
Sono passati più di cinque anni dalla scomparsa dell’aereo che trasportava Emiliano Sala, insieme al pilota David Ibbotson, nella Manica. L’aereo, un Piper Malibu che sembrava “cadere a pezzi”, come ha scritto Sala nel suo ultimo messaggio inviato a degli amici, e che in effetti - questa è la tesi più accreditata - dovrebbe aver avuto un problema nel sistema di riscaldamento che ha portato all’avvelenamento da monossido di carbonio sia Sala che il pilota, è caduto nella Manica una decina di chilometri dopo l’isola di Alderney, nella notte del 21 gennaio 2019. Il corpo di Emiliano Sala è stato trovato il 7 febbraio a 65 metri di profondità, dopo lunghe ricerche e grazie anche alle pressioni della comunità argentina (da Messi a Maradona all’allora presidente Macrì), mentre quello di Ibbotson non fu mai ritrovato.
Ricorderete forse lo sgomento e il dolore di quei giorni. Ma ricorderete anche che, subito dopo, sono cominciati i problemi legali. Anzitutto quelli relativi alle responsabilità dell’incidente. Nel novembre del 2021, quasi tre anni dopo, David Henderson, settantenne ex pilota della RAF, verrà condannato a diciotto mesi per aver organizzato il volo aggirando alcuni regolamenti che non avrebbero permesso a Ibbotson, e a quell’aereo, di volare in quelle condizioni. “Abbiamo entrambi l’opportunità di fare dei soldi”, è uno dei messaggi con cui Henderson ha convinto Ibbotson.
Più lunga, invece, e ancora in atto, è la battaglia legale tra Cardiff e Nantes. Sala aveva svolto le visite mediche e posato con la maglia del suo nuovo club - era tornato a Nantes il giorno prima dell’incidente, solo per chiudere alcune questioni pratiche e salutare amici e compagni di squadra - ma il Cardiff sosteneva che mancavano delle carte. Dopo una serie di botta e risposta tra i club, la FIFA e il Tribunale Arbitrale dello Sport, a cui fece appello il Cardiff, la squadra gallese fu obbligata a pagare il totale del trasferimento (circa 15 milioni di sterline).
Poi, nel 2022, il Cardiff chiese poco più di dieci milioni alla propria assicurazione, la Miller Insurance Service, per negligenza, perché Sala non era coperto da polizza al momento di salire sull’areo. Allora la notizia per un po’ circolò come se il Cardiff avesse provato ad assicurare Sala dopo la morte ma in realtà si trattava di stabilire se fosse o meno responsabilità dell’assicurazione far coincidere la polizza con la firma del contratto. Una questione che solo in caso di morte improvvisa avrebbe avuto senso sollevare.
Infine, a maggio 2023, il presidente Mehmet Dalman aveva raccontato a Talksport che avrebbe fatto causa al Nantes per una cifra intorno a 110 milioni di euro. Quando gli hanno chiesto perché proprio 110, Dalman ha risposto: «Penso sia una questione meramente legale e non voglio rispondere a questa domanda. È un numero fatto dai nostri avvocati, c’è una logica, non è una cifra campata in aria». Oggi quella cifra è salita a 120,2 milioni di euro che, secondo l’Equipe, il Cardiff chiederà al tribunale di commercio di Nantes.
A quanto pare, più che ragioni legali, la cifra sarebbe stata estratta dal cilindro di un consulente finanziario sulla base di calcoli di una società che commercia in dati statistici, la Analytics FC. Si tratta della somma tra i soldi persi a causa di risultati sportivi - secondo cui il Cardiff, con Emiliano Sala, avrebbe avuto il 54,2% delle possibilità di non retrocedere, come poi ha fatto nel 2019, per poi restare quattro anni in Championship - per un totale di 52,9 milioni di euro, più una cifra di 67,3 milioni di euro equivalente alla “perdita di valore del club”.
La prima cosa assurda è che si tratta di cifre con una loro logica, per carità, ma oggettivamente campate in aria, basate su ipotesi del tutto indimostrabili e risultati inventati, ma al tempo stesso precisissime. Come se le virgole tra i numeri servissero a dare loro una maggiore concretezza, le virgole come la cravatta da stringere intorno ai numeri per dargli un tono. Ma la cosa più drammaticamente assurda è il modo in cui queste cifre si basano sulla virtualità della presenza in campo di Emiliano Sala.
La morte di Emiliano Sala ha sconvolto tutti - persino i tifosi del Cardiff che Sala non lo hanno mai visto con la propria maglia indossata, ma solo mostrata tra le mani, persino i tifosi di altri Paesi - perché niente più di una morte improvvisa ci ricorda la nostra umanità. Al di là dei soldi, il calcio è fatto di uomini. E gli uomini, si sa, compiono errori, guidano aerei malandati di notte, o li fanno guidare ad altri, e ci fanno salire sconosciuti che si fidano di loro. L’umanità di una fine così tragica contrasta violentemente con una questione legale di questo tipo.
Che i calciatori siano ormai dei beni finanziari alla stregua di quadri e sculture d’arte contemporanea, azioni con un valore immaginario da scambiarsi nel mercato per abbellire bilanci, è una delle accuse che si rivolgono spesso al calcio di questi anni. E cosa ci può essere di più astratto di una squadra che valuta economicamente le prestazioni di un calciatore morto in un incidente aereo?