Qualche giorno fa Arturo Vidal è atterrato con un elicottero brandizzato Adidas al centro dell’Estadio Monumental di Santiago del Cile e poi, con indosso mantello, corona e spada è salito su un cavallo per fare un giro del campo davanti a 35 mila tifosi del Colo-Colo in visibilio. Il richiamo era al soprannome di Vidal “Re Artù” anche se - a un occhio poco allenato - poteva sembrare di rivedere piuttosto il principe Giovanni, il leone viziato del film animato Robin Hood.
Il Colo-Colo ha fatto le cose in grande per presentare uno dei figli prediletti della sua terra. Vidal non è solo cresciuto nel club, ma è anche un monumento vivente in Cile, simbolo di quella generazione che ha vinto 2 Copa America. In un mondo digitale, l’impegno del club nell’organizzare una presentazione analogica è sembrato quasi anacronistico. Davvero non bastava un fotomontaggio con quello che costano i cavalli oggi? Il ritorno d’immagine però è stato forte: Vidal vestito da re ha fatto il giro del mondo, dando lustro al Colo-Colo, un club storico ma un po’ decaduto.
Le presentazioni dei calciatori sono diventate un tema a sé. Alcune hanno riempito il nostro immaginario in maniera mitica, basta pensare a Maradona al San Paolo, Cristiano Ronaldo statuario davanti ai 75 mila del Santiago Bernabeu, Ibrahimovic sotto la Torre Eiffel o Dybala al Colosseo quadrato. Sempre più spesso però le presentazioni dei calciatori hanno preso una sfumatura tra l’ironico e il pacchiano, forse per la volontà dei club di inseguire la viralità sui social. Dopotutto un like è un like. Non che, scavando, il passato non sia ricco di presentazioni assurde, brutte o bruttissime. Eccone alcune delle migliori, dove per migliori si intende boh, qualcosa a metà tra le mie preferite e quelle che hanno fatto il giro.
https://twitter.com/CPFC/status/948600278508503042
Presentazioni a tema pizza
Paolo Di Canio e Benito Carbone allo Sheffield Wednesday
Il 6 agosto 1997 lo Sheffield Wednesday compra Paolo Di Canio dal Celtic Glasgow. L’anno prima dall’Inter aveva preso Benito Carbone in un momento di grande fascinazione della Premier League per i calciatori italiani (Vialli, Zola, Ravanelli, quegli anni lì). Carbone lo avevano presentato mentre mangiava un piatto di spaghetti con l’allenatore David Pleat. Un piatto di spaghetti in senso letterale, visto che erano spaghetti sconditi, bianchi e anemici come nei nostri peggiori incubi.
Come rilanciare per Paolo Di Canio? Non c’erano i social, i content creator, i meme e la post-ironia, ma qualcuno allo Sheffield Wednesday doveva essere avanti. Dopo la pasta, ovvio, toccava alla pizza. Ma non a una qualunque: bisognava prendere l’archetipo della pizza peggiore e costruirci la foto più imbarazzante possibile.
Carbone e Di Canio che fanno finta di mordere una pizza è già storia, forse l’origine del concetto di cringe. Di Canio ha raccontato che era arrivato a Sheffield solo il giorno prima. «Sembrava qualcosa uscito dall’Europa dell’Est prima che cadesse la cortina di ferro». Arrivato al campo per conoscere i compagni, quell’idea era venuta così di getto e qualcuno era andato a comprare una pizza surgelata al supermercato. Al momento di scattare le foto, come si può vedere, la pizza (si dice funghi e prosciutto) era semi-scongelata, creando un effetto pizza delle Tartarughe Ninja. Di Canio, in ogni caso, diventerà una piccola leggenda del calcio inglese.
Gonzalo Villar al Granada
Se la presentazione di Di Canio e Carbone ha quell’ingenuità anni ‘90 sulla percezione del cibo italiano all'estero, quella di Gonzalo Villar è solo un insulto. Non solo perché Villar è spagnolo e non italiano, o perché poi, alla fine, Villar è quello che la pizza la porta e quindi non è neanche chiaro il riferimento qui (si potrebbe fare un approfondimento sulla gig economy del delivery e su come sia quasi sempre ad appannaggio degli stranieri, ma non è questo il posto). Ma soprattutto perché quella pizza è un insulto. Possibile che nel 2024 non potevano fare una pizza migliore? Tra l’altro se davvero volevi spingere sul fatto non del tutto vero che Villar arrivava da Roma (e davvero hai pensato alla pizza?) avrebbero dovuto fare una pizza romana, quella sottile e scrocchiarella senza cornicione. Poi, magari, gli facevi dire che era meglio della pizza napoletana e lì, sì, avresti avuto le tue interazioni.
Presentazioni a tema samba
Afonso Alves al Middlesbrough
Afonso Alves la stagione precedente aveva segnato 37 gol in 40 partite con l’Heerenveen, contendendo la Scarpa d’Oro a Francesco Totti fino all’ultimo. Altri brasiliani a rompere l’Eredivisie? Romario e Ronaldo. Immaginatevi di essere dell’ufficio media del Middlesbrough e di dover organizzare la presentazione di questo brasiliano che potrebbe essere il nuovo fenomeno del calcio mondiale. Come presentarlo al magnifico pubblico del North Yorkshire? Ovviamente organizzando una festa a tema samba, perché il calcio è allegria e felicità. Ora però immaginate di infilare questo ideale carioca nello spirito dei tifosi della working class di Middlesbrough nel 2008. Il risultato è un capolavoro di surrealismo, accentuato da chi ha deciso di creare questo video-montaggio delle foto di quel giorno.
C'è veramente tanto su cui riflettere.
Afonso Alves non fu granché, anche se segnò una tripletta al Manchester City in una vittoria per 8 a 1, però quello accanto a lui, l’allenatore, è un giovanissimo e del tutto fuori luogo Gareth Southgate, oggi CT dell’Inghilterra.
Ronaldinho al Milan
Come abbiamo fatto a dimenticarci di questo momento? Uno smarrito Ronaldinho in mezzo a un San Siro gremito, accompagnato dal tipo de Il Milanese Imbruttito (che è anche lo speaker del club) che saluta i bambini come fosse il Papa (qui trovate un estratto, se volete approfondire). Alle sue spalle le ballerine di Samba e in aria i coriandoli colorati per ricordarci che Ronaldinho è l'allegria, il Brasile bailado, il calcio come surrogato delle caldi notti di Rio.
Ronaldinho, per indole e talento, era forse l'unico calciatore per cui tutto questo non risulta completamente stucchevole. Andando oltre, però, questa festa da fine impero è la simbolica e perfetta chiusura del Milan di Silvio Berlusconi, una cosa tipo "una società di musichette brasiliane mentre fuori c'è la banter era".
Tema cinematografico
Kevin Mac Allister all’Union Saint-Gilloise
Qui onestamente non si poteva fare altrimenti, anzi non mi stupirei se l’Union Saint-Gilloise avesse comprato Kevin Mac Allister più per fare questa presentazione (che, c’è da dire, potevano fare meglio) che non per le sue doti calcistiche.
Omar Gonzalez al Pachuca
Presentare un nuovo giocatore nascondendolo dietro la maschera è l’equivalente dell’organizzarsi da soli la festa a sorpresa (è una cosa che si fa? Non trovavo altre similitudini). Insomma, è impossibile che abbia l’effetto sperato. Vi ricordate ad esempio Inler al Napoli con la maschera da leone? Beh, sapevamo tutti che dietro c'era Inler. Al Pachuca hanno pensato che fosse una buona idea travestire il loro nuovo difensore come Darth Vader e poi far vedere la sua maglia, col nome, prima di togliergli la maschera e svelarne l'identità.
Non sono riuscito a trovare un senso a questa presentazione, o forse la mia cultura pop non è abbastanza raffinata. L'unico appiglio è che Omar Gonzalez arrivava dai Los Angeles Galaxy, quindi insomma Hollywood (o il male come concetto generale, punti di vista).
Nico Gaitan al Braga
Nico Gaitan guida una moto all’estremo nord del Portogallo, provincia di Braga. Casco nero abbassato, veloce, duro. Arriva a una pista aerea, si toglie il casco, la tuta da motociclista e da un armadietto tira fuori la sua tuta da pilota. Sopra le toppe delle sue due patrie: l’Argentina e il Portogallo. Il motivo? La passione di Gaitan per il film Top Gun (cosa dice su Gaitan una passione così smodata per un film del genere? Meglio non saperlo).
Tema magia
Santi Cazorla al Villarreal
«La mente non potrà credere a ciò che vedranno gli occhi». Con queste parole recitate con toni enfatici sopra una musica da trucco di magia si apre la presentazione di Santi Cazorla al Villarreal. È il 2018 e Santi Cazorla, il piccolo mago, sta tornando nel club che lo ha lanciato. Ora però ha 37 anni e un infortunio alla caviglia destra lo ha costretto a otto operazioni, rischiando di perdere il piede. Non gioca da quasi due anni. Un mago, però, rimane un mago.
Prima dell'effettiva presentazione qualcuno al Villarreal ha pensato che sarebbe stato carino far esibire un vero mago (non vero vero tipo Mago Merlino, uno che lo fa per mestiere). Per quasi venti minuti questo signore salta e balla per El Madrigal indossando un gilet troppo stretto e delle scarpe a punta color senape, facendo trucchi di magia che, giustamente, non saprei spiegarvi. Poi arriva il momento:
Un box doccia viene riempito di fumo e quando questo si dirada, dentro c’è Santi Cazorla con le braccia incrociate e la maglia giallo canarino del club. La forma è rivedibile, ma è il piccolo mago non c'è dubbio. Da dove arriva? Chi lo sa, è questo il trucco.
Tema pistole o cowboy o, non lo so, forse pure questo è cinema o magia
Brian Deane al Leeds
Nel giugno del 1993 il Leeds compra Brian Deane per 2.9 milioni di sterline, facendone uno dei calciatori inglesi più costosi di sempre. Dean aveva segnato 82 gol nelle 197 partite giocate con lo Sheffield United e per questo si era guadagnato l’appellativo di sharp-shooter, tiratore scelto, o almeno è quello che ci hanno voluto far credere a Leeds. Ora io non sono esperto di armi, ma - in teoria - avrebbero dovuto mettergli in mano un fucile da cecchino. Immagino però che a Leeds nel 1993 non dovesse essere facile trovarne uno. Allora hanno pensato che andava bene dargli due pistole e fargli incrociare le braccia stile cowboy un po’ sfigato. Forse è un omaggio a Ritorno al Futuro parte terza, uscito solo tre anni prima.
Tema genitori
Essere presentato insieme ai tuoi genitori, l'equivalente delle presentazioni di quando ti sogni di essere in ciabatte a scuola. Mi spiace che molte delle presentazioni che ho scelto vengono dalla Premier League anni '90-'00, ma guardate la mestizia di questa foto, sembra uscita da uno di quegli account Twitter sulla vita nell'Unione Sovietica. È incredibile pensare a come in 20 anni in Inghilterra hanno rovinato questa purezza per darci le interviste di Guardiola (scherzo).
Tema imbarazzo
Marco Pérez al Real Saragozza
C'è tutta una sottocultura di presentazioni nel calcio spagnolo dove calciatori più o meno forti sono costretti a palleggiare davanti a migliaia di persone e telecamere. Sono attimi tremendi per loro, che hanno solo da perdere. Già è difficile per noi comprendere che calciatore professionista è diverso da freestyler (con qualche eccezione), poi l'emozione, l'ansia da prestazione. Insomma, spesso qualcosa va storto e sono in tanti a fare brutta figura (potete leggerne qui).
Se ho scelto il povero Marco Pérez è perché la sua brutta figura sembra rimanergli appiccicata addosso. Dopo essere incespicato provando una specie di doppio doppio passo, Pérez non fa come altri fail, cioè fare finta di niente, non riprende a palleggiare o svia il discorso. Pérez ci pensa per un attimo, sembra quasi ripartire, poi si ferma e pensa: io qui ho finito, è andata, mi sono giocato le mie possibilità. Non è forse un caso che in Spagna segnerà 1 gol in 16 presenze prima di tornare in Sudamerica e rimanerci (l'anno scorso è stato capocannoniere del campionato colombiano).
Tema allenatore-giocatore
Bryan Robson al Middlesbrough
Bryan Robson è una leggenda del Manchester United. Uno di quei centrocampisti inglesi fin dentro il midollo, che sembrano sempre usciti da una scazzottata in un pub. Ha vinto due campionati, una Coppa delle Coppe più altri trofei qui e lì. Ha segnato 100 gol con il Manchester United di cui è stato capitano, lo chiamavano "Capitan Marvel" per sottolinearne il carisma. Ha giocato 90 partite con la Nazionale.
Nel 1994, a 37 anni, passa al Middlesbrough come allenatore-giocatore. Lo sappiamo, ai tempi era una cosa del calcio inglese, ma non è questo il punto. Come presentare uno che è mezzo calciatore e mezzo allenatore? Beh, così.
Chi pensava queste cose al Middlesbrough ha tutto il mio rispetto. Prendere una leggenda del calcio inglese e farlo sembrare un commesso viaggiatore rimasto chiuso fuori dalla sua camera d’albergo. Ancora oggi tutti lo ricordano come un bel momento, a partire da Bryan Robson, un’idea a suo modo geniale. La Premier League prima che diventasse la Premier League era il calcio più ingenuo e auto-ironico o forse è solo che non c’era internet e i social. Comunque: chapeau.
Tema pellicciotto
Cassano al Real Madrid
«Si raccomandano che indossi un bell'abito, ma nella mia follia penso che io sono fatto così, non è che devo cambiare per qualcuno o qualcosa. Mi sono presentato con il pellicciotto, quattro anelli, collane, bracciali. Alla fine, ho fatto qualcosa di male?». No Antonio, niente.
Tema rapimento
Jesus Navas al Siviglia
Gli spagnoli hanno certamente l'ironia più indecifrabile quando si tratta di presentazioni. Il Siviglia per portare Jesus Navas dentro al Sánchez-Pizjuán ha pensato bene di mettere in scena un finto rapimento, mostrando anche una notevole capacita nel fare un gonzo-video con le riprese fatte male, il sacchetto di plastica nero e i rapitori che sembrano usciti da un brutto romanzo.
La presentazione ha avuto successo non tanto perché era una bella idea (non lo era) quanto perché è stata una delle prime volte in cui ci si è chiesti dove volevamo arrivare con queste presentazioni-meme. Al Guardian si sono chiesti se non fosse solo uno spreco di soldi, altri hanno fatto notare che - forse - non era il caso di far sembrare una cosa divertente i rapimenti. Perché non l'abbiano presentato invece facendolo uscire da una Europa League gigante, onestamente, non lo so.
Tema lupi
Diego Costa al Wolverhampton
Alcune cose sono autoevidenti, non hanno bisogno di spiegazioni o ragionamenti particolarmente elaborati. Il tuo simbolo è un lupo e prendi Diego Costa? Beh, lo presenti usando dei lupi. Se avessero presentato Patrick Cutrone usando un lupo sarebbe stato solo ridicolo, con Diego Costa invece funziona. Purtroppo siamo già nell’epoca dei “video”, per cui non hanno messo il brasiliano in mezzo al Molineux Stadium a vedersela con dei lupi magari con 10 mila tifosi a fare rumore, che sarebbe stato praticamente una prova di sopravvivenza (da cui, credo, Diego Costa ne sarebbe uscito alla grande). Al Barcellona ci avevano forse pensato, per presentare Victor Roque, detto "Tigrinho", ma poi hanno optato per farlo solo con la tigre: una tigre libera che passeggia per lo stadio del Barcellona (che poi è il Montjuïc, l'ex stadio dell'Espanyol). Comunque meglio di niente.
Il digitale purtroppo sta prendendo il sopravvento sulle presentazioni vere, così come sta prendendo il sopravvento sulla vita vera. Forse le prossime presentazioni saranno fatte attraverso i visori per la realtà aumentata. Potrete avere il vostro giocatore della vostra squadra a pranzo con voi, almeno virtualmente. Sarà un successo commerciale, ma anche un ulteriore picconata al calcio che fu, quello in cui Benito Carbone e Paolo Di Canio che mangiavano insieme una pizza surgelata ci sembrava totalmente normale (quasi normale).