Qatar 2022 si porta dietro questioni problematiche. In questo articolo abbiamo raccolto inchieste e report che riguardano le morti e le sofferenze ad esso connesse.
Forse vi ricordate di lui. Il Mondiale dei nomi è abbastanza semplice: come il Mondiale, ma dei nomi. Ad affrontarsi non centrocampisti, terzini, centravanti, ma nomi, cognomi, dittonghi, dieresi. Per passare il turno non bisogna applicare il gioco di posizione, brillare in transizione, ma avere dei genitori con grande gusto e fantasia. Rimane l’aspetto “per nazioni” della competizione: i nomi, cioè, non si affrontano in un tutti contro tutti all’ultimo sangue, ma per ogni squadra ho scelto un “campione” che affronterà i rivali in una sfida all’ultimo accento.
Alcune note:
- Ho cercato di non usare gli stessi nomi di quattro anni fa, ma neanche dell’estate scorsa (sì, c’è anche l’Europeo dei nomi). Non l’ho fatto per un motivo nobile, ma giusto per non finire a riscrivere le stesse cose. Per questo ho lasciato fuori nomi bellissimi come: Mohamed Kanno, Hakim Ziyech, Remo Freuler, Trent-Alexander Arnold, Leon Goretzka, Hirving Lozano, Grzegorz Krychowiak, Jens Stryger Larsen e molti altri.
- Dover scegliere un nome per squadra costringe ad esclusioni dolorose. Non hanno passato le eliminatorie nomi del calibro di: Rogelio Funes Mori, Matty Cash, Alisson Becker, Steven Berghuis, Josh Sargent, Ghailene Chaalali, Nico Schlotterbeck, Youri Tielemans e gli altri decideteli voi.
Girone A
Ecuador: Jeremy Sarmiento; Olanda: Xavi Simons; Qatar: Akram Afif; Senegal: Pape Matar Sarr
Come fa un nome a essere migliore di un altro? Facile: se sta bene in una terzina de L’Inferno di Dante è migliore di un nome che contiene al suo interno uno storico centrocampista del Barcellona. Per cui Pape Matar Sarr arriva davanti a Xavi Simons, che a sua volta arriva davanti ad Akram Afif, troppo simile al suono che emette una persona che non riesce a fischiare. Primo posto, però, facilmente conquistato da Jeremy Sarmiento. L’Ecuador è una superpotenza dei nomi (alcuni scartati: Piero Hincapié, Xavier Arreaga, Ayrton Preciado,Jackson Porozo) e se in un nome convive il nome di un padre della patria argentino e il personaggio di una sit-com americana, insomma, beato lui.
1° Jeremy Sarmiento, 2° Pape Matar Sarr
Girone B
Inghilterra: Jude Bellingham; Iran: Sardar Azmoun; Stati Uniti: Sergiño Dest; Galles: Wayne Hennessey
Quattro anni fa l’Inghilterra vinse con Trent-Alexander Arnold. Ce la farà a ripetersi con Jude Bellingham? Il centrocampista del Borussia Dortmund ha un vantaggio rispetto agli altri: può essere chiamato usando una canzone dei Beatles, e, insomma, quanti altri nomi possono dire lo stesso? In realtà tanti: tutte le Marta, le Michelle, le Lucy, le Eleanor Rigby, se ne esistono, i Mr. Kite, le Prudence, i Maxwell (quindi anche il terzino), i Mckenzie e così tanti altri che, nonostante sia il motivo per cui l’ho scelto, mi tocca eliminare Bellingham.
Chi passa allora? Un posto lo conquista Wayne Hennessey perché la combo cognome di Batman + quasi nome di un cognac ti fa sempre passare i gironi. Rimane la sfida tra Sardar Azmoun e Sergiño Dest, che poi è di nuovo Iran contro Stati Uniti. Obiettivamente sono due bellissimi nomi, ma se ti chiami Sardar è meglio di Sergiño che sono almeno 15 terzini brasiliani.
1° Wayne Hennessey, 2° Sardar Azmoun
Girone C
Argentina: Alexis Mac Allister; Messico: Orbelín Pineda; Polonia: Nicola Zalewski, Arabia Saudita: Firas al-Buraikan
Qualcuno (io stesso) mi ha accusato di eurocentrismo nella scelta di Alexis Mac Allister, un nome scozzese, per l’Argentina. Respingo le accuse: un po’ mi spiace, ma gli altri nomi che avrei potuto scegliere erano Franco Armani (italiano), Rodrigo De Paul (spagnolo), Juan Foyth (mezzo polacco?). Alexis Mac Allister ha tutti i pregi che cercate in un nome: immediato, d’impatto, starebbe bene in una serie anni ‘80.
Un nome di cui puoi sentire la sigla.
Per scegliere chi altro passa il turno in questo girone devo mettere in fila un po’ di regole su cosa rende bello o non bello un nome.
- Orbelín Pineda: le due parole insieme suonano bene, ma un nome da Librogame lasciamolo in un Librogame (stesso vale per Remko Pasveer, Krépin Diatta e Uriel Antuna)
- Nicola Zalewski: è il nome che più mi fa pensare a un generale napoleonico (buoni anche Kasper Schmeichel, Benjamin Pavard e Niclas Füllkrug), ma obiettivamente non si può portare agli ottavi uno che di nome fa Nicola.
- Firas al-Buraikan: se il tuo nome fa pensare a uno che sa tirare fortissimo, hai un bel nome (altri esempi: Thorgan Hazard, Ante Budimir, Christian Fassnacht).
1° Alexis Mac Allister, 2° Firas al-Buraikan
Girone D
Australia: Jackson Irvine; Danimarca: Andreas Skov Olsen; Francia: Mattéo Guendouzi; Tunisia: Hannibal Mejbri;
I nomi francesi hanno questo limite di essere belli quando te li leggi nella testa con l’accento francese di quell* tip* conosciuto in Erasmus, ma poi finiscono per essere spesso banali, come appunto Mattéo Guendouzi (ma anche: Olivier Giroud, Hugo Lloris e Jules Koundé). Gli australiani non hanno di questi problemi, visto che il loro accento sarà esotico ma non di certo affascinante. Loro però sono praticamente una versione senza Savile Road degli inglesi, quindi era impossibile tirare fuori un nome migliore di Jackson Irvine, che è praticamente lo Shutterstock dei nomi.
Jackson Irvine se fosse una foto.
Danimarca e Tunisia, invece, si presentano in gara con due nomi bellissimi e passano il turno a pari punti e con tutte le statistiche uguali, che per decidere il primo posto ho dovuto usare la classifica del Fair Play (cioè quale dei due nomi è meno probabile che vi imbruttisca in un locale).
1° Hannibal Mejbri,2° Andreas Skov Olsen
Girone E
Costa Rica: Rónald Matarrita; Germania: Marc-André ter Stegen; Giappone: Daizen Maeda; Spagna: Unai Simón
Questo Mondiale, il Mondiale dei nomi, ma anche il Mondiale e basta a pensarci bene, serve anche per scoprire nomi di culture lontane. Dazen (da non confondere con Drazen) è un nome maschile giapponese che ha quattro significati diversi in base alle variazioni dei kanji, una cosa che vi spiegherei meglio se solo l’avessi capita. Ma accanto a Maeda è anche un nome che mi ricorda la maizena e, chissà perché, i nomi che ricordano delle farine (anche se è una fecola) hanno il loro fascino (altri esempi: Kamil Glik, Pablo Sarabia e Nahuel Molina).
Al contrario, non sono davvero belli i nomi che ricordano una marca di sangria, quindi eliminato Unai Simón. Resta da decidere chi passa il turno tra Rónald Matarrita e Marc-André ter Stegen. Un consiglio: quando non sapete cosa scegliere tra un nome e un altro, contate le lettere e i trattini e sottraete tutte quelle contenute nel nome Cristiano Ronaldo.
1° Daizen Maeda, 2° Marc-André ter Stegen
Girone F
Belgio: Zeno Debast;Canada: Dayne St. Clair;Croazia: Bruno Petkovic; Marocco: Sofyan Amrabat;
Una regola universale: se un nome ha il puntino all’interno, quel nome passa il girone. Dayne St. Clair è l’unico nome di tutto il Mondiale con questa caratteristica, e occhio che potrebbe fare strada. Bruno Petkovic è un bel nome, ma ci sono troppi Bruno migliori di lui (eccone alcuni: l’orso bruno, Bruno del film Encanto, Bruno Guimarães e Bruno Fernandes). Rimangono Marocco e Belgio, il confronto tra l'affiliata zeta mitteleuropea contro l’elegante esse nordafricana. Zeno Debast e Sofyan Amrabat sono due bellissimi nomi che meriterebbero entrambi di passare il turno, ma al liceo il professore d’italiano non mi ha fatto leggere la coscienza di Sofyan Amrabat (che, comunque, credo non ne abbia una), quindi…
1° Dayne St. Clair, 2° Zeno Debast
Girone G
Brasile: Gabriel Jesus, Camerun: André-Frank Zambo Anguissa; Serbia: Darko Lazovic; Svizzera: Ardon Jashari
I nomi che sembrano appartenere a stregoni, satanisti, agenti del caos vanno sempre bene e pochi funzionano più di Darko Lazovic (altri esempi: Keanu Baccus, Arkadiusz Milik, Derek Cornelius). Si può dire lo stesso dei nomi che, invece, contengono delle divinità? Non si tratta di essere blasfemi, Gabriel Jesus è anche un bel nome (così come lo sono Jesús Ferreira, Lionel Messi e Ángel Di María), ma non da passare il turno contro André-Frank Zambo Anguissa, l’André-Frank Zambo Anguissa dei nomi. Per quanto riguarda Ardon Jashari devo aver sbagliato qualcosa io nella scelta perché è un nome semplicemente brutto, come tutti i nomi che declinano il verbo ardere al loro interno (tipo Gerardo Arteaga, Eduardo Camavinga, Jesús Gallardo).
1° Darko Lazovic, 2° André-Frank Zambo Anguissa
Girone H
Ghana: Lawrence Ati-Zigi; Portogallo: João Félix; Corea del Sud: Lee Kang-in; Uruguay: Darwin Núñez
La felicità è un obiettivo o un orpello borghese? Da questa risposta dipendono le sorti di questo turno, perché comunque il nome João Félix quello è. Ma, già che ci siamo, apriamo una piccola riflessione sui nomi-che-sono-anche-cose:
- Nomi che sono anche oggetti, oggettivamente brutti (alcuni esempi: Ante Budimir, Aymeric Laporte, Gerónimo Rulli).
- Nomi che sono concetti, entità, idee, sono ok (alcuni esempi: Matty Cash, Joel King, Nick Pope)
- Nomi che si trovano in natura, ancora meglio (John Stones, Jordi Alba, Carlos Soler)
Quindi João Félix se ne torna a casa, così come Lee Kang-in, troppo simile a qualcosa che troveresti scritto su una porta di un negozio (come Christian Pulisic).
1°Lawrence Ati-Zigi, 2° Darwin Núñez
Ottavi di finale
Jeremy Sarmiento - Sardar Azmoun
Due nomi, millenni di storia. Da una parte la contaminazione su cui si sono costruite le americhe, Jeremy Sarmiento è il risultato dell’alto e il basso che si mischiano, hollywood e realismo magico, sceriffo e caudillo. Dall’altra l’altero isolamento della Persia, un nome che attraversa il tempo e racconta di un popolo più antico del mondo stesso. In definitiva, con il primo ci vai a giocare a paintball dopo esserti scolato tre birre, con il secondo vai a una retrospettiva sul cinema iraniano - “il migliore al mondo” ti dice lui dopo, mentre fuma una sigaretta appoggiato a una colonna - e poi un amaro sotto casa per chiudere la serata.
Vincitore: Sardar Azmoun
Alexis Mac Allister - Andreas Skov Olsen
Due nomi, sei parole. Alexis Mac Allister contro Andreas Skov Olsen è uno scontro su cosa cercate in un nome. Cercate un nome che “vorresti toccar, ma non devi toccar” oppure un nome che possa stare bene con un maglione a trecce? Un nome da sigaro o uno da pipa? Uno da whisky e Franz Ferdinand o da tè e Björk? Non c’è una risposta a questa domanda e un uomo può contenere moltitudini, ma bisogna andare avanti, per cui scelgo quello che mi suona meglio.
Vincitore: Andreas Skov Olsen
Daizen Maeda - Zeno Debast
Putin l’ha resa la nuova svastica, ma la zeta rimane una delle mie lettere preferite quando si parla di nomi. Piazzata al punto giusto rende ogni nome più nobile, gli conferisce una carica sensuale à la Catherine Zeta Jones (parlo sempre di nomi). In questo caso, quale delle due zeta sta meglio con il resto del nome? la zeta di Zeno o la zeta di Daizen? Sono tutte e due z sorde (almeno credo, ho preso questo video per la pronuncia giapponese di Daizen, ma chissà, soprattutto non so nulla di fonetica), tutte e due vengono seguite dalla parola zen. Come scegliere allora? So che può suonare strano, ma se un nome contiene una frase che direste durante il pranzo di Natale all’offerta dell’ennesimo giro di primi, allora quello è un bel nome (altri esempi: Collins Fai, Pathé Ciss, Shaq Moore).
Vincitore: Zeno Debast
Darko Lazovic - Darwin Núñez
Darko Lazovic non può nulla contro un nome che ha al suo interno il nome di una persona che ha detto “Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti” (che, se ci pensate, vale anche per i nomi).
Vincitore: Darwin Núñez
Wayne Hennessey - Pape Matar Sarr
Ok il nome di Batman, ma Pape Matar Sarr ha al suo interno il verbo uccidere in spagnolo, quindi vince questo ottavo anche nel punto di forza dell’avversario, cioè il badass name (altri nomi cazzuti: Antony, Enzo Ebosse, Granit Xhaka).
C'è anche un piatto indiano con lo stesso nome, molto poliedrico.
Vincitore: Pape Matar Sarr
Hannibal Mejbri - Firas al-Buraikan
Se il tuo nome è stato interpretato magistralmente da Anthony Hopkins, passi ai quarti, è una regola non scritta di questi Mondiali.
Vincitore: Hannibal Mejbri
Dayne St. Clair - Marc-André ter Stegen
Un’altra regola valida per questo Mondiale (e, mi viene da dire, per quasi tutti gli altri Mondiali) è che se il tuo nome viene citato nell’universo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, è un punto a favore. Se il fantasy è un genere culturalmente ambiguo, per quanto riguarda i nomi bisogna riconoscerne il valore. Nella saga di George R.R. Martin (nome che avrebbe fatto strada qui) esiste una Casa Dayne di Stelle al Tramonto, ma non una Casa ter Stegen, che magari - forse - potrebbe essere il cognome di qualche vero piccolo Freiherren medioevale. Ma, e questo vale solo per i nomi, fantasia > realtà.
Vincitore: Dayne St. Clair
Lawrence Ati-Zigi - André-Frank Zambo Anguissa
Quand’è che un nome diventa troppo lungo? André-Frank Zambo Anguissa sembra il primo verso di un haiku, l’inizio di una storia. Un nome, però, guadagna forza anche dalla sua compattezza, dalla risolutezza con cui esiste nello spazio. Quindi è meglio un nome lungo come Lawrence Ati-Zigi, che non un nome lunghissimo come André-Frank Zambo Anguissa (altri nomi lunghissimi, così perché tanto già che c’eravamo: Hossein Kanaanizadegan, Munir Mohand Mohamedi El Kajouie Mohamed Ali Ben Romdhane).
Vincitore: Lawrence Ati-Zigi
Quarti di finale
Sardar Azmoun - Andreas Skov Olsen
Skov in danese vuol dire “foresta”, mentre Sardar in persiano vuol dire “comandante”, anche se - anticamente - era un titolo nobiliare. Siamo, quindi, davanti alla scelta tra un nome che rimanda libertà, vita nella natura, controllare se hai delle zecche addosso prima di risalire in macchina, contro uno che invece richiama disciplina, vita di gruppo, sindrome da stress post traumatico. Da impiegato medio, non sapendo scegliere tra questi due stili di vita, ho eliminato Sardar Azmoun perché un nome non può avere il nome di un pesce all’interno (Leandro Trossard, Mario Pašalić e Ayrton Preciado).
Non il mio genere di film.
Zeno Debast - Darwin Núñez
Cose chiamate Zeno:
- un cratere lunare
- il miglior materasso del test Altroconsumo 2020
- un personaggio di Dragonball
- Santo patrono di Verona
- il protagonista di un famoso libro
Cose chiamate Darwin:
- un cratere lunare (non lo stesso)
- un album del Banco del Mutuo Soccorso
- una teoria sociale ambigua
- una cordillera in Cile
- un programma su Canale 5
A fare la differenza, ahimè, l’influenza sulla cultura italiana del suddetto programma.
Vincente: Zeno Debast
Pape Matar Sarr - Hannibal Mejbri
Un nome composto da tre parti, di solito, è meglio di un nome composto da due. Ma un nome che rimanda a uno dei più grandi generali militari della storia è meglio di uno che rimanda, quasi, all’allenatore della Lazio. Annibale è stato un degno avversario dell’impero romano, il nostro impero, e bisogna portare rispetto agli avversari.
Vincente: Hannibal Mejbri
Dayne St. Clair - Lawrence Ati-Zigi
Il derby dei nerd della punteggiatura. Meglio il punto fermo o il trattino? Al di là delle scelte personali, ognuno ha le proprie fisse per quanto riguarda i segni d’interpunzione, possiamo dire alcune cose oggettive: il punto serve a interrompere una frase, senza tutta la letteratura sarebbe praticamente l’Ulisse di Joyce; il trattino vi permette di creare parole a caso senza sentirvi in colpa: ad esempio io posso dire che questo Mondiale dei nomi è un uber-mondiale, oppure che questo quarto di finale è praticamente una semi-finale. Insomma sono due ottimi segni di punteggiatura, ma il punto, declinato al femminile, è anche una delle macchine più iconiche del nostro paese, mentre il trattino è al massimo una tabaccheria in provincia di Torino.
Vincitore: Dayne St. Clair
Semifinali
Per le semifinali è necessario adottare una rigorosa serie di caratteristiche con relativi voti da 1 a 10.
Andreas Skov Olsen - Zeno Debast
Andreas Skov Olsen
Come suona pronunciato da Riccardo Bigon: 6,5
Possibilità di essere scambiato per una delle gemelle Olsen: 9
Quanto sta bene a un cane: 7
Quanto sta bene a un gatto: 5
Quanto funziona come imperativo: 4
Assonanza con GTA: San Andreas: 8
Zeno Debast
Come suona pronunciato da Vertonghen: 8,5
Possibilità di essere scambiato per Zeno Cosini: 6,5
Quanto sta bene a un cane: 5
Quanto sta bene a un gatto: 7
Quanto funziona come imperativo: 9
Assonanza con GTA: San Andreas: 5
Vincitore: Zeno Debast
Hannibal Mejbri - Lawrence Ati-Zigi
Hannibal Mejbri
Come suona pronunciato da un essere umano a caso su Youtube: 9
Come starebbe in una canzone popolare francese: 5
Quanto sta bene a un cane: 8
Quanto sta bene a un gatto: 9
Quanto starebbe bene a una chiesa: 4
Possibilità di essere usato come nome per un’operazione militare segreta: 9,5
Dayne St. Clair
Come suona pronunciato da un essere umano a caso su Youtube:7,5
Come starebbe in una canzone popolare francese: 8,5
Quanto sta bene a un cane: 7
Quanto sta bene a un gatto: 4
Quanto starebbe bene a una chiesa: 8
Possibilità di essere usato come nome per un’operazione militare segreta: 5
Vincitore: Hannibal Mejbri
Finale
Zeno Debast - Hannibal Mejbri
Per la finale, come da tradizione, si portano i nomi nella vita vera. Come sono i Zeno Debast? E gli Hannibal Mejbri? Su Linkedin, il posto più adatto per trovare persone vere con lavori veri, non esiste nessun Zeno Debast, esiste invece un Hannibal Mejbri da Embakasi, periferia di Nairobi. Non ci sono molte informazioni su di lui, se non che tra gli interessi a un programma di formazione scolastica che si pone l’obiettivo, e cito, “di formare gli innovatori e i leader che daranno forma al futuro”.
Su Facebook, invece, la situazione è più complicata: ci sono tre Zeno Debast, di cui due sono chiaramente riferiti al calciatore. Ne rimane uno che ha come immagine di profilo un mazzo di rose e come copertina Modric e Benzema che tengono in mano il pallone d’oro. Ci sono però diversi nomi simili: c’è Zeno Debbaut, Zeno Debbat, Zeno Deban, Debar Zeno e, addirittura, un meraviglioso Zenoo Debaba, che avrebbe vinto a mani basse questo Mondiale. Hannibal Mejbri ha invece decine di account collegati al suo nome, ma si possono trovare anche un Hannibal Mejbriche sembra semplicemente un omonimo (potrebbe essere quello di Linkedin) e un paio che vivono nel sud-est asiatico.
Il passo successivo è quella di cercare altri giocatori con questo nome. Come Debast, oltre a Zeno, c'è un Axel Debast, che gioca nei Zébra Élites, in più c'è un nuotatore che si chiama Benoit Debast. Di Mejbri, invece, ce ne sono due: Imed Mejbri e Mohamed Amine Mejbri, il primo è un difensore centrale, il secondo un'ala sinistra e giocano tutti e due in Tunisia
L'ultima strada è vedere come si collocano nello spazio. Anche qui davvero poco: esiste un col de Bast vicino Nizza, un fornaio Debast con ottime recensioni a est di Bruxelles, mentre nel Lazio c'è una azienda che si chiama Debest, insomma quasi. Debast è anche questa canzone qui, ovviamente tecno sparata.
Mejbri, invece, non è praticamente null'altro che un cognome, e l'unicità, forse, è il valore più cercato in un nome, la certezza di essere speciali.
Non è stata una bella finale, ma le finali non lo sono mai. Hannibal Mejbri si porta a casa la coppa e noi ci rivediamo tra quattro anni, se ancora i nomi saranno la forma linguistica con cui definiremo noi stessi.
Premi Bonus
Miglior nome che sta bene coi funghi: Timothy Castagne
Miglior nome che potrebbe essere un complimento per la tua ragazza: Formose Mendy
Miglior nome che contiene la parola nome al suo interno: Moustapha Name
Miglior nome che vi avrebbe fatto ballare negli anni ‘90: Joe Scally
Miglior nome che era l’amico vostro, quello ricco: Luca de la Torre
Miglior nome che era anche un imperatore romano: Marco Tilio
Miglior nome per chiudere la frase “Chiudi quel”: João Cancelo
Miglior nome che vorrei sul mio hamburger: Armel Bella-Kotchap
Miglior nome che è quasi Cristiano Ronaldo, ma completamente diverso: Cristian Roldan
Miglior nome che la nostra generazione non si può permettere: Jean-Charles Castelletto
Miglior nome Wale (tanto wale): Achraf Dari
Miglior nome che wooh: Christopher Wooh