
Il calciomercato durante le Olimpiadi sembra muoversi più lento. L’agenda delle notizie è meno calciocentrica, le voci di mercato vengono diluite dalle medaglie, dalle sconfitte, dalle polemiche. Guai però a pensare che il calciomercato rimanga fermo, che mentre noi tifiamo il Settebello alcuni calciatori non siano vittime o carnefici di trasferimenti strani. Anzi: questa settimana abbiamo assistito a delle vere e proprie chicche, se anche voi avete questa fissa per i movimenti di mercato assurdi. Noi, questo l’avrete capito già da un po’, ce l’abbiamo.
David De Gea alla Fiorentina
La vita di De Gea stava diventando una farsa e chi meglio della Toscana per accoglierlo? La regione dello sberleffo, di Amici Miei, dove tutto è dissacrante e ironico. De Gea è stato fermo un anno dopo non aver rinnovato con il Manchester United l’estate scorsa. Su X faceva notare tra le righe come fosse più forte di quasi tutti i portieri delle squadre di vertice, ma nessuna squadra di vertice l’ha voluto. Sembrava potesse andare in Arabia Saudita e invece è rimasto a casa a farsi gli affari suoi. Cosa avrà fatto in questo anno? Viaggiato? Studiato? Giocato alla Play? Prendersi un anno sabbatico dovrebbe essere un diritto di tutti, certo è strano per un calciatore visto che la loro carriera è molto corta.
A un certo punto De Gea sembrava dovesse addirittura ritirarsi. Si diceva che aspettava la chiamata di un top club, altrimenti non avrebbe indossato di nuovo i guanti. Figurati doversi buttare per terra per una squadra normale. I giorni hanno continuato a passare e poi all'improvviso De Gea è diventato il portiere della Fiorentina. Come è successo? Lo scopriremo presto immagino, visto che la trattativa la stanno definendo in queste ore. Per i viola è una scelta rischiosa ma affascinante. De Gea si ricorderà ancora come si fa? Le sue ultime stagioni sono state ricche di grandi parate, ma anche errori tremendi, marchiani: difficile pensare sia migliorato stando fermo. I tifosi della Fiorentina conoscono bene questa parte della storia, visto che non sono stati fortunatissimi con i portieri negli ultimi anni. De Gea rimane però un portiere con esperienza e con un livello tecnico tra i pali assurdo. Alcune sue parate sembrano venire direttamente dallo spazio. Sarà divertente vederlo in Serie A.
Nicolas Pépé al Villarreal
Nicolas Pépé non ha ancora compiuto trent’anni e può essere già considerato il principe delle crepe dalla Ligue 1. Per “crepa” a Roma si intende una fregatura e la Ligue 1 ne ha servita più di qualcuna in questi anni. Vedi un’aletta con la maglia del Lille che dribbla tutti e tira d’interno sotto al sette e ti viene il pensiero che il calcio è semplice: palla all’ala e gol. Le cose vanno raramente come previsto, ma è anche raro che vadano così male come sono andate con Pépé, passato all’Arsenal per 80 milioni (calciatore africano più pagato di sempre) e andato via dopo tre anni senza nemmeno essere sempre titolare. Il talento di Pépé è innegabile, ma il calcio in realtà non è per niente semplice e il suo fallimento lo dimostra. Viene da una stagione di discreta ripresa in Turchia, anche se non sembrava aver fatto abbastanza per meritarsi la chiamata di una squadra nobile della Liga come il Villarreal. Movimento che dice più di Pépé o del Villarreal?
Alexis Sanchez all’Udinese
Non è ancora ufficiale ma praticamente lo è: Alexis Sanchez torna all’Udinese tredici anni dopo essere andato via. Aveva 23 anni e muoveva le gambe a una velocità irreale, la sua carriera è stata forse persino superiore alle già più alte aspettative. Torna col fisico di quei mezzofondisti di mezza età che si capisce che una volta erano tutto muscoli e ora sono tutti secchi. Gli ultimi anni per Sanchez sono stati un po’ confusi, e contraddistinti da grandi momenti e poca solidità. Niente di strano, è l’età. Siamo ancora quelli di sempre, ma per momenti sempre più limitati. L’Udinese si aggrapperà a quei momenti per vivere le vibrazioni di quando i friulani bazzicavano le coppe europee.
José Mauri al Cosenza
Chi non aveva creduto in José Mauri? Era troppo bello crederci. Centrocampista argentino col baricentro basso che sembrava correre per tre, che dichiarava di ispirarsi a Gattuso e Mascherano, che era venuto fuori giovanissimo e che giocava come uno scafato mediano del barrio. Aveva pure un discreto piede. Dopo il passaggio al Milan, un Milan caotico va detto, è andato tutto storto e Mauri è un giocatori quasi del tutto immaginario. Se togliamo le 33 presenze collezionate col Parma nell’anno della sua rivelazione, a 18 anni, ha totalizzato meno di 50 presenze tra i professionisti. Impressionante. Dopo essere tornato in Argentina, dopo essere passato per il Texas, arriva a Cosenza. Tutto normale.
Schelotto all’FC Paradiso
Innanzitutto vi possiamo confermare che il “Galgo” Schelotto NON è morto. No: l’FC Paradiso non è una battuta nera per dire che in realtà se ne è andato al creatore. L’FC Paradiso è proprio una squadra di calcio, con un nome mistico che poteva esistere solo in Svizzera - patria della finanza, e dunque dell’impalpabile per eccellenza. Stiamo parlando della terza divisione del calcio svizzero, anche se è una squadra in crescita. Lo scorso anno è arrivata terza, centrando il miglior risultato della propria storia.
Come avete detto? Vorreste rivedere il gol di Schelotto nel derby di Milano? Eccovi serviti:
Cristian Battocchio al Monopoli
Nel 2015 Antonio Conte, all’epoca CT frustrato dell’Italia, aveva fatto il nome di Cristian Battocchio come uno dei possibili salvatori del nostro calcio nel futuro (l’altro era Viviani, non che sia andata troppo meglio). Conte lo aveva citato perché - rispetto al calciatore italiano medio - Battocchio saltava l’uomo e all’Italia storicamente mancano calciatori che saltano l’uomo. Battocchio aveva 20 anni, un passaporto italiano preso grazie ai nonni e giocava nell’Udinese: sembrava forte.
Dieci anni dopo possiamo dirlo con abbastanza certezza: Battocchio non è stato il futuro del calcio italiano. La sua carriera ha virato quasi subito verso il declino, a dimostrazione che saltare l’uomo non basta (quasi niente basta da solo nel calcio di alto livello, devi veramente essere forte). Da Udine è passato al Watford, poi una sfilza di squadre che sicuramente raccontano di una carriera difficile ma anche di uno spirito raffinato: Virtus Entella, Brest, Maccabi Tel Aviv, Brest di nuovo, Tokushima Vortis, Pumas UNAM, Volo, Sektzia Ness Ziona, Chennaiyin.
Ora però Battocchio è tornato in Italia, al Monopoli, in Serie C. Di calciatori argentini in Puglia abbiamo scritto qui, una storia lunga e interessante. Battocchio, intanto, si è trasformato in un mediano compassato. Non salta più l’uomo, non segna da 4 anni, ma gestisce il gioco, muove la manovra. Se passate dalle parti di Monopoli, fate un salto a vederlo giocare.