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Mock Draft NBA 2019 #2
20 giu 2019
Analisi, previsioni e intrighi delle trenta scelte al primo giro del Draft 2019.
(articolo)
16 min
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Con le Finali NBA ormai definitivamente alle spalle, l’interesse della lega si è spostato velocemente verso il Draft di questa notte, con tutte le tradizionali implicazioni legate all’evento come scambi e scenari futuri per ciascuna delle 30 franchigie.

Un’attenzione che però quest’anno non sembra al livello di altre edizioni - vuoi per l’estrema vicinanza all’atto conclusivo della stagione (era dal 1985 che il Draft non si svolgeva così presto) o vuoi perchè il valore medio di questa classe non è certamente di alto livello. È opinione comune che dopo le prime tre scelte ci sia una generale sensazione di indecisione, in cui basta una mossa imprevista per far saltare il banco.

Non sorprendetevi in caso di grandi ascese e cadute inaspettate: di certezze ce ne sarà solo una, ed è proprio da quella che cominciamo.

1. New Orleans Pelicans - ZION WILLIAMSON (F, Duke)

Scelta no brainer, nessuna discussione a riguardo.

I Pelicans salutano Anthony Davis e con Zion trovano immediatamente la nuova faccia della franchigia. Un progetto di superstar sia dentro che fuori dal campo, entusiasmante per le qualità fisiche e atletiche a disposizione rendendolo un must-see sin dal giorno 1 e un giocatore che sembra a suo agio di fronte alle telecamere. Il ragazzo ha studiato e dovrebbe essere pronto a un passo di questa importanza.

A man among boys.




2. Memphis Grizzlies - JA MORANT (PG, Murray St)

A proposito di ricostruzioni: Memphis ha iniziato il suo nuovo ciclo con la cessione alla scorsa deadline del neo-campione Marc Gasol ed ha spedito proprio ieri Mike Conley nello Utah, liberando un posto da playmaker al più che probabile arrivo di Ja Morant.

Il prodotto di Murray State è emerso come candidato di spicco per la scelta numero 2 grazie alla sua combinazione di atletismo e visione di gioco, con un vero talento nel trovare l’uomo libero nelle situazione di pick and roll e in campo aperto. I dubbi sulla sua consistenza fisica (lunghe leve ma struttura ancora gracile) e difesa non sembrano scalfire una reputazione costruita nel migliore dei modi negli ultimi mesi e consolidata durante il Torneo NCAA.


3. New York Knicks - RJ BARRETT (GF, Duke)

Sfumata la prima scelta durante la lottery del 14 maggio e sfumato il primo obiettivo di mercato (Davis), i Knicks possono consolarsi andando a mettere le mani su un prospetto che è sulla mappa da diverso tempo e che ha voglia di rispondere a un anno che non l’ha sempre visto risplendere sotto la luce giusta.

Maschio alfa adatto per una piazza dura come quella newyorkese, intrigante per la propensione naturale a trovare la via del canestro (soprattutto con mano mancina) e dotato di un fisico scultoreo per il ruolo, un realizzatore fatto e finito che deve girare qualche vite sugli aspetti decisionali e sull’uso della mano debole. Prospettive da All-Star, ma solo se riesce a barrare tutte le caselle.


4. New Orleans Pelicans (via Lakers) - JARRETT CULVER (GF, Texas Tech)

Sembra che le trattative riguardanti questa scelta non siano ancora finite, con i Pelicans interessati ad ascoltare tutte le offerte a riguardo, forti anche di un nuovo core giovane su cui ripartire.

Qualora però tenessero la scelta, crediamo che Jarrett Culver abbia le qualità per andare a rimpolpare questo nucleo con un ruolo di secondo piano ma non per questo meno importante. La versatilità del gioco offensivo e la capacità di agire in più situazioni senza dover per forza monopolizzare il pallone potrebbe essere il fit perfetto in un contesto del genere, soprattutto se poi aggiungiamo anche il potenziale difensivo a disposizione.

Texas Tech era rinomata per la difesa, certamente non per l’attacco. Culver da questo punto di vista era colui che accendeva la luce, con e senza palla.




5. Cleveland Cavaliers - DARIUS GARLAND (PG - Vanderbilt)

In una classe dove sembra consolidata la carenza di giocatori con prospettive di altissimo livello, è probabile che qualche squadra NBA provi a pensare “fuori dalla scatola” e dare la precedenza al talento mettendo in secondo piano la ricerca del tassello più adatto.

Ci rendiamo conto che possa sembrare una scelta azzardata considerando che i Cavs lo scorso anno hanno pescato nello stesso ruolo Collin Sexton, ma le qualità realizzative di Garland rischiano di rimanere merce rara in questo Draft: la sua capacità di segnare su tre livelli dal palleggio e di saper agire anche lontano dalla palla sembrano una garanzia sulla sua futuribilità.

La coesistenza con Sexton sarà una questione affidata a coach Beilen, che negli anni a Michigan ha mostrato qualità di formatore da non sottovalutare e una forte componente tattica per far rendere chiunque nel miglior modo.


6. Phoenix Suns - COBY WHITE (PG, North Carolina)

L’eterna ricerca dei Suns di trovare la point guard a cui affidare il quintetto potrebbe portarli a puntare su Garland o, qualora non fosse disponibile come in questa situazione, di virare con pochi rimpianti verso Coby White.

White non risponde alla versione più tradizionale del ruolo per la maggior propensione allo scoring che al playmaking (che non sembra il massimo considerando il materiale a disposizione nelle altre posizioni del roster), ma ha una qualità innata nel far muovere la difesa sin dai primi secondi dell’azione. Sa mixare velocità, atletismo e gambe potenti per creare una prima separazione col difensore mantenendo sempre equilibrio invidiabile anche nelle situazioni più difficili, e ha istinti estremi che possono sfociare nell’errore più grossolani ma che possono essere indirizzati nella giusta direzione.

Se riesce a limare la frenesia e impara a giocare anche con il piede leggermente alzato sull’acceleratore potrebbe regalare futuribilità in un ruolo che in Arizona manca come il pane.


7. Chicago Bulls - DE’ANDRE HUNTER (F - Virginia)

Anche i Bulls sembrano indirizzati verso una point guard che possa iniziare da backup di Kris Dunn con la possibilità di mangiargli minuti già da questa stagione. Nel caso non riuscissero a raggiungere nessuno tra Garland e White potrebbero pensare di metter a posto il frontcourt con uno specialista difensivo del calibro di Hunter, 3&D dal fisico possente che ha caratteristiche per poter coprire più ruoli dietro e colpire da piazzati in attacco, almeno inizialmente.


8. Atlanta Hawks (via Dallas) - CAM REDDISH (F, Duke)

Con tre scelte a disposizione nelle prime 20, Atlanta sembra essere una delle maggiori candidate a muoversi via trade in sede di Draft, anche se la scelta numero 8 potrebbe essere l’unica a salvarsi - a meno di trade up.

Il motivo di questa reticenza si può trovare nell’interesse, neanche troppo velato, che la dirigenza di Atlanta sembra avere per Cam Reddish, talentuosa gazzella dalle doti fisiche e tecniche affascinanti che quest’anno ha subito la morsa della pressione nell’affiancare Williamson e Barrett in un ambiente esplosivo come quello di Duke.

Il potenziale è lì da vedere e lo si nota dalle movenze e dalle skill a disposizione: c’è da capire se i limiti in termini di personalità e cattiveria agonistica potranno sabotare la crescita di un talento di questa portata.

Quando ha deciso di mostrare tutto il potenziale a disposizione.




9. Washington Wizards - SEKOU DOUMBOUYA (F, Limoges)

C’è la quasi certezza che gli Wizards si presentino al Draft senza ancora sapere chi sarà a guidare le operazioni del front-office, rendendoli così una variabile impazzita di difficile previsione.

Considerando quanto dovranno aspettare John Wall (non poco) e un Bradley Beal sempre più indirizzato verso l’uscita (ma anche qui, dovrebbe esserci una persona di spicco a prendere quella decision), una scelta intelligente potrebbe essere quella di puntare sul potenziale a lungo termine di Doumbaya. In particolare sul potenziamento della sua struttura fisica, l’aspetto più importante nella crescita del giocatore più giovane del Draft.


10. Atlanta Hawks - JAXSON HAYES (C, Texas)

Nell’intrigante e giovane nucleo degli Hawks c’è un tassello ancora mancante, la presenza di un lungo di ruolo. Hayes ha caratteristiche che si sposano bene con il resto del roster: un centro blocca-e-rolla che ama giocare sopra il livello del ferro in attacco ma anche in difesa, sfruttando stazza e coordinazione eccellente. Le carenze a livello di comprensione del gioco e una certa pigrizia a rimbalzo sono dovuti alla scarsa esperienza (fino a tre anni fa giocava nel Varsity Team al liceo), ma potenziale e atteggiamento generale aiutano la sua causa.


11. Minnesota Timberwolves - RUI HACHIMURA (F, Gonzaga)

L’arrivo del colombiano Gersson Rosas al capo del front office ha portato un netto tocco di internazionalità in Minnesota (tra cui il nostro Gianluca Pascucci, assistente GM) e questo potrebbe riflettersi anche in ottica Draft con la scelta del giappo-beninese Hachimura, su cui sembra che i TWolves abbiano speso anche una promessa.

L’ala di Gonzaga ha corporatura e forza fisica ben più sviluppata rispetto ad altri prospetti, un’ottima base da cui partire a cui aggiunge piedi veloci e reattivi ed un efficacia nel gioco in avvicinamento che gli permette di avere i suoi sweet spots da portare anche a livello professionistico. Tiro dalla distanza e difesa nello spazio sono i punti critici da superare.


12. Charlotte Hornets - P.J. WASHINGTON (F, Kentucky)

Gli Hornets storicamente sono una squadra che tende a dare grande credito al pedigree collegiale dei giocatori, e PJ Washington, proveniente da una buona scuola e allevato da un allenatore come John Calipari, rinomato per le sue qualità di forgiatore di talenti, sembra poter essere una scelta solida.

Anche perchè lui in campo è proprio così: solido. Un 4 fatto e finito che ha forza e mobilità per poter giocare da 5 tattico per qualche minuto e che in quest’ultima stagione ha sviluppato, oltre al buon gioco nel post medio, anche un tiro piazzato che può mettere con continuità.


13. Miami Heat - NASSIR LITTLE (F, North Carolina)

Little aveva iniziato il suo percorso a UNC come uno dei migliori prospetti del lotto, ma la scarsa affinità con coach Williams ha ridimensionato le aspettative verso di lui e le sue quotazioni sono scese velocemente. Rimane un giocatore interessantissimo sotto il profilo atletico-fisico perchè è un’ala che può alternarsi difensivamente nei ruoli di 3 e 4 e sfruttare doppia dimensione in attacco. Ha bisogno di un allenatore che sappia esaltare queste doti e nascondere qualche difetto (range di tiro e scelte), e coach Spoelstra da questo punto di vista è il migliore che gli possa capitare.


14. Boston Celtics (via Sacramento) - BRANDON CLARKE (FC, Gonzaga)

Prospetto tanto particolare quanto affascinante. Un giocatore che si fa sentire quando produce in campo perché lo fa sfruttando qualità atletiche e soprattutto reattive di altissimo livello, usando queste doti per essere un magistrale difensore dello spazio contro chiunque, capace di prendere scelte rapide e veloci ma anche molto intelligenti. Il grosso punto di domanda è: un lungo senza range di tiro, alto 6-8, con braccia corte e filiforme muscolarmente può avere un impatto lontanamente simile a quello avuto al college contando le grosse differenze tra NBA e NCAA? Quello di Boston è un bell’ambiente per poter rischiare un progetto del genere.


15. Detroit Pistons - ROMEO LANGFORD (G, Indiana)

Al momento nel roster dei Pistons Reggie Jackson sembra essere l’unico capace di poter creare qualcosa dal palleggio tra gli esterni, e non necessariamente è una buona situazione in cui essere. Langford diventa una scelta intelligente in quest’ottica perché, nonostante tutti i dubbi sulla pulizia del tiro e su alcune scelte offensive, è un attaccante di razza, capace di mettere 17 punti di media con un apporto limitato da parte della mano forte (infortunio al dito).


16. Orlando Magic - KEVIN PORTER (G, USC)

Chiunque decida di prendere Porter sa di andare incontro a un grande rischio. Le potenzialità sono da stella, l’atletismo e la capacità di creare vantaggio in autonomia sono naturali, lo stile è ammaliante… ma a tutto questo va aggiunto anche una sregolatezza che l’ha portato a essere uno dei prospetti più controversi in termini comportamentali e di scelte, in campo e fuori. Scommessona che i Magic a questo punto del Draft possono prendersi, vista anche la carenza di ball handler in squadra.

Talento e sregolatezza… sperando non diventi il nuovo Nick Young.




17. Atlanta Hawks (via Brooklyn) - KELDON JOHNSON (F, Kentucky)

Uno dei più difficili a cui trovare una collocazione numerica in questo Draft: potrebbe oscillare dalla 10 alla 25 a seconda di come le franchigie valutano il suo apporto in relazione al contesto. Questo perchè è un giocatore estremamente duttile che in campo sa fare tantissime cose ma nessuna a livello élite, mantenendo però sempre alto il livello di intensità e aggressività agonistica. Con la terza scelta nelle prime 17 gli Hawks potrebbero andare su di lui per chiudere la rotazione più che futuribile del loro parco esterni.


18. Indiana Pacers - NICKEIL ALEXANDER-WALKER (G, Virginia Tech)

Esterno multidimensionale per la capacità di giocare entrambi i ruoli di guardia garantendo stazza e versatilità. Non l’atleta migliore del lotto, ma un solido playmaker secondario che può giocare e agire sui pick & roll sia a livello di costruzione che realizzativo, avendo le capacità di segnare su tre livelli. Solido scudiero da affiancare a giocatori come Oladipo e che ti permette di mixare i quintetti.


19. San Antonio Spurs - MFIONDU KABENGELE (FC - Florida St)

Il nipote di Dikembe Mutombo è un giocatore che fa della doppia dimensionalità e del tocco le migliori armi a sua disposizione. Stretch-5 con flash di gioco spalle a canestro e buona presenza difensiva in area, deve fare passi in avanti nella comprensione del gioco con il rischio che il feeling puro non lo porti mai a certi livelli. Affascinante azzardo: accanto a uno come LaMarcus Aldridge potrebbe imparare molto.


20. Boston Celtics (via Clippers) - GOGA BITADZE (C, Mega Bemax)

Su Bitadze fa fatto lo stesso ragionamento speso per Keldon Johnson in precedenza, con una sola differenza: che più del giocatore bisogna parlare di ruolo e compiti in questo caso. Il georgiano è un centro con caratteristiche molto tradizionali (solidità, gioco spalle e durezza fisica) combinate con qualche elemento di modernità (situazioni fronte a canestro, playmaking) che al momento coccia un po’ con le richieste dettate dall’evoluzione del gioco, dove si cercano lunghi rapidi e multidimensionali difensivamente.

Se una franchigia crede di poterlo rendere efficace anche a questo livello allora per lui potrebbe essere pronta una scelta in Lottery, altrimenti il rischio di precipitare è abbastanza alto. Seguendo gli sviluppi recenti della situazione Horford è probabile che Boston sia interessata, senza dimenticare che hanno anche la 14 a disposizione.


21. Oklahoma City Thunder - TYLER HERRO (G, Kentucky)

Giocatore che per caratteristiche fisiche e atletiche esula dal prospetto che solitamente siamo abituati attribuire alle scelte di Sam Presti, che però difficilmente a questo punto del Draft potrà passare sopra a uno dei migliori tiratori off-ball del lotto. Compatibilità con Russell Westbrook e Paul George assicurata, a patto che metta su qualche chilo di muscoli per poter tenere qualche contatto.


22. Boston Celtics - BOL BOL (C, Oregon)

Ci rendiamo conto che questo sarebbe il terzo lungo scelto dai C’s, ma in un Draft dove hai a disposizione tre scelte - a meno che non siano messe nel piatto di uno scambio - non puoi sempre far affidamento sul fit, soprattutto se hai la possibilità di prendere un giocatore dalla rara combinazione skills+lunghezza di Bol. Rispetto alla Lottery il prodotto di Oregon ha perso molte posizioni, con allarmanti segnali dal punto di vista fisico (nei sei mesi in cui è stato fermo ha perso 10 chili) e una struttura e mobilità che non farà mai dormire sonni tranquilli. Parliamo però sempre di 220 centimetri che possono tirare da ogni distanza e mettere il pallone a terra con costanza, quindi il gioco potrebbe valere la candela in chiave futura.

Bellissimo da vedere in campo, ma la sensazione di fragilità colpisce ancora di più




23. Memphis Grizzlies - NIC CLAXTON (FC, Georgia)

Fast-riser di quest’anno per questa ala forte longilinea che in campo sfrutta la combinazione di lunghezza, velocità e atletismo per agire dinamicamente in molti aspetti. La sua capacità di agire con palla in mano, guidando i contropiedi direttamente da rimbalzo difensivo e sfruttare le sue misure per usarlo in più situazioni a livello difensivo gli danno quella multidimensionalità per cui le squadre stravedono in chiave futura. Un prospetto che a Memphis possono coltivare ed aspettare.


24. Philadelphia 76ers - CARSEN EDWARDS (G, Purdue)

Microwave scorer che agisce senza palla in maniera attiva, con ottime letture in uscita dai blocchi e un tiro che può scagliare da grandi distanze. Prototipo di “16-game player” (copyright di Draymond Green) nonostante un potenziale limitato, con la super-dimensionalità dei Sixers in tutti i ruoli potrebbe uscirne come arma importante dalla panchina sin da subito.


25. Portland Trail Blazers - CAMERON JOHNSON (F, North Carolina)

Portland necessita di tiratori da mettere a disposizione di Lillard e McCollum, e Cameron Johnson è lo specialista di cui hanno bisogno. Segna da tre punti in tutti i modi, in movimento e piazzato, sfruttando altezza e rilascio alto e un’impostazione di tiro naturale. Va coperto difensivamente perchè i piedi sono discutibili, ma con Harkless e Aminu non dovrebbero esserci di questi problemi.


26. Cleveland Cavaliers (via Houston) - CHUMA OKEKE (PF, Auburn)

Prima dell’infortunio al crociato che gli ha impedito di giocare le Final Four NCAA Okeke sembrava destinato a essere uno dei giocatori più in crescita in vista di questo Draft. L’infortunio non gli ha permesso di fare niente per migliorare la sua posizione e probabilmente dovrà saltare tutta la prossima stagione, ma una squadra con poca fretta come i Cavs potrebbero pensare di prenderlo comunque. Potenziale molto interessante in termini di QI generale e abilità difensiva: giocatore che sa fare la differenza tra le pieghe della partita, senza strafare.


27. Brooklyn Nets (via Denver) - GRANT WILLIAMS (F - Tennessee)

Meriterebbe di finire molto più in alto (e non è detto che non ci riesca) per la qualità e l’efficacia che garantisce in campo grazie a intelligenza superiore e una forza fisica devastante, ma Williams paga le dimensioni troppo contenute per un giocatore ancora troppo interno. Pronto-uso per squadre con obiettivi concreti con ruolo marginale, e se la free agency dei Nets segue le premesse verso cui sembra indirizzata…

Certi prospetti si definiscono anche nel modo di pensare e processare tutto: Williams è uno di questi.




28. Golden State Warriors - MATISSE THYBULLE (G, Washington)

Gira voce che Thybulle abbia una promessa sin dalla Draft Combine, tanto da non voler prender parte all’evento. Si è parlato di Sixers e Spurs, ma gli Warriors possono essere messi nel calderone vista la necessità di aggiungere minutaggio sin da subito. Atleta e difensore incredibile per letture anticipate e tempi di reazione che ne fanno un ladro di palloni e uno stoppatore super nel suo ruolo, per completare l’evoluzione in 3&D necessita di un miglior gioco senza palla, altrimenti rischia di essere nullo (solo 9 punti a partita).


29. San Antonio Spurs (via Toronto) - DARIUS BAZLEY (F, New Balance)

Storia particolare quella di Bazley: partito per giocare da freshman con Syracuse, salvo poi far dietrofront e annunciare di voler giocarsi le sue chance al Draft in G-League, per poi ripensarci ulteriormente accettando una internship alla New Balance allenandosi in autonomia in vista del 20 giugno. Alla Draft Combine ha fatto un’ottima impressione sul piano atletico e al tiro, e gli Spurs potrebbero allungare il loro nucleo giovane con questo prospetto a lungo termine.


30. Milwaukee Bucks - TY JEROME (G, Virginia)

Giocatore maturo sia a livello di scelte che di gioco, playmaker esile ma alto con grandi doti di lettura e tempi e il tiro per giocare anche lontano dalla palla. Come detto in relazione alla scelta n.15, i Pistons hanno bisogno di quanti più possibili elementi capaci di trattare il pallone, e Jerome è una soluzione pronto-uso.


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