Esclusive per gli abbonati
Newsletters
About
UU è una rivista di sport fondata a luglio del 2013, da ottobre 2022 è indipendente e si sostiene grazie agli abbonamenti dei suoi lettori
Segui UltimoUomo
Cookie policy
Preferenze
→ UU Srls - Via Parigi 11 00185 Roma - P. IVA 14451341003 - ISSN 2974-5217.
Menu
Articolo
Moise Kean ha trovato il suo posto nel mondo?
16 set 2024
L'attaccante della Fiorentina è stato protagonista di un grande inizio di stagione.
(articolo)
8 min
(copertina)
IMAGO / aal.photo
(copertina) IMAGO / aal.photo
Dark mode
(ON)

Quando si è affacciato per la prima volta nel panorama del calcio italiano,
Moise Kean era solo un ragazzino. Doveva ancora formarsi fisicamente, ma viste le sue qualità ci si chiedeva quale sarebbe stato il suo ruolo in futuro. Nelle giovanili aveva segnato tanto, ma non sapeva giocare bene spalle alla porta. In compenso disponeva di velocità, non solo nella corsa, ma proprio nel guizzo, nel primo controllo, nella giocata. Eravamo di fronte a un centravanti o a un’ala che attaccava l’area partendo dall’esterno?


Il futuro di Kean era tutto da scoprire, anche perché, prima ancora degli allenatori, doveva essere lui stesso a inquadrare le sue abilità. Il primo Kean giocava in funzione della profondità, ma spesso quando riceveva provava a infilare qualche colpo a effetto nelle sue giocate. Voleva, insomma, che il suo calcio fosse un po’ un riflesso della sua coolness fuori dal campo, dove esibiva un certo gusto nel vestiario e nella musica. Il problema è che quei dettagli barocchi non c’entravano niente con le sue vere abilità, erano palesemente una forzatura che non produceva granché.


Kean amava credersi più tecnico di quanto fosse davvero, e la scelta della Juventus di liberarsene con l’arrivo di Sarri doveva averglielo fatto capire. PSG ed Everton, però, erano contesti troppo disfunzionali per poter crescere e trovare il proprio posto nel mondo (sebbene al PSG abbia avuto la sua miglior stagione, ma il club francese ha deciso di non puntare su di lui). Così, il ritorno alla Juventus, coinciso con quello di Allegri, gli era servito a ritrovare una zona di comfort, dei volti amici, ma anche ad accettare un ruolo minore nel panorama del calcio italiano: accontentarsi di essere un semplice rincalzo, sempre un paio di passi indietro rispetto a Vlahović e Milik per potenziale e qualità tecniche.

Kean ha accettato di ritornare utile per le rotazioni e, soprattutto, di trasformarsi in un attaccante di fatica. Il giocatore che a inizio carriera doveva essere un ibrido tra un centravanti e un’ala, capace di arrivare in porta attaccando la profondità o puntando l’uomo, trascorreva la quasi totalità delle sue partite spalle alla porta, a cercare di far salire la squadra e liberandosi subito della palla. In questo ha influito anche la sua crescita fisica, in un corpo evidentemente più grosso di quello dei primi anni di carriera.

Nel frattempo, nella vita di tutti i giorni, Kean continuava a coltivare le sue passioni. Il suo stile è rimasto fresco, ha fatto uscire anche una canzone e pare che nei suoi archivi nascondesse un feat con McKennie e Leão. In campo, però, ogni attenzione all’estetica era sparita, come se le partite trascorse a soffrire con l’uomo addosso fossero un’espiazione per il modo in cui si era presentato a inizio carriera o per il fatto di ostentare il suo stile.

Così, eravamo arrivati al paradosso di un Kean che aveva dimenticato come fare gol, che con la Juventus aveva segnato l’ultima volta ad aprile 2023 e che ha dovuto aspettare un anno e quattro mesi prima di ritornare a segnare, con la maglia della Fiorentina.

Oggi Kean sembra aver ritrovato il feeling con la porta e si potrebbe pensare che a tarpargli le ali fossero stati la Juventus e il contesto tattico creato da Massimiliano Allegri. In realtà, la seconda esperienza in bianconero, dove ha dovuto indossare i panni del centravanti sgobbone, gli è servita a esplorare aspetti del suo repertorio che non aveva considerato abbastanza, a migliorarne altri e, in definitiva, a trovare più modi per rendersi utile.

È quello il retroterra su cui Kean ha costruito il grande inizio di stagione di quest’anno, dove sembra essere l’unico in grado di trascinare la Fiorentina. Agosto e settembre contano sempre il giusto nella valutazione di un giocatore, ma finalmente Kean potrebbe aver dato un senso alla sua carriera.

Per giudicare la consistenza degli attaccanti in Serie A, la partita contro l’Atalanta è sempre un ottimo banco di prova. Kean è stato il migliore dei suoi e nel primo tempo ha fatto ammattire Hien. Il centrale svedese lo scorso anno aveva giocato una partita perfetta in marcatura su un attaccante del calibro di Darwin Nuñez. Con Kean, però, non è mai riuscito ad imporsi. La partita di ieri è stata un bignami dei tanti modi con cui l’ex attaccante della Juventus riesce ad aiutare la squadra.

Il Kean di queste prime giornate è un giocatore autosufficiente, che non ha bisogno di condizioni particolari per esprimersi: può giocare in appoggio oppure chiamare la profondità, per lui non fa differenza.

Kean è diventato un centravanti scomodo per i difensori, che basa il suo gioco sui duelli, vincerli vuol dire creare vantaggi per i compagni oppure aprirsi la strada verso la porta. Ha capito di possedere qualità fisiche di valore assoluto e ha saputo abbinarle a una tecnica che non sarà funambolica – come immaginava a inizio carriera – ma che comunque è funzionale al suo gioco.

Ad esempio, gli capita di passare tanto tempo spalle alla porta ma non può limitarsi agli scarichi, anche perché la Fiorentina di queste settimane è ancora in divenire e intorno a Kean spesso mancano gli appoggi. Allora lui si pianta sulle gambe, resiste alla carica del marcatore alle spalle ed è bravo a orientare il primo controllo per sfuggirgli, così da guadagnarsi lo spazio per allargare verso la fascia o direttamente per girarsi. Una giocata tipica di Kean, in questo senso, è lo stop a seguire con l’esterno del destro, con cui si libera dal marcatore sfruttando la sua maggior rapidità: non è facile eseguirla con l’uomo addosso, servono controllo del corpo e sensibilità per indirizzare il pallone alla distanza giusta.

Se poi non è possibile orientare il controllo, negli anni ha migliorato il suo gioco di sponda: non sarà Roberto Firmino, ma in maniera semplice e asciutta Kean sa scaricare di prima, anche con il petto se necessario.

La differenza, però, può farla soprattutto quando ai duelli fisici abbina gli attacchi alla profondità. Kean è veloce e riconosce quando e come attaccare la linea: può dettare il filtrante scattando verso la porta, oppure chiamare il lancio con un taglio interno-esterno. Se poi il difensore prende contatto durante la corsa, sa usare gli spigoli del suo corpo per tenerlo a debita distanza e arrivare per primo sulla palla.

In questo modo, per la fase di possesso della Fiorentina si sta rivelando una vera e propria scorciatoia, utile per bypassare il centrocampo e i problemi di manovra.

C’è stata un’azione all’inizio della gara con l’Atalanta in cui la Fiorentina si stava difendendo nella propria metà campo. Su una palla contesa, Martínez Quarta aveva spazzato senza troppi complimenti.


Kean ha saputo trasformare quel campanile in una potenziale palla gol. Sul rinvio, si trovava di qualche metro indietro rispetto a Hien e Djimsiti. Mentre la palla scendeva, però, Kean gli ha mangiato sempre più metri e li ha bruciati in velocità, arrivando per primo sulla zona di caduta.


Lì ha eseguito un controllo orientato di controbalzo, con cui ha mandato fuoristrada entrambi i difensori. Poi ha coperto la palla dal ritorno di Kolasinać e ha appoggiato a Bove, ripulendo così il possesso e permettendo alla Fiorentina di ritrovarsi direttamente sul limite dell’area dell’Atalanta.


Con i suoi movimenti Kean costringe gli avversari ad allungarsi. Poi la Fiorentina salta il centrocampo e lo cerca direttamente con il lancio, perché sa che il suo attaccante potrà vincere il duello. Per dire, in casa del Puskas Akademy ha mandato per terra il difensore nel corpo a corpo prima di raccogliere una palla lunga e segnare dal limite dell’area.

Anche quando non riesce a vincere direttamente il corpo a corpo, poi, può comunque rendere difficile la vita al difensore, che magari non arriva sul lancio come vorrebbe: per la Fiorentina, allora, diventa più semplice aggredire la seconda palla.

Il fatto di ingaggiare tanti duelli e di vincerli con regolarità deve aver riempito Kean di fiducia. È anche così che si spiega il ritorno al gol in campionato. Contro Monza e Atalanta l’ex juventino ha segnato due reti da opportunista, facendosi trovare nel posto giusto al momento giusto: come molte cose belle nella vita, i gol evidentemente arrivano quando si smette di esserne ossessionati. Oltre alle reti poi, hanno iniziato a riuscirgli anche le giocate più difficili: ieri, sul 2-1, ha raccolto una sponda aerea in profondità e con uno stop di controbalzo ha fatto tunnel a Hien per aprirsi la strada verso la porta. Poi con il tiro ha spaccato il palo.

Se avesse segnato l’1-3 forse la gara si sarebbe conclusa diversamente, chissà. La Fiorentina, per non sapere né leggere né scrivere, si è fatta rimontare. Rimane il fatto che, in un momento in salita nella costruzione della nuova squadra di Palladino, il nome a cui aggrapparsi adesso è quello di Moise Kean.

Ne sarà lieto anche Spalletti, che deve sopperire all’infortunio di Scamacca, e avere una scelta in più rispetto a Retegui e Raspadori di certo non può far male. Kean, poi, in questo inizio di stagione ha dimostrato di poter offrire qualcosa in più.

Certo, se la Nazionale passasse troppo tempo ad attaccare in maniera posizionale potrebbe emergere qualche suo limite nello stretto: Kean sta funzionando in appoggio anche perché la Fiorentina, in maniera disfunzionale forse, dilata troppo le distanze tra i giocatori e così anche per lui gli spazi si allargano, coprendo i suoi limiti più evidenti per esempio spalle alla porta.

In ogni caso, ora sta a Kean mantenere la costanza e dimostrare che questa sua versione settembrina non è solo un’illusione: la Fiorentina e l’Italia non dispongono di un altro attaccante con le sue caratteristiche.

Attiva modalità lettura
Attiva modalità lettura