Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Modric e Benzema ai confini dell'inspiegabile
10 mar 2022
Contro il PSG una rimonta che è già un classico della Champions League.
(articolo)
11 min
Dark mode
(ON)

Per discutere le partite di Champions League del Real Madrid, soprattutto nello dello scorso decennio, è stato spesso necessario utilizzare argomenti più vicini alla magia che alla razionalità. Al suo apice, il successo del Real Madrid si poteva spiegare con il gioco di connessioni tecniche tra i grandi talenti della squadra, un disegno tattico capace di apparire e sparire all’interno del campo come frutto di una sorta di organizzazione spontanea di un sistema complesso capace di adattarsi al contesto, oltre ovviamente alle giocate dei campioni. Ma in ogni partita sembrava comunque esserci qualcosa di più: una linea invisibile che pareva portare inevitabilmente alla vittoria, come scelta del destino.

Nella partita d’andata il Real Madrid è sembrato sfidare il fato, giocando una partita grigia e decadente, aspettando che ancora una volta, non la propria volontà, ma il destino, portasse il match dalla propria parte. Del resto in panchina c’era, di nuovo, Carlo Ancelotti, l’allenatore della storica Décima, e in campo Kroos, Modric, Benzema e persino, per un inquietante cammeo, Gareth Bale. Non era successo, e in una partita sconcertante per passività, il Real era stato anche fortunato a subire un solo gol di fronte alla gioventù e all’energia di Kylian Mbappé. Il risultato di 1-0, anche in virtù della nuova regola dei gol in trasferta, aveva lasciato aperte molte porte alla squadra di Ancelotti, ma tutto sommato il PSG sembrava favorito contro quella che sembrava una versione minore e invecchiata del migliore Real. Non a caso un club che per ringiovanire vuole a tutti i costi iniettare nelle proprie vene il sangue giovane e vitale proprio di Mbappé, il dominatore della partita del Parco dei Principi e il vero motivo per cui il PSG sembrava un ostacolo difficilmente superabile per i "Blancos".

La prima ora di gioco

Senza lo squalificato Casemiro e il terzino Mendy, Ancelotti non ha rinunciato a Kroos (non al meglio fisicamente) in mezzo al campo e ha scelto Federico Valverde per completare il reparto di centrocampo e Nacho nella posizione di terzino sinistro. Ha quindi iniziato la partita provando ad aiutare il destino con la propria volontà, pressando ferocemente il possesso palla del PSG e riaggredendo con intensità ogni pallone perso. Esemplare dell’aggressività con cui il Real Madrid ha cominciato il match lo scontro dopo soli 40 secondi di gioco tra Kroos ed Eder Militão, entrambi in pressione nella trequarti campo avversario su Mbappé. L’inizio veemente ma anche confuso del Real Madrid, oltre a un certo affanno nella difesa del PSG, non ha prodotto occasioni pulite per i "Blancos" e ha presto dato la sensazione di essere il tentativo disperato di una squadra morente. Molto presto infatti il PSG ha cominciato ad eludere il gegenpressing del Real Madrid trovando spazi per le letali ripartenza di Mbappé in campo aperto.

All’ottavo minuto di gioco, con il PSG chiuso nella propria area, Benzema ha ricevuto il pallone ai 16 metri, ma Messi, in un singolare ripiegamento difensivo gli ha strappato il possesso e, dopo avere eluso in dribbling il gegenpressing di Carvajal, ha servito Neymar alle spalle dell’ulteriore pressione in avanti di Kroos. Neymar ha quindi potuto lanciare in velocità in campo aperto Mbappé che, dopo avere puntato al limite dell’area Militão, ha concluso con un diagonale parato a terra di Courtois. Vedere Messi - deludente all’andata, come in tutta la stagione a Parigi - riconquistare un pallone con un profondissimo ripiegamento difensivo, deponeva a favore della sensazione che, per una volta, il PSG fosse entrato con il piede giusto nella partita decisiva. L’assist di Neymar e la finalizzazione di Mbappè, poi, davano l’impressione di essere davvero troppo per questo Real Madrid.

E in effetti, dopo avere bucato il gegenpressing del Real lanciando profonde ripartenze, il PSG, dopo circa un quarto d’ora di gioco il PSG ha anche iniziato a consolidare il possesso. Dopo i primi 15 minuti di sostanziale equilibrio, il PSG ha tenuto, nel primo tempo, il pallone per il 65% del tempo.

Rispetto alla gara dell’andata i parigini hanno schierato Neymar, rinunciando a Di Maria, in posizione centrale, spostando Messi sul centrodestra. Mbappé è stato quindi confermato nella sua posizione di partenza sulla sinistra, dove aveva dominato la gara d’andata. In fase di possesso il PSG si è quindi schierato con una sorta di 3-4-3 con Danilo bloccato al fianco destro di Marquinhos, come nella gara di Parigi, per coprire la posizione molto alta di Hakimi e prevenire le ripartenze di Vinicius Júnior.

La pass map del PSG mostra bene il 3-4-3 in fase di possesso palla. Si noti però la posizione piuttosto bassa di Hakimi, indice dei problemi a fissare il gioco sulla destra del PSG in assenza di Di Maria e con Messi che veniva costantemente in mezzo al campo.

A salire in cattedra è stato Marco Verratti, capace di saltare il pressing e di disordinare la struttura difensiva avversaria col suo tipico mix di conduzioni, pause e passaggi. Nel primo tempo il centrocampista italiano ha giocato ben 66 passaggi, dominando il centro del campo e ordinando il possesso della sua squadra.

Nonostante il Real Madrid fosse inequivocabilmente più vivo che nella partita d’andata, arrivando molto più spesso dalle parti di Donnarumma, il gol del vantaggio del Paris di Mbappé è sembrato inevitabile, dopo quello annullato qualche minuto primo allo stesso fuoriclasse francese per fuorigioco di Nuno Mendes. Il gol è un sunto delle incredibili qualità offensive di Neymar e Mbappè. Il primo ha lanciato di prima di sinistro, quasi alle sue spalle, il compagno di squadra che, in campo aperto, ha espresso la sua potenza e il suo controllo di palla per chiudere l’azione con una finalizzazione sul primo palo di altissimo livello.

Con due gol di vantaggio nei 180 minuti e il pieno controllo tattico del match, il Paris Saint Germain è sembrato, fino a 30 minuti dalla fine, ad un passo da una tutto sommato tranquilla eliminazione del Real Madrid. Nei primi 10 minuti del secondo tempo, tra l'altro, Mbappé è giunto ad un passo dal chiudere la partita. Prima una sua fantastica finta senza mai toccare il pallone, che aveva messo a sedere Courtois, è stata cancellata dall'ufficialità del risultato (ma non dalla nostra memoria) da un fuorigioco. Poi, è passato a velocità doppia in mezzo agli inermi Militão ed Alaba e solo un recupero estremo dell’austriaco in scivolata è riuscito ad intercettare il tiro a botta sicura del numero 7 del PSG.

Gli ultimi 30 minuti

A un passo dal baratro Ancelotti ha tirato fuori dal match Toni Kroos, visibilmente in difficoltà atletica e schierato nell’occasione come perno davanti alla difesa al posto dello squalificato Casemiro, con Modric e Valverde ai suoi fianchi, per inserire l’energia di Eduardo Camavinga. Il cambio, assieme a quello di Rodrigo (che ha dato più vivacità offensiva di Marco Asensio), ha di certo migliorato gli equilibri della squadra e donato freschezza al Real Madrid. A beneficiare della presenza di Camavinga sono state in particolare le due mezzali, Valverde e soprattutto Modric che hanno avuto la possibilità di muoversi in avanti con maggiore libertà e meno preoccupazione.

Ma tutto questo non sarebbe certo stato sufficiente a spostare in maniera così netta gli equilibri del match senza l’aiuto, davvero sconcertante, dello stesso Paris Saint Germain e di una mezz’ora finale storica di Karim Benzema, splendidamente supportato da Luka Modric.

Tutto ha avuto inizio al minuto 61 quando Benzema ha aggredito in pressing un incerto Donnarumma, sporcandogli il pallone e propiziando così il gol del pareggio.

Donnarumma riceve un profondo retropassaggio di Kimpembe. Controlla il pallone tenendo un orientamento delle spalle piuttosto “chiuso”. Forse è perché la sua prima opzione di passaggio è quella interna verso Marquinhos che però, non è mai in zona luce a causa dell’arrivo di Benzema. Donnarumma prova allora a riorientare la propria postura per servire largo sulla propria destra Hakimi, ma il pallone gli rimane troppo vicino al corpo.

Il gol del pareggio ha donato energia e convinzione al Real Madrid e ha insinuato il tarlo del dubbio nel fragile equilibrio psicologico del Paris Saint Germain. Tre minuti dopo il gol del pareggio un colpo di testa di Benzema che ha sfiorato il palo, dopo uno stacco regale su Marquinhos, è sembrato un indizio nemmeno troppo velato che il centravanti francese fosse entrato in una delle sue fasi di onnipotenza. Spaventato, il Paris Saint Germain ha provato a riprendere il controllo del match, ma, persa la tranquillità della prima ora di gioco, ha iniziato a subire la pressione, più emotiva che tattica del Real Madrid. Il possesso placido, sicuro e quasi ipnotico degli uomini di Pochettino ha lasciato il campo ad errori tecnici piuttosto banali, a palle perse e a una generale passività nei confronti della pressione nemmeno troppo ordinata del Real. Prima del gol del vantaggio, Vinicius Júnior ha sbagliato una ottima occasione da gol, concessa da un errore tecnico – non il primo e non l’ultimo dei difensori del PSG – di Nuno Mendes che ha sbagliato il rinvio servendo il pallone all’attaccante brasiliano.

Assieme a Benzema, al minuto 76 è salito a un livello divino anche Luka Modric. Il croato ha recuperato palla appena fuori dalla propria area intercettando un pigro passaggio di Neymar per Messi ed è partito in conduzione seminando Neymar e facendo a fette la mediana avversaria passando tra Gueye, entrato al posto di Paredes, e Verratti. Ha quindi lanciato in profondità in campo aperto Vinicius e, dopo avere ricevuto al limite dell’area il passaggio di ritorno del compagno ha servito Benzema al centro dell’area con un assist tra le gambe di Kimpembe.

[gallery columns="5" ids="79041,79042,79043,79044"]

Modric intercetta un passaggio al limite dalla propria area e parte in conduzione. Ad inizio azione, come per tutta la partita, Danilo è in copertura su Vinicius, per prevenirne le ripartenze. Modric taglia fuori Verratti e Gueye e serve in profondità Vinicius che batte in velocità Danilo. Il centrocampista portoghese, in ogni caso, riesce a tamponare Vinicius dentro la propria area e lo costringe a servire Modric sui sedici metri. In un’area ormai presidiata da sette giocatori del PSG, Benzema è incredibilmente libero con Marquinhos, autore di una prova disastrosa, che lo guarda a distanza.

Le inquadrature della regia internazionale non fanno in tempo a concludere i replay e il meritato primo piano di Benzema che la palla è di nuovo nei piedi di Rodrigo nella trequarti di campo del PSG. Il brasiliano lancia in profondità Vinicius Júnior contrastato da Marquinhos che con un rinvio frettoloso serve Benzema che in corsa, di prima, con un tocco all’apparenza semplice, ma in realtà di classe infinita anticipa il tiro con un esterno raffinatissimo che si insacca alla sinistra di Donnarumma.

È necessario il replay per capire cosa sia successo in occasione della ripresa del gioco dopo il gol di Benzema. Mbappé ha servito la palla a Verratti sul cerchio di centrocampo e il passaggio corto del centrocampista italiano per Gueye è stato anticipato immediatamente da Rodrigo. Il gol subito dopo qualche secondo dalla ripresa del gioco è insieme l’emblema del momento psicologico del PSG e la fine della partita. In un match concluso con il 91% di precisione nei passaggi il Paris Saint Germain nell’ultimo quarto d’ora è riuscito a completarne solo il 76% trascinandosi alla fine in una inquietante ridda di passaggi sbagliati, pressioni subite, falli del tutto controproducenti e nell’attesa messianica di un miracolo di Kylian Mbappé, con l’ectoplasma di Lionel Messi come spettatore non pagante e Neymar eclissato dal match.

Vista la grandezza del suo passato, vale la pena soffermarsi un attimo su Messi, apparso - e fa anche impressione scriverlo – ridonante e di troppo, in quanto, partendo dalla zona di centro-destra ha provato a venire dentro nelle medesime zone di campo battute da Neymar, di cui svolgeva la stessa funzione tattica di rifinitura, lontana dalla zona calda della difesa avversaria. Rispetto alla partita d’andata è mancata anchel’intelligenza tattica di Di Maria, capace di muoversi in ogni direzione compensando i movimenti dei compagni di reparto in attacco e a farne le spese è stato l’intero lato destro dell’attacco del PSG che ha depotenziato Hakimi. Eppure, nonostante tutti questi problemi, il PSG fino a mezz’ora dalla fine della partita sembrava in pieno controllo del match. E quindi è chiaramente necessario invocare ragioni che esulano dalla tattica e che comprendono forse, in maniera più profonda, la costruzione e la gestione della squadra per trovare una spiegazione all'ennesimo crollo emotivo in Champions League.

Dall’altro lato il Real Madrid ha rinnovato la sua tradizione unica in Europa, dove, anche senza brillare, il destino sembra essere sempre dalla sua parte. Non è qualcosa di tangibile, ma in queste partite è evidente, e sembra poter allungare all'infinito anche la carriera di campioni che sembravano ormai a fine corsa. E allora invece di parlare di magia è più giusto toccare con mano il talento di questi due campioni di tecnica, comprensione del gioco e spirito: Karim Benzema e Luka Modric. Forse è esattamente come sembra: se il Real continua ad avere il destino dalla sua parte in Europa è proprio perché può contare su questi due inarrivabili fuoriclasse.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura