Ne ha fatta di strada il fuorigioco negli ultimi anni, da concetto metafisico che le donne non potevano capire a postulato geometrico, certo al millimetro grazie a sensori magici che si nascondono in stadi ormai vuoti. Ma il fuorigioco, oggi, è soprattutto il fantasma che perseguita la vita di Alvaro Morata. Gli tira le lenzuola la notte, gli appare dietro lo specchio del bagno al mattino, gli fa annullare sei gol nel giro di pochi giorni, tre solo contro il Barcellona. Dopo quella partita per qualcuno i gol annullati allo spagnolo nel 2020 erano addirittura 10, tanti quanti quelli segnati, prima che la notizia si scoprisse essere falsa (almeno a oggi, diciamo che può superare tranquillamente questo traguardo già stasera).
La tecnologia del VAR ha cambiato il destino dei gol al limite. Attaccanti che prima sarebbero stati fermati dal guardalinee, ingiustamente o meno, ora vengono lasciati liberi di dimostrare il loro valore sottoporta in attesa che un check decida il loro destino. Prima di Morata era stato Caputo a segnare una tripletta di gol annullati postumi, per dirne una. Nel gol annullato contro lo Spezia, ad esempio, senza VAR il guardalinee probabilmente avrebbe alzato la bandierina all’istante, mentre in quello segnato al Crotone nessun occhio umano avrebbe potuto vedere il fuorigioco e dal vivo la sua posizione sembrava nettamente buona.
Ma il rapporto litigarello tra l’attaccante spagnolo e il fuorigioco non si limita alle ultime due settimane di fuoco, né alla millimetrica pignoleria del VAR. La scorsa stagione in Liga è stato il terzo giocatore ad andare più spesso in fuorigioco per 90’, considerando quelli con almeno 15 presenze. Era nelle prime posizioni anche in Premier League. In parte è normale: Morata è un attaccante che gioca sulla profondità, che ama scattare tra i centrali avversari per prenderli sul tempo. Anche dentro l’area di rigore cerca sempre di anticipare il difensore, fregarlo per una frazione di secondo.
Si possono trovare decine e decine di gol che Morata si è fatto annullare perché più avanti di tutti al momento dell’ultimo passaggio. In alcuni casi si è preso un vantaggio plateale che è stato determinante (come nel secondo segnato al Barcellona, in cui passa davanti a Araujo prima del cross di Cuadrado), in altri è stato solo un caso, chiamiamola sfortuna (come nel terzo al Barcellona in cui ha mezzo piede davanti in una posizione statica al momento del tiro di Cuadrado ). Alcune volte è stato il compagno a ritardare il passaggio, altre lui ha avuto troppa fretta.
Tuttavia il compito di Morata sarebbe quello di surfare su quella linea immaginaria senza però oltrepassarla prima del dovuto e non sempre è stato in grado. Questa, chiamiamola colpa, lo ha privato di diversi gol anche molto belli, questi sono i migliori (anche se il concetto di “migliore” per un gol irregolare è difficile da stabilire).
1° - Contro il Real Madrid
Nel gennaio del 2019 Alvaro Morata lascia Londra, dove la gente lo fermava per strada chiedendogli conto dei molti gol sbagliati, per tornare a Madrid, sponda Atletico. La seconda partita della sua nuova vita da Colchoneros (anche se pare che da ragazzo Morata tifasse per l’Atletico) è contro il Real Madrid, la squadra che non aveva mai davvero puntato su di lui.
Sotto di un gol, Jimenez si avventura in un lancio alle spalle della difesa avversaria. Fuori dall’inquadratura Morata taglia di sottecchi alle spalle di Sergio Ramos, arrivando a controllare il pallone nella minuscola finestra di spazio tra difensore e portiere. Con Courtois addosso, il centravanti dell’Atletico riesce a tenere il pallone vicino con un controllo davvero pregevole e immediatamente scavalcarlo con un arcuato pallonetto. Una parabola beffarda che Ramos può solo provare a incrociare, mancando l’impatto per questione di attimi e finendo come un pesce nella rete (e rendendo il gol ancora più godurioso per i tifosi). Nei secondi successivi Morata non sa se esultare come chi potrebbe essere uscito da un incubo o portare rispetto alla sua ex squadra. L’indecisione viene tuttavia castrata dal guardalinee che alza la bandierina in dotazione per annullare il gol.
Interviene il VAR, che dopo i soliti e interminabili minuti conferma: sì, Morata ha varcato la linea immaginaria tra gloria e abisso troppo presto.
Le immagini sono impietose, in assenza di linea rossa e linea blu che servono come riferimenti impietosi è davvero riconoscere la sua colpa, ma non importa: non valgono neanche i gol per scacciare i cattivi pensieri se parti un filo troppo presto.
2° - Contro il Bayern Monaco
Appena cinque minuti prima di dar vita alla giocata più famosa della sua carriera - una corsa di 70 metri per risalire il campo passando attraverso i giocatori del Bayern Monaco come coltello incandescente nel burro per servire l’assist del secondo gol a Cuadrado - a Morata avevano annullato una delle reti più importanti della carriera, almeno in potenza. Tecnicamente non si dovrebbe parlare di “gol annullato”, il guardalinee alza la bandierina e l’arbitro fischia prima che il pallone varchi la linea, ma insomma è difficile non considerarlo come tale. Morata d’istinto, in maniera controintuitiva anche, scavalca i 193 centimetri più braccio alzato di Neuer con un improbabile pallonetto vincente.
Abbiamo detto come in alcuni casi Morata abbia troppa fretta di prendere un vantaggio sui difensori avversari, ma in questo gol possiamo parlare unicamente di sfortuna. Il pallone gli arriva con un tocco al volo di Khedira, che intercetta il passaggio di Neuer grazie anche alla pressione dello spagnolo in avanti - per cui non poteva fare un passo indietro prima del passaggio, o aspettare un attimo per scattare. Ma soprattutto l’attaccante della Juventus sembra essere in gioco. Non si trovano inquadrature migliori, ma nei giornali del giorno dopo si parla tranquillamente di errore del guardalinee, per il “Corriere dello Sport” Kimmich tiene in gioco Morata di quasi un metro (Kimmich che anni dopo ricorderà «Morata alla Juventus» come l’avversario più difficile da affrontare).
Questo gol, ingiustamente annullato, per Morata dovrebbe valere come promemoria: non è detto che la vita senza VAR sarebbe più bella, anzi.
3° - Contro il Betis
L’ultimo gol di Morata con la maglia dell’Atletico Madrid (almeno al momento, il centravanti è in prestito alla Juventus per un anno con la possibilità di allungarlo per un altro) è un gol annullato. Morata parte in anticipo rispetto all’ultimo difensore, che però non se la sente di salire per lasciarlo in fuorigioco e lo segue. Lo spagnolo però è più veloce e mantiene un vantaggio sufficiente per entrare in area di rigore con l’angolo di tiro aperto. Il difensore allora prova a destabilizzarlo con una spinta, ma Morata riesce a tenere la coordinazione e dopo essersi allungato il pallone a battere il portiere con un delizioso tocco sotto che bacia il palo prima di entrare. La tecnologia però priverà Morata di questo gol.
Il giorno dopo su Marca titoleranno “Il millimetrico fuorigioco di Morata che ha visto solo il VAR, ha ragione?” facendo notare come la linea in cui l’attaccante sembra di un capello oltre l’avversario sia stata tracciata quando il pallone si era già staccato dal piede di Koke.
Un fermo immagine che evidenzia come in alcuni casi, anche con il VAR, è difficile dire in maniera scientifica se la posizione di un attaccante sia regolare o meno. È stato giusto annullare questo gol? È difficile dirlo, ma in attesa di strumenti più infallibili, o più umani cambi di regolamento, che alternative ci sono?
4° - Contro il Verona
Ancora una un gol in pallonetto. Un pallonetto delizioso, eseguito da Morata con una naturalezza così strafottente che sembra quasi il gioco fosse già stato interrotto (magari in un altro momento bisognerebbe scrivere dei migliori gol segnati dopo il fischio dell’arbitro). Ma non è solo il gol: la bellezza di questa azione sta anche nel movimento che lo spagnolo fa in mezzo ai due centrali del Verona, chiamando il passaggio di Cuadrado. O almeno sarebbe stato bello se fosse stato fatto con i tempi giusti. Ma di chi è la colpa qui? È vero che trovare il colpevole in un’azione sfumata per pochi millimetri è quantomeno di cattivo gusto, ma è un po’ il senso di questo articolo dopotutto. È Morata che parte prima o Cuadrado che perde l’attimo?
Anche a rallentatore è difficile dirlo. Morata sarebbe potuto partire dieci centimetri più dietro senza problemi, ma se Cuadrado l’avesse visto mentre poggiava il sinistro a terra, non dovendo cambiare piede per il passaggio, avrebbe anticipato di una frazione di secondo cambiando il destino dell’azione. Insomma, sembra uno di quei casi in cui bisogna affidarsi al pensiero magico più che trovare colpevoli.
5° - Contro il Las Palmas
Contro il Barcellona non è stata neanche la prima volta che Morata è passato dall’altare alla polvere per colpa di una linea immaginaria per tre volte in 90 minuti. Era già successo in una partita contro il Las Palmas quando ancora toccava al guardalinee decidere in autonomia. Il primo dei tre gol che Morata si fa annullare arriva dopo 25 secondi, al primo pallone toccato. Bale riceve sulla destra, rientra sul sinistro e fa partire un cross teso che gira oltre la linea difensiva del Las Palmas. Morata ci arriva come un falco in picchiata e al volo di sinistro lo gira dove il portiere non può arrivare. Un movimento e una finalizzazione davvero eccezionali, ma viziati da un peccato di fretta.
Morata si stacca dal suo avversario troppo presto, finendo in fuorigioco. Si può parlare di sfortuna, ma Bale non ritarda o finta il suo cross, ne la linea del Las Palmas si muove in avanti per mettere gli avversari in fuorigioco. Forse Morata ha provato a ingannare il guardalinee, una cosa che gli attaccanti potevano fare consapevolmente in epoca pre-VAR. Dopo l’annullamento Morata non protesta, alza il pollice rilassato, senza sapere a cosa sta per andare incontro. L’attaccante si ripeterà al decimo, facendosi trovare oltre l’ultimo difensore da un immaginifico assist di tacco di Cristiano Ronaldo e dopo altri cinquanta minuti, anche se in questo caso è il portoghese il colpevole e non Morata (quindi possiamo considerare questa tripletta di gol annullati come imperfetta).
6° - Contro lo Spezia
Da quando è tornato alla Juventus Morata è in uno stato psico-fisico invidiabile. Qui tiene lontano Ferrer con un braccio e poi nei quaranta metri di corsa in diagonale lo stacca, andando più veloce dell’avversario anche con il pallone tra i piedi. Perché allora quella pigrizia? Morata qui si fa fischiare un fuorigioco inutile, nel senso che non ha nessun vantaggio nel trovarsi un passo più avanti di tutti. Anzi, lo spagnolo non può vedere Bastoni che non sale con i due centrali e quasi lo tiene in gioco a sinistra e nella sua testa è almeno un metro davanti a tutti.
Quando la Juventus costruisce il gioco dal basso, il compito di Morata è stare attento alle continue fluttuazioni delle difese avversarie. Muoversi in simbiosi con i centrali per poi decidere il movimento da fare: venire incontro per ricevere spalle alla porta oppure scattare in profondità. In queste prime partite lo ha fatto in maniera egregia aiutando molto una squadra in difficoltà nell'organizzare una manovra offensiva fluida. Al momento, anche se il campione di partite è minimo, Morata è il terzo giocatore del campionato per fuorigioco fischiati ogni 90’ tra quelli che hanno giocato almeno 200 minuti (1.4). Certo, è un dato che scompare davanti alla statistica semplicemente assurda che ha visto Morata andare a segno sei delle ultime sette volte che è finito in fuorigioco. Un rapporto che, per forza, si normalizzerà nelle prossime settimane.
Per la Juventus è importante che Morata sia in grado di essere concentrato per più minuti della partita possibile, riuscendo a trovare un rapporto positivo tra le volte che va in fuorigioco e le volte che riesce a dettare la profondità alla squadra.
7° - Contro il West Ham
Anche qui ci sono pochi dubbi sulla posizione di Morata, ma è anche un (bel) gol annullato che dimostra quanto è facile per un giocatore con le sue caratteristiche finire in fuorigioco. Il gioco di sponda per poi attaccare la profondità è una delle azioni più usate da Morata, che non ha un gioco raffinatissimo tra le linee e preferisce affidarsi ai compagni quando controlla spalle alla porta per poi buttarsi nello spazio e offrire una linea di passaggio alle spalle della difesa.
Morata scarica su Hazard e taglia verso il centro, ma il belga più che chiudere il triangolo sembra interessato a sfruttare lo spazio creato dal movimento del compagno per andare dritto in porta, almeno fino a quando all’improvviso con il sinistro serve Morata. L’attaccante spagnolo, preso in controtempo, riesce a controllare il pallone con l’interno del piede destro dopo averlo fatto scorrere e poi ad anticipare l’uscita del portiere con un tocco di punta sotto le sue gambe. Ma se Morata può con una giocata complessa aggiustare il corpo su un passaggio inaspettato, non può tornare indietro nel tempo per farsi trovare in gioco.
Nella stessa partita a Morata verrà annullato un altro gol per fuorigioco per aver anticipato il movimento su un cross di Willian.
8° - Contro il Valencia
È quasi ironico il livello di precisione del calcio di Morata quando parte da posizione irregolare. Lo spagnolo da quando è passato al Chelsea ha peggiorato in maniera drammatica il rapporto con il tiro in porta e, di conseguenza, con i gol. Eppure qui riesce non solo ad anticipare Neto (tornerà) con uno scatto felino, ma anche a calciare con successo in porta da una posizione molto angolata, evitando anche il tentativo di recupero del portiere.
9° - Contro il Barcellona
Arriviamo quindi ai tre gol annullati contro il Barcellona. Non tre gol che brillano per estetica, ma sono quasi un bignami di come nel fuorigioco si mischiano sfortuna e imprecisione, fretta e destino.
Nel primo Cuadrado, dopo aver vinto un duello per Pedri (forse l’unico), ritarda di un attimo il passaggio per Morata (tutti e tre i gol annullati allo spagnolo contro il Barcellona arrivano su assist di Cuadrado, cinque su sei considerando anche quelli contro Crotone e Verona, non può essere totalmente un caso). Nel secondo è Morata a scivolare troppo presto alle spalle del marcatore (se notate finisce una prima volta in fuorigioco quando Dybala ha il pallone per il cross, poi torna indietro e finisce di nuovo oltre la linea). Nel terzo è sfortunato, perché - lo abbiamo capito - per Morata è un periodo un po' così. Non trae nessun vantaggio dall'avere mezzo piede avanti all'avversario, ma il VAR è un cane da guardia estremamente affidabile e lo spagnolo non può fare nulla, neanche protestare a questo punto.
10° - Contro la Real Sociedad
Un po’ per non mettere tutti gol in pallonetto, un po’ per sottolineare come per una volta Cristiano Ronaldo aveva calciato una punizione “in mezzo” e non direttamente in porta, questo colpo di testa in fuorigioco senza che la linea della Real Sociedad faccia movimenti in avanti è la dimostrazione che, ogni tanto, la fretta è cattiva consigliera.
Bonus: il peggior gol in fuorigioco di Morata
Contro il Burnley
Dopo il fischio Marcos Alonso e Fabregas imprecano contro Morata, sembrano quasi voler aggredire fisicamente il compagno, Christensen lo fulmina con lo sguardo. Lo spagnolo prova a negare l’evidenza, non ero in fuorigioco io, poi si guarda intorno alla ricerca di un appiglio per dire almeno che se non l’avesse spinto in rete, il tiro cross del compagno sarebbe finito fuori. Ma non è così, come conferma il replay. Se Morata fosse rimasto fermo, il pallone sarebbe finito in rete in maniera regolare.
È la prima partita che Morata gioca con il Chelsea, appena comprato per 80 milioni di euro. Era entrato 13 minuti prima con la sua squadra in dieci e sotto di tre gol. Lo spagnolo aveva segnato di testa pochi , tagliando dietro al difensore in gioco per un pelo. Nel finale servirà anche a David Luiz l’assist per il 2-3 finale.
Bonus: il miglior quasi gol in fuorigioco di Morata
Contro il Leicester
A pensarci è una fortuna abbia preso il palo. In uno dei momenti peggiori della carriera, quanto gli avrebbe fatto male vedersi annullare un gol così?