Quando la pandemia da Covid-19 ha fermato il mondo, la speranza di tutti era quella che ne saremmo usciti migliori. Non sta a me dire se ne siamo usciti, ma almeno, grazie a un palloncino, si inizia a intravedere la parte del “migliori”. È infatti durante la quarantena che è nato il nuovo sport che ci farà sobbalzare, quello per cui finalmente torneranno a fare affari i negozi che vendono articoli per le feste: il gioco del palloncino. L’idea - mutuata da un passatempo per bambini - arriva da tre fratelli dell’Oregon costretti a trovare un passatempo mentre si trovavano chiusi in casa ed è, se non originale, molto spettacolare.
La noia, quindi, alla base di qualcosa che è tutto tranne che noioso. È il Keep-Up Balloon e loro sono Isa, Antonio e Diego Arredondo. Ma come ha fatto il gioco del palloncino a passare dalla mansarda di casa Arredondo al primo Mondiale organizzato in pompa magna (ci arriviamo) nel giro di un paio di mesi? Ovviamente grazie ai social. Era la fine d’agosto e uno scambio particolarmente spettacolare - che in assenza di molto materiale d’archivio possiamo definire il tie break tra Borg e McEnroe del gioco del palloncino - è diventato virale. In poche ore milioni e milioni di persone hanno iniziato a guardare e commentare le gesta dei due ragazzi protagonisti.
In cosa consiste questo sport potete capirlo anche voi. Due concorrenti si contendono l’aria, combattono la gravità, sfidano gli spigoli, il tutto per impedire all’avversario di toccare il palloncino prima che questo tocchi terra. Uno sport che richiede riflessi e agilità, ma anche noncuranza di sé stessi e del mobilio di casa. Non sono accettati: i doppi tocchi, i tocchi troppo leggeri, quelli colpendo il palloncino dall’alto verso il basso. La famiglia Arredondo, tra l’altro, ha raccontato di aver iniziato a riprendere gli scambi - e quindi poi metterli sui social - quando lo spirito si è fatto troppo competitivo e serviva la tecnologia per valutare se il palloncino avesse effettivamente toccato terra e la correttezza dei partecipanti.
I video arrivano anche all’attenzione di Gerard Piqué - difensore del Barcellona - e Ibai Llanos - famoso streamer spagnolo - che intuendo le potenzialità del gioco del palloncino si fiondano sul format per portarlo su un palcoscenico globale organizzando in fretta e furia il primo Mondiale. Per decidere chi fosse il migliore al mondo nel non far cadere un palloncino Piqué e Ibai hanno fatto le cose in grande. Nella cornice di PortAventura World - un parco divertimenti nei pressi di Barcellona- hanno allestito un campo a metà tra un campo da gioco e il salone di casa vostra. Quattro lati lunghi otto metri delimitavano lo spazio di gioco, al cui interno si trovavano oggetti di uso comune nell’arredamento - divani, tavoli, sedie, tappeti, una pianta da interni - a cui hanno aggiunto una macchina utilitaria in finale (immagino per motivi di sponsor) e la riproduzione di un pacchetto di caramelle gigante (anche quello immagino per motivi di sponsor, anche se mi piacerebbe fosse semplice arredo). Per non farsi mancare nulla c’era anche un videogioco cabinato griffato da uno sponsor di patatine.
Tra queste quattro mura - letterale - si sono sfidati 32 atleti provenienti da 32 diversi paesi. In assenza di federazioni e qualificazioni, la selezione dei partecipanti è stata un po’ ambigua, ma insomma anche i primi Mondiali di calcio non sono filati lisci come l’olio. Per partecipare bisognava riempire un form di Google docs (che trovate ancora qui) in cui tutto quello che bisognava fare era mettere nome, cognome, che paese volevi rappresentare (magari ne volevi rappresentare un altro rispetto a quello di nascita), i tuoi canali social e un video di un minuto in cui spiegare le proprie ragioni, mettendo in mostra o non mettendo in mostra le tue qualità nel gioco del palloncino (che poi: quali sono queste qualità?).
Tra i paesi presenti c’era molta Europa, molto Sud America, ma anche la Mongolia e l’Armenia. Gli Stati Uniti, i favoriti, portavano i fratelli Arredondo (ma solo Diego era in campo), gli unici al mondo con esperienza pregressa. Il rappresentante dell’Italia, Marco Fiorillo, ha mandato un video in cui eseguiva per otto volte una strana giravolta in aria mentre era su una spiaggia senza dire una parola. C’è da dire che quasi tutti i partecipanti vivevano già in Spagna.
A vegliare sulla regolarità degli incontri c’era non uno, ma ben due arbitri. Ora non sottolineerò mai abbastanza il carattere provvisorio di questa competizione, ma qui - sugli arbitri - tutta l’operazione inizia a scricchiolare. Come si sceglie un arbitro per una cosa che fino a quel momento è esistita solo dentro una casa? Per osmosi, evidentemente, Piqué e Ibai hanno scelto di affidarsi a un ex arbitro di calcio, Rafa Guerrero. Certo, forse un arbitro di pallavolo, abituato a valutare se un oggetto sferico tocca o non tocca terra, sarebbe stato meglio, ma forse è stato l’unico disponibile che hanno trovato con così poco preavviso. Guerrero, comunque, forse lo conoscete se avete visto il programma spagnolo El Chiringuito, dove è ospite fisso e - se posso dire la mia - non di quelli che vorreste vedere ad arbitrare la vostra partita del gioco del palloncino.
Ma siccome è il 2021 e questo è un gioco nato da un video fatto per essere visto in video, non vi stupirà sapere che alla presenza di due arbitri si è aggiunto da subito il VAR, chiamato Ojo del globo, da usare nelle situazioni più spinose per decidere se il palloncino aveva toccato o non aveva toccato il suolo o se c’era stato un doppio tocco.
https://twitter.com/BalloonWorldCup/status/1448720928788058117
Le regole: ogni partita dura 2 minuti, l’obiettivo è non far cadere il palloncino sul pavimento, se tocca un mobile oè ancora in gioco. Per decidere chi inizia, chi cioè dà il primo tocco al palloncino, si lancia una moneta. Dopo ogni punto, chi ha “segnato” riprende il gioco. L’unica altra regola ben espressa dall’organizzazione è che non sono accettati tocchi dall’alto verso il basso, ovvero non si può schiacciare il palloncino verso il terreno. Non è stato possibile trovare un regolamento, ma qui e lì, si possono intuire altre regole: il palloncino si può toccare solo con le mani, non si può usare il proprio corpo per impedire fisicamente all’avversario di arrivare sul palloncino, non valgono doppi tocchi. Ci sono anche i cartellini, ma non saprei dire a cosa servono. Un partecipante è stato ammonito per aver lanciato un puff in un gesto di stizza. Una regola che non vi sareste aspettati: se il palloncino tocca il tetto, punto per l’avversario.
In caso di parità al termine del tempo regolamentare si disputa il Globo de oro, ovvero un punto singolo tipo golden gol, per decidere il vincitore. Ma se pensate a un normale scambio del gioco del palloncino vi sbagliate di grosso. Durante il Globo de oro vengono accesi dei ventilatori per mettere un po’ di pepe allo scambio, ma soprattutto vengono ribaltate le regole: vale tutto tranne le mani.
Ventiladores!
Intuito lo svolgimento, passiamo alla competizione.
Il primo campione del mondo del gioco del Palloncino è Francesco de la Cruz, che difendeva i colori del Perù. In una godibile finale - lunga 5 minuti invece che 2 - ha battuto per 6-2 il tedesco Jan Spiess, anche se il punteggio non rende giustizia all’incontro, che al contrario di molte finali di altri sport è stato spettacolare e vivacissimo. De la Cruz è stato abile nel portarsi rapidamente sul 3 a 0, dimostrando una innata capacità nello sfruttare la macchina parcheggiata al centro del campo come ostacolo insormontabile per l’avversario (si è allenato in un garage, è la voce che girava tra il pubblico). Spiess comunque era riuscito a rientrare sul 2-3, prima dello scambio che ha definitivamente indirizzato la partita verso il Perù, uno degli scambi più belli del torneo. Un minuto e tre secondi in cui è successo di tutto (tutto quello che può succedere quando giochi a schiaffeggiare un palloncino insomma) a dimostrazione che in uno sport, anche in uno nato da pochi minuti, non c'è nulla di casuale.
Anche il successivo merita.
Le heat map ci dicono che la partita si è svolta tutta tra la macchina e il tavolo. Ci dicono anche che de la Cruz è un giocatore “di lato”, ovvero che preferisce arrivare sul palloncino dal lato (ben l’85.7% delle volte), una tattica che gli permette di colpire con più forza e precisione (credo, non voglio assurgermi a esperto di gioco del palloncino). Se state pensando di cimentarvi in questo sport, vi consiglio comunque di studiare le sue mosse. Il peruviano si è portato a casa un assegno da 10 mila euro. Il terzo posto è andato alla Spagna, che ha regolato il Brasile nella finalina di consolazione.
https://twitter.com/df_stats/status/1449784700365647873
Ora un po’ di notizie sparse dal torneo:
- Perù contro Argentina è stata decisa al Globo de oro dopo alcuni episodi arbitrali non del tutto chiarissimi. L’atleta argentino ha perso, ma ci ha regalato questo momento storico.
- Se avete a cuore la causa del socialismo, sarete contenti di sapere che Cuba ha eliminato gli Stati Uniti al primo turno, con il più grande upset del torneo.
- Un’altra qualità del gioco del palloncino è che è perfetto per i meme.
- Se avete a cuore i pantaloni brutti, questi erano quelli di pelle di Piqué.
- L’atleta italiano, purtroppo, è stato fermato dal Covid e sostituito all'ultimo dallo streamer argentino (ma con nazionalità italiana) Momo (e vabbè è andata così). Dopo aver eliminato la Cina al primo turno con un 2-1 molto italiano, è stato eliminato agli ottavi dal Marocco in una partita ondivaga dall’alto punteggio. Dopo aver recuperato fino al 4-5 a 30 secondi dal termine, a Momo è mancata la zampata finale. Anzi, forse ne ha avuta troppa, finendo per colpire dall’alto verso il basso il palloncino del possibile pareggio e regalando quindi la vittoria al Marocco.
(Apprezzo che alla fine abbia anche mezzo rosicato).
In definitiva ci sono alcune cose che sono andate e altre meno. I tappeti, per esempio, mi sono sembrati una cattiveria troppo grossa verso gli atleti, visto che tutto quello che facevano era far scivolare delle persone che stavano correndo. Bene invece le pareti trasparenti: delle pareti di mattoni avrebbero tolto tutto lo spettacolo.
Tra i partecipanti si sono visti gesti tecnici peculiari. L’atleta brasiliano, per esempio, amava fintare di colpire il palloncino verso un lato per disorientare l’avversario. Impossibile non vederci il gusto per l’elusività del calcio brasiliano. Ogni tanto si vedevano dei colpi con effetti stranissimi - sapete quegli effetti che prendono ogni tanto i palloncini che sembra siano stati colpiti da una mano invisibile. Difficile dire che erano voluti, ma non è impensabile ipotizzare l’arrivo di un Roberto Carlos del palloncino. Ma quanto si può evolvere questo gioco e i suoi partecipanti? Avrà abbastanza successo da diventare davvero uno sport? Vedremo un giorno atleti del calibro di Tamberi saltare sopra una macchina col Fosbury per colpire un palloncino? È possibile.
Il Mondiale, sembra, sia stato un successo. Sul canale Twitch di Ibai al momento l’evento è arrivato a quasi 8 milioni di visualizzazioni. In diretta si sono toccate punte di 650 mila persone collegate allo stesso momento. Anche il fatto che io ne stia scrivendo testimonia un buon grado di viralità dell'evento. Probabilmente ne avete visti alcuni secondi sui social prima di aprire questo articolo. Se avete dei dubbi, il tweet qui sotto ve li toglierà: è il presidente del Perù Pedro Castillo Terrones che si congratula col nuovo campione mondiale del gioco del palloncino.
https://twitter.com/PedroCastilloTe/status/1448833246821822473
Questo tweet ha avuto più retweet di quello della sua elezione.
Non è passato inosservato neanche agli occhi del comitato olimpico. La vittoria del Perù è stata celebrata anche dall’account in lingua spagnola dei giochi olimpici e l’obiettivo dichiarato dai Ibai e Piqué è quello di portare il gioco del palloncino a Parigi 2024. Quindi, se ancora sognate di partecipare a un'Olimpiade, allenarvi a non far cascare un palloncino a terra potrebbe essere la vostra miglior occasione, soprattutto se avete fiducia in un difensore che ha vinto un Mondiale e quattro Champions League e di uno streamer che poche settimane fa ha intervistato Messi appena passato al PSG.
Insieme i due sembrano una forza della natura. La struttura che hanno organizzato per il Mondiale del gioco del palloncino era perfetta per lo streaming: tutti gli incontri si sono svolti in un giorno e c’è stato molto spazio per la chiacchiera. In una diretta di quasi sei ore, non più di un’ora e un quarto è stato il tempo effettivo di gioco, il resto del tempo era occupato dalla voce roca di Ibai e dei suoi compagni e da momenti più o meno buffi. C’erano altri quattro conduttori, tra cui Piqué, e nessuno di loro aveva paura di andare fuori dalle righe; in più c'era un commentatore al Ojo de globos. Il commento sportivo in lingua spagnola ha toccato punte di lirismo all'altezza di Morales che racconta il secondo gol di Maradona all’Inghilterra nell’86 e poi c’è questo che, insomma, vi deve piacere - che capiate o meno lo spagnolo. Si dice sia un tipo di prodotto che va forte nella generazione Z.
Tuttavia la strada sembra segnata: l'hashtag corrispettivo è rimasto in tendenza tutto il giorno su Twitter, ancora pieno di video della competizione. Del resto è tutto nato lì, da un tweet di Ibai ritwittato da Piqué in cui diceva che se questo tweet avesse superato i 50 mila retweet avrebbe organizzato il Mondiale. Chissà il mondo fuori da Twitter cosa ne pensa.