grandi intuizioni, tagli fatti al momento giusto, tiri o molto violenti o con angolazioni precise e imprendibili, quasi sempre realizzati di prima o dopo un controllo, senza particolari ricami.
Forse un giorno ricorderemo questo gol di Immobile alla SPAL come la sublimazione della sua stagione 2019/20, una delle migliori per un attaccante nella storia del nostro campionato. Un gol che comprende tutti i trucchi da attaccante di Immobile: il movimento in profondità per chiamare il passaggio di Lazzari, il tunnel con una sterzata a Bonifazi, il tocco per superare il portiere e poi quella specie di tango con Berisha per trovare lo spazio per il tiro, con un angolo e una parabola difficili anche da capire. Solitamente Immobile fa una di queste cose nei suoi gol (il taglio in profondità o la sterzata o il dribbling al portiere o il tiro con un angolo improbabile) mai tutte insieme. È un gol bellissimo, ma anche benedetto: ad Immobile quest’anno sembra riuscire semplicemente tutto. Il tunnel a Bonifazi sembra uscito da uno di quei video in cui si fanno buste a ignari passanti, la parabola del tiro - fatto quasi cadendo - disegnata per superare di appena un centimetro il recupero disperato di Tomovic.
Quagliarella, come al solito, contro il Napoli
Anche sfocando la faccia dei giocatori in campo e cambiandogli la maglia da gioco con delle comunissime magliette bianche sarebbe davvero facile dire che questo è un gol di Quagliarella e che - probabilmente - questo gol lo ha segnato al Napoli. Esiste infatti tutta una giurisprudenza di gol pazzeschi dell’attaccante al Napoli, di cui questo non è nemmeno il più bello. Ovviamente non dobbiamo stare qui a raccontare della capacità di Quagliarella di segnare gol incredibili (ne avevamo scritto qualche anno fa, se volete rinfrescarvi la memoria) e allora parleremo della capacità incredibile di Quagliarella di colpire un pallone al volo anche quando gli arriva da dietro, senza peso, apparentemente più adatto ad un controllo che ad un tiro al volo. Certo Hysaj scivola, facendo mancare la presenza di un corpo da frapporre tra Quagliarella e la porta, ma il giocatore della Sampdoria sembra ignorare tutto quello che gli accade intorno per concentrarsi sull’impatto con il pallone, che colpisce di mezzo collo esterno appena sotto il punto ideale per tenerlo a mezza altezza e contemporaneamente farlo girare verso il palo alla sinistra di Meret (che quasi ci arriva, toccando la conclusione, dettaglio che rende il gol ancora più bello).
Per capire veramente l’istinto di Quagliarella vi consiglio di stoppare il video qui sopra a 0:57 e rallentare al massimo la velocità di riproduzione. È il modo migliore per capire la compensazione naturale del suo corpo nella ricerca della coordinazione perfetta: il braccio che va dietro le spalle, il bacino bloccato e il busto che ruota verso il pallone, perfino il movimento che fa con la caviglia prima di colpire il pallone, che continua anche dopo come il perfetto swing di un tennista. In questa stagione magari Quagliarella non segnerà i 15-20 gol cui ci aveva abituato, ma quando si tratta di lanciare un pallone a caso e sperare che qualcuno lo colpisca al volo in maniera perfetta la persona da chiamare è ancora lui.
Mertens in uno sputo di campo contro il Cagliari
In questo mese Mertens ha:
- Segnato un gol eccezionale al Cagliari
- Segnato un gol eccezionale al Barcellona
- Rinnovato il contratto col Napoli
Entrambi i gol eccezionali sono stati anche gol importanti, e questo è stato uno di quelli che ha fatto vincere al Napoli una partita di corto muso come successo più volte da quando c’è Gattuso in panchina. Entrambi i gol sono arrivati con un tiro a giro sul secondo palo. Se quello col Barcellona è arrivato al termine di una transizione lunga in cui ha avuto tutto il tempo per mirare e sparare come un puro esercizio di precisione, in questo - in una finestra spazio-temporale risicatissima - ha dovuto affinare la sua tecnica come una spada giapponese. Aveva la palla addosso e ha tirato come per levarsela di dosso. Nel video il rumore del palo è così pieno e soddisfacente che per chi ama questo tipo di gol ha quasi una carica sessuale.
Sanabria si mangia tutto il campo contro il Bologna
Tony Sanabria ha 24 anni e una carriera ancora tutta da decifrare. Acquistato da Walter Sabatini alla Roma nel 2014 dalle giovanili del Barcellona, ha faticato ad ambientarsi in giallorosso, trasformandosi presto in una plusvalenza. La buona stagione allo Sporting Gijon (11 gol in 24 presenze) aveva infatti convinto il Betis a investire su di lui 7,5 milioni. Sanabria però è un giocatore discontinuo: a Siviglia e a Genoa ha alternato prestazioni mostruose ad altre molto opache. A febbraio però era in versione mostruosa e questo gol al Bologna è la massima espressione della sua potenza in campo.
Possiamo confrontare questo gol a uno di Ronaldo il Fenomeno, ma non ne apprezzeremmo la bellezza. Sarebbe come confrontare una gara di go-kart con una gara di Formula Uno. Però fermiamoci al fatto che un attaccante di una squadra in lotta per non retrocedere ha piegato da solo, attraverso la tecnica e la forza di volontà, una difesa di Serie A. Ovviamente dobbiamo concentrarci sulla finta di corpo finale che fa sembrare Danilo più vecchio di quello che è, e che gli prepara una conclusione col destro non irresistibile ma efficace. Quanto dovremo aspettare per il prossimo grande gol di Sanabria?
Ilicic è onnipotente contro il Lecce
Certe volte non sembra neanche che Ilicic faccia sport. Sembra uno di quei giocatori degli anni ‘70 - tipo Socrates o Rivera - che hanno ridotto il calcio a un'arte cerebrale; che pensano con una raffinatezza che gli permette di fare meno sforzi possibili. Ilicic gioca in una dimensione mentale e temporale diversa dagli altri, ma è qualcosa che sfugge alla vista, che non riusciremo mai a capire completamente.
Non riusciamo ad afferrare fino in fondo perché i difensori del Lecce, per esempio, e il portiere del Lecce, si facciano ingannare da quella che non è neanche una finta. Ilicic semplicemente stoppa la palla e si ferma nel momento in cui tutti pensano che avrebbe tirato. Quasi neanche fa una finta, ma si limita a prendere una decisione controintuitiva. Noi da spettatori non possiamo capire quanto è disorientante quel semplice gesto, e allora ci sembra davvero magia.
Riccardo Saponara da fermo contro l’Atalanta
Saponara non ha più i capelli, la sua pagina infortuni è una cartella clinica. Rispetto al giocatore di Empoli, sembra muoversi con un’armatura medievale addosso, come portandosi dietro tutto il peso della sfortuna che lo ha accompagnato nella sua carriera. In fondo ha solo 28 anni, ma ne dimostra dieci in più. Per tutto questo ciò che ci sta facendo vedere con la maglia del Lecce ha del miracoloso, come se fosse espressione postuma del Saponara calciatore. Come se la classe fosse sopravvissuta alla sua fragile esistenza terrena. Protezioni palla alla Riquelme, verticalizzazioni improvvise e vertici di tecnica commoventi.
Che emozione è stata vedere Saponara segnare questo gol. Spostarsi la palla sul destro con impaccio e disegnare un arcobaleno sul secondo palo. Essere capaci, con tutta la sfortuna del mondo, di lasciare un portiere fermo a guardare un proprio tiro che finisce nell’angolo più lontano della porta. Non smetteremo mai di credere in lui.
Joao Pedro a pallonetto contro la Roma
Joao Pedro è brasiliano come Neymar, ha la sua stessa età e quest’anno anche lo stesso numero di gol segnati finora in stagione: 17. Alla Roma, Joao Pedro ha segnato il sedicesimo e il diciassettesimo, e di sicuro il suo più bello finora, in una stagione in cui abbiamo scoperto una vena da finalizzatore che non immaginavamo. Ha già segnato più del doppio del suo massimo di gol stagionali.
Spesso Joao Pedro quando segna si porta l’indice alla tempia come il noto meme. Peccato non l’abbia fatto per questo gol che nasce da un’intuizione superiore del suo cervello, o di qualsiasi parte del corpo contenga la creatività umana. Quando riceve sull’angolo sinistro dell’area è in una buona posizione per mettere in difficoltà la difesa della Roma. Ma stoppando la palla, provando l’uno contro uno e cercando lo spazio per la conclusione avrebbe perso troppi tempi di gioco. Così ha tagliato corto e ha effettuato questo pallonetto di controbalzo che nessuno, né in campo né sugli spalti né in tv, avrebbe immaginato. Più difficile da pensare o da eseguire, quindi?